26 Giugno 2013

Gli F-35 e la fatica della complessità

Attività parlamentare, XVII Legislatura

Oggi abbiamo continuato la discussione delll’importantissima proposta di legge sulla messa alla prova, detenzione domiciliare e processo agli irreperibili sulla quale sono intervenuto (metterò il video sul blog appena posso).

In realtà in aula e nel transatlantico non si parlava che di F-35: come al solito c’è in giro una mozione di SEL e M5S che mette il PD di fronte a un bivio complicato. Succede ogni volta che viene presentata una mozione di principio che contiene elementi di idealità che parlano direttamente alla pancia non solo dei nostri elettori, ma anche a parecchi dei nostri eletti. Me compreso, s’intende.

E da lì viene la crisi, che è il frutto dello scontro tra la tensione all’ideale e il dover misurarsi con il reale. Come si fa a non firmare e non votare una mozione che dice: più asili e meno F-35? Il punto è che se vuoi governare un paese non puoi non avere anche un’idea della difesa del paese, delle alleanze internazionali, del ruolo di peace keeping che in tante occasioni ha visto l’Italia protagonista.

Bisogna dunque capire qual è il punto di equilibrio. E questa volta era veramente difficile da trovare. La mozione che ci è stata sottoposta questa mattina alla riunione del gruppo del PD recita: “La Camera impegna il governo a non procedere a nessuna fase di acquisizione degli F35 senza che il Parlamento si sia espresso nel merito ai sensi della legge 244 del 2012”. Si restituisce, insomma, il potere al Parlamento e si dà uno stop al processo di acquisto dei bombardieri che era stato annunciato da fonti anche molto autorevoli.

Mi pare una posizione accettabile, che ferma l’acquisto di questi aerei come credo sia giusto, e dunque la voterò. Non voterò invece la mozione di SEL, che dice cose molto condivisibili ma dimentica che governare un grande paese significa anche avere a che fare con la fatica della complessità.

5 risposte a “Gli F-35 e la fatica della complessità”

  1. Marta Rapezzi ha detto:

    Io sicuramente non capisco la complessità, ma non capisco perché non si possa votare una mozione che dica “meno aerei da guerra che non ci servono a nulla e che pare oltretutto non funzionino, e più asili”. Oh, sarò stupida io.

  2. Felice Sarzano ha detto:

    A me sembra che molti, troppi, pensino che un caccia sia come un’utilitaria. Mandi un fax e arriva una bisarca carica. Non è così. Io penso che la cosa da fare non sia delegare al Parlamento (brrrrrr) la decisione ma chiedere ai ministri competenti di illustrare il business plan. Quando ero consulente di organizzazione, io facevo ragionare i clienti in termini di costi e benefici. Tenuto conto che i benefici possono essere tangibili o intangibili, misurabili o non misurabili. In queste cose bisogna essere manager e non solleticatori di pance. Sono molto sorpreso da questa panciacrazia.

  3. Stefano ha detto:

    Ok, però 131 aerei vanno dismessi nei prossimi anni per cui o si comprano 90 F35 oppure si comprano altri aerei. Non se ne esce.

    Se siamo d’accordo su questo discutiamo pure di tecnologia, costi manutentivi, politica industriale nell’aerospazio, esercito europeo e via discorrendo.

    PS
    tirare in ballo gli asili, sinceramente, lo trovo squallido qualunquismo e spero fosse solo una tua metafora per rendere l’idea.

  4. AndreaB. ha detto:

    In questa vicenda degli F-35 sono emersi bene tutti gli idealismi ed i limiti di una certa (cospicua) parte di quello che viene chiamato “popolo di sinistra” (definizione che non mi piace ma che aiuta a capire di cosa stiamo parlando).
    Come ha sottolineato Scalfarotto, e’ del tutto strumentale mettere assieme nello stesso discorso gli aerei militari con gli asili nido.
    Apprezzo molto chi rifugge dai facili populismi e dalla facile “panciocrazia” e decide di essere responsabile affrontando tutta la complessita della politica.

  5. luca ha detto:

    Per fortuna Letta ha rinviato l’aumento dell’IVA compensando con unaumento delle tasse sulle imprese. Per un attimo ho avuto paura cheabolisse le Provincie o peggio, che riducesse i rimborsi ai partiti, ealle migliaia di consiglieri regionali, provinciali, ecc ecc. Grazie Letta, anche stavolta ci siamo salvati. Questo decreto si che aumentera’ l’occupazione