2 Maggio 2009

Catene da spezzare

Diario

catene_spezzate_n.jpgLa festa del Primo maggio è ormai finita, ma vorrei restare in tema per parlarvi di un argomento troppo spesso trascurato e che ritengo invece fondamentale: lo sfruttamento del lavoro minorile. Secondo gli ultimi dati dell’International Labour Organization nel mondo ci sono 218 milioni di bambini costretti a lavorare, e 126 milioni di loro sono impegnati in attività altamente rischiose, come l’estrazione in miniera. Molti sono sfruttati nelle piantagioni, nelle industrie, in cantieri edili privi di norme di sicurezza. La paga è infima e gli orari di lavoro sono massacranti: spesso i bambini vengono rinchiusi in case-lavoro da dove usciranno solo molti mesi dopo, senza aver mai potuto avere alcun contatto con i loro familiari. Capirete bene come la salute fisica e mentale di questi bambini sia compromessa, per non parlare della loro felicità presente, e molto probabilmente futura.


Sono convinto che la scuola rappresenti l’unica forma di salvezza ed emancipazione, non solo per loro, ma per l’intero paese in cui vivono: sempre secondo i dati dell’Ilo, infatti, per ogni euro investito nell’educazione di questi ragazzi, ci sarà un futuro ritorno di ben sette euro in crescita economica. Penso sia fondamentale che tutti gli stati e in primis l’Unione Europea esercitino quanto più possibile la loro influenza internazionale e investano un’adeguata quantità di risorse per sconfiggere questo crimine, che è una vergogna per tutti noi. Ho apprezzato inoltre la decisione della Commissione Europea di finanziare progetti per sensibilizzare e informare i suoi cittadini, come per esempio la campagna “Stop Child Labour – School is the Best Place to Work” promossa dall’ong Alliance 2015. Vi lascio alla visione dello spot, con la certezza che con l’impegno di tutti riusciremo a portare il colore nelle immagini che ora sono in bianco e nero.

7 risposte a “Catene da spezzare”

  1. Anellidifumo ha detto:

    OT Ivan, mi sono perso il tuo commento al fatto che Silvio Berlusconi ha detto che voterà SI al referendum elettorale. Ha spiegato: “Il referendum mira a rafforzare con un robusto premio di maggioranza il partito che avrà più voti. Va bene tutto, ma vi pare che potrei non votare SI? Non sono mica masochista”.
    Già, lui non è masochista. E tu? E voi de iMille? E voi del PD?

  2. Filippo l'altro ha detto:

    Il lavoro minorili, una tragedia.E’ necessaria un’azione diplomatica in questo senso. Dovremmo fare attenzioe a ttutto cio’ che compriamo sapendo da dove viene e come é stato fabbricato
    PS. Ivan scusami la parentesi OT ma mi permetto di rispondere ad Anelli. Sciltian, sul referendum penso che nelle attuali circostanze esso abbia perso il significato che aveva al suo nascere. Nasceva come un pungolo, per spingere la forze politiche allora assonnate a riformare il porcellum il prima possibile (c’era ancora il governo Prodi…).
    Le cose poi sono andate diversamente ed ora come ora ci si rende conto che, esaurito il suo ruolo di pungolo, esso vada organizzato: 1) spendendo la quantità meno elevata possibile di denaro pubblico (abbinandolo); 2) sperando che non passi il SI. Perché se passa il SI, sappiamo qual’é il rischio (faccio impropabile fantapolitica: crisi di governo della Lega con nuove elezioni e vittoria, sta volta davvero “bulgara”, del PDL?). Io dico si al bipolarismo ma su basi maggioritarie e con uninominale secco.

  3. Anellidifumo ha detto:

    Carissimo Filippo, io rispetto il tuo ragionamento politico perché è appunto un ragionamento: all’inizio eri favorevole al referendum, ma oggi rebus sic stantibus, hai appunto cambiato opinione e lo ammetti cristallinamente: dal SI al NO.
    Il nostro eroe Ivan Scalfarotto, invece, è di quelli che hanno un atteggiamento romantico-sentimentale sulle cose politiche. Una volta che hanno preso una posizione politica, quella è, anche a prescindere dal cambio di realtà avvenuta. Così, due anni fa si disse favorevole al referendum, cosa che ha confermato ancora l’anno scorso – bada: senza mai abbassarsi a rispondere ai ragionamenti di chi spiegava il motivo per cui sarebbe stato meglio che il referendum fallisse o che alla fine vincesse il NO – e ancor oggi è favorevole al SI.
    Infatti, su questo blog non troverai mai un ragionamento del tipo di quello che hai fatto tu, perché per farlo occorrerebbe ammettere che l’esito referendario non era poi così buono in assoluto, come invece il nostro eroe ci ha fatto credere per due anni.
    Ora: l’opinione di Ivan conta giusto per noi che gli siamo amici e commentiamo sul suo blog. Il punto sai qual è? Che nel PD ragionano come Ivan. Cioè, il PD è TUTTORA favorevole al SI, benché questo significherebbe crisi di governo e prossimo governo monocolore PDL con una bella maggioranza del 60%.
    Poi ci chiediamo perché la Destra vince? Ma perché è fatta da uomini meno stupidi, meno sprovveduti, meno inetti di quelli che compongono il PD.

  4. Anellidifumo ha detto:

    Ah Filippo, lo sai perché nel PD sono favorevoli? Perché dicono: col sistema che viene fuori dal referendum, l’Italia diventa una repubblica bipartitica. E dopo che avrà governato il PDL, toccherà a noi, a chi altri sennò?
    Il problema è che se vince il referendum l’Itala diventa una repubblica monopartitica, non bipartitica, perché il PDL, anche senza fondersi con la Lega, governerà monocolore per almeno 20-30 anni e nel frattempo Silvio nostro ci diventa PdR, mentre magari nominerà suo figlio piersilvio come premier.
    Sì, può anche darsi che dopo 20-30 anni toccherà al PD governare in un sistema del genere, sempre che il PD ci arrivi intero… e poi, ti immagini cosa sarebbe dell’Italia dopo 20-30 anni di governo monocolore PDL?

  5. Filippo l'altro ha detto:

    Il lavoro minorili, una tragedia.E’ necessaria un’azione diplomatica in questo senso. Dovremmo fare attenzioe a ttutto cio’ che compriamo sapendo da dove viene e come é stato fabbricato
    PS. Ivan scusami la parentesi OT ma mi permetto di rispondere ad Anelli. Sciltian, sul referendum penso che nelle attuali circostanze esso abbia perso il significato che aveva al suo nascere. Nasceva come un pungolo, per spingere la forze politiche allora assonnate a riformare il porcellum il prima possibile (c’era ancora il governo Prodi…).
    Le cose poi sono andate diversamente ed ora come ora ci si rende conto che, esaurito il suo ruolo di pungolo, esso vada organizzato: 1) spendendo la quantità meno elevata possibile di denaro pubblico (abbinandolo); 2) sperando che non passi il SI. Perché se passa il SI, sappiamo qual’é il rischio (faccio impropabile fantapolitica: crisi di governo della Lega con nuove elezioni e vittoria, sta volta davvero “bulgara”, del PDL?). Io dico si al bipolarismo ma su basi maggioritarie e con uninominale secco.

  6. Filippo l'altro ha detto:

    Il lavoro minorili, una tragedia.E’ necessaria un’azione diplomatica in questo senso. Dovremmo fare attenzioe a ttutto cio’ che compriamo sapendo da dove viene e come é stato fabbricato
    PS. Ivan scusami la parentesi OT ma mi permetto di rispondere ad Anelli. Sciltian, sul referendum penso che nelle attuali circostanze esso abbia perso il significato che aveva al suo nascere. Nasceva come un pungolo, per spingere la forze politiche allora assonnate a riformare il porcellum il prima possibile (c’era ancora il governo Prodi…).
    Le cose poi sono andate diversamente ed ora come ora ci si rende conto che, esaurito il suo ruolo di pungolo, esso vada organizzato: 1) spendendo la quantità meno elevata possibile di denaro pubblico (abbinandolo); 2) sperando che non passi il SI. Perché se passa il SI, sappiamo qual’é il rischio (faccio impropabile fantapolitica: crisi di governo della Lega con nuove elezioni e vittoria, sta volta davvero “bulgara”, del PDL?). Io dico si al bipolarismo ma su basi maggioritarie e con uninominale secco.

  7. Filippo l'altro ha detto:

    Il lavoro minorili, una tragedia.E’ necessaria un’azione diplomatica in questo senso. Dovremmo fare attenzioe a ttutto cio’ che compriamo sapendo da dove viene e come é stato fabbricato
    PS. Ivan scusami la parentesi OT ma mi permetto di rispondere ad Anelli. Sciltian, sul referendum penso che nelle attuali circostanze esso abbia perso il significato che aveva al suo nascere. Nasceva come un pungolo, per spingere la forze politiche allora assonnate a riformare il porcellum il prima possibile (c’era ancora il governo Prodi…).
    Le cose poi sono andate diversamente ed ora come ora ci si rende conto che, esaurito il suo ruolo di pungolo, esso vada organizzato: 1) spendendo la quantità meno elevata possibile di denaro pubblico (abbinandolo); 2) sperando che non passi il SI. Perché se passa il SI, sappiamo qual’é il rischio (faccio impropabile fantapolitica: crisi di governo della Lega con nuove elezioni e vittoria, sta volta davvero “bulgara”, del PDL?). Io dico si al bipolarismo ma su basi maggioritarie e con uninominale secco.