27 Marzo 2013

Risolvere la crisi di governo in 5 semplici mosse

Appunti

Mi giunge una mail che prospetta un’interessante ipotesi per risolvere la questione della formazione del governo. La pubblico qui di seguito.

“Ciao Ivan,

La crisi si può sbloccare domani, con un blitz.

1) La giunta del regolamento al Senato è già insediata, e comprende membri del Movimento 5 stelle

http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede_v3/Commissioni/0-00020.htm

2) Il senatore pinco pallino propone la modifica del regolamento: al senato il voto astenuto non vale voto contrario, ma ci si uniforma alla camera dove abbassa il quorum. La giunta approva la modifica e rimette all’assemblea.

3) Pd e Movimento 5 Stelle votano la riforma del regolamento, perché basta la maggioranza assoluta

http://www.senato.it/1044?articolo=1171&sezione=164

4) Al senato il Movimento 5 Stelle si astiene sulla fiducia al governo Bersani.

5) Fatto

Pensi si possa segnalare a Bersani?

Ciao.”

8 risposte a “Risolvere la crisi di governo in 5 semplici mosse”

  1. Enrico Ciccarelli ha detto:

    Non mi sembra una grande idea. Se il Movimento Cinque Stelle volesse far nascere il Governo Bersani gli basterebbe far uscire dall’aula i suoi senatori e il problema sarebbe risolto senza alcun bisogno di una modifica parlamentare. E alla fine, sia Bersani o un altro il premier, sarà la “tecnica” che si dovrà usare con il Pdl-Lega o con la Lega soltanto. Diversamente c’è solo il governissimo. Piantiamola di andare appresso a Grillo.

  2. Gabriele ha detto:

    Non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire. M5S che si presta a questi giochetti. M5S Vuole fare fuori Bersani. Ergo: Bersani torna da Napolitano che lo manda a casa (era ora) e tira fuori dal cilindro un altro nome gradito a M5S e PD

  3. giuseppe lisena ha detto:

    Mi chiedo cosa ci si aspettava da questa consultazione. M5S coerente con la posizione sempre avuta nei confronti delle persone che hanno governato o sono state nella macchina politica degli ultimi anni. Il mio primo commento ai risultati oggi ha ancora più senso “bisogna che le prime linee lascino il campo al gruppo di nomi freschi del PD (Ivan tra questi ce lo vedo bene) , unici interlocutori possibili per fare i passaggi giusti con il M5S e proseguire con un’azione di governo che li ascolti insegni loro ad ascoltare”. Mettere concretezza e pars costruens alle idee rivoluzionarie, stigmatizzando l’insulto con il buon senso e senso dello stato. Io mi aspetterei questo.

  4. Emidio ha detto:

    Essendo l’ispiratore della mail che Ivan pubblica, ne difendo il senso: fin qui al M5S è stato messa davanti solo l’ipotesi di violare ciò che ha sempre detto. Dall’altra parte loro perseguono un loro scopo: alleanza PD-PDL. Questo sarebbe uno dei modi per provare a cambiare le carte in tavola e per vedere a che gioco il M5S vuol giocare. L’alternativa deve essere nuove elezioni. Fra nuove elezioni e fiducia, il M5s scegli elezioni, fra nuove elezioni e l’astensione, beh, potrebbe essere tentato.

  5. Tommaso Caldarelli ha detto:

    “Non mi sembra una grande idea. Se il Movimento Cinque Stelle volesse far nascere il Governo Bersani gli basterebbe far uscire dall’aula i suoi senatori e il problema sarebbe risolto senza alcun bisogno di una modifica parlamentare.”

    Sbagliato. Il PdL ha già fatto sapere che se il M5S uscisse, uscirebbe anche lui facendo mancare il debito legale. Il punto, come dice Emidio, è che è stata prospettata solo questa strada.

    Il regolamento del Senato è una questione tecnica, di sostanza certamente. Ma una modifica del genere farebbe bene anche al futuro, evitando ulteriori situazioni di ingovernabilità. Sono consapevole che si tratta di un blitz, ma mi sembra un male immensamente minore di altri.

    Tc

  6. Tommaso Caldarelli ha detto:

    *Numero legale, scusate

    Tc

  7. Barbara ha detto:

    Scusate, ma non esiste nessun altro nome gradito a M5S se non Beppe Grillo in-pirsuna-pirsunalmente.
    Non daranno fiducia a nessun altro se non a loro stessi medesimi, i Superiori..:o) (come li ha – molto acutamente- ribattezzati Michele Serra)
    Quindi, inutile spremersi le meningi, secondo me, ma

  8. Tony ha detto:

    Vedo che ci si ostina a voler trovare soluzioni che non includano il PDL, sia direttamente, sia indirettamente.

    Scusate, cari amici democratici: il pueblo ha parlato!

    Ha detto che nessun partito merita una maggioranza e che le emergenze del paese si affrontano attraverso la cooperazione di tutti gli uomini di buona volonta’.

    Proprio come si fa nei paesi seri ai quali, in questi giorni, l’elitaria intelligentsia progressista italiana ha smesso improvisamente di fare riferimento.

    Chissa’ perche’ !?

    Forse la ragione puo’ essere cercata nel solito inguaribile provincialismo degli Italians esterofili “progressisti” i quali, pur di salvaguardare gli interessi della loro botteguccia, oggi preferiscono non intonare il solito monotono tasto che l’erba del vicino e’ sempre piu’ verde mentre la nostra fa sempre piu’ schifo.

    Lasciamo stare la “Grosse Koalition” adottatta in Germania nel 2005 tra i leader di SPD e CDU/CSU che si accordarono per formare un governo di grande coalizione diretto da Angela Merkel della CDU.

    Lasciamo perdere la Gross koalition austriaca tra il Partito Popolare e il Partito Socialdemocratico che governa il paese dal 2006.

    Laciamo gli altri numerosi esempi che ci vengono da Israele, Polonia, Portogallo, Paesi Bassi etc. etc.

    E parliamo del Regno Unito, paese al quale l’on. Scalfarotto si riferisce sempre come esempio da imitare affinche’ la nostra Italietta miserabile, mafiosa, provinciale, corrotta, bigotta, reazionaria, cattolica e stracciona possa un giorno diventare finalmente un paese…. civile: come l’Inghilterra.

    Durante gli anni difficilissimi della Prima e della Seconda Guerra Mondiale il Regno Unito fu governato per un totale di 20 anni da una Grosse Koalition formata da Conservatori, Liberali e Laburisti.

    Ma senza andare cosi lontano nel tempo, due anni fa, dopo le elezioni che videro il tracollo del disastroso tredicennio laburista, quello della Cool Britannia di Tony Blair e Gordon Brown, che porto’ il paese alla bancarotta nella quale ancor oggi si dibatte disperatamente, Liberali e Conservatori, nemici da sempre, trovarono un accordo di programma consistente nel risanare le casse dello Stato nelle quali, per ammissione degli stessi Laburisti, non era rimasto neanche uno spicciolo.

    La logica avrebbe voluto che, non essendo uscita dalle urne una maggioranza certa, a formare il governo fossero Liberali d Laburisti, molto piu’ “vicini” politicamente.

    L’on. Scalfarotto ricordera’ certamente che per tutto il periodo Thatcheriano Liberali e Laburisti, qualora fosse stato in vigore il sistema proporzionale, forti di ben 2/3 dei suffragi non avrebbero mai permesso alla Thatcher di “distruggere” il paese, come andavano a vanno ancora dicendo gli inguaribili “progressisti” Lib/Dem e quelli del Vecchio e del Nuovo Laburismo.

    Eppure, di fronte al disastro dell’amministrazione Blair/Brown, i Conservatori, cioe’ i Cameron, i Boris Johnson, gli Osborne, cioe’ l’odiatissima cricca di aristocratici destrorsi dell’aristocraticissimo Collegio di Eton, detestati dalla stragrande maggiornaza del paese tanto quanto in Italia si disprezzano i Berluscones, non hanno esistato un momento, una volta riconquistata l’opportunita’ di governare ( come spesso succede anche ai Berluscones italiani) a formare una coalizione di emergenza nazionale con i “nemici” Liberal/Democratici al solo scopo di imporre austerita’, cambiare il sistema di parassitismi assistenziali sempre salvaguardati dai Laburisti Progressisti, rilanciare le piccole e medie imprese, quelle che creano lavoro, tagliare gli enormi sprechi della pubblica amministrazione, rendere piu’ efficiente la macchina dello Stato, applicare una politica migratoria meno “buonista” e piu’ intelligente e, come fine ultimo, riportare,le Casse dello Stato ad un livello decente.

    I pregiudizi ideologici che accampa Bersani che NON vuole governare con l’impresentabile Berlusconi appaiono, a chi ha cuore le sorti del Paese, di un’ottusita’ abissale.

    Pregiudizi che Berlusconi invece non ha, perche’ di governare con i “Comunisti” quando sono in gioco le fortune del paese, di fronte al Bene Superiore della Patria non avrebbe dubbi e sceglierebbe la Patria.

    Proprio come hanno fatto gli Inglesi, i Tedeschi e tutti gli altri paesi sopra menzionati.

    Quando l’anti-berlusconismo porta a queste irresponsabili patologie la sorte di chi lo pratica diventa inesorabilmente segnata. E con essa le sorti del Partito di cui fa, male, gli interessi.
    Il Partito Democratico deve muoversi con molta cautela in questi giorni: cercando alleati dove non ci sono puo’ portare ad una sola conclusione: altri cinque anni di Berlusconismo.
    Berlusconi non vince per merito suo, ma per la pochezza e l’ottusita’ di chi gli si oppone.