5 Maggio 2012

Complicazione affari semplici

Lavoro

Ho letto la lettera del Ministro Fornero oggi sul Corriere che spiega la norma contro la pratica incivile e schifosa delle lettere di dimissioni firmate in bianco e poi datate dal datore di lavoro per poterti licenziare senza vincoli: quello che succede spesso alle donne. In pratica, da quello che capisco dalla lettera del ministro, il caso standard nella nuova procedura sarà che il lavoratore dopo essersi dimesso dovrà riconfermare le proprie dimissioni in un altro ufficio.

Quindi la lettera di dimissioni non si capisce bene che cosa sarà, a cosa servirà e che cosa diventi giuridicamente: una specie di preavviso? A me pare una procedura molto complicata e fumosa che non stabilisce un principio chiaro: quello che quando un cittadino maggiorenne esprime una volontà e la notifica a una controparte, quella volontà dovrebbe produrre degli effetti.

La legge 188/2007, introdotta dal Governo Prodi e abrogata ignominiosamente dal governo Berlusconi (vergogna) prevedeva un meccanismo semplicissimo: le dimissioni dovevano essere date esclusivamente su moduli numerati progressivamente che avevano una scadenza di quindici giorni. Così i moduli non potevano essere certamente compilati prima del loro utilizzo e le dimissioni erano tali una volta firmate dal dipendente. Semplice e convincente.

Una risposta a “Complicazione affari semplici”

  1. Andrea ha detto:

    Hai ragione; la legge precedente (Prodi) sembra molto più efficace.