1 Maggio 2010

Il Tasso Medio di Normalità (TMN)

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Per “Il Post“.

Da qualche tempo che provo a valutare tutti gli accadimenti politici su un benchmark di mia personale invenzione, che è il contributo all’aumento del “Tasso Medio di Normalità” (TMN) del Paese. L’impressione che ho maturato dopo alcuni anni di vita all’estero è che l’Italia tenda a far fronte ai suoi problemi in un modo che anziché semplificare complica: la reazione della politica e delle classi dirigenti agli eventi della vita nazionale è sempre reattiva invece che proattiva e le soluzioni, se qualche rara volta portano risultati nel breve, il più delle volte finiscono nel lungo periodo con il confermare che l’Italia è in qualche modo un posto a parte. Così ho cominciato a chiedermi: a parte gli effetti immediati sui problemi specifici, qual è il contributo generale che un determinato evento o una determinata azione produce in termini di avvicinamento dell’Italia al resto delle democrazie mature? Riconosco trattarsi di un criterio un po’ tagliato con l’accetta, ma di questi tempi così confusi già mi pare qualcosa.
Per spiegare il meccanismo proviamo a fare un caso pratico: cosa ci resta della baruffa tra Berlusconi e Fini dal punto di vista della variazione del TMN? Beh, diciamo che a parte un paio di elementi positivi, la questione è stata abbastanza un disastro. Certo, scoprire che in Italia esiste anche una destra non populista e non becera che chiede cittadinanza politica ha avuto un effetto sul TMN molto elevato, direi almeno +5 punti rotondi (sarebbero stati anche una decina, se non si dovesse tristemente constatare che la medesima è assolutamente minoritaria). Così come provare a sfatare, almeno per il momento, che al governo ci sia un partito proprietario e nel quale vige un unanimismo obbligatorio di tipo nordcoreano pure ha aiutato il TMN (+2, e giudizio sospeso in attesa di capire la sorte di Bocchino).
La sceneggiata da mercatino rionale che è andata in onda durante la Direzione nazionale del PDL ha invece inciso abbastanza negativamente (direi almeno – 3 punti sul TMN): in un Paese normale anche le peggiori divisioni politiche non sboccano mai in regolamenti di conti in pubblico. Magari ci si scorna, magari ci si divide, ma il confronto muscolare sul piano personale è riservato a momenti più privati. La sensazione è che Fini e Berlusconi le cose così chiaramente non se le fossero mai dette prima (effetto dell’incomunicabilità tra leader della medesima coalizione sul TMN: -1).
Il fatto invece che alla sollevazione di Fini e dei suoi un sacco di gente del centro-sinistra abbia pensato di aver trovato finalmente un leader in una persona genuinamente di destra è un indice grave che il TMN viaggia ancora su livelli sotto la media internazionale (e questo merita di per sé una penalizzazione: -3). Gli appelli a fare di Fini “un interlocutore” (leggi: anche qualcosa in più) ci dice che la leadership del centrosinistra non è ancora sufficientemente rappresentativa (come ha detto per ultimo Luttwak a Ballarò, la destra si fa governo e opposizione insieme: TMN -5); un po’ conferma anche che la dialettica destra-sinistra ha lasciato il posto a una lotta interna ai due schieramenti tra i conservatori e gli innovatori dell’una e dell’altra parte (con i conservatori in netto vantaggio da tutte e due le parti: TMN -2). In ultimo, mentre moltissimi osservatori prevedono le elezioni per il 2011, la querelle ci conferma che in Italia le legislature non durano (TMN -2 per la mera impressione, -7 se davvero si voterà l’anno prossimo) e che questo succede per motivi esclusivamente interni alla coalizione di governo (TMN –3).
Insomma, il quadro politico si muove, anzi si agita, ma questo benedetto Paese non finisce di stupire.

Una risposta a “Il Tasso Medio di Normalità (TMN)”

  1. Meursault ha detto:

    ” La delegazione italiana del PPE al Consiglio d’Europa ha bloccato una risoluzione che rendeva obbligatoro per gli stati membri di legiferare sulle unioni gay. Assente la delegazione del PSE. ”

    Assenti: Piero Fassino Dario Franceschini Vannino Chiti Andrea Rigoni Paolo Giaretta Mario Barbi Anna Maria Carloni (in Bassolino) Vladimiro Crisafulli Gianni Farina Pietro Marcenaro Federica Moberini Rebesani Albertina Soliani Patrizia Bugnano.

    Vorrei leggere la sua giustificazione.