31 Marzo 2013

Dieci saggi

Appunti

Napolitano non si è dimesso, e questa è la buona notizia. Siamo ancora in alto mare, però, e questa è la notizia cattiva. I dieci saggi sono lì per far decantare la situazione, pare, e consentire alle forze politiche – tranne M5S, però, che non è rappresentato – di cominciare a parlarsi. Una soluzione fortemente innovativa, senza precedenti, che dimostra tutta la gravità della situazione. E’ vero che Monti non è mai stato sfiduciato dalle Camere, ma a dire la verità la storia è che Monti non ha mai ricevuto la fiducia da queste Camere, che poi sono l’unico parlamento che il nostro Paese abbia. Insomma, diciamo che grazie alla fiducia enorme che tutta l’Italia (e non solo l’Italia) nutre nei confronti di Giorgio Napolitano, gli abbiamo affidato un potere commissariale che modifica d’ora innanzi la figura del Presidente della Repubblica e rende ancor più difficile l’individuazione di una persona che lo sostituisca.

Tutti uomini, i dieci saggi. Io credo che questo sia un problema molto serio. Non è la solita rivendicazione da femministe o da radical chic annoiati. E’ che mettere in piedi un comitato di salute pubblica che rappresenta la minoranza della popolazione saldamente al potere (maschi dai 50 anni in su, caucasici, cristiani, non disabili ed eterosessuali), significa perdere un’occasione per sostenere una visione diversa del nostro Paese e allargare a parti fondamentali della nostra società (come le donne) l’analisi dei problemi e la visione delle soluzioni. La potente minoranza a cui è stato affidato questo incarico è esattamente la stessa minoranza che ci ha condotti sin qui. Mi sarei dunque sentito assai più tranquillo se in quel gruppo ci fossero state numerose donne. Sarebbe stata anche una giusta forma di rispetto nei confronti di un parlamento in cui le donne occupano quasi la metà dei seggi. L’interlocuzione tra i saggi e le Camere sarà da osservare anche per questo.

Dal punto di vista politico, considero che M5S debba assumersi una responsabilità per la fase delicata in cui si trova l’Italia. Il loro arrivo in massa in parlamento aveva causato alcune eccellenti aperture, come l’elezione di Boldrini e Grasso alla presidenza delle Camere. Il processo, però, si è fermato. Per un incaponimento su posizioni di principio (“O noi o niente”) in nome di un cupio dissolvi che nasconde un’aspettativa di potere assoluto abbastanza spaventosa e nient’affatto innovativa. “Cercate colpevoli, non cercate soluzioni” ha scritto qualcuno su Twitter. Quando ci saranno le elezioni, se ci sarà il modo di dibattere con gli esponenti di M5S gliene chiederò ragione in ogni circostanza.

Ora speriamo di avere presto un governo che faccia almeno alcune cose urgenti in materia economica e riformi la legge elettorale. Che si limiti anche al ritorno al Mattarellum, un’idea che si poteva serenamente realizzare già nel 2006 col governo dell’Unione e che invece, causa assurde lentezze, egoismi e antiche miopie, avremo probabilmente con sette anni di ritardo e con un governo di salute pubblica in una situazione deteriorata e difficile. Dopodiché io credo che si andrà a votare, non mi pare che nessun governo possa avere un’aspirazione di vita più lunga di alcuni mesi, data la situazione. La soluzione per la nostra parte di mettere in piedi una proposta politica efficace, popolare e con una visione contemporanea è a portata di mano. Basterà questa volta limitarsi a non commettere grossi errori.

2 risposte a “Dieci saggi”

  1. Andrea Maccarrone ha detto:

    Ivan trovo questa una riflessione interessante. E sicuramente condivido il giudizio piuttosto critico sulla composizione di queste commessioni di “saggi”. Io andrei anche oltre… A cominciare dal fatto che questa che tu chiami una soluzione innovativa è praticamente ai limiti della costituzionalità e oltre a escludere le donne e non solo, è di fatto una specie di conclave del governissimo (non a caso senza esponenti dei 5 stelle o un po’ meno da commis di stato).
    Ti faccio notare anche che la stessa accusa che tu, giustamente muovi al M5S si può rivolgere para para all’atteggiamento dello stesso Partito Democratico che in sostanza si è incaponuto sulla soluzione “o Bersani o nulla” da un lato e sul no al PDL dall’altro (posione quest’ultima che condivido, ma che se è rispettabile nel PD: “non siamo compatibili con loro” pur in presenza di un problema di governabilità deve essere rispettabile in altri che valutano la loro compatibilità o meno con le altre forze in campo!)
    Se davvero si voleva fare un governo col M5S o li si voleva mettere in condizione di dover davvero spingersi oltre forse l’atteggiamento doveva essere altro…

  2. gustavo ha detto:

    Dubito assai che il PD sia capace di NON commettere i “grossi errori” che da un Ventennio gli impediscono di vincere e lo portano a perdere o, al massimo, a pareggiare.

    dopo 20 anni di errori, francamente non vedo perche’ dovrebbe ravvedersi adesso, dilaniato com’e’ al suo interno tra la vecchia guardia post-comunista e il nuovo che avanza: Renzi, pragmatico e intelligente socialdemocratico che respira da sempre aria “occidentale”, in contrapposizione all’aria mefitica orientale che invade da sempre le vecchie e artritiche Botteghe Oscure.

    Se Berlusconi giganteggia ancora sulla scena politica nazionale lo si deve al “nanismo” dei suoi avversari.

    L’ultimo “nano” a farne le spese e’ stato proprio Bersani: prima slinguazza Vendola e chiude a Monti; poi slinguazza Grillo e chiude al PDL per non fare un governo di salvezza nazionale che veda ancora protagonista l’odiato nemico legittimato da un terzo dell’elettorato italiano.

    Sempre pronti a guardare all’estero dove tutti sono piu’ intelligenti, piu’ civili, piu’ onesti e piu’ democratici di noi, una volta che la realta’ imponeva di fare riferimento a governi di unita’ nazionale su modello straniero, i nostri demo-progressisti hanno preferito la soluzione all’italiana: il Deus ex Machina (Napolitano) che aggiusticchia le cose mettendo in campo i saggi, facendo incazzulare le donne e i giovani, lasciando tutti scontenti e inacidendo ancor piu’ il clima politico che, nell’emergenza, dovrebbe essere di Concordia nazionale sulle cose da fare SUBITO e sulle quali TUTTI posssono facilmente trovarsi d’accordo.

    Non mi meraviglio certo di Grillo, capace solo di fare il bullo e lo spaccamondo.
    Mi meraviglio invece di Bersani perche’, con un pizzico di pragmatismo intelligente, poteva trovare tutti i saggi che voleva, a destra, al centro e a sinistra, per ‘affrontare l’emergenza sociale ed economica del paese, e invece, per puro pregiudizio, ha lasciato che lo facesse Napolitano che ha creato,, di fatto, un governo di saggi ancora una volta senza legittimazione democratica, incaricato di trovare linee di comune consenso politico che Bersani aveva sotto il naso e non ha voluto accettare.
    Errore diabolico!