17 Maggio 2014

Una vittoria

Appunti

Nei giorni in cui sono stato a Malta per l’edizione 2014 dell’IDAHO Forum, una delle cose di cui si è più parlato è stata la vittoria di Conchita Wurst all’Eurovison Song Contest. Il trionfo della musica ma anche dell’apertura mentale, dell’accettazione, del superamento della sorpresa che ci provoca il diverso da noi. Ciò su cui tutti a Malta concordavano era che il successo della drag queen con barba è stato anche la vittoria della scelta coraggiosa dell’Austria che ha creduto nella canzone e nel talento di Conchita al di là di pregiudizi e cliché. E anche al di là dello scandalo.

La verità è che la musica – come ogni altro aspetto della vita – è più veloce della politica ed entra diretta nella nostra quotidianità con quella semplicità che quando si parla di diritti e tolleranza dovrebbe essere la regola. La vittoria dell’Austria è in un certo senso la vittoria dell’Europa che si è incontrata a Malta questa settimana: la vittoria dell’Europa dei diritti umani e civili, un tema di cui non si parla mai (nemmeno in questa camapagna elettorale) e che molti considerano una questione secondaria. E invece io credo che se c’è qualcosa che ci identifica come europei è proprio la nostra cultura della “tolleranza”, che se stenta purtroppo in molte parti del continente – Italia compresa – a trasformarsi in cultura dell’accettazione, resta comunque un tratto distintivo di ciò che siamo e vogliamo essere nel mondo.

Ma fatemi sottolineare anche come la vittoria di Conchita sia stata anche la vittoria dell’Italia. Conchita ha ricevuto i 12 punti, il punteggio massimo, anche dal nostro Paese. A smentire chi pensa che la nostra società “non sia pronta” e a rafforzare la mia firma (nella foto, con i ministri Helena Dalli di Malta e Erik Ullenhag, svedese) a nome del nostro Paese sotto la dichiarazione di Malta. I cinque giurati italiani Luca De Gennaro, Paola Folli, Andrea Mirò, Francesco Pasquero e Andrea Laffranchi hanno riconosciuto il messaggio di amore e tolleranza (e soprattutto credo gli sia piaciuta la canzone) e hanno scelto di premiarlo. E la giuria popolare italiana ha premiato la cantante austriaca con convinzione ancora maggiore.

Oggi che celebriamo la giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia penso con tutta franchezza che non ci sia messaggio più evidente della vittoria della bella canzone di una drag queen con la barba. Una vittoria contro l’omofobia e la transfobia.

L'Italia firma la dichiarazione di Malta

L’Italia firma la dichiarazione di Malta

2 risposte a “Una vittoria”

  1. Manuela ha detto:

    E’molto bello quello che racconti anche io credo molto nel rispetto per l’altro e per chi ha modi di sentire diversi: questo significs civilta’. MANUELA

  2. giorgio beltramin ha detto:

    Cosa c’entrano l’omofobia e la transfobia?

    Una donna con la barba, sia essa una donna vera o un uomo travestito da donna che ESIBISCE una barba da uomo, costituira’ sempre una sorpresa.

    Soprattutto quando non si tratta di una donna barbuta, quella dei circhi di una volta, ma di un uomo che vestito e truccato da donna TI ESIBISCE davanti al naso la sua bella barbetta con la chiara intenzione che tu rimanga “sorpreso”!

    L’accettazione dei “diversi” non c’entra un picchio!

    Il sentimento della sorpresa, cioe’ la sorpresa di alzare gli occhi dal giornale e di trovarci una Conchita con la barba (donna o uomo: non fa differenza) seduta davanti a noi su un treno pendolare quando ci rechiamo al lavoro, caro Scalfarotto, quella, per favore, ce la lasci!

    O vuole farci credere che voi omosessuali non vi sorprendete piu’ di nulla?
    In nome dell’uguaglianza dei sessi, di tutti i sessi, e di tutte le forme di sessualita’ volete togliere all’umanita’ il senso della sorpresa.
    Davvrero dobbiamo eliminare dal nostro DNA il fattore sorpresa?

    Insomma: i “non diversi” devono ormai sforzarsi di capire che tutte le diversita’ assumono forme “sorprendentemente” inconsuete e se i “diversi” decidono di esisbirsi in modo esibizionistico ed eccentrico, i “non diversi”, per dimostrarsi civili e progressisti devono soffocare la sorpresa e far finta di niente. (E m’immagino come ci rimarebbe male l’esibizionista “sessualmente diverso” quando non se lo caga nessuno?)

    Ma quanti sforzi assurdi dobbiamo fare per non passare per omofobi o transfobi?

    E quando ci troviamo di fronte al tradizionale uovo di Pasqua la sorpresa di cosa ci sara’ dentro l’uovo ce la lascia o in nome del progresso civile un giorno troveremo scritto fuori dall’uovo:
    “Questo uovo contiene una sorpresa: un pupazzetto della drag queen Conchita Wurst con la barba”: NON SORPRENDETEVI: e’ contro la legge !”?

    La verita’ e’ questa:
    Le giurie del Festival, SORPRESE da questo bel maschietto vestito da donna e con una bella e ben curata barbetta, e SORPRESE che il bel giovanottino aveva anche una bella voce da donna e cantava una canzoncina piu’ bella di tutte le altre lo hanno premiato per la sua bravura, la bella canzoncina e il “sorprendente” personaggio pop che aveva creato per esibirsi nello show business della canzone.

    E invece la Conchita diventa una vittoria contro l’omofobia e la transfobia perche’ grazie a lui/lei, abituandoci alle donne con la barba e smettendo di “sorprenderci” diventeremo piu’ civili e progressisti.

    Ma davvero?