1 Giugno 2007

Sempre più lontano – Giuseppe A. Veltri

Cervelli in fuga

Attenzione, post intimista.
Non saprei dirvi quando si sia verificato. Forse qualche mese fa o forse da più tempo. Non saprei dirvi quando ho perso la speranza che l’Italia possa diventare migliore di quello che è, e che fosse nel mio futuro viverci.
Non sono una persona che getta la spugna facilmente, chi mi conosce lo sa, ma ora, lo sento, ho perso la speranza.


Non è stato particolarmente traumatico, non è stato come scoprire di aver fatto un madornale errore o di essere stati incredibilmente stupidi. E’ stato, piuttosto, come l’accettare qualcosa di ineludibile, un po’ come si accetta l’inevitabilità della morte e si viene a patti con essa.
Quando ero all’università, ripetevo con alcuni cari amici il mantra ‘Il mondo e’ cambiato, nonostante lo scetticismo degli intellettuali e la paura dei deboli’. Il mondo, l’Italia meno.
Ho perso la speranza e mi è rimasta soltanto rabbia.
Una rabbia antica, amara, meridionale, che arde impetuosa e mi impedisce di essere indifferente.
Qualcuno mi disse ‘Tu hai due condanne: sei italiano e sei meridionale. Prima devi fuggire dal meridione e poi devi fuggire dall’Italia’. Aveva ragione.
Qualcuno altro ha definito l’espressione ‘un paese normale’ come un luogo comune della politica. Può darsi che lo sia. Ma per me ha un significato profondo, non è una espressione vuota.
In questi giorni di chiusura del PhD, sto valutando alcune offerte di lavoro. Lo stesso fanno alcuni amici e colleghi. Con una differenza. Per loro la prima scelta è il loro paese di provenienza, mentre per me non è nemmeno una opzione.
Mi viene offerto la sfida intellettuale ed il tenore di vita che in Italia potrei avere tra dieci anni con gli agganci giusti.
L’aspetto ironico della tragedia è che probabilmente non tornerei in Italia, almeno per un po’, anche se fosse possibile. Il mondo è grande e vorrei fare qualche altra esperienza.
Ma il fatto di non avere nemmeno una maledetta opzione da scegliere, mi fa imbestialire e va ad alimentare la mia rabbia.
Quella rabbia che mi provoca una allergia mortale alla retorica della politica, alle promesse ed agli errori fatti sulle vite degli altri. Quante vite ha rovinato la demagogia?
Non esistono parole per poter descrivere il dover spiegare ai tuoi amici, ai tuoi genitori, a te stesso che non c’è alcuno modo. Guardare i loro sguardi tristi, il loro dignitoso modo di non farti pesare quella scelta che sanno essere inevitabile.
C’è di peggio, lo so. Ma questa e’ la mia tragedia personale.
Andare via, sempre più lontano.
Se potessi, farei domanda per lavorare su Marte o mi farei rapire da una astronave aliena.
Per andare sempre più lontano per dimenticare.
Per dimenticare da dove vengo e chi sono.

14 risposte a “Sempre più lontano – Giuseppe A. Veltri”

  1. Filippo ha detto:

    Giuseppe non fare il pessimista. Pensa invece a cosa succede se la tua dolce meta’ si trovasse ancora in Italia mentre tu puoi/vuoi fuggire sempre piu’ lontano e accumulare esperienza? a quel punto che fai? carriera o relazione?

  2. Filippo ha detto:

    aggiungo anche, Giuseppe, che quella che descrivi e’ la situazione di oggi. Andar via e far esperienza. Contemporaneamente agire sul presente per scrivere un futuro migliore. Per te, per noi e per tutti.

  3. Anonimo ha detto:

    Bel post Giuseppe, potrei metterci la mia firma e quella di centinaia di persone. Me escluso, la testa dell’Italia che se ne va, e all’Italia rimane solo lo stomaco e la merda.

  4. giancarlo ha detto:

    cosmico pessimismo. stai su e non andare troppo lontano. Le cose cambiano. Quasi sempre…

  5. G.V. ha detto:

    Giancarlo, senza dubbio le cose cambiano persino in Italia. Ma in quale arco temporale?

  6. Filippo ha detto:

    tra i 5 – 10 anni io prevedo un grosso rinnovamento in casa nostrana. Il tempo passa per tutti e non lascia mai le cose immutate.

  7. Lorenzo ha detto:

    Beh, restando in Italia impari un’arte che qui è essenziale per sopravvivere: quella di leccare il culo ai vecchi (baroni universitari, vescovi, capimafia, industriali). E, soprattutto, quello di nascondere le tue qualità: in Italia i vecchi al potere ti danno una possibilità solo se sei totalmente privo di qualità positive.
    Altrimenti devi andare in uno di quei paesi di tradizione anglosassone in cui un uomo di 30 non è un ragazzo ed è considerato perfettamente in grado di cambiare il mondo. I paesi anglosassoni prosperano non tanto per i talenti formati nelle loro disastrate scuole pubbliche o nelle elitarie scuole private, bensì quelli educati in altri paesi in cui la mediocrità è preferita all’eccellenza.
    L’argomento della fidanzatina è ridicolo: nel mondo, quando ci si sposta, ci si può sempre spostare in due. E’ il solito argomento familista “Cosa farai, là dove nessuno ti conosce, senza mammà e papà?” Beh, ti farai valere. E a mammà farete una telefonata ogni tanto, così impara anche lei a vivere la PROPRIA vita, non la tua.

  8. Filippo ha detto:

    mi auguro che tu non ti trovi mai a dover scegliere tra carriera ed amore, caro Lorenzo. Fa male, fa tanto male…

  9. Paolo ha detto:

    I GIOVANI NON SI FANNO AVANTI? la mail che ho mandato a romano prodi:
    caro romano,
    nonostante ti stimi tantissimo ed approvi l’operato del tuo governo, soprattutto in materia economica grazie al bravissimo Padoa-Schioppa, mi sono sentito offeso dalle tue dichiarazioni e dai tuoi commenti sui cosidetti “giovani”.
    In sostanza, hai detto che il problema generazionale in italia sarebbe dovuto al fatto che noi giovani non ci facciamo avanti..
    ma chi ha scelto dei ministri con un età ormai vegliarda? chi ha scelto dei vecchietti per il comitatone per la nascita del PD (se lo ha ammesso perfino Amato..) ?
    e i nepotismi che il governo avrebbe dovuto combattere? Non si è fatto granché mi sembra!
    Concludendo, mi faccio dunque avanti per la carica di Ministro della Ricerca e dell’Università.
    Sicuramente ci sono altri con ben più’ titoli ed esperienze… ma visto che l’attuale ministro impiega la maggior parte del suo tempo a versare lacrimuccie per la scomparsa del suo caro PCI (ops volevo dire DS! ) e che invece io mi dedicherei all’impiego al 200%, sicuramente farei meglio di lui.
    Resto quindi a tua disposizione.
    Cordiali Saluti,
    Paolo Viappiani

  10. Lorenzo ha detto:

    Ma filippo, carissimo, non leggi troppi libri della Harmony??? Ti suggerisco di prendere in mano la tua vita, o desistere. Un bel tacer non fu mai scritto.

  11. Filippo ha detto:

    bau

  12. G.V. ha detto:

    Per cautelarmi,
    Io alle mie partner faccio sempre firmare un COCOCO, rinnovabile a sei mesi…

  13. Filippo ha detto:

    macho man, I wanne be a macho man.
    Giuseppe sei un grande 🙂

  14. G.V. ha detto:

    si scherza, filippo, naturalmente..