10 Dicembre 2010

Domani in piazza

Appunti, Democrazia

L’attualità offre delle volte degli spunti di grande valenza simbolica. Questa squallida, tremenda vicenda della compravendita dei deputati è assolutamente rappresentativa del degrado italiano, più o meno come l’immondizia a Napoli. Domani saremo in piazza a Roma e sarà anche un modo per dire e fare qualcosa di pulito, di popolare, di democratico. E magari anche di allegro, che dati i tempi non guasterebbe.

6 risposte a “Domani in piazza”

  1. Ludovica ha detto:

    Della serie:
    “COME SI FA A PERDERE LE ELEZIONI”.

    Oggi, in piazza, Bersani ha urlato:

    “Noi siamo il dopo Berlusconi”…. Il 14 dicembre e’ una tappa del cammino del dopo Berlusconi”.

    Chi si era aggregato a Fini, tradendo Berlusconi, ora si trova con Bersani a fare il “dopo-berlusconi”.
    Questo non era certo quello che si aspettava.
    Se Bersani voleva convincere qualche indeciso a rimanere con Berlusconi bisogna riconoscere che ci e’ riuscito con poco (e senza compravendite da calcio-mercato).

    Bersani di notte le sogna e di giorno le dice.

  2. Ludovica ha detto:

    DELLA SERIE: COME PERDERE LE ELEZIONI:

    Bersani dice che “se sei nato in Italia sei uno dei nostri”.

    Gli attentatori di Londra erano nati in UK.
    Credo che anche l’attentatore di Stoccolma fosse nato in Svezia.
    Nascere in Italia da genitori stranieri, specialmente da genitori musulmani, non vuol dire nulla. Assolutamente nulla.

    Come si e’ gia verificato in tutto il resto d’Europa, “NOI” siamo noi, e “LORO” sono loro.

    E quando votano, votano per la loro gente. Come succede in tutto il resto d’Europa.
    E creano ghetti culturali staccati dalla societa’ e completamente indipendenti.
    E il multiculturalismo va a farsi fottere.
    Com’e’ andato a farsi fottere nel resto d’Europa.
    Sarebbe bello che fosse come dice Bersani, ma non lo e’.

    La gente le cose le sente e se non le sente le vede.
    E non vota Bersani.

    Noi e Loro.

  3. scalpha ha detto:

    Cara Ludovica, i tuoi argomenti sono deboli. Gli attentatori di Bologna, dell’Italicus, di Piazza Fontana, di Capaci, di Via D’Amelio e di Via dei Georgofili erano italiani e questo non li ha fermati di farci saltare per aria. Il multiculturalismo c’è già, non lo puoi mica fermare. Il problema è: come fai a non ritenere italiani ragazzi che sono nati e cresciuti qui da noi, che parlano solo italiano e che non conoscono altro posto come casa che l’Italia? Non dar loro la cittadinanza, quello sì, vuol dire creare steccati e barriere.

  4. Ludovica ha detto:

    Io non conosco nessun musulmano britannico che non parli oltre all’inglese (parlato male, malissimo, nel 90% dei casi) anche l’Urdu, il Bengali, il Somalo etc).

    Io non conosco nessun musulmano francese che non parli l’arabo (bene, benino, maluccio, ma abbastanza per capire l’Imam della moschea che gli dice di mettere il velo alla moglie e alle sorelle e se non lo fanno riempirle di legnate)

    Io non conosco nessun musulmano tedesco che non parli (di solito benissimo, il turco dei genitori e dei nonni).

    Tu sei l’unico italiano che conosce musulmani che parlano solo l’Italiano e non capiscono un cacchio quando la mamma e il papa’ gli dicono che gli italiani sono degli sporchi razzisti che mangiano maiale, ma che e’ solo questione di tempo e un giorno l’Islam trionfera’, come la famosa bandiera rossa.

    Non mi sembra che il multiculturalismo, come lo intendete voi della sinistra, abbia avuto grande successo in Inghilterra, Francia e Germania. E nemmeno in Olanda, in Svezia eccetera eccetera.

    Anzi: e’ miseramente fallito. Le culture non indigene, in Europa, sono a mala pena sopportate dalla popolazione indigena.
    In Europa, che ti piaccia o no, non esiste multi-convivenza tra culture e, soprattutto, non esistono contatti di alcun genere con quella musulmana.
    Sei mai andato ad una lezione universitaria in Inghilterra? Musulmani seduti in gruppo da una parte; tutti gli altri seduti insieme dall’altra: compresi i neri.
    Sei mai andato in una mensa universitaria britannica? Musulmani seduti da una parte; tutti gli altri, compresi i neri, dall’altra.

    L’unico musulmano “integrato” e’ il musulmano che ha rotto con la sua cultura e abbracciato il secolarismo europeo.
    E sono pochi. E pochissime sono anche le donne.

    I miei argomenti sono potentissimi.

    E i fatti in Europa ti danno torto. E danno torto anche a Bersani.
    Il multiculturalismo e’ possibile, a certe condizioni, se si esclude l’Islam che non e’, per natura, “multiculturizzabile”. A meno che non venga rigettato, abortito da chi lo praticava o era costretto a praticarlo.

    L’Islam e’ conflitto culturale permanente con in Non-Islam, e potenzialmente e’ sempre bellicoso.

    Paragonare le stragi terroristiche rosse e nere e quelle mafiose con il terrorismo “culturale/religioso/anti-occidentale” islamico del tipo “Torri Gemelle” e’ da imbecilli ed e’ un argomento che non prendo neanche in considerazione.
    A risponderti ci pensa l’Europa e la direzione politica che sta prendendo DOPO le follie e gli esperimenti “multiculturali” della Sinistra. Esperimenti falliti miseramente che hanno portato al risorgere dei ghetti.
    La politica di sinistra, alla fine, crea solo ghettizzazione.
    L’assimilazione avviene in altro modo e con ben altre politiche.

    P.S.
    L’assenza di un tuo commento sul fatto che la TUA Inghilterra sia il paese piu’ violento d’Europa (Eurostat), in testa perfino nel numero di omicidi, stupri, furti, rapine, risse e violenze sessuali e domestiche la dice lunga sull’ottica attraverso la quale tu vedi i fenomeni sociali stranieri e quelli italiani: basta che abbiano una legislazione “avanzata” (in teoria) riguardo l’omosessualita’ e subito diventano fari di civilta’ e democrazia. Il resto e’ irrilevante.
    E’ un’ottica assai limitata.

  5. scalpha ha detto:

    Ludovica, non so tu, ma io in una mensa inglese ci ho mangiato per quattro anni tutti i giorni e ho lavorato per quattro anni tutti i giorni con un gruppo di persone delle più varie origini che collaboravano con grande professionalità. Così come in vita mia ho conosciuto americani di origine italiana che parlano malissimo l’italiano dei propri nonni o genitori e che di certo non si sentono italiani ma statunitensi e non mettono le bombe negli Stati Uniti. Lo dico per dire che se è vero che gli steccati esistono il fatto di non concedere la cittadinanza a chi vive e lavora in un paese, dove magari è nato, quegli steccati aumenta e non diminuisce. Persone di origine straniera esistono e vivono in tutta Europa e nel mondo industralizzato. Gli italiani hanno “invaso” l’Europa del nord, gli USA, il Canada, il Sudamerica, l’Australia e non sempre comportandosi onorevolmente. Per fortuna i governi che li accoglievano non la pensavano come te. Il punto è che al di là dei furori ideologici, e di qualche sfumatura di razzismo che, perdonami, traspaiono evidenti dalle tue parole e dal tono che usi, non rispondi alla domanda. Ammettiamo anche che tu abbia ragione, che sul territorio del paese esistano parti di comunità di stranieri non desiderose di integrarsi. Negare loro la cittadinanza è utile a migliorare la situazione o non la peggiora, piuttosto? O tu immagini un sistema per frenare i flussi migratori mondiali ed eliminare la presenza di stranieri in Italia?
    PS Quanto alla violenza in Inghilterra, posso assicurarti che anche qui da noi abbiamo qualche problemino. Mi chiedi quanto io frequenti l’Inghilterra, vorrei chiedere io a te quanto frequenti certe aree della Campania, della Calabria o della Sicilia militarmente controllate dalla criminalità organizzata.

  6. Ludovica ha detto:

    Un conto e’ lavorare e collaborare in ambiente universitario con persone di varie origini (l’ambiente di lavoro, nelle universita’, e’ dappertutto necessariamente misto (bianchi, neri, francesi, tedeschi, italiani, olandesi, svizzeri, svedesi, polacchi, russi e cinesi etc) e’ ovvio che qualche musulmano, del tipo integrato, si trovi a lavorare con te.
    Di solito, e ne conosco molti, moltissimi, sono “comunisti multiculturalisti” come te, quelli del “velo sulla faccia”: LIBERA espressione della propria “identita’”.
    Sono anche quelli che l’altro giorno hanno scritto sui monumenti “Free Education for the Masses”: rispolverando il repertorio del patetico Sessantotto comunista dei Bersani e dei Capanna che salgono sui tetti.

    Io parlo delle Universita’ dell’East London (o quelle del Nord England), quelle che sorgono a due passi (letteralmente) dalle case dei Musulmani di origine asiatica (Pakistan e Bangladesh e, di recente, Somalia).

    Negare l’auto-segregazione di questi studenti da tutti gli altri significa solo nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi.

    Le Universita’ cui mi riferisco sono quelle dove le “educated” di domani coprono il capo e spesso il viso in classe, non salutano i maschietti di nessun’altra “cultura” e azzardano qualche timido approccio all’altro sesso (islamico) solo se questo sembra promettere bene dal punto di vista di un matrimonio, che e’ un contratto, come tu sai benissimo, fondato sull’interesse delle reciproche famiglie e non sull’amore fra i due futuri sposi. (“L’amore verra’ col tempo –
    dicono le mamme alle loro verginelle – prima vengono i soldi”)

    Sono le Universita’ in cui, durante le lezioni di Sociologia, alla domanda:
    “Come definiresti la tua identita’?”, gli studenti di origine islamica rispondono:
    “I am a Muslim!”

    Non mi sorprende che tu non abbia “colto”, nemmeno di riflesso, durante i tuoi 4 anni a Londra nell’ambiente universitario, un aspetto cosi ovvio della non-integrazione dei “non-integrabili”.
    Passeggiare per strada e’ una cosa, a Londra.
    Penetrare gli ambienti culturali e sociali e’ tutt’altra cosa.
    E tutti, anche tu, si fermano in superfice e tornano a casa parlando di “multiculturalismo” britannico.

    Tra l’altro ti rendo noto, visto che non lo sai, che i “tuoi” musulmani tendono a conservare il loro spazio culturale “respingendo” con l’ostracismo ogni tentativo di accomodare nelle “loro” aree i nuovi arrivati: Ucraini, Polacchi, Romeni, Albanesi, Russi, Cinesi e le centinaia di migliaia di “sud-americani” che con matrimoni di convenienza hanno ottenuto la cittadinanza britannica. Gli estremi e tardivi tentativi delle Autorita’ britanniche di “diversificare” culturalmente le aree di recente e meno recente immigrazione, nell’intento, disperato, di creare davvero Comunita’ multiculturali stanno fallendo miseramente: Le “lobbies” islamiche sono gia’ nella stanza del potere amministrativo locale e la politica che attuano e’ quella di “favorire” attraverso ingegnosissime manovre decisionali la loro comunita’.

    Ed e’ questo che in Italia si vorrebbe impedire. Per favorire l’integrazione attraverso l’assimilazione e ostacolando l’auto-ghettizzazione.
    Gli esempi di Francia, Inghilterra, Germania, Olanda, Svezia etc servono a questo.
    Il razzismo non c’entra una madonna!

    E’ ovvio che la cittadinanza deve essere concessa, prima o dopo, ma l’automatismo di cui parlate tu e Bersani insieme al fatto di considerare i “nuovi italiani” dei “nostri” e’ solo stupida retorica socialista del tipo “proletari di tutto il mondo, unitevi!”

    Che non si sentano culturalmente “British” i musulmani del Regno Unito lo dimostrano dal fatto che tendono a definirsi “British-Asian-Muslim”, specificando cioe’ in dettaglio la loro “vera” identita’.

    Non ho mai sentito ebrei inglesi definisrsi “British Jews”; e nemmeno gli Italians della primissima emigrazione nel Galles, quella antecedente il Fascismo, definirsi British Catholic Italians.
    E se non fosse per il colore della pelle non riconosceresti gli “Indiani dell’Ovest” ed essi stessi non si farebbero riconoscere come “British Church of England West-Indians”.

    Nessun razzismo da parte mia, caro Scalpha. Il razzismo e’ TUTTO loro.

    Per quanto riguarda la criminalita’ mafiosa in Campania, Calabria e Sicilia le statistiche Eurostat ti dicono che ci sono piu’ omicidi criminali nell’area degradata Manchester/Liverpool/Glasgow/Leeds che in tutta la Campania. la Calabria, la Sicilia e la Puglia messi insieme.

    Ma secondo Saviano, la Mafia, non era emigrata al Nord?

    Girala come ti pare, Scalpha: l’Italia, con la sua Mafia e la sua disoccupazione e i suoi problemi e i suoi razzismi e i suoi divari e la sua corruzione etc etc etc, e’ meno violenta della TUA Inghilterra progressista, civile, democratica con un’avanzatissima legislazione a favore delle minoranze omosessuali.
    Lo dicono i fatti e spero davvero che d’ora in poi non ci parlerai piu’ delle tue vacanze londinesi come di escursioni in un paese civile, educato, rispettoso delle regole, solidale, multiculturale e progressista che in Italia ce lo sogniamo.

    Citero’ perfino il “tuo” D’Alema: l’Inghilterra e’ un Paese Normale. (forse un po’ sub-normale, a leggere le statistiche)