11 Aprile 2012

L’Unità e le radici cristiane

L'Unità, Laicità

Domenica scorsa ero a Londra e quindi, colpevolmente, ho letto soltanto oggi l’editoriale di Pasqua di Claudio Sardo, il direttore de L’Unità. E’ un editoriale sicuramente importante. Come tutti sanno non ho il dono della fede e dunque riesco a comprendere intellettualmente ma probabilmente non a sentire fino in fondo il senso delle parole, che pur rispetto profondamente, di Sardo. Certo è che queste posizioni, espresse sul foglio fondato da Antonio Gramsci, rappresentano per il giornale una posizione innovativa e una linea che, se mi è concesso dirlo, prende anche un po’ di sorpresa. Vivo la mia militanza nel PD con la piena consapevolezza che il nostro partito nasce dall’incontro di laici e cattolici e alla continua ricerca di una sintesi tra le molte famiglie culturali e politiche che ospita. Conosco e comprendo anche il travaglio che questa ricerca di un pensiero e di valori comuni comporta: ne è testimonianza il ritardo che talvolta portiamo rispetto all’urgenza di taluni problemi che affliggono la vita dei nostri concittadini. Eppure, proprio per questo, auspico che la riflessione politica che affonda le sue radici nel pensiero laico e nei valori della uguaglianza e della libertà tra gli uomini non veda restringersi gli spazi a sua disposizione nel partito e negli spazi in cui la nostra elaborazione politica si svolge.

3 risposte a “L’Unità e le radici cristiane”

  1. Andy ha detto:

    Caro Ivan, mi spiace ma non credo di aver capito fino in fondo questo tuo post.
    Da una parte rispetti l’editoriale e il contributo della sensibilità cristiana ai valori “democratici” ma dall’altra non riesci a non vederlo come una minaccia di perdita di spazio della componente laica?

    Io mi sento profondamente laico proprio perchè credente: sono conscio che il compito del cristiano è di dare il suo contributo per una società migliore non certo di “insinuarsi” in un processo decisionale per cercare di imporre quanto più possibile dei valori non condivisi o peggio una morale. Semmai il credente di morale ha l’obbligo di mettersi sinceramente nei panni e nelle ragioni dell’altro prima ancor prima di cominciare un dialogo 😉

    Visto anche il tono pacato di questo editoriale, secondo me il pluralismo all’interno del PD non corre nessun pericolo. Certo non spariranno da un momento all’altro quegli esponenti che, dominati da vecchie logiche, cercano sempre di tirare acqua al loro mulino, “cattoliconi” o “mangiapreti” che siano. Però entrambe le categorie dovranno pian piano estinguersi se vorremo maturare come partito.

    Per questo mi piacerebbe che provassimo tutti a smettere di contare le parole dette o scritte dall’uno piuttosto che dall’altro. Sfibrati da una eterna par condicio interna perdiamo energie preziose rischiando di non andare da nessuna parte e non di non parlare con efficacia al Paese.

    Riconosciamoci invece insieme nei valori di uguaglianza e partecipazione che tutti condividiamo e che ci fanno dire “democratici”. Concentriamoci su quello che ci unisce e ci tiene insieme in questo PD e dedichiamo tempo alla sintesi piuttosto che all’ossessione della spartizione equa di incarichi, cariche e perfino di editoriali tra le varie anime (o peggio correnti) del Partito.
    Fidiamoci l’uno dell’altro come “democratici senza secondi fini” consci di tutte le sensibilità presenti nel partito e lavoriamo per essere tutti capaci di rappresentarne degnamente una sintesi nelle proposte concrete! Ne guadagneranno il PD e l’Italia. 🙂

  2. Giancarlo Nobile ha detto:

    LE RADICI LAICHE DELL’UNIONE EUROPEA

    di Giancarlo Nobile
    csde@libero.it

    Fu molto forte il dibattito, almeno in Italia, durante la stesura del testo della Costituzione dell’Unione Europea, sulle radici cristiane che dovevano essere richiamate con forza nel testo, ma è così? L’Unione Europea che, con difficoltà, unisce i popoli europei in vincoli legislativi strettissimi, molti hanno anche una comune moneta, e reso impensabile una guerra come è stato per secoli per questo territorio, tutto questo ha dunque come radice un religione ed il cristianesimo in particolare?

    Come sempre occorre vedere al di là delle apparenze e vedere in profondità i fatti che ci sono innanzi, prima di tutto occorre fare una distinzione tra Europa un continente abitato da millenni e da vari popoli ed ha elaborato una cultura e una civiltà molto forte e l’Unione Europea l’aggregazione di questi popoli che da cinquant’anni, dopo il grande macello del conflitto mondiale, si sono associati tramite un patto giuridico vincolante per la cooperazione, collaborazione e sostegno comune. Quindi L’Unione Europea ha radici nello jus e nella lex espressioni del pensiero laico.

    L’Europa in quanto aggregazione di popoli ha espresso nei secoli sue alte espressioni culturali, ma come tutte le aggregazioni umane la sua costruzione ha radici intrecciate, l’uomo è immerso in un flusso continuo di informazioni che elabora per vivere con migliori risultati e ciò avviene per i singoli, ma anche per i popoli e l’Europa, per la sua posizione centrale tra l’Asia e l’Africa, per il suo mare interno facilmente navigabile, ha assorbito influssi culturali da tantissime esperienze. E’ un processo sincretico che ha comportato, nel suo amalgamarsi le radici dell’Europa.

    Il cristianesimo è una delle tante influenze culturali che hanno formato il climax europeo, cristianesimo che è a sua volta una costruzione sincretica di miti preesistenti nell’area mediterranea e mesopotamica – basta ricordare un classico come il discorso della montagna nei vangeli che non è altro che una preghiera babilonese di mille anni prima dei fatti narrati, chi conosce i caratteri cuneiformi può andare a British Museum nella sezione Babilonese e leggere la tavoletta di creta – e l’incontro con il logos greco, in particolare con la filosofia platonica.

    Invece per l’Unione Europea, possiamo affermare che le sue radici sono fermamente laiche. Ma che cosa è la laicità? Essa è un concetto poliedrico. Normalmente questa figura si presenta come polemica contro il dogmatismo e le prese di posizioni dogmatiche. In realtà il laico è l’uomo che ha bisogno di sentire il parere di tutti perché è incerto sulla propria visione delle cose. E’ un uomo che socraticamente sa di non sapere.

    Questo è dunque un uomo che si mette in discussione in modo dinamico e mette in discussione il proprio mondo. La mentalità laica fa emergere l’io, la propria soggettività e la correla a quella degli altri in definitiva con la società: soggettività e società i due parametri della democrazia, la laicità è la coscienza che ‘nessun uomo è un isola’ che tutti siamo legati a tutti gli altri, in quel gioco meraviglioso che è l‘esistenza.

    Ma da dove nasce questa interpretazione dell’esistenza. Le sue radici sono nella Grecia classica con la sua rivoluzione del pensiero che chiamiamo filosofia. I duecento anni della rivoluzione culturale greca che cambiò il mondo umano, si può riassumere nel vedere sempre aldilà dell’apparente, cercare il logos in pratica la verità che genera il tutto. E’ questo un inebriante viaggio alla ricerca della verità che riempie e rafforza l’io ma che non giungerà mai alla fine. Max Weber dirà: chi viaggia verso la verità morirà sazio ma non stanco della vita.

    La laicità greca diede vita alla Democrazia, la conquista che apriva le porte alla responsabilità individuale nella sua pienezza, era un forma di governa che partiva dal concetto di Cittadinanza ed aveva come colonne portanti il Relativismo delle visioni e l’Autodeterminazione della propria esistenza, era una Democrazia acerba, con difetti, ma era il primo esperimento dell’umanità per un governo ove gli uomini vivessero laicamente insieme. Questa Democrazia solo dopo millenni riuscì in pieno a trionfare, ma ci volle la secolarizzazione dell’Europa, con rinnovate Dottrine Giuridiche, e montagne di martiri, per affermarsi e l’Unione Europea è questa affermazione..

    Della Democrazia Ateniese abbiamo un documento che ne testimonia l’altissimo livello culturale, pratico e politico è il famoso discorso di Pericle citato da Tucidide in La guerra del Peloponneso (II, 37-41):

    Il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi; per questo è detto democrazia.
    Le leggi assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo i meriti dell’eccellenza.
    Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo stato, non come un atto di privilegio, ma come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce impedimento.
    La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana, noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se preferisce vivere a suo modo.
    Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati e le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevano offesa.
    E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi scritte la cui sanzione risiede solo nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di buon senso.
    La nostra città è aperta al mondo; noi non cacciamo mai uno straniero.
    Noi siamo liberi di vivere come ci piace, e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
    Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private.
    Un uomo che non si interessa dello stato non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché soltanto pochi siano in grado di dar vita ad una politica, noi tutti in grado di giudicarla.
    Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo, sulla strada dell’azione politica.
    Crediamo che la felicità sia il frutto della libertà e la libertà sia il frutto del valore.
    Insomma io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la prontezza a fronteggiare le situazioni e la fiducia in se stesso

    Il periodo classico racchiuso nel binomio greco-romano fu essenzialmente laico. L’Impero Romano accettava tutte le religioni ma tutte dovevano rispettare le leggi che governavano lo stato. Si dice che gli ebrei e i cristiani si ribellarono ai romani poiché questi volevano imporre il culto dell’Imperatore; nulla di più falso. I romani volevano solo mettere una statua o un busto dell’imperatore dinnanzi ai templi per ribadire che la legge di Roma era defensor religio non per imporre una fede.

    La laicità classica riluce in un atto imperale a cui i cristiani hanno dato molta importanza travisandolo è il cosiddetto Editto di Costantino. L’Editto è da attribuire a Licinio governatore della Bitinia ma fu fatto proprio da Costantino quando giunse al potere assoluto ed è conosciuto col suo nome.

    Nell’Editto tra l’altro è scritto: ‘…di accordare ai cristiani e a tutti gli altri la libera facoltà di seguire la religione prescelta…e di non negare assolutamente a nessuno la facoltà di dedicare la sua mente al culto cristiano o a quella religione che senta più conforme a sé.

    L’Editto pur riferendosi anzitutto ai cristiani, ribadiva e chiariva che anche a tutti gli è concessa la stessa facoltà di praticare liberamente il proprio culto ‘…perché non si ritenga che noi abbiamo recato menomazione a un qualsiasi culto o a una qualsiasi religione…’ esemplare esempio di laicità classica.

    La crisi sociale, politica ed essenzialmente economica dell’Impero portò al prorompere dell’irrazionale, un chiudersi nel mytos, una fuga verso la metafisica, all’affermarsi delle religioni misteriche ( Mitra, Iside, Sette proto cristiane, adoratori del dio Sole – tra cui Costantino) , Religioni che mettono in diretta correlazione il divino con la vita dell’uomo (il dio che si fa uomo, che muore e risorge). E’ un modello protettivo che si forma, la vera vita non è quella che si vive ma quella che si vivrà dopo la morte è una fuga precipitosa dalla realtà. La soggettività è rivolta verso il mistero ultramondano.

    Per avere un quadro di quell’irrompere dell’irrazionale nell’area mediterranea basta leggere il De Magia di Apuleo in cui viene descritto il pullulare di maghi, profeti, messia, tutti accumunati da una fuga dalla realtà, tutti iniziatori di nuove interpretazioni religiose.

    Tra queste religioni emergerà il cristianesimo che cannibalizzerà, con un processo sincretico, le altre religioni. E una volta giunto al potere tramite i Lapsi, i faccendieri dell’Impero Romano, che erano il tratto di unione tra le classi di comando e il popolo, distruggerà con la violenza le altre forme di culto.

    Nasce con il cristianesimo il dogmatismo. Un solo dio, un solo pensiero, una solo società. Il tutto guidato da una verità già data e immutabile e la ricerca del pensiero dovrà essere solo quella di far collimare la realtà con quella verità.

    La laicità veniva declinando e il mytos cambiava il suo senso, per la religione pagana il mito suppliva il difetto di conoscenza, immaginando figure invece di dare pseudo interpretazioni e ciò che si imponevano erano in generale i rituali, cioè le celebrazioni pubbliche che indicavano partecipazione alla vita pubblica. I cristiani, in genere tutte le religioni misteriche, trasformarono il mito in verità, la verità in dogma e il dogma in un obbligo formale e sostanziale imposto a tutti con la forza del potere.

    Tutto ciò fu ribadito violentemente dagli Editti dell’Imperatore Teodosio quello del 391 tra l’altro ordinava che vi è una sola religione chi non si adegua perderà i diritti civili, è altresì ordinata la spoliazione e distruzione dei templi delle altre credenza, l’8 novembre 392 con nuovo Editto viene inasprita la repressione sancendo la pena di morte a chi non si fa cristiano.

    La laicità classica diventerà come un fiume carsico che si immerge per riaffiorare ogni tanto per affermarsi definitivamente con l’Unione Europea ma questo lo vedremo in seguito intanto alla fine dell’Impero Romano nasce il concetto dell’intolleranza che dominerà ed insanguinerà per secoli l’Europa.

    Vi era una sola verità e occorreva uniformare tutto ad essa, la ricerca doveva avvenire nell’interpretazione di questa verità è il trionfo della filosofia, l’uomo medievale viveva in questa rassicurante struttura di pensiero chi trasgrediva era denominato eretico, se non si pentiva la sua fine era tragica, molte volte con il rogo. Da subito i cristiani iniziarono a massacrare chi non era d’accordo l’elenco delle sette ereticali è lungo Catari, Patavini, Dolcianiani, Valdesi donne che venivano denominate Streghe, uno sterminio che veniva giustificato con fatto che la chiesa era la continuazione dell’Impero Romano e della sua legislatura in cui vi era contemplata la pena la pena di morte per la lesa maestà e la maestà in questo caso era Dio chiaramente il dio dei cristiani,

    Il tutto per mantenere una unità assoluta ed indiscutibile

    Paradossalmente fu il massimo pensatore cristiano del medio evo che ruppe questo schema Tommaso d’Aquino (1225-1274) egli volendo trovare un accordo tra fede cristiana e la physis aristotelica divise il mondo divino ed il mondo umano, mondi che hanno così vita autonoma.

    Il Dottore Angelico come venne chiamato dalla chiesa pose la distinzione tra teologia naturale e teologia rivelata, la prima proviene dall’attività della ragione e dall’esperienza sensibile; la seconda dalla fede, dalla grazia divina e dalle sacre scritture.

    Ma questa divisione duale della teologia comporterà che quella naturale divenisse scienza/epistemologia – in seguito anche tecnologia – e da ciò sorgono una serie di scissioni come quella tra dio e il mondo, tra conoscenza e realtà e soprattutto tra fede e ragione .

    Questo è in definitiva il rompere l’antica rassicurante utopia di un solo dio, di una sola fede, un solo pensiero, di un solo re, una sola società. Era la fine del pensiero unico e nasceva il Relativismo etico e culturale che avrebbe forgiato e dato sostanza in seguito alla democrazia europea.

    Questa scissione sarà ben espressa dal borghese Dante nella Commedia, la realtà umana risplende nell’inferno, sentiamo a noi vicini la pochezza degli ignavi, sentiamo come nostra parte essenziale l’amore di Paolo e Francesca o la tensione alla ricerca d’Ulisse o ancora l’odio del conte Ugolino e il drammatico rammarico di Pier delle Vigne inversamente è lo stesso Dante che mette al di là dell’uomo lo splendore incomprensibile e difficilmente descrivibile del mondo divino che ha vita in se e per se.

    Siamo nel periodo dell’affermazione della borghesia cha ha bisogno della libertà e della cultura per commerciare. La chiesa combatterà con la scomunica la borghesia nascente. Ma la strada era aperta ed essa porterà allo splendore del Rinascimento che riscopre il libero pensiero del mondo classico.

    Il Rinascimento e L’Umanesimo italiano generarono l’uomo cittadino dei liberi comuni e una esplosione di creatività artisti e intellettuali aprirono nuovo strade all’interpretazione dell’uomo come costruttore della sua storia come scrisse Pico della Mirandola

    Sotto queste spinte il cristianesimo si frantumava nascevano nuovo interpretazioni dottrinali e strutturali con il protestantesimo Martin Lutero compie un atto rivoluzionario la traduzione della Bibbia in Tedesco ogni cittadino è chiamato ad interpretarla, ogni cittadino è depositario delle sue esegesi. Lo scontro per la Riforma fu feroce con crudeli stragi come quella della notte di San Bartolomeo a Parigi del 1572 ove i cattolici trucidarono migliaia di protestanti ugonotti. Ma dopo l’Europa trovò il tempo della pacificazione e la definitiva scissione tra Stato e Religione, tra legge e peccato

    In Italia si ebbe la Contro Riforma con il concilio di Trento del 1545 essa fu un reazione terribile con il tribunale dell’Inquisizione con i suoi roghi, la sua strage di donne accusate di stregoneria, con il suo contrastare e distruggere tutte le idee e le speranza del Rinascimento. La chiesa Vaticana ribadiva che l’unica depositaria della verità e dunque dell’interpretazione dottrinale era la sua struttura, tra i fedeli e dio vi era la chiesa chi non si adeguava era un eretico. La Controriforma sterilizzerà per secoli la cultura in Italia e sarà la causa di uno scarso senso civico degli abitanti deresponsabilizzati delle proprie azioni e del proprio pensiero.

    L’Inquisizione fu particolarmente feroce in Spagna, ma con tutto questo la nazione diede alla luce un narratore come Miguel de Cervantes Saavedra che con il suo Don Chisciotte ridicolizzando il medioevo apriva le porte ad un uomo nuovo che con lucida follia va alla scoperta del mondo. Pedro Calderón de la Barca che con le sue opere, particolarmente ‘la vida es sueno’’ cioè la vita come pellegrinaggio, come sogno, il mondo come teatro, apparenza, recitazione di parti sempre uguali da assegnare a personaggi sempre diversi è l’uomo moderno che appare col suo poliformismo onirico.

    La borghesia mercatora, la scoperta di nuovi territori con altre culture e civiltà, nuove tecnologie come la stampa, che amplierà la scolarizzazione faranno emergere ancora di più il concetto di laicità. Emergono figure come Giordano Bruno che sarà ammazzato su un rogo dalla chiesa cattolica il 14 febbraio 1600. Dopo otto anni di torture salì sul rogo per le sue teorie sulla soggettività come parte della società, sugli infiniti mondi in cielo e sulla terra e dunque non vi era nessuna centralità siamo tutti un centro e non vi sono differenza dunque tra gli uomini. Ma il suo crimine principale per il cardinale Bellarmino era quella di proclamare la libertà di pensiero.

    Erano questi i tempi della Rivoluzione Astronomica con l’eliocentrismo di Copernico e Galileo e le leggi gravitazionali di Keplero, tutto questo poneva l’uomo non più in una assoluta centralità ma una dei tanti frammenti dell’universo.

    I tempi erano cambiati come nell’Olanda che aveva beneficiato, diventando sempre più ricca, della diaspora degli Ebrei che era stati cacciati nel 1492 dalla Spagna della Cattolicissima Isabella di Castiglia nel 1585 nel trattato dell’Unione d’Utrecht all’art.13 è scritto ‘..ogni uomo deve restare libero nelle proprie scelte e non deve essere mai molestato o interrogato circa il suo culto divino’. E’ un totale capovolgimento dell’Editto di Teodosio.

    In questa Olanda risplenderà la figura di Baruch Spinoza che nella sua Etica scrive l’uomo pensa cioè non vi è un pensiero unico ma ognuno pensa, ha la sua lettura della realtà e l’unica concordanza è la comune umanitas e l’appartenere alla natura – deus, sive natura – con le sue ineludibili leggi.

    La Francia anch’essa cattolica, che aveva però scisso religione è stato sarà in centro del mutamento ed in Francia opererà Montaigne che con i suo libro nel 1580 ‘Essais’ apre le porte alla soggettività della vita proprio della modernità laica egli scrive ‘non descriverò il mondo ma come io vedo il mondo’.

    Il secolo del trionfo della laicità è stato il settecento con gli illuministi Voltaire Diderot, come il criticismo di Kant e gli empiristi inglesi Looke, Mill, Hume. Il fiume carsico del pensiero laico della classicità greco-romana stava per esplodere e questa esplosione fu la Rivoluzione Francese.

    La Rivoluzione Francese 14 luglio 1789 –la grande rivoluzione dell’io iscritto nella società – ruppe tutti gli schemi, la soggettività umana non era più rivolta verso la metafisica ultramondana ma verso la società, la mediazione tre i cittadini non era la fede indimostrabile e granitica, non era la chiesa col suo rigido clero, ma la legge’astratta e generale’. Le conquiste furono la democrazia liberale, l’uguaglianza, la separazione tra stato e religioni, parità dei sessi, l’habemus corpus, secolarismo, cosmopolitismo.

    La reazione non si fece attendere il romanticismo col suo nazionalismo e la ricerca metafisica dello spirito del mondo e della storia fece regredire la libertà. Nell’ottocento nasceva l’uomo che avrebbe dato un colpo definitivo alla metafisica Charles Darwin che con la sua Rivoluzione Biologica poneva l’uomo nell’alveo del processi naturali, egli aveva stabilità due leggi che scardinavano ogni finalismo ed ogni trascendenza, la natura evolve in base al caso e alla necessità, le due forze che plasmano tutto l’esistente.

    Ormai la laicità aveva un suo peso nella società, la forza delle Rivoluzioni Concettuali aveva dato vita al movimento Liberale e Socialista due interpretazioni dei bisogni umani che dovranno incontrarsi. Ma da essi nasceranno anche forme irrazionali – il vecchio vizio degli uomini – come il Liberismo ed il Comunismo.

    Da prima la chiesa cattolica si chiuse in se stessa in Italia con il suo non possumus e con l’enciclica Il Syllabus complectens praecipuos nostrae aetatis errores conosciutio come il Sillabo di Pio XII in cui venivano condannate tutte le forme della libertà e dei diritti ma questa posizione portava la chiesa fuori dalla storia, fuori dall’erompere della società nella storia a questo rispose Leone XII e la Rerum Novarum in cui la chiesa entrava nella società umana, la chiesa vaticana lasciava la sua posizione di tutto e diventava secolare, ciò comportava una accettazione di una Democrazia monca di uno dei principi liberali e socialisti come l’Eguaglianza e questo comportò per la chiesa vaticana di diventare la paladina dei partiti di destra e si fece essa stessa destra in Spagna dove fomento, organizzò e condusse la rivolta contro la Repubblica del 1938 e l’imposizione del suo delfino Francisco Franco

    L’ultimo parossismo del romanticismo fu quello del ‘900 con il nazismo, il fascismo e i comunismo realizzato. Tutte e tre ideologie pregne del pensiero di Hegel che fa perno sull’idea di un incessante sviluppo dialettico e sul presupposto dell’identità tra reale e razionale. Lo storicismo dialettico si mutua in un determinismo economico e sociale astratto. Così i totalitarismi storici a sfondo umanistico, quelli di Stalin, Hitler, Franco, Mussolini sono eventi romantici: non sono eventi della ragione, sono eventi del sentimento. Sono mossi dalla fede, fanno leva sulla mozione degli affetti, sulla partecipazione emotiva, su quanto meno razionale vi è in circolazione.

    In definitiva è l’escatologia cristiana che si situa sulla terra e non su un piano ultramondano mantenendo lo stesso schema composto da inizio palingenetico/rivoluzione (redenzione tramite cristo) sviluppo (salvezza) società migliore (paradiso). La storia cristiana ha un senso come queste filosofie.

    Tutto ciò produrrà milioni di morti in guerra, lo scientifico e tecnologico massacro di ebrei, zingari e di tutti i diversi, come i milioni di morti nei Gulag di Stalin e tutto ciò mise in luce che solo la laicità poteva portare l’uomo alla pace, alla concordia, al progresso riemergevano le parole di Piero Gobetti (1901-1925) ‘La storia è creata dagli individui. Perciò l’individuo non deve perdersi in un sogno di fantastica trascendenza, di quietistica contemplazione, ma deve prendere coscienza della propria responsabilità’

    Nell’Europa in preda alla violenza nazifascista un italiano Carlo Rosselli (1899-1937) inserisce il pensiero laico classico nel processo politico è la via è iscritta nel suo libro capolavoro ‘Socialismo Liberale’ ove il fine è il socialismo il metodo è quello del liberalismo un metodo che ha la democrazia e l’autogoverno dei cittadini come sua prassi.

    In questo spirito di uomini che durante la guerra, relegati nell’isola di Ventotene, guidati da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi scrissero il Manifesto di Ventotene per l’Europa Libera ed Unita.

    Essi scrivono come premessa:

    La civiltà moderna ha posto come proprio fondamento il principio della libertà, secondo il principio della libertà, secondo il quale l’uomo non deve essere un mero strumento altrui, ma un autonomo centro di vita.

    Ed è questo spirito laico che ha permesso la costruzione della nuova Europa libera e pacificata faro per tutti i popoli del mondo.

    Le radici dell’Unione Europea sono laiche, ed è questa laicità che dobbiamo ribadire e difendere, oggi che venti contrari si alzano dalla stessa Europa e da tutti il mondo. Se vogliamo costruire un futuro di pace, se vogliamo affrontare i grandi temi che minacciano il futuro come i problemi ambientali, l’esplosione demografica, il processo migratorio, la povertà della maggioranza della popolazione del pianeta abbiamo bisogno di più Europa e di più laicità.