12 Marzo 2012

Una buona riforma

Appunti

Il mio post per Il Post.

Pare si stia profilando una soluzione sull’articolo 18, la più ovvia e razionale. Quella cioè di allargare a tutti (anche coloro che oggi non ne sarebbero coperti) la parte dell’articolo 18 che riguarda la giusta causa di licenziamento, e quindi di prevedere il reintegro in caso di licenziamenti discriminatori o contra legem, e di eliminare l’ipotesi del reintegro per i licenziamenti economici sostituendolo con un risarcimento monetario del danno. Questo significa che l’imprenditore non potrà abusare della sua posizione disfacendosi di un lavoratore per motivi discriminatori, e finalmente questa fondamentale clausola di civiltà coprirà anche i giovani che entrano sul mercato del lavoro, ma non saranno più i giudici a dover sostituirsi agli imprenditori per valutare la coerenza economica o organizzativa di un licenziamento. Se a tutto questo si accompagnerà anche una radicale riduzione del numero dei contratti, l’eliminazione delle false partite IVA e un efficace sistema di ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione (appropriatamente finanziato) potremo dire che sarà stata fatta una buona riforma.

2 risposte a “Una buona riforma”

  1. Daniele ha detto:

    Allucinante. Da solo questo post rappresenta la prova inconfutabile che l’attuale PD merita di scomparire insieme alla sua classe dirigente.
    Mai vista una superficialità, una mancanza di sintonia con il proprio elettorato ed una incompetenza totale.

    Una fuona riforma, titoli, fideisticamente e a priori. Scalpha, quindi tu sai che è una buona riforma. Quindi tu sai distinguire tra licenziamenti discriminatori e licenziamenti economici. Quindi tu sai qual è il risarcimento monetario previsto in caso di licenziamento. E lo ritieni buono.

    Di grazia, potresti condividerlo con noi tapini così magari ce ne facciamo un’idea anche noi che siamo i “beneficiari” di tanta bontà?

    Ecco, così, giusto per fare degli esempi terra terra. Se un lavoratore sessantenne viene licenziato si tratta di un licenziamento discriminatorio (l’età è sicuramente un discrimine) o economico (certamente un vecchietto ha un’efficienza non paragonabile a qualle di un quarantenne).

    E 15 mesi sono o non sono un risarcimento adeguato? Ritieni che un sessantenne possa trovare un altro lavoro equivalente entro 15 mesi?

    Spero che si vada presto ad elezioni, quando sarete spazzati via. Ormai è chiaro: il PD e la sua dirigenza non fa parte della soluzione ma del problema di questo sciagurato Paese.

  2. saturnocontro ha detto:

    Una buona riforma? In altro post hai enunciato alcune “semplici verità” sull’art. 18. Ma come ho già evidenziato hai dimenticato proprio le più chiare ed ineludibili. Sono scritte, chiare e tonde, qui http://www.orticalab.it/Articolo-18-il-peso-dell-ideologia