29 Dicembre 2015

Repubblica, il PD e la questione della stepchild adoption

Appunti, Attività di governo, Attualità, Democrazia, Diritti, Governo Renzi, Laicità, Pari opportunità, Partito Democratico, Politica italiana, XVII Legislatura

Da quando la legge sulle unioni civili è passata da pura manifestazione di una nobile intenzione a un disegno di legge che, con tutte le sue difficoltà, si è instradato verso la sua unica possibile conclusione, gli amici di Repubblica mi danno sempre delle grandi soddisfazioni. A partire da un titolo di prima pagina che mi fa ancora venire gli incubi (“Arrivano le unioni civili, ma solo per i gay”: qui spiego perché) ogni giorno ce n’è una nuova. Per esempio il lancio in grande stile dell’appello di “senonoraquando-Libere” proprio in queste settimane che ci portano alla discussione in aula del ddl Cirinnà. O anche le ricostruzioni di Giuseppe Antonio Falci sulla posizione del PD circa la Stepchild adoption.

La posizione del PD, al di là delle ricostruzioni giornalistiche, si può trarre da una semplice constatazione. Che all’ultimo congresso nazionale si contrapponevano in materia due soli posizioni: quella di Civati e Cuperlo, sul matrimonio ugualitario; quella di Renzi su unioni civili e stepchild adoption. Altra posizione ufficiale non c’è. A parte naturalmente le numerosissime prese di posizione di Micaela Campana, che del PD è la responsabile nazionale per i diritti e il welfare e che parla a nome della segreteria nazionale. Oggi lo stesso Matteo Renzi ha spiegato in conferenza stampa che la proposta della stepchild adoption è nata alla Leopolda del 2012. Più chiaro di così.

E invece oggi, eccoti un bel titolo di Repubblica: “Unioni civili: il PD pronto a cancellare le adozioni”. Sottotitolo “Palazzo Chigi impone la linea morbida per non rompere con i centristi di Alfano. Con un occhio alle amministrative”. Naturalmente il PD non è affatto pronto a cancellare un bel nulla, come Renzi ha detto stamane. Lo avevamo spiegato tutti a Giuseppe Antonio Falci già il 6 dicembre scorso, quando aveva fatto un pezzo fotocopia. Titolo “Unioni civili, dietrofront sulle adozioni”, sottotitolo: “Accordo nel PD…”. Un accordo nel PD di cui naturalmente non esisteva traccia né nel partito né nella commissione che sta lavorando al testo della legge. Dei titoli in questione trovate una foto in fondo a questo post.

Ora, io capisco che qualcuno voglia far passare il PD come un partito la cui unica preoccupazione è la gestione del potere, privo di un qualsiasi patrimonio ideale, che anzi viene delegato in toto a NCD in uno schema per cui noi “facciamo gli affari” e NCD detta la linea morale, ma vorrei dire che questa ricostruzione non ha per fortuna alcuna credibilità nemmeno per i lettori dei giornali che eventualmente volessero sostenerla.

Il PD dall’elezione di Renzi alla segreteria ha aderito al PSE. Ha chiesto e ottenuto che il proprio posto nella commissione europea fosse quello dell’Alto rappresentante per la politica estera e la difesa, rivendicando l’importanza dell’Europa dei valori rispetto a quella dei numeri. Ha investito sulla scuola come nessun governo nella storia recente del nostro paese, recuperando la dignità della funzione docente. Ha internazionalizzato i musei e stanziato fondi mai visti sulla cultura nella legge di stabilità. Ha di recente fatto l’unica proposta notevole in tutta Europa in tema di sicurezza, sul principio che a ogni euro speso reattivamente in intelligence e difesa si deve rispondere proattivamente con un euro in cultura e sviluppo delle nostre periferie. Ha messo a rischio il consenso facile affermando che per noi salvare vite umane viene prima di qualsiasi messaggio razzista e demagogico, costi quel che costi. Ha messo in cantiere e approvato alla Camera una legge che finalmente darà la cittadinanza a tutti i nostri bambini, qualsiasi sia la loro origine nazionale. Ha votato una legge sulla continuità affettiva dei bambini dati in affido e realizzato il superamento della distinzione tra figli naturali e legittimi. Ha approvato il divorzio breve. Non ha proposto ricorso alla condanna della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che ci ha condannati per non avere una legge sulle unioni gay – riconoscendo dunque la violazione della Convenzione sui diritti fondamentali – e ora porta in aula, con le unghie e con i denti, la legge sulle unioni civili che languiva da mesi e mesi in commissione Giustizia al Senato, chiedendo e ottenendo la calendarizzazione in aula del provvedimento.

Altro che mancanza di valori. Il PD ce li ha e sono molto chiari. Tra questi anche la possibilità di dissentire su alcune questioni, senza che questo comporti la fucilazione politica via blog come accade a casa del partito nostro principale avversario del momento. L’epurazione non va di moda nel PD perché abbiamo una vera cultura democratica all’interno del partito che, come sempre accade a chi governa, si riflette nella cultura che infondiamo nel governo delle istituzioni del Paese (ed è il motivo per cui dà molto da pensare l’eventualità di avere al governo chi gestisce il dissenso con l’epurazione).

Quindi, cari amici di Repubblica, lasciamo stare i retroscena e le ricostruzioni basate evidentemente sul contributo di chi, nel partito e fuori, legittimamente non concorda con questo provvedimento e che vengono attribuite al partito nella sua interezza. Noi andiamo avanti come si è sempre detto e fatto, con la più grande disponibilità a lavorare per cercare un accordo quanto più ampio è possibile – e va dato atto a Monica Cirinnà di aver fatto un colossale lavoro di cesello in questo senso – ma sapendo che unioni civili e stepchild adoption sono già il risultato di un compromesso che probabilmente salverà l’Italia dagli strali delle Corti internazionali e della Corte Costituzionale, ma che certamente non porrà l’Italia in una posizione di avanguardia tra i paesi occidentali.

Stepchild adoption Repubblica