5 Ottobre 2011

La festa è finita

Appunti

«Non mi sento di criminalizzare chi, in un momento di crisi come questo viola la legge assicurando, però, lavoro, a patto che non si speculi sulla vita delle persone».

Leggo e rileggo le incredibili parole del sindaco di Barletta, Nicola Maffei, e non riesco a credere che militi nel PD. Penso che farebbe bene a fare una smentita secca e anche a farla subito.

Violare la legge è inaccettabile, sempre. Lo è quando si assume in nero, quando si paga in nero, quando si violano le norme sulla sicurezza sul lavoro, quando si evade il fisco e non si pagano i contributi. Io continuo a pensare che qua possiamo continuare a fare manovre su manovre e grandi sproloqui sui diritti (fantasmatici) dei lavoratori ma finché non ci mettiamo d’accordo sul fatto che la legalità è un imperativo categorico questo paese non lo tireremo mai fuori dal baratro in cui sta finendo.

Il Sindaco di Barletta rappresenta con le sue parole un esempio plastico e devastante del lassismo generalizzato per cui tutti chiudiamo un occhio sul ristoratore che non ci rilascia lo scontrino, sul meccanico che non ci fa la fattura, sul dentista che non ci fa la ricevuta, sul fatto che la colf la paghiamo in contanti senza contributi e senza assicurazione e anche sulla marea di contratti farlocchi con i quali le persone lavorano.

Facciamo esattamente il contrario di quello che dice il Sindaco di Barletta. Facciamo un patto nazionale per cui ciascuno si impegna a rispettare la legge anche quando non gli conviene personalmente. Creiamo uno stigma sociale intorno a chi fa il furbo: ce l’abbiamo fatta in un paio di decenni coi fumatori, ce la possiamo fare coi furbastri. Cominciamo a pagare tutto e tutti, a togliere di mezzo i contanti, a guardare male anche chi parcheggia in doppia fila. Poi facciamo delle leggi che rendano possibile e conveniente assumere le persone con contratti veri, facciamo un paiolo così a chi risparmia sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, facciamo pagare le tasse a tutti e rendiamo il pagamento delle tasse più semplice e meno gravoso.

Insomma, caro Sindaco, è di legalità che abbiamo bisogno. Sennò quest’aria da suk non ce la toglieremo mai di dosso. E altro che fiducia dei mercati internazionali: Moody’s e compagnia non avranno alcuna esitazione a classificarci a spazzatura. Se non lo si è ancora capito, qua è finita la festa, l’ottimismo idiota dei nostri governanti lasci finalmente spazio a un sobrio rigore, a una solidarietà nazionale autentica, a una fiducia reciproca basata sul rispetto rigoroso delle regole.

9 risposte a “La festa è finita”

  1. Lorenzo Gasparrini ha detto:

    Che fai, continui a non essere d’accordo con altri del PD? 😀
    Dàje Ivan.

  2. scalpha ha detto:

    Quando non sono d’accordo, non sono d’accordo. O devo essere d’accordo con tutti (Sindaco di Barletta incluso)?

  3. […] Via Alessandro Gilioli segnalo un post giustamente indignato di Ivan Scalfarotto: Facciamo esattamente il contrario di quello che dice il […]

  4. marco rapetti ha detto:

    Grandissimo Ivan.

  5. Antonio Lo Nardo ha detto:

    Purtroppo l’incultura è arrivata dappertutto.
    E occorrerà che qualcuno (il pd ? un nuovo partito ?) si faccia carico di rispiegare le basi:
    – cosa importa a ognuno di noi se c’è un conflitto d’interessi;
    – cosa importa a ognuno di noi se si lavora in nero;
    – cosa importa a ognuno di noi se c’è chi si paga le prostitute con posti di potere;
    – etc. etc.

  6. luca ha detto:

    ottimo Ivan. è confortante sapere che la pensi così, lo è anche di più il fatto che lo scrivi chiaro e tondo. continua così, ce n’è fin troppo bisogno di un sano senso morale.

  7. enzo ha detto:

    Parole sante…ma non dovremmo essere il partito dei lavoratori???

  8. libertad4 ha detto:

    Condivisibilissimo. Ricostruiamo quella filiera di maglieria, un po’ come fece tempo da Milena Gabanelli con i cinesi di Prato: chi sono i committenti? Dove si vende quella merce? Chi di noi la compra, magari con una grande griffe?