14 Maggio 2010

Il valore delle primarie: un patto intoccabile tra Democratici e cittadini

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Il mio pezzo per L’Unità di oggi.

Da qualche giorno serpeggia nel PD il timore che la prossima Assemblea Nazionale possa votare modifiche statutarie che indeboliscano le primarie. L’allarme è stato lanciato da Salvatore Vassallo con un’email che si è diffusa in rete con un effetto a valanga che non mi ha certamente sorpreso. Le primarie costituiscono la parte più preziosa del DNA del Partito Democratico. Non tanto in sé, come rito catartico o usanza tribale, ma come elemento rappresentativo di ciò che più e meglio incarna l’essenza stessa di quello che è stato il progetto che ha dato vita al partito e che tante speranze e aspettative ha sollevato in tanta parte del Paese. Le primarie hanno un valore così caro al cuore dei democratici perché esse sono il modo in cui si declina e si materializza quell’apertura del partito nuovo alla società che è il motivo stesso per cui il PD è nato. Un partito aperto, un partito il cui senso è superare il confine artificiale tra politica e società civile, un partito i cui circoli sono luoghi accoglienti e dove più si è meglio si sta (non il contrario), un partito che rappresenta uno strumento semplice e accessibile per il cittadino che decida di donare parte del proprio tempo alla comunità: è per questo che abbiamo fondato il PD. Non è stato un parto semplice, archiviare la storia dei partiti e le storie di vita di tanti militanti non è stato certamente un sacrificio banale da compiere, eppure la promessa che gli ultimi congressi dei DS e della Margherita fecero al Paese era proprio questa: riempire il vuoto e la distanza tra la politica e il paese, provare a tendere la mano ai tanti italiani che vivevano la politica come qualcosa di estraneo e di altro da sé, offrire uno strumento che interpretasse la complessità dei nostri tempi flettendosi all’esterno e provando ad andare incontro al Paese, invece di aspettare che per necessità o per mancanza di alternative il Paese si decidesse ad andargli incontro. Tutto questo hanno finito col rappresentare le primarie: milioni di italiani che con la loro partecipazione civile hanno affermato il desiderio di contribuire al destino delle idee di progresso, di modernizzazione, di inclusione che tanta fatica hanno fatto in questi anni a trovare forza e cittadinanza in Italia. Qualsiasi cosa si decida in Assemblea, bisognerà ricordare che quel solenne patto di apertura sta al PD come i principi fondamentali della Costituzione stanno alla nostra Repubblica. Fondamentale come una pietra angolare, intoccabile come un pilastro.❖

5 risposte a “Il valore delle primarie: un patto intoccabile tra Democratici e cittadini”

  1. giuseppe pannone ha detto:

    Il PD, anche con le primarie, vuole “riempire il vuoto e la distanza tra politica e paese”, per fare ciò ha però creato altri vuoti. Questo perché troppo spesso le primarie non sono state uno strumento di partecipazione, ma un mezzo per dirimere le questioni interne. Qui è la differenza tra un partito veramente Democratico ed uno simbolicamente tale: la confusione tra strumento ed obiettivo.Prova ne sia che in tutto il Paese dopo le primarie le centinaia di migliaia di partecipanti sono stati abbandonati ed i circoli sono stati troppo spesso trasformati in luoghi per incomprensibili “bracci di ferro”. Credo profondamente alla necessità di un maggiore coinvolgimento, ma per fare ciò subito dopo il risultato partecipativo devono essere abbandonate le “tesi” di ciascun candidato per arrivare alla sintesi dell’intero partito. Il ruolo delle primarie è di cinvolgimento delle intelligenze e delle passioni, una sveglia per uscire dal letargo e superare le diffidenze, non certo una mera elezione interna!

  2. Luisa ha detto:

    Ben detto Ivan!! un patto intoccabile, necessarie alla vita stessa del PD.
    Soprattutto se sono VERE.

  3. […] interna al partito. E contro questo pericolo il nostro Ivan Scalfarotto, vicepresidente del PD, è intervenuto su […]

  4. Valerio Russo ha detto:

    Caro Ivan, stendiamo un velo su certe letture dei testi in questi giorni. La verità è che è stato concordemente deciso che 18 e 20 dello statuto vigente non potevano convivere. E’ la scelta è stata quella di sacrificare la partecipazione di iscritti ed elettori (del PD) alla definizione della rappresentanza a favore di “primarie di coalizione”, pericolosamente (a mio giudizio) vicine al momento elettorale.