7 Giugno 2013

Alessandra e Alessandra

Diritti

Alessandro a un certo punto diventa Alessandra, fisicamente e per la legge. Il Comune di Bologna, dove vive, dopo aver corretto i suoi dati anagrafici che fa? Cancella d’ufficio il matrimonio di Alessandra, che quando era ancora Alessandro si era sposato con (un’altra) Alessandra. Peccato che per sciogliere un matrimonio ci voglia una decisione dei coniugi e poi un atto di un giudice e in questo caso non c’erano né l’una, né l’altro. Così comincia una battaglia legale che vede le due Alessandre vincere in primo grado, perdere in secondo e ieri la Cassazione che rimette gli atti alla Corte costituzionale perché sia lei a pronunciarsi ricordando che la stessa Consulta nel 2010 aveva sancito la rilevanza costituzionale (ex art. 2 Cost.) delle coppie formate da persone dello stesso sesso e il loro diritto a non essere discriminate rispetto alle coppie etero sposate. Alle coppoe sposate, non alle coppie etero “di fatto”, come spesso si crede facendo una gran confusione tra cose diverse: apples and oranges, direbbero gli inglesi. Vediamo come andrà. Certo, la Corte Costituzionale tre anni fa aveva chiesro al legislatore di fare il suo mestiere, facendo una legge per le coppie gay e lesbiche, ma la politica ha fatto orecchie da mercante: chissà che i quindici giudici non ne approfittino per mollare un sonoro sganassone al parlamento renitente. Qualche giorno fa dicevo ad Alan Johnston, che mi intervistava per la BBC di cui è corrispondente da Roma, che la mia previsione è che il matrimonio ugualitario arriverà in Italia molto presto ma che arriverà (purtroppo) per via giudiziaria, sancendo l’ennesima sconfitta della politica. Forse saranno proprio le due Alessandre ad aprirci la strada. Per l’intanto, in bocca al lupo a tutte e due, e buon lavoro agli splendidi avvocati di Rete Lenford che le seguono. Nel frattempo noi, con Alessandro Zan, Sergio Lo Giudice e tutti i parlamentari che sostengono la causa, continuiamo a spingere per arrivare per primi.