4 Dicembre 2007

Incapaci e presuntuosi

Diario, Laicità

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Domenica mattina il Corriere riportava la notizia delle molte donne che, seguendo l’esempio di Daniela Santanchè, stanno lasciando AN per entrare nel nuovo partito di Storace. Cosicché, quando la sera mi sono trovato Storace ospite da Crozza la tentazione di chiedergli rassicurazioni – cavalcando quest’apparente ed inusitata apertura alle pari opportunità – sulla sorte dei gay del suo partito è stata irresistibile.
Devo dire che Storace se l’è cavata nemmeno troppo male, per essere, appunto, un fascista: ha detto che nella vita privata ognuno fa quello che vuole, e che lui non ha nessun problema ad avere dei gay nel partito a condizione che del partito condividano la visione della società e della famiglia.


Dopo la trasmissione ne parlavo con Fabio Volo con il quale notavamo che qui non si tratta solo di una questione di ideologia, fascisti o non fascisti, ma anche del fatto che questi politici vivono in un mondo che non esiste più, vecchio se non di cent’anni almeno di cinquanta e che sono, in quanto cittadini del bel tempo andato, totalmente inadeguati a gestire il nostro presente, figuriamoci il nostro futuro.
Ecco, a leggere le dichiarazioni di D’Alema sul matrimonio gay viene da pensare esattamente la stessa cosa. Certo, fa specie che D’Alema tiri fuori anche i sacramenti – il che lo pone anche più a destra del fascista Storace, che almeno nel rispondermi aveva avuto il buon gusto di lasciar fuori tonache e sottane – ma alla fin fine si capisce che quello che possiamo ottenere da questa generazione di sessantenni, di destra e di sinistra, è quello che abbiamo davanti agli occhi: un paese fermo, vecchio e bigotto.
Con queste idee e questa visione progressiva della società, questa classe dirigente ha governato per lunghi anni il Paese con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Non è necessaria dunque la nostra legittima indignazione a condannarli senza appello: qualsiasi scempiaggine dicano, per quanto mi riguarda, hanno abbastanza di che vergognarsi per i risultati del loro lavoro.

13 risposte a “Incapaci e presuntuosi”

  1. Filippo ha detto:

    “lui non ha nessun problema ad avere dei gay nel partito a condizione che del partito condividano la visione della società e della famiglia.”
    insomma, ha velatamente fatto capire che i gay facciano i gay a casa loro e non si sognino di reclamare diritti di uguglianza civile (sanciti dalla costituzione, per altro). Quasi commovente, nel suo fascismo politico. Ma la differenza tra Storace e AN dov’e’?

  2. Disorder ha detto:

    Ivan, te lo dici da solo: le dichiarazioni di D’Alema (non stiamo parlando della Binetti o di un ex margheritino qualunque) non si distinguono da quelle di gente come Volontè, Storace e Mussolini.
    Considerando anche le numerose dimostrazioni di baciapilismo di Veltroni, adesso le chiacchiere stanno davvero a zero.
    Io ho sempre rispettato le tue scelte e il tuo impegno, ma da oggi persone gay, gay-friendly o semplicemente laiche all’interno del Pd ci fanno la parte dei kapò, e chi non lo molla ai miei occhi perde qualunque briciolo di credibilità. Peccato.

  3. piergiorgio ha detto:

    Sono contento di aver trovato un tuo post sul “caso d’Alema”. Lo speravo. Appena ho letto quelle dichiarazioni mi si sono rizzati i capelli. Sono contento però anche molto spaventato: questa è la classe dirigente del pd, e non credo affatto che D’Alema dica “scempiaggini”, perlomeno non nel senso che non si rende conto di quello dice: D’Alema non parla mai a casa, centellina le interviste e le dichiarazioni. Credo invece si tratti del puntuale, ennesimo, sintomo di una svolta culturale all’interno del maggiore partito della sinistra, ormai abbastanza manifesta. E molto pericolosa per l’appunto. Ne abbiamo avuti altri in passato (varie dichiarazioni di Fassino al tempo della discussione sui dico, una famosa di sua moglie che era molto indicativa…).
    Ora qui non si tratta delle linee di azione politica. Io su quello sono disposto a comprendere tutto: le difficoltà, le tattiche, i compromessi necessari, gli attendismi ecc. ecc. Mi va bene tutto: so che la politica del fare richiede un’etica della responsabilità diversa da quella della perfetta, quanto sterile, coerenza.
    Ma questo riguarda l’azione, appunto: se si tratta di riuscire a far passare un provvedimento, una legge ecc. occorre sporcarsi le mani e trovare le soluzioni possibili. Ok, un ok sofferto ultimamente, viste quante ce ne hanno fatte sopportare ma…ok.
    Qui, però, siamo mooolto oltre questo piano: le dichiarazioni di D’Alema riguardano il piano dei convincimenti ideali e culturali che guidano e ispirano un’azione politica! Siamo sul piano culturale. E qui, come giustamente ha insegnato la chiesa cattolica (magari andassimo un pò a scuola da loro!), non si deve recedere dalle proprie posizioni.
    Un conto è andare ad una trattiva con le proprie convinzioni ideali, con la propria visione della società e dialogare e confrontarsi con quelle degli altri. Altro è rinunciare anche a difendere, sul piano culturale e della COMUNICAZIONE le proprie idee e valori.
    Questa è una sinistra che ormai non difende, non è più capace di difendere la propria visione della società; ma così facendo si auto-suicida. Finirà fagocitata dalla re-azione culturale del clericalismo cattolico.
    Quando si rinuncia alla lotta culturale ci si scava la fossa, perchè si rinuncia ad agire sulla mentalità della gente, cioè di chi un domani dovrebbe sostenere certe politiche. In altri termini si auto “svuota” il proprio elettorato inteso come un elettorato che ti segua nelle TUE battaglie, che tu possa orientare verso la TUA politica, verso quello che vuoi fare tu. Magari si incrementaranno pure i voti pro tempore: ma non è più, e non sarà più un elettorato orientabile da te, sarà un consenso portato in dote (o meno, a suo piacimento) da altri poteri capaci di orientarne le scelte, verso i quali quindi tu diverrai dipendente e vassallo.
    La regressione culturale è la ricetta sicura per la subalternità.

  4. Alessandro ha detto:

    La cultura del PCI era omofoba, e questi son cresciuti nel PCI. Quindi c’è solo da aspettarsi che siano omofobi. I laici nel PD fanno quello che possono. Storace è un fascista che non mollerà a costo di fare male. Le idee di Fabio Volo valgono abbastanza poco e abusano delle parole.
    Mi piacerebbe che i cittadini italiani della fascia 20-40 fossero molto concreti, scrivessero poco e buono, pensassero alla politica ugualmente poco e bene, dessero solo un numero limitato di occasioni ai politici, anche a quelli simpatici. Finite quelle, ciao.

  5. Fabio ha detto:

    E falsi (il riferimento di D’Alema alla Costituzione è una forzatura ampiamente diffusa e accettata, ma la Carta non dice quel che D’Alema sostiene). E talebani (perchè la suscettibilità altrui, fosse anche della maggioranza della popolazione, non può essere fatta valere come legge, a meno che non siamo nel khomeinismo). E diseducativi (perchè un discorso del genere, tu, uomo di sinistra e per giunta non cattolico, non lo vai a fare ad una platea di studenti, se hai un minimo di consapevolezza della tragedia del presente di questo paese e un briciolo di amore per il futuro; tutt’al più lo vai a fare ad un raduno di anziani “compagni” moralisti, manichei e criptocattolici che sono sempre stati lo zoccolo duro di quel partito che in tema di diritti civili era senz’altro peggio della peggiore democrazia cristiana). Le parole di Storace sono quelle del capo di un partito di estrema destra che se arriverà al due per cento dovremo gridare al miracolo; le parole di D’Alema sono quelle di uno dei principali esponenti del più importante partito riformista italiano. Alla differenza d’importanza e di centralità dei due partiti dobbiamo la maggiore “gentilezza” del secondo rispetto al primo, ma la sostanza è assolutamente identica. E in ciò si rivela la mostruosità di questi politici e la loro inadeguatezza rispetto ad una qualunque democrazia liberale minimamente avanzata.

  6. piergiorgio ha detto:

    Si fabio e alessandro dicono bene: la cultura del pci in fatto di morale sessuale era alquanto conservatrice. Ma stiamo parlando degli anni 50, primi anni 60. Poi è passata tanta acqua sotto i ponti, e i movimenti di liberazione sessuale, femministi, glbt ecc. ecc. hanno trovato linfa nella cultura di sinistra, la prima accoglienza e solidarietà politica nelle strutture del pci, diffusione grazie ai giornali, radio, media in genere di quel partito e degli altri di sinistra. E inutile ripercorrere una lunga storia che altri potrebbe fare con più precisione di me, ma si tratta di ormai almeno un trentennio. Una vita. Ecco perchè parlo di regressione e rimango attonito di fornte alle parole di D’Alema (anche se non è la prima volta che dice cose simili e altre del genere se ne sono sentite da suoi autorevoli colleghi).
    Insomma, qua ormai non solo non si condividono singole scelte politiche, questo o quello, ma proprio non ci si riconosce più come affini nella sensibilità, nelle idee essenziali, nella visione di fondo. Si avverte ormai una distanza antropologica.
    Come si fa? Come si farà? E questa la cultura politica del pd? E questa a sua concezione della laicità: il criterio per il riconoscimento dei diritti e la “sensibilità religiosa” dei cattolici, per cui in pratica siamo alla mercè di ciò che loro dicono li offende? Buonanotte…addio pd…

  7. Andrea ha detto:

    Le dichiarazioni di D’Alema sul matrimonio gay, Follini (che ha votato e difeso la legge Gasparri!!!) responsabile dell’informazione per il PD… bene il PD sta facendo di tutto per NON avere il mio (e non solo) voto…

  8. francescoQQ ha detto:

    GUARDA Ivan CHE IL TUO SEGRETARIO Veltroni NON LA PENSA MOLTO DIVERSAMENTE DALL’ALTRO TUO COMPARE DI PARTITO D’Alema SU NOI OMOSESSUALI…LA SCUOLA E’ QUELLA DEL P.C.I. CHE NEGLI ANNI ’70 DEFINIVA L’OMOSESSUALITA’ UN VIZIO BORGHESE…MENTRE I SOLITI RADICALI DI Pannella DAVANO LE LORO SEDI AL PRIMO MOVIMENTO OMOSESSUALE ITALIANO, IL FUORI!
    GUARDA anche LA FACCENDA DI STI GIORNI IN CAMPIDOGLIO SUL REGISTRO DELLE UNIONI CIVILI CON COROLLARIO DELLA VISITA DI Weltronino AL SEGRETARIO DI STATO VATICANO Bertone.
    E’ PENOSO VEDERTI ARRAMPICARE SUGLI SPECCHI.

  9. Anellidifumo ha detto:

    Benissimo detto, Ivan. Naturalmente Veltroni non è da meno, essendosi recato in Vaticano lo scorso 29 novembre e avendo promesso a Bertone che “del registro delle unioni civili a Roma non se ne farà nulla”.
    Citazione testuale delle sue parole, eh, mica cazzi.

  10. Marta Meo ha detto:

    Ho commentato le affermazioni di D’Alema in un post sul mio blog dal titolo “Mia nonna li chiamava pederasti”. ciao M

  11. Gianni ha detto:

    Caro Ivan, Storace ha pochi anni piu’ di te ed appartiene di fatto alla tua generazione come anche Antonio Socci. Nonostante questo, ad entrambi preferisco il cinquatottenne d’ Alema (che e’ della stessa generazione politica di Veltroni, essendo entrambi molto piu’ anziani di Adinolfi)

  12. antonella ha detto:

    Io invece preferisco i politici di qualsiasi età che non discriminano i cittadini in base a sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali E orientamento sessuale.

  13. Giacomo ha detto:

    Ma perché in Tv non fanno un bel dibattito vero su questi temi, mi piacerebbe vedere da un parte un bel cardinalone di quelli duri e puri e dall’altra qualche lesbica o gay che gli ribatta punto su punto alle varie fesserie sull’omosessualità contro natura, ecc.
    Altro che dibattito Prodi – Berlusconi !