13 Gennaio 2011

Il mio intervento in Direzione Nazionale

Appunti

Mi ha fatto piacere leggere nell’intervista di Bersani a “Il Messaggero” di qualche giorno fa e risentire nella sua relazione di quest’oggi che “bisogna ricominciare a parlare dell’Italia e degli italiani” perché io credo che il nostro problema principale sia tutto lì, nel tornare ad avere una proposta politica forte.

Scusatemi la brutalità – sapete: qualche volta stando qui dentro si ha una diversa percezione delle cose rispetto a come queste si vedono da fuori – ma il problema è oggi la sensazione che si ha nel Paese della marginalità del nostro partito. Sarà anche vero, come ha detto Bersani, che il voto sulla fiducia al governo del 14 dicembre è nato anche dall’attivismo dei nostri gruppi parlamentari, ma la verità è che nella narrazione che è giunta agli italiani la tentata defenestrazione di Berlusconi è stata in realtà un’iniziativa avvenuta indipendentemente da noi, tutta interna al centro-destra, che giocava ad un tempo sia il ruolo della maggioranza che quello dell’opposizione. Sarà anche vero, come ha detto Bersani, che il governo Berlusconi si è indebolito perché aveva cento deputati di maggioranza e ora ne ha tre, ma quello che si legge sui giornali è che Berlusconi oggi è molto più forte di prima e noi siamo invece passati alla storia come l’unico partito di opposizione al mondo che, davanti a una maggioranza in piena crisi, invece di chiedere a tutta voce le elezioni anticipate e proporsi di sostituirsi alla guida del paese ha cominciato a prendere tempo e a proporre ogni sorta di soluzioni alternative.

Il punto è che fino ad oggi abbiamo abbandonato la nostra aspirazione di proporre una visione politica netta e chiara in grado di aggregare consenso in larghe parti del paese e ci siamo ridotti a fare una campagna di reclutamento di alleati (peraltro assai riluttanti ad allearsi con noi) che ci ha resi politicamente neutri, insignificanti. Siamo diventati come l’acqua che di per sé non ha forma e che prende forma dal contenitore che la ospita. Così il nostro partito diventa una cosa completamente diversa a seconda che si allei con Vendola o con Casini. Insomma, abbiamo rinunciato a noi stessi per il superiore interesse di cacciare Berlusconi, che peraltro così – i fatti lo hanno dimostrato – non cacceremo mai.

Anche la discussione sulle primarie nasce da qui e bene fa il Segretario a proporre un incontro di riflessione sul tema del partito e della sua natura. Infatti le primarie hanno un senso se ci muoviamo in un’ottica maggioritaria e bipolare. Fare le primarie ha senso se il PD è un maxi-PD, come dice sempre Michele Meta, se il partito contiene tutti: Vendola, Di Pietro, i radicali, i verdi. Se le primarie servono solo a farci scegliere tra il candidato del PD e quello di SeL allora per quello non servono le primarie, ci sono già le elezioni. Ed è a quell’idea di “maxi-PD” che si deve tornare, all’idea di un partito che appunto parli a larghi strati del paese. Smettiamo di pregare ai convertiti, parliamo a tutta la gente che non ci vota più e non vota più. “Parliamo di Italia e di italiani”, dice Bersani. Bene, facciamolo. Anche a costo di sfidare il nostro elettorato con la forza della nostra innovazione, quell’elettorato che è impaurito, sfiduciato e deluso come tutti gli italiani e si sa che quando si è impauriti, sfiduciati e delusi il cambiamento è l’ultima cosa che si desidera.

E allora parliamo della Fiat. Ma facciamolo da un lato rifiutando il derby Fiom-Marchionne e dall’altro però dicendo con nettezza quale sistema di relazioni industriali abbiamo in mente. Diciamo che è assurdo pensare a un modello economico in questo secolo in cui imprenditori e lavoratori si comportano in modo contrapposto senza rendersi conto di essere sulla stessa barca. Diciamo chiaramente che il maggior costo del lavoro o si rende economicamente sostenibili con i ricavi delle imprese oppure deve essere finanziati coi soldi dei contribuenti. Diciamo che non c’è miglior garanzia per i lavoratori che quella di lavorare per un’azienda florida e nessuna migliore garanzia per i cittadini che vivere in un paese che produce e attrae investimenti. Poniamoci il problema della produzione della ricchezza prima ancora di quello della sua distribuzione. Pensiamo alle garanzie dei metalmeccanici ma parliamo anche dei milioni di giovani che lavorano con contratti a progetto o a partita iva senza avere alcun diritto e nessuna garanzia.

Diciamo cose forti sul nucleare, sui diritti. Oggi Ignazio Marino farà una proposta sul testamento biologico che io credo dovrà essere valutata con attenzione e fatta propria dal partito. Sempre in tema di diritti: io sono omosessuale e ancora sto aspettando che questo partito mi dica cosa pensa di me e delle mia famiglia. Prendiamo anche atto che dietro alle richieste di democrazia diretta si nasconde spesso il ritiro di una delega, la bocciatura delle decisioni di un gruppo dirigente. Non pensate che se oggi ci viene chiesto di fare le primarie di collegio per le politiche è perché non è stata utilizzata in modo soddisfacente la discrezionalità che aveva chi ha fatto le liste per le politiche del 2008? Se in Sicilia noi non avessimo tradito il mandato dei nostri elettori appoggiando Lombardo, credete che oggi si farebbero dei referendum tra i cittadini? Come possiamo stupirci di perdere le primarie se uno strumento come quello, nato per favorire il ricambio e l’apertura del partito, viene utilizzato per legittimare candidature di persone che vengono identificate – bene o male – con l’establishment che da vent’anni gestisce il partito?

Io credo che questo partito dovrebbe essere più “cattivo”, più competente, più credibile, più contemporaneo: quattro aggettivi che lascio alla vostra riflessione e dai quali credo dovremmo ripartire.

8 risposte a “Il mio intervento in Direzione Nazionale”

  1. Champ ha detto:

    anche io credo che dovremmo ripartire da lì 🙂
    bell’intervento Ivan!

  2. […] via http://www.ivanscalfarotto.it/2011/01/13/il-mio-intervento-in-direzione-nazionale-2/ AKPC_IDS += "25512,";Popularity: unranked [?] Posted by admin on gennaio 14th, 2011 Tags: Elezioni Share | […]

  3. Andrea ha detto:

    Bravo Ivan e grazie, per la lucidità e per la profondità. Sottoscrivo tutto.

  4. Renato Cappon ha detto:

    Grazie Ivan, una posizione lucida e dettagliata.

  5. nunzio ha detto:

    bravo, bell’intervento. Senza sconti, ma costruttivo. Fossero tutti come te.

  6. gianluca ha detto:

    tu hai fatto una cosa seria: parlare seriamente. adesso tocca agli altri fare una cosa complementare: ascoltarti seriamente, non fare finta di farlo mentre cercano alleanze inutili a destra e a manca (mi pare più a destra che a manca per la verità). altrimenti il futuro del pd è uno solo: implodere su sè stesso.
    in bocca al lupo!

  7. Goffredo Puccetti ha detto:

    Bravo Ivan, tutto giusto tranne un pezzetto fondamentale, secondo me.
    Tu scrivi: Insomma, abbiamo rinunciato a noi stessi per il superiore interesse di cacciare Berlusconi, che peraltro così – i fatti lo hanno dimostrato – non cacceremo mai.

    Non è così. Ci sono i fatti a dimostrarlo e persino clamorose ammissioni in video: non tutti lavoravano con l’ossessione di cacciare Berlusconi. C’è chi gli ha fatto da stampella in più di un’occasione quando era traballante. C’è chi è direttamente passato tra le sue fila, chi invece si è limitato a votare a suo favore. Poi ci sono stati pure quelli che hanno provato a cacciarlo. Pochini. Non raccontiamoci che il PD ha rinunciato a sé stesso nell’ossessione di cacciare Berlusconi! Magari fosse stato questo il problema, Magari!!!
    Per il resto son d’accordo. Si riparta da chi ha il coraggio di dire chiaro e tondo cosa ne pensa sui temi reali. Testamento biologico, sì o no. Nucleare, sì o no. Coppie di fatto, sì o no.
    E così via. Si riparta da chi, come dici bene, ha il coraggio di sfidare anche il proprio elettorato. Non da chi si nutre di sondaggi per tutelare i suoi interessi e nient’altro. Fatelo e sarete premiati.
    Un saluto.

  8. Marco ha detto:

    Giusto, I couldn’t agree more…..
    Ora però bisogna che tu, Civati, Renzi, Marino, etc… vi prendiate il partito prima che i vari D’Alema e Veltroni & co. lo facciano evaporare definitivamente.