17 Dicembre 2012

Dopo la Direzione

Appunti

La Direzione è durata veramente poco. Mi aspettavo di fare notte e invece in un paio d’ore, voilà, tutto chiuso e deciso.

Abbiamo un regolamento per le primarie per i parlamentari: per candidarsi ti deve invitare la Direzione Provinciale, a meno che tu non sia un parlamentare uscente o uno che ha raccolto il 5% delle firme degli iscritti tra stasera e venerdì alle 20 (cioè Superman: in questo caso è possibile che tu vinca le primarie, sia eletto e faccia pure una discreta carriera come supereroe).

I 47 capilista e il 10% dei candidati (e quindi una discreta quota degli eletti, c’è chi dice il 40%) saranno scelti da una commissione composta dal vicesegretario del Partito, dalla Presidente del medesimo, dai presidenti dei gruppi parlamentari, dal coordinatore della segreteria, da 3 parlamentari scelti dal Segretario, dalla coordinatrice delle donne, dal segretario dei giovani, dal presidente della conferenza delle Regioni (Vasco Errani), dal Presidente dell’ANCI (Graziano Delrio).

Dario Franceschini nel suo intervento ha detto una cosa secondo me condivisibile, e cioè che va bene che una parte dei parlamentari non sia solo espressione dei territori ma che rappresenti delle competenze specifiche, sia tecniche che politiche. In fondo in parlamento non si deve solo rappresentare i territori ma anche fare le leggi, il che richiede necessariamente delle conoscenze tecniche. Anche quelle oscure di chi fa un lavoro magari ignoto ma molto prezioso in commissione. Poi Franceschini ha anche detto un’altra cosa che mi trova d’accordo, e cioè che noi del PD dovremmo insistere sulle nostre virtù piuttosto che sui nostri limiti, ed è vero che queste primarie sono un bel colpo, rispetto al Porcellum. Per non parlare dell’impegno di portare un 40% di donne in parlamento, che sarebbe veramente fantastico.

Tutto bene, dunque? No. A cominciare dalle date estremamente inconsuete (attenzione: 29 “o” 30 dicembre, non 29 “e” 30 dicembre: dipenderà dalle regioni quale sarà la data, se sabato o domenica) in cui le primarie si terranno. Ma sempre infinitamente meglio del Porcellum come lo abbiamo usato 5 anni fa, questo è sicuro, e meglio di quello che faranno gli altri partiti, Grillo incluso.

Capitolo deroghe: i 10 derogati – tra cui Bindi, Marini, Finocchiaro, Fioroni, Garavaglia – faranno tutti le primarie. Le deroghe sono passate con 3 voti contrari e 3 astenuti su forse 150 e più presenti. Io ho votato a favore. Perché sinceramente penso che il tema di un rinnovamento radicale e chirurgico sia stato già affrontato durante le primarie tra Bersani e Renzi e risolto in modo inequivocabile dagli elettori. La nostra posizione sul tema l’abbiamo affermata in modo cristallino sostenendo Matteo e il suo piano per la “rottamazione”. Abbiamo perso, toccava oggi a Bersani spiegare fino a che punto la sua idea di rinnovamento si spinge: lui è il nostro candidato premier e, secondo me, forte com’è oggi di un mandato popolare, non avrebbe avuto senso per noi respingere in Direzione (dove i “renziani” sono meno di 10) la sua proposta di avere queste persone nel team. Avremmo potuto autorizzare 32 deroghe, le deroghe sono state 10 e sono mancati all’appello personaggi come Livia Turco, Walter Veltroni, Massimo D’Alema, Marco Follini, solo per nominarne qualcuno. Penso che Renzi abbia una notevole parte del merito in questo e penso che il resto sia una questione fiduciaria del Segretario, a questo punto.

Archiviata la Direzione, vediamo il da farsi. Cercherò di capire se la Direzione Provinciale di Milano vorrà candidarmi (dato che io, notoriamente, non sono Superman e solo al pensiero di trovare 500 firme in 48 ore mi viene l’avvilimento) e poi vediamo se sia il caso di correre. Ma questo, per essere franco, è un problema di cui mi occuperò domani.

6 risposte a “Dopo la Direzione”

  1. Giovanni Bachelet ha detto:

    Scusa Ivan ma secondo me sulle firme hai letto male le regole. Le regole sono queste: per candidarti devi raccogliere le firme del 5% degli iscritti di almeno 3 diversi circoli PD, per un totale di firme non inferiore a 50 e non superiore a 500. Quindi non ne devi raccogliere per forza 500. Per esempio, se i circoli Mazzini, Trastevere e Donna Olimpia di Roma avessero ciascuno 400 iscritti, per candidarti basterebbero 20 firme di Mazzini, 20 di Trastevere e 20 di Donna Olimpia, per un totale di 60 firme. Il problema non sta nelle firme e, se ce nè uno, è secondo me opposto: essendo la soglia piuttosto bassa, ci saranno troppi che soddisfano la condizione minima. Ci sarà perciò notevole discrezionalità nelle scelte che gli organi dirigenti territoriali avranno, se leggo bene il regolamento oggi approvato, nell’estrarre da questo gruppo di potenziali candidati (probabilmente troppo numeroso) la rosa degli effettivi candidati su cui poi gli elettori voteranno il 29 o 30 dicembre. Per esempio se con questa procedura nella tua circoscrizione elettorale (presumo Lombardia 1) uscissero 200 uomini e 50 donne, gli organismi dirigenti, a norma del regolamento che oggi abbiamo approvato all’unanimità in direzione, potrebbero a loro piacimento, anzi forse dovrebbero (se ho capito), dei 200 uomini che hanno raccolto sufficienti firme, eliminarne 125, formando alla fine una rosa finale di 75 uomini e 50 donne su cui voterebbero gli elettori. Quali eliminano? I meno votati? Quelli che vengono tutti da uno stesso territorio della provincia di Milano? I biondi con le lentiggini? Il regolamento non lo dice, e su questo come su altri tipi di decisioni analoghe si affida al buon senso. Una discrezionalità e una fiducia rischiose, che però a mio avviso sono anche alla base della unanimità dei consensi di oggi in direzione: nessuno si è sentito messo con le spalle al muro da un regolamento che con certezza l’avrebbe “sterminato”, tutti hanno avuto l’impressione che nei tempi e con i limiti dati ci sarebbe stato spazio per ragionevoli compensazioni. Un bene, un male? Le opinioni possono essere varie, ma resta, come anche tu sottolinei in questa nota, che siamo l’unico partito disposto a discutere pubblicamente criteri e metodi per nominare i parlamentari in una lista bloccata (per colpa del Porcellum voluto da Berlusconi Bossi Fini e Casini), e che prova perfino, malgrado i tempi maledettamente corti dovuti alla follia di Berlusconi a coinvolgere gli elettori in questo processo. Chi anziché dirci “bravi” spacca il capello in quattro sul modo particolare (certamente discutibile, dati i tempi davvero surreali) in cui proviamo a farlo secondo me esagera. E mi rallegro che non sia il caso tuo!

  2. scalpha ha detto:

    Caro Giovanni, piacere di trovarti qui! Confermo che la lettura giusta è, ahimè, la mia. Questo il testo dell’articolo 4, comma 2, lettera a, del regilamento approvato ieri: “…un numero di firme pari al 5% – e comunque non meno di 50 e non più di 500 – degli iscritti PD 2011, in almeno 3 circoli, in quell’ambito territoriale”. Quindi, per quella fatale virgola dopo 2011, ci vogliono proprio il 5% degli iscritti 2011 dell’ambito territoriale (federazione provinciale), ma non puoi raccoglierli tutti in un circolo, devono essere spalmati almeno su 3. A Milano mi dicono che il 5% delle firme sarebbero circa 600, quindi qui subentra il limite massimo sempre previsto dalla norma. Anche se firmassero tutti gli iscritti, non sarebbero possibili più di venti candidati “esterni” per provincia: nessuna possibilità di ressa all’ingresso, dunque.

  3. Laura De Cristofaro ha detto:

    Caro Ivan, spero tu decida di candidarti. 500 firme sono un obiettivo raggiungibile anche in pochi giorni! Saresti il mio “candidato ideale”,
    facci sapere al più presto per partire con la raccolta! Laura

  4. Giovanni Bachelet ha detto:

    Sigh, anche altri mi dicono che l’interpretazione giusta è quella tua. Ero però in perfetta buona fede, e tuttora mi domando: se l’interpretazione giusta è quella che dici tu, che senso ha il limite inferione di 50 firme? Esistono province italiane nelle quali il numero degli iscritti al PD è minore di 1000?

  5. Giovanni Bachelet ha detto:

    …e comunque anche 500 non è un limite in sé insensato né irraggiungibile. Per le primarie del PD Lazio, l’anno scorso, ne ho raccolte piú di 800 in meno di un mese, e lí dovevano essere distribuite in almeno 3 delle 5 province (io alla fine le ho racconte in tutte e 5), e partivo quasi da zero e con tutta la nomenklatura contro, peggio che con Renzi l’anno dopo. E’ la combinazione con il tempo breve e il periodo natalizio che rende molto difficile l’operazione, però essendo concentrabile tutto in una provincia e nel tuo caso una grandissima città forse non è impossibile…