15 Settembre 2014

“Città criminali” – il paradosso di Foggia

Comunicati stampa

Il Sole-24Ore redige annualmente la classifica italiana della delittuosità dei territori, che viene spesso indicata come classifica delle “città criminali”. In realtà l’indagine si basa su un parametro di affidabilità relativa, che è quello del numero di reati denunciati ogni 100mila abitanti. Come tutte le statistiche, non va quindi presa per oro colato (non comprende, ad esempio, alcun indice di “sicurezza percepita”, che è invece molto importante per valutare lo stato d’animo dei cittadini), ma fornisce comunque utili spunti di riflessione.
È una graduatoria nella quale i primati negativi non appartengono al Mezzogiorno, una volta tanto: anzi è una provincia del Sud, quella di Matera, a chiudere una classifica capeggiata da Milano e nella quale Napoli arriva solo dopo la trentesima posizione. Purtroppo la provincia di Foggia, alla quale sono molto legato per ragioni biografiche, fa registrare anche in questa graduatoria sorprendente ed un po’ anomala, un poco lusinghiero 23esimo posto, che ne fa il primo territorio per indice di delitti del Mezzogiorno peninsulare. Una situazione che merita attenzione da parte dello Stato. Di seguito il comunicato stampa che ho diffuso sull’argomento.

“Anche la classifica sulla criminalità redatta dal Sole 24Ore per il 2013 conferma i timori sulla situazione di Foggia e della Capitanata.” lo dichiara il sottosegretario alle Rifome del Governo Renzi e deputato del Pd pugliese Ivan Scalfarotto, che aggiunge “Il parametro utilizzato, che è quello del numero di denunce per 100mila abitanti, favorisce le province meridionali rispetto a quelle del centro-nord. Malgrado questo, la Capitanata si classifica al 23esimo posto su 106, risultando prima in Puglia e nel Mezzogiorno continentale.”
“La fredda evidenza delle statistiche” dice ancora il sottosegretario “conferma la percezione di grande insicurezza vissuta dai cittadini, che si trovano a far fronte non solo ad una pericolosa presenza mafiosa, ma anche ad una aggressiva microcriminalità e ad altri fenomeni delittuosi, a cominciare dal vandalismo.”
“Anche questi dati, che forse sarebbero ancora peggiori se molti cittadini non fossero ormai rassegnati a non denunciare” conclude Scalfarotto “devono indurre le istituzioni e i loro rappresentanti, dal ministro Alfano alla presidente dell’Antimafia Rosy Bindi, a moltiplicare lo sforzo di attenzione e di risposta dello Stato, chiamato a garantire i beni e il benessere dei cittadini.”