19 Luglio 2013

Il peso della responsabilità

XVII Legislatura

Sono giorni in cui faccio fatica a mettermi alla tastiera per aggiornarvi sulle vicende politiche: stiamo provando a portare in aula la legge contro l’omofobia e la transfobia di cui sono relatore e sono alle prese con la questione. Ci faccio un post su oggi stesso, se riesco.

Volevo però dire qualcosa su Alfano, il Kazakistan, la fiducia e più in generale sul governo.

La vicenda è stata gravissima, e basta. Gravissima la violazione dei diritti umani, gravissima la scioltezza dei diplomatici kazaki (verrebbe da dire dei cosacchi, l’etimologia è quella), gravissimo il sonno del ministro e del governo. Più otteniamo dettagli sulla vicenda più io credo che Alfano avrebbe fatto meglio a dimettersi. E penso comunque che il suo incarico sia in qualche modo in scadenza: la mia sensazione è che su quella poltrona Alfano non potrà restarci a lungo.

Quanto al governo, continuo a pensare che sia in qualche modo il male minore. In questo momento non vedo alternative, anche se penso che sarebbe auspicabile una attività dell’esecutivo decisamente più intensa. Come dico sempre, questo governo è come la luce di una bicicletta: più forte pedali, più la dinamo gira, più la lampadina fa luce. Nessuna migliore assicurazione sulla vita per il governo di una intensa attività. E, certo, c’è anche da fare la legge elettorale per prepararsi ad andare a votare in tempi ragionevoli. Molti dicono che si voterà dopo il semestre di presidenza UE, nel 2015, che mi pare una data probabile. Sempre che non ci sia qualche buccia di banana precedente.

Il PD, però – e questo è il punto – da qui alle elezioni dovrà smettere di portare sulle spalle l’intero peso del compromesso e del senso di responsabilità, a cui il Presidente della Repubblica costantemente ci richiama.

Abbiamo fatto alcuni errori fatali, tipo il voto sulla sospensione dei lavori d’aula la settimana scorsa, e anche il voto di oggi sulla mozione Alfano non brilla per coerenza e forza di convincimento. Bisogna farsi rispettare, insomma, e non sono completamente sicuro che finora si sia fatto del nostro meglio. Questo è un governo di coalizione, il che non significa in nessun modo che le responsabilità debbano stare tutte da questa parte.

Abbiamo una visione, un set di valori, un’idea di paese? Bene: facciamo in modo che si vedano. Altrimenti quest’operazione davvero non ha senso.

9 risposte a “Il peso della responsabilità”

  1. antonia ha detto:

    La verita’ e’ che state aspettando un momento elettoralmente piu’ favorevole per far cadere il Governo.

    In altre parole tirate a campare in attesa di tempi migliori.

    E mentre tirate a campare nel Governo dell’Inciucio voluto da Napolitano, non perdete occasione per mollare qualche colpo basso all’odiato alleato di governo per vedere l’effetto che fa.
    Sono cioe’ piccole schermaglie prima della grande battaglia.

    A voi dei diritti umani della moglie e della figlia di quel tizio kazako non ve ne frega un accidente. La politica e’ una cosa sporca per natura, ma renderla piu’ sporca di quello che gia’ e’ significa ignorare il senso del ridicolo. Cercate di non coprirvi di ridicolo.

    I tempi non sono maturi per la spallata al Governo dell’Inciucio anche per un’altra ragione: dovete decidere quale partito di sinistra volete essere.

    E’ in atto nel PD una guerra di fazioni che si odiano fra loro piu’ di quanto tutte insieme odino Berlusconi. E il vincitore di questa lotta interna ancora non riesce ad uscire fuori.

    Ecco perche’ non cade il governo dell’Inciucio: perche’ non siete pronti per farlo cadere traendone vantaggio politico.

    Al momento, infatti, con la Kyenge e la Boldrini che girano l’Italia parlando di Jus Soli e dei diritti umani “degli altri” e Pisapia che sta inanellando una cazzata dietro l’altra, la caduta del Governo dell’Inciucio porterebbe a Berlusconi la maggioranza assoluta alla Camera e al Senato. Con o senza Porcellum.

    Meglio non rischiare.
    Ditelo chiaramente che non ve la sentite di rischiare: senza essere piu’ ipocriti di quanto, in politica, sia gia’ concesso essere.

  2. settolo ha detto:

    Mi sa che il problema non è “far vedere” il set di valori e l’idea di Paese. Molto più semplicemente, il PD non ha né l’uno né l’altra. Nel PD ci sono mille idee tutte diverse, alcuni che le dicono e molti che la tacciono, e l’unica cosa che prevale adesso come linea comune è la conservazione del potere. Fate subito questo benedetto congresso e vedete che ne esca qualcosa di buono, per piacere.

  3. delusa ha detto:

    No, caro Ivan, il voto di oggi su Alfano è stata una vera schifezza, mi sono vergognata di aver votato questo PD che protegge un ministro incapace (nella migliore delle ipotesi) che mette in pericolo una mamma e la sua bambina. Non crediamo alla scusa del “non ci sono alternative” a un governo che non fa niente, se non quello che serve a Berlusconi. Ci avete tradito, non lo dimenticheremo…

  4. Marcello E. ha detto:

    Caro Ivan, ma la tua coscienza non ti sta dicendo che i diritti umani non possono essere sacrificati alla realpolitik ? Ci sono principi su cui non si può transigere e poi scusa ma solo nelle dittature i governi devono interessarsi alle cose “concrete”. E poi quale realpolitik? Alla favola della ritrovata credibilità internazionale dell’Italia penso che ci creda solo il Tg1 : il nostro paese è stato sbertucciato per l’n-ima volta oggi con il capo della CIA che se ne torna negli USA nonostante la nostra richiesta di estradizione.E sai perchè? Perchè un paese che sacrifica i principi è un paese al capolinea e questo all’estero lo sanno. Una bella telefonata, una fotografia con dedica e vedrai che tutto si sistemerà.

  5. antonia ha detto:

    I cosiddetti “Diritti Umani” si sacrificano sempre: se ne vale la pena.

    Ce lo insegna il Machiavelli e il principio viene messo in pratica ogni giorno da tutti i governi del mondo.

    Pazienza l’ipocrisia, di cui la politica e’ intrisa, ma la virginea ingenuita’ di chi la politica la commenta su questo blog (e altrove), fa veramente cascare le uova.

    L’America di Obama si siede al tavolo dei negoziati con i Talebani dopo aver speso milioni di miliardi di dollari per “esportate la democrazia” di Bush e dopo aver ammazzato, durante l’eroica impresa, centinaia di migliaia di persone.

    L’Europa e l’America non intervengono in Siria perche’ non c’e’ petrolio.
    Ma disintegrano l’Irak perche’ il petrolio, in Irak, c’e’ .

    Leccano il deretano dei Sauditi perche’ controllano i rubinetti dell’ Oro Nero e sopportano la continua violazione dei Diritti Umani femminili che avvengono in quel paese fermo al Medioevo.
    (Mi piacerebbe che la Boldrini andasse all’ONU per denunciare la violazione dei diritti delle donne saudite cui e’ proibito andare in bicicletta)

    America ed Europa portano infinita pazienza nei confronti dell’Iran sperando che la decisione di azzerare il loro programma nucleare teso all’annientamento di Israele la prenda il Governo israeliano.

    Hanno slinguazzato il deretano di Gheddafi per 50 anni perche’ possedeva immense riserve di energia e garantiva affari miliardari.

    Concede onorificenze internazionali ad un farabutto mafioso che controlla il petrolio kazako del quale l’Europa ha disperato bisogno.

    Sopporta gli oligarchi russi perche’ hanno petrolio.

    L’America spia mezzo mondo per difendersi dal terrorismo.

    L’America e l’UK praticano di nascosto la tortura e violano di continuo le convenzioni internazionali per vincere guerre che possono solo pareggiare.

    E l’ONU, sui cui banchi siedono, per il 90%, i rappresentanti di regimi dittatoriali e spietati che affamano i loro popoli constringendoli all’emigrazione di massa, bacchetta il governo italiano per non aver vigilato come avrebbe dovuto sulla sicurezza della moglie e della figlia di un mafioso che sta combattendo una guerra di mafia per prendere il controllo del petrolio kazako.

    Cerchiamo di aprire meglio gli occhi e di allargare i nostri provincialissimi orizzonti.
    Il mondo e’ grande e fa un grande schifo. E in mezzo a questo schifo l’Italietta fa la parte della comparsa.
    Le primedonne dell’ipocrisia politica internazionale non sono in Italia.
    Proviamo almeno a rendercene conto senza fare la figura dei tontarelli ingenui.

  6. Marcello E. ha detto:

    cara Antonia, il tuo cinismo mi intristisce enormemente. Si capisce da come scrivi che questo modo di fare politica ti ripugna e che in fondo tu non faccia parte degli italiani “furbi” ma sia una di noi, una tontarella ingenua. Non come quelli per i quali accogliere Gheddafi con tutti gli onori, fargli il baciamano e concedergli di piantare la tenda araba sono stati grandi gesti di illuminata petro-politica. Non come quelli per i quali l’amicizia con Putin ci ha consentito di approvigionarci di gas russo a costo più basso. Non come quelli per i quali alla fine chi se ne frega dei marò … l’importante è che l’india ci saldi il conto degli elicotteri. Perchè tu sai che gli italiani furbi sono quelli che queste cose le fanno, non quelli che le ammirano. Nessuno dice che gli USA o UK non perseguano i propri interessi sulla scena internazionale, ma come dice l’inno britannico …Britons never will be slaves …e questo significa che nessuno si azzarderà mai a portare via dall’Inghilterra una persona che ha chiesto la loro protezione. Compiacersi di essere schiavi è triste, molto triste. E poi sappi che come diceva Steve Jobs, sono i tontarelli a cambiare il mondo: be foolish, be hungry!

  7. antonia ha detto:

    Caro Marcello,
    Io le cose del mondo le vedo senza mettermi gli occhiali del provincialotto italiano che, tontarello, vede l’erba del vicino sempre piu’ verde della sua.

    L’Inghilterra il mafioso kazako lo ha condannato ed espulso perche’ faceva il farabutto.

    In compenso l’Inghilterra lecca il sedere agli oligarchi mafiosi russi che rispettano le leggi di Sua Maesta’ la Regina Elisabetta e che si stanno comperando i migliori quartieri di Londra. Insieme agli sceicchi del petrolio arabo.
    Perche’ il danaro non puzza (pecunia non olet) e, come dicono gli Inglesi: “business is business”.

    L’Inghilterra di Tony Blair si e’ messa “shoulder to shoulder” (spalla a spalla) con l’America di quell’imbecille di G.W. Bush ed insieme si sono coperti di ridicolo con la storiella dell “esportazione della democrazia” e raccontando un sacco di balle al mondo dei tonti sulle armi di distruzioni di massa di Saddam Hussein.
    Adesso siedono insieme al tavolo dei negoziati con i Talebani dopo aver fatto scatenare nel mondo ondate tsunamiche di terrorismo.

    Io questa la chiamo una figura di m…..!

    Hai ragione, caro Marcello, sull’inno britannico: “Britons never will be slaves”. (Quando pero’ non si tratta di petrolio, altrimenti, come tutti gli altri, leccano il sedere di Gheddafi e vendono per un milione di sterline (sotto il nome di donazioni) una laurea della London School of Economics a suo figlio semi-analfabeta.

    La schiavitu’, come si legge sui libri di Storia, i Britons l’hanno riservata agli altri e grazie agli “schiavetti negri” dell’Africa della Kyenge nella House of Lords, oggi, siedono i discendenti aristocratici di ricchissimi negrieri che ai bei tempi del colonialismo commerciavano con lo zucchero e il cotone coltivati dagli schiavi.
    L’America di Obama patisce ancora le irrimediabili conseguenze del fatto che gli Inglesi non furono e non saranno mai schiavi.
    Schiavi, i Britons, non furono e non saranno mai (se escludiamo i quattro secoli di civilizzazione romana).
    A meno che, per causa di forza maggiore, non si metta di mezzo il petrolio e dalla cultura imperial-colonialistica si debba ricorrere alla diplomazia del leccamento di sederi. (arabi o russi ex-sovietici).
    Poveri “Britons”: costretti a comportarsi come dei Berlusconi qualunque!

  8. […] del genere. Le polemiche hanno investito anche il PD dove per ora è prevalsa la linea della real politik più estrema a difesa del governo Letta, a proposito vi consiglio un meraviglioso MAKKOX, in un […]

  9. Sciltian Gastaldi ha detto:

    Ivan, per come la vedo io, voi del PD vi siete fatti abbindolare una volta di più dal PDL.

    Un governo di larghe intese dovrebbe essere un governo nel quale nessuno dei due partiti porta a casa il proprio programma elettorale, ma nemmeno l’opposto del proprio programma elettorale. Dovreste, in teoria, approvare delle riforme-compromesso fra la visione pdl e la visione pd. Qui finora s’è visto soprattutto un rinviare al dopo elezioni tedesche e un prorogare casse integrazioni in deroga buone a tenere un po’ di ex lavoratori lontani dalle piazze. Gli errori politici del PD sono quelli che hai messo in luce anche tu, ma la cosa che tu non vedi è che questi errori portano il vostro elettorato verso l’astensione o il voto a Sel o M5S, mentre l’elettorato rimasto al PDL (dopo la botta da -6.5 milioni) tende ad andare verso astensione, M5S o FrIt, ma in misura un po’ minore, anche perché – c’è poco da dire – la classe dirigente del PDL è meno pasticciona di quella del PD. Loro han saputo alzare una bandiera su abrogazione IMU e stop aumento IVA, mentre nessuna sa, manco voi, quali siano le bandiere del PD su cui voi stareste tenendo il punto fermo.

    In generale, viene da riconoscere che a livello parlamentare la classe dirigente del PDL è più avveduta di quella del PD. O meno farlocca, a piacere. L’unica cosa che dovevate fare in un governo delle larghe intese era la legge elettorale: si tornava a votare e se vinceva il PDL governava da solo per 5 anni, che è tanto preferibile a questo pastrocchio del vorrei ma non posso e forse non voglio nemmeno.