15 Ottobre 2009

Il trappolone

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Bene ha fatto Ignazio Marino a rifiutare il “trappolone” tesogli da Eugenio Scalfari (uno che ha fatto finora tutto quello che poteva per far capire che Marino non gli piace punto) l’altroieri dalla Dandini.

La proposta per cui per fare il segretario del PD basterebbe la maggioranza relativa dei voti del 25 ottobre avrebbe ucciso la mozione Marino polarizzando forzosamente il voto sui due candidati cosiddetti maggiori, avrebbe reso vano il lavoro delle migliaia di persone che ci hanno lavorato e che l’hanno sostenuta nei congressi e – ciò che è anche più grave – avrebbe fatto piazza pulita ora e per sempre dei suoi contenuti di rinnovamento e innovazione.

Che poi è l’obiettivo di gran parte dell’establishment di opposizione di questo paese che in questa dolorosa situazione comunque ha un suo ruolo, quello di predicare che le cose cambino, invece che razzolare concretamente per fare in modo che la cosa avvenga (lasciandoli così disoccupati).

Peraltro, per chiudere l’accordo su questa polpetta avvelenata il consenso di Marino non è per nulla necessario. Basterebbe che Bersani e Franceschini annunciassero unilateralmente, anche da soli, che se arriveranno secondi rifiuteranno i voti del terzo piazzato, lasciando il campo a chi dei due arrivasse primo. Se non lo hanno fatto ci dev’essere un motivo: forse che non sono per nulla sicuri che Marino arrivi terzo.

8 risposte a “Il trappolone”

  1. Zanna Bianca ha detto:

    La visione della democrazia di uno come Scalfari è identica a quella del suo padrone Carlo De Benedetti.
    In sintesi: diamo al popolo l’impressione di mobilitarsi per una causa giusta, magari ci mettiamo in mezzo i più classici clichè da piazza di sinistra (razzismo, libertà di stampa, nuovo fascismo ecc)tanto alla fine a decidere ci pensiamo noi.
    E’scontato che la coppia Scalfari/De Benedetti guardi Marino ed il suo movimento come fumo negli occhi e che quindi sponsorizzino un trappolone in salsa buonista.
    A loro interessa solo avere il totale controllo del nuovo segretario, in modo da poter gestire al meglio gli interessi dei loro amichetti (quelli che affollavano il panfilo Britannia del 1992 per intenderci), qualora il nuovo grande giro di privatizzazioni dovesse avvenire con un governo tecnico istituzionale, a cui peraltro siamo molto vicini.
    O vogliamo far finta di credere che a quei due stia veramente a cuore la sorte dell’Italia e degli Italiani?!?

  2. antonio ha detto:

    sei sicuro che tra i mille eletti della Bersani, Franceschini e Marino non ci sono tanti che possono, singolarmente o come gruppi di potere, utilizzare il tuo voto col quale hai contribuito ad eleggerli,per farsi strada? Chi tra i tre candidati può garantire che gli eletti nelle loro liste non decideranno diversamente da come pensa il candidato? Pensi che è più democratico essere eletto con la mediazione di pochi che con la maggioranza relativa degli elettori?

  3. Galileo ha detto:

    Il problema sarà raggiungere al primo colpo il 50% + 1 dei voti a questo punto. Gli altri due hanno praticamente affermato che fanno corsa assieme.
    Ipotesi 1: Marino primo sotto il 50%, seguono gli altri due. Possono allearsi e farlo fuori con buona pace del loro procunciamento pro-scalfari.
    Ipotesi 2: Marino secondo deve chiedere i voti al terzo che invece accetterà sicuramente il risultato uscito dalle primarie.
    Ipotesi 3: Marino terzo deve dare i voti al secondo che potrebbe rifiutarli pur di non accettare trattative sui punti programmatici di Marino.

    Morale: Giocano in due contro uno e l’unico risultato accettabile è un’impresa. Incrociamo le dita.

  4. Francesco ha detto:

    Ma il “ballottaggio” sarebbe una seconda chiamata alle urne di tutti i cittadini per scegliere uno tra i due più votati? In questo caso ci starei eccome, sarebbe la cosa migliore!

    Invece se ho capito bene all’eventuale ballottaggio voterebbero solo i delegati, vale a dire che se io voto Marino e non sopporto Franceschini (ovviamente è un esempio), e marino arriva ultimo, i suoi delegati possono sostenere Franceschini, cosa che mai io avrei voluto!

    Non mi piace. L’unica cosa giusta sarebbe cambiare il regolamento e prevedere ballottaggi veri col voto di tutti i cittadini, una seconda volta.

    Mi auguro che molti di noi facciano pressione per questa modifica, chiunque vinca.

  5. Francesco ha detto:

    Senza contare che se Bersani prendesse mettiamo un milione di voti (il 49%), Franceschini pressapoco la metà (il 26%) e Marino un risultato appena appena inferiore (il 25%), potrebbe essere eletto dai delegati anche Franceschini, con buona pace del volere degli elettori “normali”!

  6. Francesco ha detto:

    Non per forza è una “fregatura” nei confronti degli elettori la c.d. proposta Scalfari, infatti evita di dare un fortissimo potere contrattuale ai delegati del candidato meno votato, che possono invece con questo regolamento fare accordi per l’uno o per l’altro (i due candidati più votati) fregandosene (questa volta davvero!) del volere di chi li ha eletti.

    Evitiamo quindi per piacere offese e processi alle intenzioni a Scalfari o a chi propone questa “pezza” che può piacere o non piacere ma ha il suo senso e non è detto che sia a scapito di Marino o degli elettori.

    Teniamo presente che l’ideale sarebbe un ballottaggio fatto coi voti dei cittadini. Lavoriamo per questo, in futuro.

  7. Francesco ha detto:

    Concludo con queste parole di Marino, che alla fine mi fanno ben sperare in ogni caso: “E’un’ovvietà politica che non era necessario sottolineare, dire che chi prenderà più voti degli altri avrà più chance di diventare segretario, non per accordi di potere ma per rispettare la volontà espressa dagli elettori”.

    Rimane il fatto che il regolamento dobbiamo cambiarlo. Le regole devono valere sempre, e se tra i mille delegati ci fossero arrivisti ansiosi di essere ago della bilancia, oggi o un domani, dovremmo impedirgli di fare dei danni al Pd… a scapito degli onesti elettori delle primarie!

    Saluti.