6 Settembre 2013

La dittatura dei cittadini

Democrazia, XVII Legislatura

Oggi M5S ha issato la sua bandiera sul tetto di Montecitorio. Il tentativo di sostituire le insegne della nazione con quelle proprie non si vedeva a Montecitorio dal 1922. “Noi rappresentiamo i cittadini”, dicono. Tutti i cittadini, immagino. Anche quelli che non votano per loro. Il passo successivo è dunque che bastano loro, qui a Montecitorio. Cento per cento dei parlamentari 5Stelle, come dice Grillo, e tutti i cittadini sono rappresentati. Semplice: un po’ come il PCUS, che rappresentava (tutto) il proletariato, M5S rappresenta (tutti) i cittadini. Dalla dittatura del proletariato alla dittatura dei cittadini.

6 risposte a “La dittatura dei cittadini”

  1. Gianluca ha detto:

    Ma dai, mica hanno messo la loro bandiera, hanno solo srotolato uno striscione (tra l’altro con una scritta più che condivisibile)… Non esageriamo adesso, stiamo scivolando nel ridicolo criticando a priori ogni singola cosa che fanno

  2. BrunoBianco ha detto:

    Sei un bugiardo

  3. stefano ha detto:

    É strano come venga accuratamente scelta ogni iniziativa o frase estrapolata da un contesto per criticare i 5s.

    Stavolta visto la negligenza del garante vogliono difendere la costituzione per sollevare un dibattito e anche stavolta non va bene.

    Ormai non c’é piú un premio nobel che non riconosca che l’euro é un fallimento e voi ancora li a difendere un impianto monetario accusando grillo di demagogia.

    …gli italiani si stanno svegliando, prendetene atto.

  4. Meursault ha detto:

    Che cattivoni! Detto poi da uno che aveva l’appoggio per far passare la legge contro l’omofobia con tutte le aggravanti e ha deciso di prostrarsi ai piedi dei responsabili che ora fanno tremare il palazzo al guizzo del padrone (servilismo 2.0), fa davvero sorridere. Scalpha, leggi qui e fai il tuo solito carpiato con avvitamento multiplo:
    “Festa Pd, solo ospiti etero a incontro su famiglia. “Per i gay altre occasioni”
    A Torino il Partito democratico ha deciso di non invitare il raggruppamento di associazioni piemontesi Lgbt al dibattito “Famiglia nel cambiamento economico sociale”. Il segretario regionale Gianfranco Morgando ha spiegato che gli organizzatori hanno preso come riferimento il concetto così come definito dall’art. 29 della Costituzione. Dal coordinamento rispondono: “Noi saremo presenti con la protesta”

    E mo? Cerca di inventartela convincente la prossima scusa, fai uno sforzo almeno.

  5. Alberto ha detto:

    Non è affatto strano, invece, che i commenti si soffermino su questo o quel particolare o parlino d’altro, come sempre, per evitare di intervenire sul punto centrale: che un movimento che pretende di rappresentare tutti e che ritiene ogni altro movimento diverso da se’ un nemico da combattere, e chi li sostiene dei poveri babbei, è un movimento totalitario, non democratico. Chi non lo capisce o ha l’età mentale e la conoscenza della storia di un undicenne, o non vuole capire.

  6. Elisa ha detto:

    Perchè allora caro Scalfarotto lei non ha protestato contro la vecchia, obsoleta, innaturale, tarpatrice definizione di famiglia presa dalla Costituzione che hanno adottato i Suoi esimi colleghi torinesi?