18 Giugno 2013

Il cappio scongelato

Appunti

Questa sera in Commissione Giustizia faremo notte fonda. Si discute una proposta di legge, firmata da Ferranti e Costa (rispettivamente Presidente della Commissione e capogruppo del PdL nella medesima), che si occupa di “pene detentive non carcerarie e della sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili”. La proposta di legge deve andare in aula a breve, così è previsto che il testo sia licenziato dalla commissione entro stasera.

Si tratta di un provvedimento che, nella forma di una delega al governo, consente al giudice di stabilire, a certe condizioni, la detenzione domiciliare anziché in carcere. Inoltre introduce la “messa in prova”, che è una causa di sospensione del processo minorile, anche nel processo penale nei confronti dei maggiorenni.

Con questa nuova legge, in particolare, il giudice potrà decidere – con i criteri che si utilizzano normalmente per la determinazione della pena – se il condannato dovrà scontare la pena in carcere o presso il proprio domicilio. Questo solo per i reati con un massimo di pena di 4 anni, secondo il testo corrente, o di 6 anni, secondo un emendamento presentato dal governo.

Noi sosterremo l’emendamento governativo perché da un lato porre la soglia massima ai quattro anni renderebbe il provvedimento pochissimo efficace in termini quantitativi, e dall’altro perché la discrezionalità del giudice ci metterà al riparo, nel caso concreto, dal rischio che pericolosi criminali si giovino della detenzione domiciliare. Inoltre la

La ragione per cui faremo notte è che la Lega, che ha annunciato l’ostruzionismo e ha presentato un quintale di emendamenti, non sopporta l’idea che la pena sia non solo strumento di afflizione ma anche di rieducazione. Non accettano l’idea, provata da ogni statistica, che il carcere favorisce assai di più la recidiva che la rieducazione. Non vogliono capire che scontare la pena in casa non significa che la sentenza non sia una sentenza di condanna, e che il reo non resti comunque tale. Inoltre si prevederà l’esclusione di questa nuova possibilità di taluni reati di particolare allarme sociale.

L’Italia è stata condannata in primo e secondo grado dalla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo per la disumanità di un sistema carcerario che ha 22 mila detenuti di troppo rispetto a quelli che potrebbe ospitare e che riserva solo 3 metri quadrati di spazio per ogni detenuto. Dovremo sbrigarci per evitare guai peggiori e gravi sanzioni finanziarie. Questo comporta anche assumere un’idea della sanzione penale che non può essere solo legata al carcere. Per di più, per i reati meno gravi, in carcere semplicemente non ci si va: meglio la detenzione domiciliare, quindi, anche in termini di effettività della pena.

La Lega – che pure ha votato tutte le leggi necessarie a rallentare, bloccare e paralizzare il processo penale quando ne aveva la convenienza politica – ha insomma scongelato il cappio.

Una risposta a “Il cappio scongelato”

  1. paloma ha detto:

    Ma la parte sugli irreperibili in cosa consiste?