14 Settembre 2010

Generazione casco

Appunti, Diritti, Giovani

Uno degli scandali più gravi del nostro Paese è il fatto che una fetta enorme di giovani entri (e rimanga) nel mondo del lavoro con forme contrattuali che non garantiscono nulla. Non la leggendaria stabilità che ha ormai la sostanza di una fata morgana ma nemmeno diritti più concreti ed umani come malattia, ferie, maternità, formazione. Non solo ci siamo giocati il futuro, i figli e i progetti di vita a lunga scadenza. Qui c’è da prima di tutto da mettersi un maglione più pesante per non prendersi la bronchite e calzare bene il casco in testa per non farsi male cadendo dal motorino, se si vogliono salvare la salute e il pagamento della fattura a fine mese. Nel frattempo l’opinione pubblica si occupa soltanto delle dinamiche e delle questioni tra FIOM e confindustria, i lavoratori dipendenti fanno giustamente sentire la loro voce, qualche deficiente impedisce a Buonanni di parlare alla Festa Democratica di Torino, ma nessuno spende una parola sul futuro che attende un paese che costruisce il proprio domani sulle spalle di generazioni che vivono alla giornata. Oggi lo ha fatto Dario De Vico sul Corriere della Sera, utilizzando un titolo che mi è sembrato assolutamente appropriato: “Per le partite Iva è sempre Pomigliano”.

Una risposta a “Generazione casco”

  1. Nunzio ha detto:

    Ebbene si! questo è uno degli scandali più gravi del nostro Paese. Allora perché meravigliarsi delle vicende di pochi lavoratori della Fiom alla Festa Democratica di Torino se nessuno spende una parola sul futuro che attende un paese che costruisce il proprio domani sulle spalle di generazioni che vivono alla giornata? Cosa ha impedito a Bonanni, UNO DEI PIU’ GRANDI capi carismatici sindacali italiani, che l’accordo di Pomigliano si sottoscrivesse obtorto collo per i lavoratori? Il Governo? la CGIL? I lavoratori polacchi che solidarizzavano con i nostri di Pomigliano e attendevano l’esito negativo del referendum per rilanciare i loro diritti?