11 Agosto 2013

Un paese più gentile, dove vivere e non voler morire

Appunti, Attività parlamentare, Diritti, Laicità, XVII Legislatura

Se ne hai il coraggio, morire, in fondo, è una soluzione. Per finirla lì, per non soffrire più, per non sentire più il dolore di chi non appartiene, per sottrarsi a una vergogna che ti viene imposta e di cui non proprio non comprendi la ragione. Per far vedere che eri uno che aveva la forza, altrochè se l’avevi. Tanto da fare una cosa enorme, che nessuno di loro avrebbe mai avuto le palle di fare. Anche per farli sentire di merda: per una volta che tocchi a loro sentirsi così. E per avere ragione, alla fine. Che quando muori per il male che gli altri ti hanno fatto, poi sono cavoli per chi rimane.

E’ solo che dovremmo fermarci a riflettere su quanto sia assurdo che a 14 anni si debba combattere con questi pensieri. Che uno poi ne abbia il coraggio oppure no, davvero non ha senso che a quell’età si debba fare i conti con la possibilità concreta di buttarsi da un balcone o di stringersi una corda intorno al collo.

Questa è l’omofobia: lo dico a tutte le persone che mi scrivono per email o sul blog per dirmi che la legge contro l’omofobia non serve, che una persona è una persona indipendentemente dal suo orientamento sessuale, che una legge speciale per tutelare le persone LGBT non è proprio necessaria. Lo stigma, la vergogna, l’esclusione che ha provato il ragazzino di Roma costituiscono invece una pressione insostenibile. Un peso che la società lascia – per superficialità nel migliore dei casi, più spesso per una forma di omofobia che non sarà mai penalmente rilevante ma è ugualmente orribile sul piano morale – sulle spalle di uomini e donne, di ragazzi e di ragazze, che devono rispondere del fatto di non essere quello che la maggioranza delle persone (a partire spesso dai genitori) vorrebbe che essi fossero.

La legge di cui stiamo discutendo alla Camera è una norma penale, e come tale deve essere necessariamente destinata a combattere crimini, casi limite. Sbaglia chi si aspetta una legge punitiva, una norma della rivincita: in uno stato di diritto le opinioni devono rimanere libere anche quando sono sgradevoli o moralmente discutibili. Ma è indubbio che l’approvazione della legge servirà anche a veicolare all’intero Paese il messaggio che l’omofobia e la transfobia sono forme di odio come le altre, da stigmatizzare e condannare esattamente come il razzismo, la xenofobia, l’antisemitismo. E’ per questo che abbiamo scelto la via di estendere la Legge Mancino, che vige pacificamente da vent’anni nel nostro ordinamento contro ogni forma d’odio, per dare questo segnale.

Perché anche la legge penale più severa non servirebbe a raggiungere lo scopo autentico, che è quello di far riflettere questo nostro paese. Un paese che ha ripudiato il politicamente corretto senza averlo mai veramente adottato. Per cui può succedere che una ministra di colore sia paragonata a un orango dal vicepresidente del Senato senza che accada una rivoluzione. O che il più grande e prestigioso giornale d’Italia ospiti, senza contraddittorio, una serie di articoli contro la legge contro l’omofobia firmati da quello stesso Piero Ostellino diventato celebre per aver scritto una delle cose più ributtanti dell’ultimo decennio, quella che le donne “sono sedute sulla propria fortuna”, e averlo fatto – a quanto pare – senza alcuna conseguenza.

Il mio tentativo di arrivare a una legge condivisa mi attira critiche pesanti da parte di esponenti della comunità LGBT, da frange estreme del mondo cattolico e dai soliti 5 stelle, il cui modo di fare politica continua a lasciarmi ogni giorno di più attonito e preoccupato. Per dare un’idea, oggi qualcuno mi ha addirittura accusato di essere il mandante morale del suicidio dell’adolescente di Roma (e di questo mi riservo di discutere con gli autori in tribunale). Ma, al di là di questi estremi, quello che si rivendica da entrambe le parti è la volontà di rimanere in una specie di stato di guerriglia permanente, senza capire che l’obiettivo non può essere quello di consumare una rivincita, ma quello di far progredire la nostra coscienza civile.

La lettera di ventisei parlamentari cattolici ad Avvenire, pronti a votare la legge contro l’omofobia, è stata interpretata come il segno di un compromesso inaccettabile da parte di qualcuno per l’equazione secondo cui una legge buona per i gay dev’essere necessariamente una legge cattiva per (o con?) i cattolici. Come se i cattolici fossero una sola cosa e invece, credetemi, ho compreso rapidamente che sono una delle poche comunità che riesce ad essere perfino più composita ed eterogenea di quella omosessuale.

E’ una visione manichea tipica di una certa vena politica italiana che vive se stessa soltanto per differenza, solo in quanto capace di definirsi come opposta al nemico. E’ la visione secondo la quale “meglio nessuna legge che una cattiva legge”, essendo la legge buona quella che stermina l’avversario. Una legge, quest’ultima, che chiaramente non arriverà mai, perché l’avversario non ha alcuna voglia di lasciarsi sterminare. E in fondo fa anche piacere che non arrivi mai, perché col nemico nasce una specie di sindrome di Stoccolma: se morisse il nemico che ti identifica e ti definisce, infatti, non esisteresti nemmeno più tu. In fondo sono vent’anni che aspettiamo questa legge e la legge non arriva. Un motivo ci dovrà pur essere.

Non è certo di questo che avrebbe avuto bisogno il ragazzino che è morto a Roma, non era quello che sarebbe servito a me e a tanti come me quando avevamo la sua età e la testa ci si riempiva degli stessi pensieri. Avremmo avuto bisogno di un paese più gentile e meno volgare, di famiglie meglio informate e più pronte, di scuole più aperte, più capaci di ascoltare il disagio e di stabilire una cultura di autentica inclusione e di rispetto. Avremmo avuto bisogno di una politica meno barricadera e più concreta, che facesse le leggi e non speculasse per quattro schifosissimi voti sulla vita e sulla morte di uno che fino a ieri era un bambino.

E’ per rispetto a lui che non parteciperò più al chiacchiericcio su questa legge fino al voto della Camera. Voto che si terrà in settembre non per misteriosi “gomblotti” ma solo perché, secondo regolamento, è necessario votare le leggi in un mese di calendario diverso dalla discussione per poter ottenere il contingentamento dei tempi ed evitare l’ostruzionismo. Ne parlerò il meno possibile perché, finché la legge non sarà votata dalla Camera, vorrebbe dire continuare, come si sta facendo da settimane e come fanno tipicamente gli inconcludenti, a parlare del nulla.

L’obiettivo è una buona legge: la Mancino, applicata integralmente sui due suoi concetti cardine del divieto di discriminazione e dell’aggravante sui reati. E con una norma che ribadisca il principio dell’articolo 21 della Costituzione sulla libertà di pensiero: non solo nei confronti dell’omosessualità, ma di tutto l’ambito di applicazione della Legge Mancino. Ci sarà da lavorare e gli avversari della legge saranno ossi durissimi. Ma proveremo a portarla a casa. Col consenso più vasto possibile, perché non abbiamo bisogno di una legge di qualcuno contro qualcun altro. Abbiamo bisogno, e in fretta, di un paese migliore che sia in grado di approvare una legge che appartiene a tutti.

37 risposte a “Un paese più gentile, dove vivere e non voler morire”

  1. Manlio Converti ha detto:

    Il 30% dei suicidi tra gli adolescenti è gay, secondo studi non italiani. In Italia gli studi medici si fanno solo per stigmatizzarci sull’Hiv, perchè siamo ignorati nell’ anamnesi anagrafica.
    Secondo gli studi internazionali è anche vero che la riposta da dare agli altri ragazzi a rischio : Fare il Coming Out è protettivo, basta dire ai genitori e a tutti quanti ‘Sono GAY e SONO FELICE di essere così!’

  2. sergio bosco ha detto:

    stigmatizzati, derisi e pure carcerati i piccoli omofobi si uccideranno come mosche, e nessun sciacallotto spargerà una lacrima per loro…

  3. Gianluca ha detto:

    Caro Scalfarotto.Permettimi alla tenera età di 46 anni suonatissimi di non avere nessuna fiducia nelle aperture del mondo cattolico (italiano in primis). Da laico io parto dal presupposto che visioni del mondo diverse possono convivere e trovare basi comuni per un riconoscimento reciproco. Un cattolico fa molta fatica ad accettare questa prospettiva, vuoi perché ogni religione si basa comunque su un concetto di “assoluto” che credo faccia davvero a cazzotti con quello di “relativo”, vuoi perché in Italia i cattolici che fanno politica difficilmente alzano la loro voce per cantare “fuori dal coro” che il Vaticano concerta da sempre (ci sono pochissime, rarissime eccezioni, ovvio).
    Ora, su questa storia dell’omofobia, il mondo cattolico ha nuovamente confermato questa mia visione (almeno per me, ovvio, non ho la verità in tasca). L’estensione di una legge su cui nessuno ha fatto un fiato a suo tempo (e ci mancherebbe) all’aggravante di omo-e-trans-fobia ha scatenato un putiferio vergognoso (reati di opinione? libertà di pensiero??). Un putiferio di malafede (anzi, io la chiamo MalaFede) e ignoranza, pregiudizi e luoghi comuni, su cui l’unica reazione possibile era (e resta, per me) quella di essere INFLESSIBILI sui principi che ispirano questa legge. Così non è. State contrattando sulle briciole che rimangono, una volta riaffermati i soliti principi, ovvero che la torta dei diritti e dell’uguaglianza non vale proprio per tutti, e che al massimo possiamo essere “tollerati”. Non sarebbe stato il caso di essere un filo più saldi invece che precipitarsi a rassicurare una Binetti o un Giovanardi che questa legge non sposterà di un micron l’ago della bilancia verso una Italia più laica, intendendo quindi anche il nostro paese come un Bene Comune e non come il “loro” paese dove noi abbiamo una cittadinanza graziosamente concessaci, purché ci si comporti a modino?
    Mentre si perde tempo da anni a mediare con qualcuno che non ha vera, reale voglia di aprirsi a nulla, un’altra persona è morta a causa di questo cancro che si chiama a volte omofobia, a volte razzismo, o violenza, o misoginia, o bullismo, cambiano i nomi e le vittime di turno, ma non la sostanza.
    Ho da anni perso ogni fiducia nella mediazione e nel calcolo politico miope di puntare al minimo. Qua, o si lotta per avere dei pieni diritti, per tutti e tutte, o si muore. In tanti modi. Si uccide il diverso.Si muore un po’ ogni giorno. O ci si toglie la vita.

  4. Atrus ha detto:

    Ecco, per me le persone che dopo un evento del genere si rifiutano ancora di votare una legge contro l’omofobia sarebbero da condannare come complici nella morte di questo ragazzo, perché se i bulli e l’omofobia esistono a questi livelli è solo perché la società non solo lo permette, ma addirittura li incoraggia.

    Ed è chiaro poi che i cattolici che non vogliono questa legge non sono quelli del popolo, i giovani, gli “illuminati” e aperti al cambiamento: sono le gerarchie ecclesiastiche, quelli che hanno interesse a non cambiare niente, quelli che sono cattolici “per eredità” e poi manco vanno a messa, e in primi gli opportunisti politici tre volte divorziati ma che difendono la famiglia “naturale”. Queste persone non sono politiche perché non sanno mediare, non sanno aprirsi, non sanno trovare una soluzione di accordo ma solo una di compromesso (al ribasso, per l’altra parte, che loro al massimo concedono turandosi il naso).

    Io ho ‘solo’ 34 anni ma sono stufo di aspettare, sono stufo di sentir dire “meglio un contentino che niente” e che bisogna scontentarsi noi accontentare tutti. Voglio un do ut des, non solo cedere sulle nostre posizioni senza mai ricevere nulla in cambio. Non si può fare la legge sull’omofobia, niente matrimonio, niente pari diritti? Sta bene. Però in cambio voglio una legge che dice che le persone LGBT, in quanto cittadini di serie B, sono autorizzati a non pagare le tasse. Dopotutto se devo comprarmi una guardia del corpo e andare all’estero per sposarmi ho bisogno di mettere da parte dei soldi.

  5. […] Nel suo post di ieri I’on. Ivan Scalfarotto fa alcune considerazioni politiche sul percorso della legge contro l’omofobia e la transfobia decisamente degne  di nota. Purtroppo in negativo. La sua riflessione comincia dicendo che chi critica, le scelte da lui fatte sulla legge, sia tra le associazioni lgbt che tra i cattolici, lo fa in nome di una “la volontà di rimanere in una specie di stato di guerriglia permanente” Mi sembra una versione ingiustamente semplificata e falsa nel merito, la classica retorica degli “opposti estremismi” che tanti danni ha portato nel nostro Paese e che mette sullo stesso piano le vittime e i carnefici. Per quel che ci riguarda, non credo affatto che nessuno delle associazioni lgbt che hanno criticato lo svuotamento della legge voglia uno stato di guerriglia o una rivincita. Si rivendica solo una legge che tuteli da omofobia e transfobia come già tutela da oltre 20 anni dalle discriminazioni razziali e religiose. Una legge, appunto, già in vigore da tempo, per nulla estremista e che fino ad oggi non era stata certo tacciata di essere troppo dura o vendicativa nei confronti dei razzisti e non aveva suscitato alcun dubbio in merito alla libertà di opinione. Dove sta la volontà di guerriglia in questo? […]

  6. Andrew ha detto:

    Hai accettato un compromesso ben al di sotto della decenza.
    Ed è ridicolo fingere di non sapere che solo in Italia ci si piega a compromessi con quel manipolo di fanatici che peraltro non vanno chiamati cattolici ma estremisti clericali.
    E in quanto alla sindrome di Stoccolma, quello che sembra godere e approfittare dell’esistenza di tali fanatici estremisti sei tu, che benefici di una rendita di posizione nel PD e accetti di far parte della corrente dei renziani che esprime posizioni agghiaccianti come quelle della lettera all’Avvenire, firmata appunto anche da diversi renziani.
    E il fatto che tu abbia accettato senza colpo ferire che l’omofobia non è razzismo ma qualcosa di meno grave e che quindi ammette linguaggi e discriminazioni che mai sarebbero ammessi se basati su differenza di colore della pelle o di religione, la dice lunga sulla tua propensione a preferire la poltrona facile alla battaglia difficile.
    E non è con attacchi al M5S (certamente imperfetti) che puoi sperare di coprire il fatto che la legge contro l’omofobia come doveva essere fatta era quellana cui si sarebbe arrivati per mezzo di un accordo col M5S invece che questo indecente compromesso all’ultraribasso fatto con i catto-estremisti e al quale tu ti sei adattato senza problemi.

  7. […] Scalfarotto e al suo post di ieri, vorrei rispondere brevemente dicendo che, al di là di tutti i ragionamenti che ognuno di noi può […]

  8. […] Scalfarotto e al suo post di ieri, vorrei rispondere brevemente dicendo che, al di là di tutti i ragionamenti che ognuno di noi può […]

  9. kemal pasovic ha detto:

    certo che a te la faccia tosta non ti manca.
    noi del m5s non ti permetteremo mai di svendere una legge che abbiamo firmato e che peraltro non e´ neanche tua.
    e´ della rete lenford.
    Confido nel tuo capo corrente renzi che si renda conto della miopia politica che ti distingue e al prossimo giro ti lasci a casa. Tanto per il tuo modo di far politica…..

  10. luca ha detto:

    ciao senzavergogna! ma di che parli? prima di nominare il M5S dovresti sciacquarti bocca e coscienza 8x questa faccenda e tutte le altre!)! ovvio che sei un mandate morale del suicidio di quel bambino come lo è ognuno di noi in misura diversa. ho commnetato oggi sul profilo di fabrizio marrazzo la questione delle responsabilità, pregandolo di prendere le distanze da un partito colluso, corrotto, complice e morto politicamente e per morale come il pd! senza entrare in altre questioni per le quali dovresti avere la decenza di uscire da qlla fogna che è il pd, dovresti smettere di elemosinare i diritti, se non riesci ad ottenere qllo a cui miri, devi lasciarli perdere piuttosto che accettare la presa per il culo, o il compromesso per conservare al caldo il tuo! (perchè legittimamente il sospetto ci viene). che legge è qlla che ti suggerisce giovanardi? sai bene che è inutile e mette la parola fine ad una questione che resterebbe più che scoperta e grave. imparate a afre politica senza piegarvi. ok colloquiare, ma soccombere è altra cosa! sei lì dentro e conosci i nostri membri e sai qnto valgono! tu sei dentro e, a prescindere dai tg, lo sai che siete tutti teste di legno e schaicciabottoni strapagati da noi ma al servizio di 4 killer del paese, e che il m5s è l unica resistenza democratica lì dentro. ribellatevi cazzo! ci state uccidendo!!!! abbi la decenza di incazzarti o di dimetterti! MAI NEL MIO NOME!

  11. Ile ha detto:

    Senti, ma il Pd l’appoggia la legge di Rete Lenford? no, chiariamoci sulle basi. Su quelle tre leggi ci siamo impegnati come candidati , ci sono i voti del Pd o no?
    Se non ci sono, non prendertela con chi vuole rispettare quell’impegno.

  12. Filippo ha detto:

    Le chiacchiere stanno a zero. Il PD la vota la legge? Se tutte le associazioni ti si rivoltano contro EVIDENTEMENTE un motivo ci sarà.

  13. Francesca ha detto:

    Gli emendamenti alla legge (studiata e redatta dalla rete lenford, non certo da Lei, signor Scalfarotto) presentati in commissione da PD e PDL hanno, di fatto, svuotato le norme di un qualunque senso giuridico.
    Per prima cosa la mancata previsione dell’aggravante DISCRIMINA le persone lgbtq rispetto agli altri soggetti tutelati dalla legge Mancino. Dare dello sporco negro ad una persona di colore è un reato (ed è giusto che sia così) aggravato dalla “matrice” razzista, così come lo è dare del “brutto cattolico/musulmano/buddista di merda” ad una persona che professa la propria fede e viene ingiuriata per questo. Anche in questo caso c’è l’aggravante. Tale aggravante era presente anche nella legge sull’omo/transfobia così come originariamente strutturata. PD ePDL hanno deciso di toglierla, creando in questo modo un discrimine tra il reato legato all’omo/transfobia e quelli legati al razzismo o ai motivi religiosi. Questa legge, nata per tutelare è una legge che discrimina. Anche solo per questo è inaccettabile il Suo comportamento.
    Secondo punto: la legge, che introduce una nuova fattispecie di reato, dovrebbe anche dare delle definizioni. Nel testo emendato in commissione non esiste una definizione nè di omofobia nè di transfobia. Si demanda al Giudice la definizione, con la conseguenza che si creeranno filoni giurisprudenziali che vanno in una direzione ed altri che vanno in un’altra.
    Se è vero che “iuria novit Curia” (in poche parole: il giudice conosce la legge), è anche vero che una legge che non dà indicazioni, che non definisce, è di difficile interpretazione ed applicazione.
    Inoltre L’Unione Europea (questa astratta entità che, per i politici italiani, diventa soggetto giuridico che impone norme solo quando si parla di tasse da aumentare) chiede da anni all’Italia una legge che tuteli le persone da reati legati all’identità di genere o all’orientamento sessuale, non una legge sull’omo/transfobia. Sono due concetti molto diversi, proprio perchè l’identità di genere e l’orientamento sessuale sono, di per se, dati oggettivi, mentre l’omofobia e la transfobia sono concetti non oggettivi e che rientrano nella sfera interiore del soggetto che compie il reato e questa circostanza, nel diritto penale, dà adito ala creazione di tesi difensive che vanno a tutto vantaggio dell’imputato.
    Ecco, caro Scalfarotto, perché le associazioni LGBT si sono rivoltate contro di Lei.
    Se non capisce questi semplici concetti non è adatto a legiferare. Se invece questi concetti Le sono ben chiari… allora è anche peggio.
    In ogni caso, Lei non è in grado di rappresentare la comunità LGBT che Le ha dato fiducia votandoLa.
    Per fortuna il mio voto è andato a qualcun altro che si sta impegnando affinché la legge approvanda sia davvero una legge a tutela delle perosne come me che non hanno alcuna tutela
    Un’ultima cosa: come mai non è sceso a compromessi quando si è trattato di estendere anche ai compagni dei parlamentari omosessuali gli stessi diritti di cui godono i compagni dei parlamentari eterosessuali?
    Non èpiù il momento delle prese in giro, lo ricordi quando voterà.

  14. SurrexitVere ha detto:

    Se ne hai il coraggio, morire, in fondo, è una soluzione. Per finirla lì, per non soffrire più, per non sentire più il dolore di chi non appartiene, per sottrarsi a una vergogna che ti viene imposta e di cui proprio non comprendi la ragione. Per far vedere che eri uno che aveva la forza, altroché se l’avevi. Tanto da fare una cosa enorme, che nessuno di loro avrebbe mai avuto le palle di fare. Anche per farli sentire di merda: per una volta che tocchi a loro sentirsi così. E per avere ragione, alla fine. Che quando muori per il male che gli altri ti hanno fatto, poi sono cavoli per chi rimane.

    Questa condizione non è esclusiva dei gay. Lo sai. Eppure è ciò che ripeti da un paio di mesi ad oltranza su twitter e sul blog.
    Perché atti disumani contro un disabile non dovrebbero prevedere una simile aggravante? Perché atti disumani contro un senza fissa dimora non dovrebbero contemplarla? Forse perché sono meno frequenti? È una misura equa? Rispondi in cuor tuo a queste domande, che ti ho già posto su twitter.

    E’ solo che dovremmo fermarci a riflettere su quanto sia assurdo che a 14 anni si debba combattere con questi pensieri. Che uno poi ne abbia il coraggio oppure no, davvero non ha senso che a quell’età si debba fare i conti con la possibilità concreta di buttarsi da un balcone o di stringersi una corda intorno al collo.

    A 14 anni è assurdo che si debba combattere col pensiero di uccidersi per una bocciatura, per un rapporto concluso con la fidanzatina. Non è questo il mondo che vogliamo, né io, né te. Ma non credo che la strada migliore sia una legge.
    In ogni caso non sei al centro del mondo, non lo è nessuno. Eppure tanti ragazzi si uccidono convinti che il loro dolore sia l’unico, vero dolore. E non è certo colpa loro.

    Lo stigma, la vergogna, l’esclusione che ha provato il ragazzino di Roma costituiscono invece una pressione insostenibile. Un peso che la società lascia – per superficialità nel migliore dei casi, più spesso per una forma di omofobia che non sarà mai penalmente rilevante ma è ugualmente orribile sul piano morale – sulle spalle di uomini e donne, di ragazzi e di ragazze, che devono rispondere del fatto di non essere quello che la maggioranza delle persone (a partire spesso dai genitori) vorrebbe che essi fossero.

    Un ragazzo focomelico, una ragazza orribilmente ustionata, pensi non vivano quotidianamente sulla loro pelle lo stesso disagio? La vita che viviamo per larga parte non ce la scegliamo noi, ma siamo noi a doverla vivere appieno e degnamente e a dover aiutare gli altri a viverla altrettanto pienamente. Non è normando che si instaura il rispetto. Non è normando che si rendono più uguali le persone, che uguali non sono (e non è un problema, non lo sarà mai, perché la diversità è ricchezza, ed è questo che va fatto capire a chi ancora si ostina ad aver paura/ribrezzo della diversità).

    La legge di cui stiamo discutendo alla Camera è una norma penale, e come tale deve essere necessariamente destinata a combattere crimini, casi limite. Sbaglia chi si aspetta una legge punitiva, una norma della rivincita: in uno stato di diritto le opinioni devono rimanere libere anche quando sono sgradevoli o moralmente discutibili.

    Cosa ti assicura però che tale norma non possa portare – sempre per la discrezionalità di giudizio dei magistrati – proprio alla mancanza di libertà di avere opinioni che tu ritieni “sgradevoli” o “moralmente discutibili” e che per altri possono essere invece “consigli evangelici per vivere una vita ben riuscita e quindi, in ultima analisi, per essere felici” o anche, per chi non crede ma ha convinzioni differenti dalle tue, “opinioni rispettabili seppur non condivisibili”?

    Ma è indubbio che l’approvazione della legge servirà anche a veicolare all’intero Paese il messaggio che l’omofobia e la transfobia sono forme di odio come le altre, da stigmatizzare e condannare esattamente come il razzismo, la xenofobia, l’antisemitismo.

    Sì, ma a che prezzo?

    Perché anche la legge penale più severa non servirebbe a raggiungere lo scopo autentico, che è quello di far riflettere questo nostro paese. Un paese che ha ripudiato il politicamente corretto senza averlo mai veramente adottato.

    Se avesse davvero ripudiato il politicamente corretto, ora tu non staresti scrivendo queste righe. Ora molte associazioni LGBT non starebbero insultando ad ogni pie’ sospinto tutti coloro che temono che questa legge sia iniqua, deleteria per la loro libertà personale.

    Per cui può succedere che una ministra di colore sia paragonata a un orango dal vicepresidente del Senato senza che accada una rivoluzione.

    Per vent’anni un premier ha fatto ben di peggio, senza che in questo paese accadesse una rivoluzione. Purtroppo!

    O che il più grande e prestigioso giornale d’Italia ospiti, senza contraddittorio, una serie di articoli contro la legge contro l’omofobia

    La Repubblica, che giornale di partito non è, fa lo stesso sin dalla sua fondazione: mostra un solo pensiero. Lamentarsi che, per una volta, il Corriere della Sera faccia altrettanto mi pare un po’ fuori luogo, vista la tua tessera partitica… Per di più mantenendo toni decisamente meno faziosi e aizzanti de la stessa Repubblica, com’è nel suo stile.

    firmati da quello stesso Piero Ostellino diventato celebre per aver scritto una delle cose più ributtanti dell’ultimo decennio, quella che le donne “sono sedute sulla propria fortuna”, e averlo fatto – a quanto pare – senza alcuna conseguenza.

    Si chiama “argumentum ad hominem” il tuo, e non ti rende onore, credimi. 🙁

    Il mio tentativo di arrivare a una legge condivisa mi attira critiche pesanti […] da frange estreme del mondo cattolico

    Trovo però inaccettabile che per te chiunque segua davvero il Magistero, e quindi il Vangelo, sia “frangia estrema”. E non sei l’unico a pensarlo, ahime (e come cristiani ed evangelizzatori colla nostra vita, dovremmo forse fare un bell’esame di coscienza, se è vero, com’è vero, che molti cristiani ritengono di non dover seguire, o di poter seguire in parte il Magistero, e dunque il Vangelo).

    Leggo però con piacere – su tua segnalazione – dal link di Avvenire che anche Onorevoli come la Binetti, Bobba e Buttiglione si dicono soddisfatti dell’andamento del dibattito in Commissione e in Aula parlamentare, e della possibilità, non più remota, di emendare adeguatamente il DDL definendo compiutamente l'”aggravante di omofobia” senza ledere “la libera espressione di opinioni”. Do quindi un senso a quella rabbia che leggo negli scritti di alcuni attivisti LGBT da qualche settimana, che, come tu scrivi, speravano in una “norma della rivincita”.

    Come se i cattolici fossero una sola cosa e invece, credetemi, ho compreso rapidamente che sono una delle poche comunità che riesce ad essere perfino più composita ed eterogenea di quella omosessuale.

    Verissimo! Anche se credo purtroppo che la tua idea derivi dalla frequentazione assidua di cosiddetti “cattolici adulti”, ben rappresentati nel tuo partito, che non sta a me giudicare (come a nessun uomo), ma che non fanno mistero della loro volontà di discostarsi deliberatamente, quando lo ritengono opportuno, dal pensiero della Chiesa a cui dicono però di appartenere! E se è vero che il Signore non ci chiede coerenza ma fede (Pietro per primo ce lo insegna, con le sue lacrime dopo il triplice tradimento), è anche vero che l’errore non può essere spacciato per “maturità nella fede”.

    Non è certo di questo che avrebbe avuto bisogno il ragazzino che è morto a Roma, non era quello che sarebbe servito a me e a tanti come me quando avevamo la sua età e la testa ci si riempiva degli stessi pensieri.

    Né lui, né te però avreste tratto giovamento da questa legge. E lo scrivi anche te.

    Avremmo avuto bisogno di un paese più gentile e meno volgare, di famiglie meglio informate e più pronte, di scuole più aperte, più capaci di ascoltare il disagio e di stabilire una cultura di autentica inclusione e di rispetto.

    Tutte cose sacrosante, che non derivano però da una legge, ma che comunque per essere ottenute devono necessariamente servirsi dello Stato.

    E’ per rispetto a lui che non parteciperò più al chiacchiericcio su questa legge fino al voto della Camera.

    Sei seguito da tanta gente, hai preso un impegno serissimo, chiamando in causa il rispetto per un ragazzino morto suicida, non lo dimenticare.

  15. SurrexitVere ha detto:

    A quanto pare i tag elencati nella lista dei consentiti non funzionano.
    Ripeto quindi il mio commento per renderlo comprensibile, alternando le citazioni del tuo messaggio ai miei commenti, in grassetto.

    Se ne hai il coraggio, morire, in fondo, è una soluzione. Per finirla lì, per non soffrire più, per non sentire più il dolore di chi non appartiene, per sottrarsi a una vergogna che ti viene imposta e di cui proprio non comprendi la ragione. Per far vedere che eri uno che aveva la forza, altroché se l’avevi. Tanto da fare una cosa enorme, che nessuno di loro avrebbe mai avuto le palle di fare. Anche per farli sentire di merda: per una volta che tocchi a loro sentirsi così. E per avere ragione, alla fine. Che quando muori per il male che gli altri ti hanno fatto, poi sono cavoli per chi rimane.
    Questa condizione non è esclusiva dei gay. Lo sai. Eppure è ciò che ripeti da un paio di mesi ad oltranza su twitter e sul blog.
    Perché atti disumani contro un disabile non dovrebbero prevedere una simile aggravante? Perché atti disumani contro un senza fissa dimora non dovrebbero contemplarla? Forse perché sono meno frequenti? È una misura equa? Rispondi in cuor tuo a queste domande, che ti ho già posto su twitter.

    E’ solo che dovremmo fermarci a riflettere su quanto sia assurdo che a 14 anni si debba combattere con questi pensieri. Che uno poi ne abbia il coraggio oppure no, davvero non ha senso che a quell’età si debba fare i conti con la possibilità concreta di buttarsi da un balcone o di stringersi una corda intorno al collo.
    A 14 anni è assurdo che si debba combattere col pensiero di uccidersi per una bocciatura, per un rapporto concluso con la fidanzatina. Non è questo il mondo che vogliamo, né io, né te. Ma non credo che la strada migliore sia una legge.
    In ogni caso non sei al centro del mondo, non lo è nessuno. Eppure tanti ragazzi si uccidono convinti che il loro dolore sia l’unico, vero dolore. E non è certo colpa loro.

    Lo stigma, la vergogna, l’esclusione che ha provato il ragazzino di Roma costituiscono invece una pressione insostenibile. Un peso che la società lascia – per superficialità nel migliore dei casi, più spesso per una forma di omofobia che non sarà mai penalmente rilevante ma è ugualmente orribile sul piano morale – sulle spalle di uomini e donne, di ragazzi e di ragazze, che devono rispondere del fatto di non essere quello che la maggioranza delle persone (a partire spesso dai genitori) vorrebbe che essi fossero.
    Un ragazzo focomelico, una ragazza orribilmente ustionata, pensi non vivano quotidianamente sulla loro pelle lo stesso disagio? La vita che viviamo per larga parte non ce la scegliamo noi, ma siamo noi a doverla vivere appieno e degnamente e a dover aiutare gli altri a viverla altrettanto pienamente. Non è normando che si instaura il rispetto. Non è normando che si rendono più uguali le persone, che uguali non sono (e non è un problema, non lo sarà mai, perché la diversità è ricchezza, ed è questo che va fatto capire a chi ancora si ostina ad aver paura/ribrezzo della diversità).
    La legge di cui stiamo discutendo alla Camera è una norma penale, e come tale deve essere necessariamente destinata a combattere crimini, casi limite. Sbaglia chi si aspetta una legge punitiva, una norma della rivincita: in uno stato di diritto le opinioni devono rimanere libere anche quando sono sgradevoli o moralmente discutibili.
    Cosa ti assicura però che tale norma non possa portare – sempre per la discrezionalità di giudizio dei magistrati – proprio alla mancanza di libertà di avere opinioni che tu ritieni “sgradevoli” o “moralmente discutibili” e che per altri possono essere invece “consigli evangelici per vivere una vita ben riuscita e quindi, in ultima analisi, per essere felici” o anche, per chi non crede ma ha convinzioni differenti dalle tue, “opinioni rispettabili seppur non condivisibili”?
    Ma è indubbio che l’approvazione della legge servirà anche a veicolare all’intero Paese il messaggio che l’omofobia e la transfobia sono forme di odio come le altre, da stigmatizzare e condannare esattamente come il razzismo, la xenofobia, l’antisemitismo.
    Sì, ma a che prezzo?
    Perché anche la legge penale più severa non servirebbe a raggiungere lo scopo autentico, che è quello di far riflettere questo nostro paese. Un paese che ha ripudiato il politicamente corretto senza averlo mai veramente adottato.
    Se avesse davvero ripudiato il politicamente corretto, ora tu non staresti scrivendo queste righe. Ora molte associazioni LGBT non starebbero insultando ad ogni pie’ sospinto tutti coloro che temono che questa legge sia iniqua, deleteria per la loro libertà personale.
    Per cui può succedere che una ministra di colore sia paragonata a un orango dal vicepresidente del Senato senza che accada una rivoluzione.
    Per vent’anni un premier ha fatto ben di peggio, senza che in questo paese accadesse una rivoluzione. Purtroppo!
    O che il più grande e prestigioso giornale d’Italia ospiti, senza contraddittorio, una serie di articoli contro la legge contro l’omofobia
    La Repubblica, che giornale di partito non è, fa lo stesso sin dalla sua fondazione: mostra un solo pensiero. Lamentarsi che, per una volta, il Corriere della Sera faccia altrettanto mi pare un po’ fuori luogo, vista la tua tessera partitica… Per di più mantenendo toni decisamente meno faziosi e aizzanti de la stessa Repubblica, com’è nel suo stile.
    firmati da quello stesso Piero Ostellino diventato celebre per aver scritto una delle cose più ributtanti dell’ultimo decennio, quella che le donne “sono sedute sulla propria fortuna”, e averlo fatto – a quanto pare – senza alcuna conseguenza.
    Si chiama “argumentum ad hominem” il tuo, e non ti rende onore, credimi.
    Il mio tentativo di arrivare a una legge condivisa mi attira critiche pesanti […] da frange estreme del mondo cattolico
    Trovo però inaccettabile che per te chiunque segua davvero il Magistero, e quindi il Vangelo, sia “frangia estrema”. E non sei l’unico a pensarlo, ahime (e come cristiani ed evangelizzatori attraverso la nostra vita, dovremmo forse fare un bell’esame di coscienza, se è vero, com’è vero, che molti cristiani ritengono di non dover seguire, o di poter seguire in parte il Magistero, e dunque il Vangelo).
    Leggo però con piacere – su tua segnalazione – dal link di Avvenire che anche Onorevoli come la Binetti, Bobba e Buttiglione si dicono soddisfatti dell’andamento del dibattito in Commissione e in Aula parlamentare, e della possibilità, non più remota, di emendare adeguatamente il DDL definendo compiutamente l’”aggravante di omofobia” senza ledere “la libera espressione di opinioni”. Do quindi un senso a quella rabbia che leggo negli scritti di alcuni attivisti LGBT da qualche settimana, che, come tu scrivi, speravano in una “norma della rivincita”.

    Come se i cattolici fossero una sola cosa e invece, credetemi, ho compreso rapidamente che sono una delle poche comunità che riesce ad essere perfino più composita ed eterogenea di quella omosessuale.
    Verissimo! Anche se credo purtroppo che la tua idea derivi dalla frequentazione assidua di cosiddetti “cattolici adulti”, ben rappresentati nel tuo partito, che non sta a me giudicare (come a nessun uomo), ma che non fanno mistero della loro volontà di discostarsi deliberatamente, quando lo ritengono opportuno, dal pensiero della Chiesa a cui dicono però di appartenere! E se è vero che il Signore non ci chiede coerenza ma fede (Pietro per primo ce lo insegna, con le sue lacrime dopo il triplice tradimento), è anche vero che l’errore non può essere spacciato per “maturità nella fede”.
    Non è certo di questo che avrebbe avuto bisogno il ragazzino che è morto a Roma, non era quello che sarebbe servito a me e a tanti come me quando avevamo la sua età e la testa ci si riempiva degli stessi pensieri.
    Né lui, né te però avreste tratto giovamento da questa legge. E lo scrivi anche te.
    Avremmo avuto bisogno di un paese più gentile e meno volgare, di famiglie meglio informate e più pronte, di scuole più aperte, più capaci di ascoltare il disagio e di stabilire una cultura di autentica inclusione e di rispetto.
    Tutte cose sacrosante, che non derivano però da una legge, ma che comunque per essere ottenute devono necessariamente servirsi dello Stato.
    E’ per rispetto a lui che non parteciperò più al chiacchiericcio su questa legge fino al voto della Camera.
    Sei seguito da tanta gente, hai preso un impegno serissimo, chiamando in causa il rispetto per un ragazzino morto suicida, non lo dimenticare.

  16. SurrexitVere ha detto:

    Francesca scrive:
    «Dare dello sporco negro ad una persona di colore è un reato (ed è giusto che sia così) aggravato dalla “matrice” razzista, così come lo è dare del “brutto cattolico/musulmano/buddista di merda” ad una persona che professa la propria fede e viene ingiuriata per questo.»
    Ha idea di quante giornate dovremmo passare, noi credenti, denunciando insulti, minacce e derisioni subite in ogni dove per la nostra fede (soprattutto in Rete, dove il presunto anonimato fa diventare leoni le pecorelle)?
    Conosce qualche sentenza in cui l’aggravante prevista dalla Mancino sia stata comminata per “odium fidei”? Me ne può rendere edotto? La ringrazio!

  17. Marco Petri ha detto:

    Caro Scalfarotto, spero che tu non ti faccia scoraggiare dai commenti di questi fanatici e che anzi capisca che hai preso la strada giusta.
    Cattolici integralisti e attivisti gay a tempo pieno ti attaccano? Devi esserne fiero: l’Italia è un paese fondamentalista e il tuo saggio agire riformista ti attrae gli strali degli uno e degli altri: ottimo segno.
    Avessimo più politici come te, interessati a fare le cose e non ad aizzare la gente, l’Italia sarebbe un luogo più civile. È vero: chi ha provato prima di te a costruire sul dialogo ha fatto sempre una brutta fine. Però sono stati quelli che hanno trasformato il mondo attorno a sé. Fregatene dei kamikaze di tutte le parti e vai avanti: quelli che pensano che tu abbia ragione sono tantissimi, anche se scrivono poco sui blog.

  18. Rosaria R. ha detto:

    La gentilezza. Che bella parola. E quanto è lontana da noi. Grazie per averne parlato, per averla ricordata.

  19. Giri ha detto:

    Omofobia: l’urgenza di una legge.

    Una ventina di anni fa Amnesty International lanciò la campagna “Human rights now!”. Per Amnesty, che si occupa da sempre di diritti umani, era arrivato il momento di porre l’attenzione sull’elemento tempo (“now!”). Sembrava infatti essere arrivato il momento giusto per pretendere l’immediata applicazione della Dichiarazione dei Diritti Umani ovunque, nel mondo.

    Più di recente, la stessa sensazione di aver ormai raggiunto il tempo in cui politica ed opinione pubblica fossero maturi, ha riguardato l’abolizione della pena di morte.
    Fino a una decina di anni fa, era una posizione minoritaria. Oggi i detenuti che finiscono nel braccio della morte sono molto meno. Ma questo non ha diminuito l’urgenza. La moratoria internazionale serve subito perché ogni giorno un uomo o una donna rischiano di morire anche per ‘colpa’ di una legge che non arriva.

    Ed è esattamente questa la situazione che viviamo oggi in Italia mentre attendiamo l’approvazione della legge contro l’omofobia di cui probabilmente se ne sta sottovalutando proprio l’elemento temporale.
    Come per la pena di morte, l’opinione pubblica ha ormai compreso la gravità del problema e l’assoluta necessità di individuare una soluzione.
    È ormai giunto il tempo.
    Lo dobbiamo a chi subisce la violenza di sentirsi ‘altro’ in una società che (mai come ora) si dichiara pure aperta ed inclusiva.
    Lo dobbiamo a chi progetta una vita con una persona del suo stesso sesso, ma lo dobbiamo anche a chi semplicemente preferisce il rosa.
    Lo dobbiamo sopratutto a chi non trova la forza di reagire.
    Non possiamo aspettare ancora.
    E a chi ha ancora dei distinguo da frapporre dico che non è il caso di farsi illusioni: fra tre mesi o fra un anno non potremo certo avere una legge perfetta, perché avrà comunque il difetto di essere arrivata in ritardo.

  20. SurrexitVere ha detto:

    Marco Petri scrive:
    «Caro Scalfarotto, spero che tu non ti faccia scoraggiare dai commenti di questi fanatici e che anzi capisca che hai preso la strada giusta.»

    Il bello è che questa certezza non l’ha neppure “uno dei promotori”, che infatti ha sentito spesso il bisogno di esternare le sue ragioni qui e sui social network (cosa piuttosto atipica nel panorama politico italiano).

    Però è positivo che non si opponga con ferocia agli emendamenti: così facendo si sta appunto inimicando i fanatici di cui parli.

    Cattolici integralisti e attivisti gay a tempo pieno ti attaccano?

    Perché “integralisti”? Cosa ci renderebbe “integralisti”? Il fatto di non essere “cattolici adulti”? :-S

    l’Italia è un paese fondamentalista

    Fondamentalista! Punto! In tutto e in niente, visto che accomuni attivisti LGBT a cattolici. L’Italia ha i suoi problemi, ma il fondamentalismo è proprio l’ultimo di questi…

    Avessimo più politici come te, interessati a fare le cose e non ad aizzare la gente, l’Italia sarebbe un luogo più civile.

    Lo vedremo alle prossime Politiche, quello sarà il vero banco di prova della bontà del suo operato. Sempre che “i politici come lui” si ricordino della Legge elettorale! …Prioritaria in campagna elettorale. Ed ora?

    Perché se resiste il Porcellum, vuoi o non vuoi Scalfarotto resterà lì (e con lui i terribili leghisti universalmente aborriti, anche dallo stesso Scalfarotto).

  21. Donato ha detto:

    Forza, Ivan, approvate questa legge. Questa è l’unica cosa che conti.

  22. […] Nel suo post di ieri (intitolato Un paese più gentile, dove vivere e non voler morire, e che l’On. Scalfarotto poteva risparmiarsi, ndr) I’on. Ivan Scalfarotto fa alcune considerazioni politiche sul percorso della legge contro l’omofobia e la transfobia decisamente degne  di nota. Purtroppo in negativo. La sua riflessione comincia dicendo che chi critica, le scelte da lui fatte sulla legge, sia tra le associazioni lgbt che tra i cattolici, lo fa in nome di una “la volontà di rimanere in una specie di stato di guerriglia permanente” Mi sembra una versione ingiustamente semplificata e falsa nel merito, la classica retorica degli “opposti estremismi” che tanti danni ha portato nel nostro Paese e che mette sullo stesso piano le vittime e i carnefici. Per quel che ci riguarda, non credo affatto che nessuno delle associazioni lgbt che hanno criticato lo svuotamento della legge voglia uno stato di guerriglia o una rivincita. Si rivendica solo una legge che tuteli da omofobia e transfobia come già tutela da oltre 20 anni dalle discriminazioni razziali e religiose. Una legge, appunto, già in vigore da tempo, per nulla estremista e che fino ad oggi non era stata certo tacciata di essere troppo dura o vendicativa nei confronti dei razzisti e non aveva suscitato alcun dubbio in merito alla libertà di opinione. Dove sta la volontà di guerriglia in questo? […]

  23. Valentina vandilli ha detto:

    Caro Ivan Scalfarotto, hai tutti contro, questo dovrebbe farti riflettere. Invece che fai? Cerchi ancora di sembrare il Milk della situazione. Lo saresti stato se con la tua proposta di semplice estensione della Mancino Reale fossi andato fino in fondo, avevi piu di 200 firme comprese quelle della Bindi ma per salvarti la poltrona, ora posso dire con certezza (dopo averti dato il beneficio del dubbio all’inizio) , hai venduto i nostri diritti, che non sono di certo i tuoi, poichè parlamentare godi infatti di privilegi che non sono quelli della gente comune anche come parlamentare gay, ricordiamo la tua battaglia per far riconoscere al tuo compagno alcuni diritti che noi comuni mortali non avremo mai, vantandotene pure come fosse un traguardo di tutti.
    Tu non sei piu il mio interlocutore.
    Non sono alcune persone del movimento omosessuale e transessuale a dire che hai sbagliato tutto, ma sono proprio tutte a dirtelo, se non fosse così citami te ne prego qualcuna che ti supporta.. ..a ….. Se mi citi gaylib mi metto a ridere per non piangere.
    Il movimento cinque stelle è l unico che ha tirato fuori la melma di questa storia e che si batte in parlamento ogni giorno (vedere gli interventi parlamentari su youtube) continuare ad affossare chi vuole una legge ed un cambiamento culturale ovvero movimento 5. Stelle e associazioni lgbt ti rende ancora meno credibile nelle tue pseudo giustificazioni. La gente lo sa e se magari è ancora in vacanza , non preoccuparti i fatti concreti li leggerà tutti a settembre.

  24. 7stelle ha detto:

    Ma quanti 5Stelle da queste parti. Improvvisamente sono diventati i paladini dei gay. Peccato che non ne abbiamo eletto nemmeno uno in parlamento. Nemmeno un gay o una lesbica su 150 parlamentari. Ovviamente è solo un caso…

  25. Meursault ha detto:

    Il nuovo testo riscritto prevede un solo articolo che non prevede aggravanti di pena e nemmeno limitazione nella “libertà” di dileggio dei gay. Una lunga lotta politica finita nel nulla del compromesso storico, per un traguardo solo nominale per far capire chiaramente chi tiene i cordoni della borsa. Tutto sbagliato, Scalfarotto. Percorso iniziato in salita e finito in farsa. Buona estate.

  26. Ugo Bassi ha detto:

    Caro Scalfarotto, forse sono l’unico dei suoi commentatori che si è preso la briga di documentarsi. Ho ascoltato la sua relazione, ho visto il dibattito in aula in streaming e mi chiedo se i Mersault siano solo disinformati o direttamente in cattiva fede. Perché non dice che la legge è arrivata in aula così com’è anche col voto di SEL (che certo non flirta col compromesso storico) perché era l’unico modo per aggirare l’ostruzionismo e arrivare in aula? Perché non dice che sono già stati depositati emendamenti da parte del PD e di SEL che reintroducono l’aggravante? Perché non dice che l’opposizione alla legge sarà fortissima e che è già stata depositata un’eccezione di incostituzionalità? Voglio anche dire che ascoltare gli interventi della Di Vita e della Marzano o della Giuliani ha dato il senso della differenza tra l’astio grillino e la maturità democratica. Non lasciatevi trascinare in una rissa inutile, continuate a lavorare. Confidiamo in lei e in gente come le sue colleghe.

  27. Meursault ha detto:

    Forse i vari Ugo Bassi non sanno che è inutile svendere una legge per evitare l’ostruzionismo. Non sanno che altre volte la legge in questione è stata subissata di emendamenti e poi affondata da il solito clericale con un’eccezione di incostituzionalità. Se i meursault sono in malafede e disinformati, chi pensa che depositare emendamenti che reintroducano l’aggravante basti a confermare l’efficacia del testo definitivo vive in un universo parallelo dalle tinte pastello non dissimili a quelle della prosa elettorale piddina. Qualcuno la chiama persino maturità. Tanto poco basta. Buona estate di nuovo. 🙂

  28. AndreaB. ha detto:

    Bravo Ivan. Grazie per il tuo ottimo lavoro.

  29. Sciltian Gastaldi ha detto:

    Certo che è dura spiegare il motivo per cui con una maggioranza parlamentare Pd-Sel-Sc.Civ-M5S che poteva approvare una legge tanto migliore e tanto più vicina a quella proposta da Rete Lenford, si è voluto invece approvare una legge colla parte politica di Gasparri e Giovanardi.

    Finirà che (forse) approverete una leggina con enormi difetti, non di livello europeo e da migliorare quanto prima, e che tutte le principali associazioni LGBT ti giudicheranno negativamente. Contento tu.

  30. […] se stesso e la propria condotta. Quest’ultimo è il caso di Scalfarotto, che ha scritto un post, sul suo blog, in cui ribadisce […]

  31. Gianluca ha detto:

    Solo una nota a margine. Non ho bisogno di avere una “quota pink” in Parlamento, ovvero un deputato dichiaratamente gay, lesbica, o trans, per portare avanti una lotta sui diritti. Lo vediamo sia dai risultati portati a casa dai suddetti deputati in varie legislature, sia dal fatto che quando parliamo di diritti, parliamo di diritti di tutti (checché ne vogliano dire i fautori della libertà-di-opinione-in-malafede etc etc). Se nel M5S non ci sono deputati gay, lesbiche o trans, cosa dovrebbe mai significare? Poi, che il loro lavoro sia in malafede oppure no, ovvio, è tutto da verificare. Ma per ora l’unica cosa che viene tirata fuori dal cilindro qui è una proposta di legge “con magagna” (Scalfarotto dixit), che forse non sarà nemmeno approvata (staremo a vedere), svuotata di alcuni punti cardine rispetto alla proposta della Rete Lenford (vedremo gli emendamenti) e che ha fatto comunque già gongolare i cattolici che hanno scritto su Avvenire (“«Grazie a un lavoro costante e fattivo, necessariamente lontano dai riflettori per non pregiudicarne l’efficacia, cui si è dedicato un ampio fronte cattolico in diversi schieramenti presente in Parlamento, la proposta di legge che è giunta in aula è molto diversa da quella che era stata inizialmente presentata. Sono infatti cadute molte definizioni che rendevano inaccettabile il testo, non solo, ma grazie a questo lavoro fatto di dialogo attento e operoso, i relatori – cui va riconosciuta una notevole disponibilità – stanno lavorando su ulteriori emendamenti che, se accolti in aula, consentiranno la netta distinzione tra il reato di omofobia e la libera espressione di opinioni, evitando così proprio quei rischi inerenti i reati di opinione giustamente paventati da molti. “) Buone vacanze Scalfaro’, noi qui anneghiamo nel chiacchiericcio.

  32. gustavo ha detto:

    SCILTIAN GASTALDI,

    Che di politica non capisce una minxxxxkia, sostiene che:

    “è dura spiegare il motivo per cui con una maggioranza parlamentare Pd-Sel-Sc.Civ-M5S che poteva approvare una legge tanto migliore e tanto più vicina a quella proposta da Rete Lenford, si è voluto invece approvare una legge colla parte politica di Gasparri e Giovanardi….”

    Al “politologo” Sciltian Gastaldi sfugge il dettaglio che in Italia esiste un governo di larghe intese, cioe’ dell’inciucio”, che il PD ha accettato di formare per fare contento Napolitano, preoccupato per la stabilita’ del Paese, e per non andare a nuove elezioni dove avrebbe rimediato un altro pareggio con i Berluscones (o, forse, una sconfitta)

    In un governo di larghe intese tra Destra e Sinistra, per salvare il Paese da un’emergenza epocale, non e’ che la Sinistra, ogni volta che le palle le girano di traverso, si puo’ mettere a cercare alleanze con Vendola, Monti e il fascistello di Genova, Grillo, per metterlo nel di dietro ai Berluscones e fare come se i Berluscones non esistessero.

    I Berluscones, sulla fronte, non c’hanno mica scritto “giocondo”!

    La Politica e’ l’arte del possibile. E se proprio la Sinistra vuole trattare con priorita’ pressoche’ assoluta problemi quali il femminicidio, l’omofobia, l’esposizione irriguardosa di immagini femminili, la mancata accoglienza a chiunque voglia venire in Italia., l’abolizione dell’ergastolo etc. etc., mentre l’economia affonda, la disoccupazione sale, gli stomaci come quello di Sciltian Gastaldi fuggono in Canada, i cervelli che sono gia’ fuggiti non tornano, altri cervelli cercano di fuggire, milioni di stomaci affamati come quello di Sciltian Gastaldi si riversano sulle nostre sponde cercando cibo e accommodation…..se la Sinistra – DICEVO – vuole trattare con priorita’ pressoche’ assoluta problemi quali il femminicidio, l’omofobia, l’esposizione irriguardosa di immagini femminili, la mancata accoglienza a chiunque voglia venire in Italia., l’abolizione dell’ergastolo etc etc. …. che almeno si rassegni a qualche compromesso!

    L’alternativa ce l’ha: tornare alle urne, vincere alla grande, e governare come le pare.

    Ma se alle urne non si puo’ andare perche’ Napolitano non vuole, allora ci si rassegni al compromesso con la parte politica rappresentata da Gasparri e Giovanardi.

    Se il PD e’ stato cosi scexxxmo da andare alle elezioni con l’Amico del Giaguaro, non e’ che adesso puo’ incolpare la Destra con la quale e’ costretto a governare perche’ ha ideuzze diverse dalle sue.

    La legge che e’ venuta fuori e’ brutta? Non piace?
    Quando la sinistra vincera’ le prossime elezioni la cambiera’ e la fara’ piu’ bella e piacente.

    Nel frattempo non ci si potrebbe preoccupare di IMU, IVA e Misure Efficaci per il Rilancio dell’Occupazione e il Superamento della Crisi Economica?

    Invece c’e gente che perde tempo a sproloquiare su cosa si sarebbe potuto fare per fare le cose “bene” e a sognare la latitanza di Berlusconi, cosi Sciltian Gastaldi potra’ finalmente tornare in Italia, candidarsi alla Camera nelle file di Ingroia, fare le cose “bene” e abbuffarsi con le orecchiette al pomodoro della nonna dopo una dura giornata di lavori parlamentari.

  33. […] Mario Mieli, qui quello della Rete Lenford), Scalfarotto ha deciso di non rispondere nel merito. Ha accusato, piuttosto, le organizzazioni GLTBQ e i cattolici di voler «rimanere in una specie di stato di […]

  34. roberto ha detto:

    Alcune considerazioni giuridiche. L’ articolo che ti offende non ti accusa di essere il mandante di alcunché. Mandante è notoriamente chi concorre inun delitto ordinandone la commissione.tu sei indicato come responsabile morale , quindi non concorrente nel delitto.Indubbiamente responsabile lo Stato lo è. Tradurre ogni polemica( non è vero , ho lavorato !) in una querela non pare opportuno .
    Seconda considerazione . Il primissimo reato della Mancino – Reale qual è ? È un tipico delitto di opinione , sostenere pubblicamente la superiorità di una razza . Quindi erri.
    Terzo . Vedo una grande voglia di mettersi d’*ordo , il nemico non va distrutto e vissuto come giustificazione di se’. Veramente l’ integralista medio e’ colui che gratuitamente spara addosso al diverso. Anche in diritto internazionale parliamo di aggressore e aggredito. È l’ aggressore che non campa se non ha un nemico.
    Quarto. L’ ostruzionismo e ‘ cosa normale. Basta votare contro gli emendamenti e lavorare di notte , visto che siete abbastanza pagati. Poi dopo tre giorni tutti si stufano.
    Item. Se approvavate il pdl a colpi di maggioranza a luglio e dicevate al caro Enrico ” te sogni la fiducia da noi tre sui tuoi decreti se nun me dai tre ore per la discussione generale” a quest’ ora avevate fatto .nessun complotto.
    Infine. parafraso una tua frase . Vediamo se torna .” Una legge buona per gli ebrei puo’ essere una legge buona per gli antisemiti “. Non torna. Ahi.
    Ti invito a rinunciare all’incarico di correlatore.

  35. […] Mario Mieli, qui quello della Rete Lenford), Scalfarotto ha deciso di non rispondere nel merito. Ha accusato, piuttosto, le organizzazioni GLTBQ e i cattolici di voler «rimanere in una specie di stato di […]

  36. […] quest’argomento: politici di sinistra come Rosy Bindi, Luigi Bobba e, ultimo arrivato, perfino Ivan Scalfarotto, stanno facendo molto perché nessuno rischi di essere vittima dell’ eterofobia. Per rincuorarti, […]