1 Marzo 2011

L’adozione va negata agli omofobi

Democrazia, Diritti, Laicità

Un tribunale di Derby ha escluso che una coppia di cristiani pentecostali possa ottenere bambini in affido a causa delle opinioni negative che i due esprimono sull’omosessualità, considerando che essere esposti a queste vedute possa causare un danno ai bambini. Il tribunale ha stabilito che il diritto di non essere discriminati sulla base del proprio orientamento sessuale debba essere anteposto al principio a non essere discriminati sulla base della propria fede. Nel suo commento alla sentenza Robert Pigott, esperto di affari religiosi della BBC, ha spiegato: “La corte ha operato una distinzione tra diversi tipi di cristianesimo, stabilendo che possono esserci di sicuro ottimi affidatari cristiani ma che persone con vedute tradizionaliste come quelle della coppia ricorrente potrebbero ben vedersi rifiutare la possibilità di ricevere bambini in affido”.

La sentenza può sembrare bizzarra, ma non è altro che una logica conseguenza dell’equiparazione dell’omofobia ad altre forme di odio come il razzismo. Nessuno si stupirebbe se un tribunale vietasse a una coppia di neonazisti di avere bambini in affidamento per evitare che siano esposti a messaggi antisemiti. Il principio è esattamente lo stesso e si può contestarlo soltanto se si sostiene che l’omofobia sia, al contrario di altre forme di intolleranza e di odio, un legittimo messaggio educativo. Il fatto che la maggioranza degli italiani sia esposta a una cultura omofobica non deve farci pensare che questo sia normale. La comunità degli stati a democrazia liberale, e si guardi la recente presa di posizione del Presidente Obama che ha stabilito che il governo non sosterrà più la tesi dell’incostituzionalità del matrimonio tra persone dello stesso sesso o le ripetute prese di posizione del Parlamento Europeo in materia, è giunta ad una conclusione ormai molto chiara su questo argomento. Resta indietro l’Italia, col suo premier omofobo, machista, amico dei Gheddafi, dei Putin, dei Lukashenko.

7 risposte a “L’adozione va negata agli omofobi”

  1. Champ ha detto:

    sono d’accordo con te sul fatto che la sentenza non sia affatto bizzarra. Eviterei però generalizzazioni. Io credo si debba sepre decidere caso per caso. devi sempre andare a verificare se quella specifica coppia è omofoba oppure no, non puoi escludere sulla base dell’appartenenza ad una chiesa (o ad un gruppo qualsivoglia inteso).

  2. Francesco Bilotta ha detto:

    Caro Ivan, visto che l’Italia sembra sempre il fanalino di coda sulle questioni che attengono all’orientamento sessuale, mi fa piacere segnalare un orientamento giurisprudenziale che da ultimo è stato confermato anche dal Tribunale di Nicosia (ord., 16 dicembre 2010) in base al quale l’omofobia di uno dei due genitori può essere ritenuta motivo sufficiente per non disporre l’affido condiviso in caso di separazione dei coniugi.
    Ad inaugurare tale orientamento giurisprudenziale è stato il Tribunale di Napoli (26 giugno 2006). In questo caso a consigliare il diniego dell’affidamento condiviso è stato l’atteggiamento omofobico del padre, che chiedeva l’affidamento esclusivo, stante l’asserita inidoneità genitoriale dalla ex moglie dovuta alla relazione omosessuale da costei instaurata dopo la fine del matrimonio. Nonostante la carenza di prove circa la reale sussistenza di una relazione della signora con una donna (circostanza peraltro negata dall’interessata) per il giudice, l’omonegatività paterna è stata motivo sufficiente per escludere dall’affidamento condiviso il genitore svalutativo, ossia il padre.
    Sulla stessa scia si pone la decisione del Tribunale per i Minorenni di Catanzaro, 27 maggio 2008. Anche nel caso di specie, il rifiuto di disporre l’affidamento condiviso è stato motivato dall’omofobia del padre: la moglie non era lesbica, eppure il marito poneva come condizione dell’affidamento che la moglie non frequentasse persone omosessuali.
    Ricordo tutto ciò perchè il nostro sistema giuridico contiene già degli anticorpi contro l’omofobia, ma perché agiscano i cittadini devono attivarli. Come? Chiedendo il rispetto dei loro diritti nelle aule di giustizia.
    Ovviamente tutto sarebbe più semplice se ci fossero norme chiare a stigmatizzare comportamenti omofobici, ma così non è. E mentre attendiamo che la classe dirigente del Paese si sintonizzi con il Paese, noi andiamo avanti con i mezzi che abbiamo a disposizione: la Costituzione innanzitutto, che non è poca cosa!
    Anche questo è un modo per sentirsi fattivamente più vicini alla comunità degli Stati a democrazia liberale.

  3. Isabella ha detto:

    “ragiono sulla questione dei figli, sul matrimonio omosessuale e le conseguenti genitorialità “inventate” contro ogni legge di natura, e mi continuo a chiedere perché venga considerata tanto “de sinistra” l’artificialità di rapporti generati solo per soddisfare un egoismo…è più di sinistra considerare il diritto di og…ni bambino a avere una madre e un padre, non due che si possono stufare della “macchina nuova”

    http://www.facebook.com/Mario.Adinolfi.giornalista

  4. ilfidanzatodimark ha detto:

    Scusa ivan, ho letto le affermazione di Adinolfi riportate da Isabella. Sei vicepresidente del PD e non lo hai ancora fatto espellere?? Non per il fatto di essere contro i diritti dei gay ma per come li denigra in modo inaccettabile!

  5. gianluca ha detto:

    se mi leggessero questa frase chiedendomi di indovinare chi l’ha scritta penserei a qualche fanatico del centro destra, la sparata del giorno di giovanardi o della santachè ad esempio, e invece….
    e invece no! l’omofobia il pd non la deve accettare, altrimenti non è più credibile!

  6. Watkin ha detto:

    Lievemente off-topic, ma… che aspettate ad espellere Adinolfi dal partito?

  7. […] Se la legge è un concentrato di statalismo, è perché alla fine è la somma di due statalismi, di due visioni costruttiviste, aventi entrambe l’obiettivo d’edificare per via legislativa una «società perfetta». Da una parte, la visione tradizionalista, che vuol difendere a colpi di divieti il modello di famiglia «alla Mulino Bianco»; che vuol affermare il «diritto positivo» del bambino ad avere due genitori e di sesso diverso. Dall’altra, la visione progressista e politicamente corretta, che – sempre per legge – vuol purificare la società da tutto ciò che risulta culturalmente «arretrato» o comunque «non conforme». Alla fine, le due parti combattono una partita clamorosamente simmetrica. Per certi che vogliono negare le adozioni agli omosessuali, ci sono altri che sognano di negare le adozioni agli omofobi. […]