25 Novembre 2009

L'estinzione del pappagallo italico

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E’ la giornata internazionale contro la violenza alle donne. L’Italia ancora non ha – e non mi stancherò mai di ricordarlo – una legge che scoraggi (soprattutto) e punisca (anche, e severamente) gli abusi fisici contro le donne, come quella che si è data la Spagna. E tuttavia dove mi pare che siamo più in ritardo – anche per le donne, e cioè per la maggioranza dei cittadini italiani – è la cultura della piena parità: non solo per la presenza di quel soffitto di cristallo che blocca le donne sul lavoro, nell’economia e nella politica, ma anche la parità culturale, anche quella del linguaggio.

Ve ne racconto una: sono reduce da una puntata de “Il fatto del giorno” su Rai2, dove era ospite anche Francesco Storace e si parlava (guarda caso) di trans. Mentre cercavo di ricordare tutto il ritardo politico, culturale e giuridico che colpisce anche le persone trans in Italia, il buon Storace ha voluto raccontarci – al fine di dimostrare che in Italia i trans in realtà vivono felici – che una volta era in un ristorante in Calabria dove c’era una cameriera apparentemente piuttosto attraente alla quale lui aveva rivolto (figuriamoci) dei complimenti e dopodiché gli era stato detto che la cameriera in questione era una persona transessuale nata e cresciuta in paese. Naturalmente ho detto a Storace che un buon primo passo sarebbe stato quello di cessare con effetto immediato di fare complimenti alle cameriere nei ristoranti, perché io credo che la violenza cominci sin da lì: da questa galanteria stucchevole e pelosa da cascamorti che troppi italiani, da Storace in giù, impongono alle italiane negli uffici, nelle case, per strada e anche nei ristoranti calabresi.

Ecco, forse è proprio da lì che potremmo cominciare per celebrare questa importante giornata. Favorendo senza esitazioni l’estinzione di quel tenace e insistente pennuto che infesta il nostro paese: il pappagallo italico. Per una volta, ne sono ragionevolmente certo, gli animalisti non avranno nulla da ridire.

10 risposte a “L'estinzione del pappagallo italico”

  1. Zanna Bianca ha detto:

    Quindi, secondo te un uomo che compie un gesto di galanteria o che fa un complimento ad una donna, sia una cameriera sia una collega, sia una moglie, sia una passante, automaticamente sta compiendo una violenza e andrebbe redarguito se non punito?
    Ho capito bene?!?
    Quindi dovremmo abolire ex lege le galanterie e le gentilezze che un uomo fa, solo perchè esistono pochi uomini come Storace?!?
    Ti vorrei giusto ricordare che fortunatamente la maggioranza degli uomini italiani è diversa da Storace.
    Da ultimo, credo che una donna apprezzi sempre una gentilezza od una galanteria a meno che non ha in mente tutti i doppi fini che hai in mente te.

  2. scalpha ha detto:

    È tipico del pappagallo italico anche farsi volontariamente interprete di quello che le donne pensano, gradiscono e apprezzano.

  3. Sandra Savaglio ha detto:

    Come donna, non apprezzo e non ho mai apprezzato ‘galanterie’ di quel tipo. Sono spesso volgari e poco rispettose, specie se arrivano da uno sconosciuto. A me e’ successo solo in Italia (e di paesi ne ho visitati tanti).

    Punto e basta.

  4. Zanna Bianca ha detto:

    Guarda Scalpha che anche tu al pari di me te ne fai interprete.

  5. Zanna Bianca ha detto:

    …ma in senso opposto e a questo punto direi, falsamente laico e puro.

  6. Filippo ha detto:

    Zanna Bianca io penso che questa attitudine spesso stucchevole e melliflua puo’ sconfinare in attitudine molesta per le donne. L’ho visto chiaramente quando mi trovavo assieme a ragazze straniere di passaggio in Italia.

    In nome di un codice sociale definito non si sa bene da chi bisogna accettare aprezzamenti ed attitudini che viste da fuori appaionof moleste.

    Temo ci sia una parte culturale cui si sovrappone un forte substrato di maleducazione e soprattutto di maschilismo.

  7. Anellidifumo ha detto:

    Tutto sta nell’avere il senso della misura. Una galanteria è tale se è galante e non invadente, se è galante e non offensiva, se è galante e non insistente, se è galante e non molesta. Gli uomini che sono in grado di distinguere tra un commento galante e un commento invadente, offensivo, insistente e molesto non sono molti. Ma con ciò non credo sia giusto predicare la sanzione di tutti i commenti galanti.

    In Nord America, dove vivo per il 70% del tempo, questo genere di commenti sono visti male, ma in realtà quando io sottolineo un aspetto gradevole di uno scialle addosso a una donna, questa apprezza, e lo si vede che apprezza. Chiaro che se dicessi: “Cazzarola che bel culo che t’aritrovi” in americano, la reazione sarebbe differente.

  8. Zanna Bianca ha detto:

    Mi ritrovo perfettamente nelle parole di Anelli di Fumo: le gentilezze e le galanterie prese come tali e contestualizzate non possono essere sanzionate, sarebbe una follia, un assurdo processo alle intenzioni.
    Riguardo Filippo invece, è vero che un complimento potrebbe “sconfinare in attitudine molesta per le donne”.
    Ma la possibilità che comportamenti umani sani possano sconfinare in molestie è purtroppo una variabile comune insita nella natura umana. Per intenderci: non perchè esistono i pedofili, posso proibire ad un estraneo intenerito dal viso del mio di bimbo di dargli una carezza!oppure, non perchè esiste il sexual arrasment mi privo del piacere di portare dei muffin al cioccolato alla mia collaboratrice che ne è ghiotta.
    Quindi, senza scomodare clichè come il maschilismo, tra le norme scritte e non scritte c’è sempre un’area grigia riempita dal “buon senso” a cui nessuna norma potrà mai supplire.
    L’esasperata laicizzazione e razionalizzazione dei comportamenti finalizzata ad una maggiore libertà, può portare ad una costrizione e castrazione delle stessa libertà che si vorrebbe difendere.
    “Buon senso”, questa è la soluzione.

  9. Filippo ha detto:

    Zanna bianca: evidentemente c’è complimento e complimento. Anelldi lo spiega bene.

    Dici che scomodo il maschilismo, un vecchio cliché (magari fosse solo un vecchio cliché!Magari!). Lo scomodo eccome no, e lo faccio perchè secondo me quando non si sa distinguere fra “un commento galante e un commento invadente”, come dice AnellidiFumo, beh oltre alla maleducazione c’entra una dose di maschilismo per cui l’apprezzamento pesante (o da bambacione) “deve” essere accettato come un complimento.

    Non scopro nulla cmq basta uscire per strada (od accendere la tv…)

  10. Zanna Bianca ha detto:

    Ciao Filippo,
    è ovvio che c’è complimento e complimento, ed io fin dal mio primo intervento ho sempre e solo sottolineato questo aspetto; l’uomo che dice “che bel culo che hai” a una donna o ad un altro uomo non lo prendo neanche in esame, è un cafone e basta. Spero che ci siamo chiariti una volta per tutte.
    Ciò che non mi va giù è che per pochi cafoni (vedi Storace), si voglia criminalizzare un momento così bello della socializzazione o del corteggiamento come può essere un atto di cortesia o gentilezza o un complimento, classificandolo a prescindere da tutto come un’offesa, solo perchè “potrebbe sconfinare in attitudine molesta”.
    E qui arriviamo al “mellifluo e stucchevole”?
    Che intendi per “mellifluo e stucchevole”?
    Non vorrei che includessi in questa categoria anche quelle dinamiche tipiche del corteggiamento di un innamorato che possono essere le telefonate o gli inviti o le carinerie o (da ultimo) gli sms.
    Perchè in quel caso ammetto che da uomo innamorato ho corteggiato ragazze con telefonate, inviti, carinerie.
    Soltanto che agli occhi di una ragazza che ricambiava il sentimento queste azioni erano viste come “attenzioni” e come tali venivano apprezzate; agli occhi di una ragazza che non ricambiava, venivano vissute con la sofferenza del “uff, ci sta a provà” e quindi come stucchevoli e melliflue.