5 Luglio 2009

La terza via

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L’incontro tra noi “piombini” e Ignazio Marino è avvenuto solo un paio di giorni fa, nel suo ospedale a Negrar, vicino Verona. Ci siamo visti in una stanzetta dell’ospedale, quella dove Marino abita quando lavora, con lui appena uscito dalla sala operatoria – cuffia verde in testa e ai piedi i sandali di gomma – e abbiamo parlato senza cerimoniali e nel modo più diretto che si possa immaginare del nostro Paese, del nostro Partito. Quello che volevamo capire era soprattutto se Marino, ben al di là dell’immagine di eroe della laicità che la pubblicistica gli ha cucito addosso, potesse essere davvero la persona con la quale condividere il percorso partito da Piombino e giunto al Lingotto il 27 giugno. Volevamo capire se avesse un senso affiancarci a Marino per mantenere la promessa di tenere vivo e forte il messaggio di innovazione e di apertura del partito e del paese che abbiamo sentito così forte e chiaro intorno a noi. Così abbiamo parlato di lavoro e di precarietà, di salute e di diritti, di legalità e di burocrazia, abbiamo parlato di cose da fare, di un’Italia più matura, competitiva ed europea. A vedere Ignazio Marino parlare con Pippo Civati, Pierfrancesco Majorino e Marta Meo mi è parso di avere davanti agli occhi l’Italia che vorrei: pragmatica e pulita, coraggiosa e responsabile. Semplice senza essere semplicistica; complessa senza essere complicata. L’Italia che possiamo ora provare concretamente a costruire insieme. La sfida è difficile e non va sottovalutata, soprattutto nella prima fase, quella in cui votano gli iscritti. Il messaggio è semplice: iscriviamoci. Iscriviamoci perché il Partito Democratico appartiene, come è giusto, prima di tutto ai suoi iscritti e per iscriversi basta soltanto la volontà di esserci, di impegnarsi e di sentire che il partito ci appartiene. Per qualche motivo in Italia una delle cose delle quali si va più orgogliosi è quella poter dire che non si è mai avuta la tessera di un partito. Ecco, in questo caso io credo che si possa essere orgogliosi di averla, la tessera del Pd: perché è una tessera che si prende per dare, non per ricevere. Questa volta si può prendere la tessera di un partito per dare un contributo tangibile alla crescita del nostro Paese; per sostenerne lo sviluppo, la legalità, la modernità, l’apertura, l’ambiente, il patrimonio di cultura e di civiltà. Basta andare nel circolo più vicino a voi del Partito Democratico, e iscriversi. E’ il momento.

20 risposte a “La terza via”

  1. Pier ha detto:

    Devo ammettere che la mia prima reazione all’annuncio della candidatura era stata etnusiastica. Poi, pian piano, qualche dubbio è emerso, soprattutto a causa delle prime mosse di Marino. Non mi è piaciuta la netta differenza di tono fra il suo discorso al Lingotto (che comunque conteneva anche una certa dose di “ovvietà” non argomentate, lì scusabili per il poco tempo a disposizione) e le risposte date ieri sera. Troppo troppo reticente. Voglio credere che sia un problema di impreparazione, ma allora – mi chiedo – non conveniva prepararsi meglio prima di affrontare un intervento a tutto campo? e poi, e poi…Bettini & Co. Leggo commenti giustamente non proprio entusiastici, non ché le remore della stessa Alicata. Sono disposto ad ammettere che, per come è strutturata la corsa alla segreteria, un pezzetto di “apparato” era necessario per non essere del tutto velleitari. però magari sarebbe meglio non enfatizzarla questa presenza, cosa che invece mi pare Marino abbia fatto ieri. Sono più che disposto a scusarlo, in virtù della sostanziale improvvisazione in cui si è buttato ieri. Tuttavia, consiglio vivamente di chiarire fin da subito con lui questi aspetti, altrimenti secondo me si rischia parecchio. E i tempi sono assai stretti!

  2. Pierluigi ha detto:

    e io mi iscrivo.
    e voto Marino.
    e speriamo che sia l’inizio del rinnovamento…

  3. edoardo ha detto:

    Scusa Pier, ma di che cosa stai parlando? Su, non fare il difficile. Cerchiamo di non fare i soliti “puristi”.
    La verità è che la candidatura di Marino non è buona, è eccellente! Questo è un signore che ha un suo lavoro (e che lavoro!) e la cui passione politica l’ha spinto a candidarsi, ma che un domani potrebbe tornare tranquillamente a svolgere il suo precedente mestiere: quanti politici possono dire altrettanto? Questo è un signore che dà consulenze alla Casa Bianca.
    E comunque, se hai dei dubbi sulla candidatura di Marino e su presunti apparati (ma quali poi?), per farteli passare subito, leggiti le allucinanti e incredibili dichiarazioni di stasera di D’Alema, il quale, in un colpo solo: a) rivendica con orgoglio l’appartenenza all’apparato, e il fatto di essere, in virtù di questo, “indistruttibile”; b) sostiene che le primarie per eleggere il segretario sono sbagliate, e che quindi cambieranno lo statuto dopo il congresso; c) ritiene che il PD abbia insultato le proprie migliori personalità, come lui stesso, che ha fatto il ministro degli Esteri, e ad Agosto era a lavorare per la pace in Libano anzichè andare alle Maldive.
    Oh povero, magari qualcuno dovrebbe ricordargli che fare il ministro degli Esteri non è esattamente come lavorare in miniera…
    Sono a dir poco allibito da questo concentrato di arroganza!
    E chi avesse intenzione di votare Bersani è avvertito: sarà l’ultima volta che potrà farlo, visto che poi le primarie verranno da lui abolite.

  4. Kay ha detto:

    avevo deciso di iscrivermi se sarebbe uscito un nome,, un candidato al quale avrei dato volentieri il voto come volentieri ho votato serracchiani alle europee. nonostante non trovi esattamente coraggiosa la scelta di marino, la trovo però in questo momento più realistica. quindi penso mi iscriverò.

  5. Champ ha detto:

    Inviterei tutti ad una maggiore attenzione al fatto che dopo il 25 ottobre (data delle primarie) arriva il 26.
    Sempre che si voglia restare tutti in questo partito anche dopo il 26…

    Nel merito. Per chi legge i commenti e non ha la pazienza di andare alla “fonte” la frase a cui si riferisce edoardo di D’Alema è (da repubblica.it):
    L’ex premier non resiste poi a una battuta nel suo stile sarcastico, sollecitata dalle polemiche sugli “apparati”: “Noi dell’apparato – dice – abbiamo una struttura particolare che ci rende, direi, quasi indistruttibili”.
    Non mi sembra così tremenda…

    “b”. Le primarie per eleggere il segretario del partito hanno senso solo se poi il segretario è il candidato premier. Discutere di questo (se è giusta la “coincidenza”) mi sembra più interessante che discutere di D’Alema.

    quanto alla “c” si commenta da sola

  6. Pier ha detto:

    Edoardo, mi riferisco alla pesantissima presenza di Bettini e Meta come sponsor di Marino, ma soprattuto al fatto che quest’ultimo ne ha enfatizzato parecchio la presenza nella sua “squadra”, mentre ha di molto ridimensionato quella dei “piombini”…non è un buon inizio. Leggiti cosa scrive Zoro:

    “Un’altra follia?” chiede una militante a Goffredo Bettini alla fine della prima uscita ufficiale di Ignazio Marino come candidato alla segreteria del Pd. Gongolante nel suo camicione nero Bettini inquadra la signora e con una mezza risata chioccia e compiaciuta le risponde ad alta voce: “speriamo mi venga meglio di Rutelli!”
    La scena appena descritta l’hanno vista e sentita in molti, e se un po’ si hanno a cuore la candidatura di Marino e le sorti dei “piombini”, tacerla non si può e non si deve. Perché ieri sera a Caracalla c’era davvero tanta gente a sperare di vedere un Pd diverso e più civile, non tanto o non solo in termini di società chiamata al tesseramento congressuale, quanto in comportamenti, scelte e diritti.
    E però se per tutta l’intervista parli del valore della squadra, di quanto sia importante ascoltarla, di quanto sia imprescindibile averla, e al momento di fare i nomi di questa squadra invece che da Civati (il nome fino a quel momento associato in ticket a Marino) cominci da Bettini, padre fondatore del Partito (nominato più di ogni altro), per poi proseguire con Michele Meta (rodato quadro del partito romano da circa 30 anni), arrivando a Civati quasi per inerzia, la cosa dispiace, il ticket che sapeva di nuovo viene mediaticamente stracciato dopo un solo giorno di vita, e il peso politico del regista diventa palese e ingombrante anche in un semplice elenco di nomi. Se poi a questa spiacevole sensazione s’aggiunge il siparietto descritto all’inizio con tanto di sfoggio del proprio ruolo di Geppetto da parte di Bettini, il disagio civilmente aumenta.”

  7. Pier ha detto:

    vedo ora l’intervista di Civati a Repubblica di oggi. Vedo con piacere che, dopo il silenzio di ieri, Pippo ha messo un po’ di chiarezza e ha detto chiaro e tondo a Bettini di farsi da parte. Me ne compiaccio, ma non vorrei che ciò significasse che ci aspettano settimane di lotte sotterranee tra i “piombini” da una parte e il clan Bettini dall’altra. Sarebbe esiziale per la candidatura Marino. Staremo a vedere…

  8. sam ha detto:

    Oggi pomeriggio prenderò la tessera. Marino sta facendo la sua parte. Ora tocca a noi, fare la nostra e sostenerlo.

  9. Sara ha detto:

    Vi prego, fate un minicorso di comunicazione a tutti noi che NON capiamo come queste discussioni interne siano irreplicabili all’esterno…dateci una sintesi da imparare bene, fare nostra, e da raccontare…perchè se io vado a dire ai miei amici di leggere questi blog, mi sputano in faccia e non mi ascoltano… altro che convincerli ad iscriversi…siamo proprio incorreggibili…

  10. Saverio Fulci ha detto:

    C’ero il 4 luglio alla presentazione di Marino al festival de L’Unità. Mi è piaciuto.
    Specialmente quando ha sostenuto che per raggiungere una posizione comune ci si puo’ scazzare con la base, ma quando la si è raggiunta la si difende tutti insieme senza che nessuno si senta autorizzato ad andare poi per i fatti suoi
    Chissà… forse Vision….. finalmente…..

  11. Saverio Fulci ha detto:

    P.S. Io non la chiamerei, però, la terza via. Troppi significati ha avuto questa frase (vedi qui sotto)
    http://www.google.it/search?hl=it&q=la+terza+via&btnG=Cerca+con+Google&meta=&aq=0&oq=%22la+terza+v
    e non tutti molto fortunati.
    Un pò di scaramanzia non guasta.

  12. Dario ha detto:

    Seguo il blog da un po’ di tempo, mi sento molto vicino alle posizioni tue e di per es. Ignazio Marino, de iMille etc. pur non essendo iscritto al PD, e neppure avendo mai votato per questo partito (alle Europee ho votato Radicali, alle scorse politiche Sinista Arcobaleno).

    Sarei felicissimo se Marino diventasse il prossimo segretario del PD, ma so anche – come sappiamo tutti – che questo non accadrà MAI. Inoltre, questo tuo appello ad iscriversi al PD e le tue parole accorate a difesa di un progetto per un partito nuovo, per un’Italia nuova e “diversa”, sono tutte condivisibili ma… c’è un ma: le ho, le abbiamo già sentite decine di volte. Le ho sentite alla nascita del PD, quando Veltroni è stato eletto segretario, quando Franceschini ha preso il posto di Veltroni e forse le avevo sentite anche prima che nascesse il PD e ai tempi (in)gloriosi dell’Ulivo.

    Fino ad ora queste parole sono rimaste solo frasi al vento. Ditemi voi, dimmi tu per quale ragione questa volta è diverso? Io, come molti, sono stanco di questa Italia e di questi partiti, vorrei davvero un centro-sinistra e una sinistra rinnovati, ma davvero inizio a dubitare che questo rinnovamento possa venire da un partito come il PD che più passa il tempo e più si allontana dalle fantastiche (o fantasiose?) idee che l’avevano fatto nascere.

  13. edoardo ha detto:

    Sul primo punto, Marco, son d’accordo con te. Da questo punto di vista Marino ha già detto chiaramente che dal 26 ottobre, chiunque sia il vincitore, lavorerà con lui per rafforzare il partito.

    Riguardo al punto “c” e a D’Alema, mettiamola così: anche la mia era una battuta, come le sue.

    Venendo al punto “b”, che in effetti è il più interessante, io credo che separare la figura del segretario da quella del candidato premier sia un’idea come minimo bizzarra, di cui nessuno capisce la necessità e l’utilità… e anzi è un’idea assolutamente anacronistica, che segna un deciso regresso sul terreno del bipolarismo e dell’alternanza, e rischia di portarci indietro di 15 anni, se non di più, ai tempi della prima repubblica, quando i segretari dei partiti, i vari De Mita, La Malfa e compagnia bella, decidevano chi ogni 6 mesi (perchè questa era la durata media dei governi) doveva sedersi a palazzo Chigi, da Forlani a Goria ad altri di cui nessuno ricorda più nemmeno il nome.
    Ma un bel governo di legislatura votato dai cittadini non possiamo averlo anche noi come tutti i paesi “normali”?
    E poi scusa come si fa allora a decidere chi è il candidato premier? (ricordo che l’attuale legge elettorale impone di indicare il “capo della coalizione”) Si fanno delle uteriori primarie? O lo decidono 4 persone a tavolino? E’ uno schema vecchio, che ha funzionato nel ’96 con Prodi (e qui riconosco il merito di D’Alema), ma che poi gli si è ritorto contro, e nel 2006 non ha funzionato più.

    Invece di far eleggere il segretario dai soli iscritti, caso mai la strada secondo me è esattamente l’opposto: modificare le cervellotiche e bizantine regole attuali (vedi quest’ottima spiegazione di Luca Sofri: http://www.wittgenstein.it/2009/06/19/e-mai-dico-mai-spostare-la-leva-a-cosi/ ) per eliminare il passaggio intermedio della consultazione tra gli iscritti e andare direttamente alle primarie aperte.

  14. edoardo ha detto:

    Michele Meta? Carneade, chi era costui? Per me questo tizio è un perfetto sconosciuto! (Così come sono sicuro per la stragrande maggioranza di coloro che parteciperanno alle primarie). E il nome di Bettini a me, profano, dice solo poco di più.

  15. edoardo ha detto:

    L’ho letta anch’io quell’intervista, e mi è piaciuta.

  16. edoardo ha detto:

    Sara, ti capisco benissimo. Certe discussioni tra “iniziati” su chi sia più “puro” o più “nuovo”, o su chi abbia più o meno personaggi impresentabili e imbarazzanti alle spalle, è un esercizio sterile, che sembra fatto apposta per allontanare nuovi partecipanti anzichè coinvolgerli, purtroppo. Ma non ti scoraggiare.

  17. edoardo ha detto:

    E chi te lo dice, scusa, che Marino non può vincere? Questo potrebbe forse essere vero se votassero solo gli iscritti. Ma quando votano 3 milioni e mezzo di persone, guarda che il risultato non è già scritto: tutto può accadere! Certo, non è semplice, ma io credo che abbia buone chances. Ad esempio se riuscisse ad arrivare secondo alle primarie senza che nessuno abbia la maggioranza assoluta, si andrebbe al ballottaggio all’assemblea nazionale tra i primi due: e li voglio proprio vedere cosa succede!

  18. emilio ha detto:

    spero che tutte le forze migliori del nostro partito, ma anche quelle esterne che guardano al Partito Democratico con interesse, riescano a coalizzarsi per sospingere la candidatura di Ignazio Marino e poi voglio vedere se non sarà sfida vera, e non scontata come le precedenti, per la Segreteria. Siamo stufi di non poter scegliere o di dovere scegliere il “meno-peggio” o il “male-minore”.

  19. Leo Perutz ha detto:

    Sig. Scalfarotto,
    da sempre sono stato un suo critico leale e puntiglioso, diverse volte mi sono sentito di partecipare alle discussioni che lei ha promosso per sottolineare quelle che credevo fossero delle contraddizioni culturali, delle incongruenze politiche, dei limiti nella sua azione personale e di qualche altro membro del suo movimento. Oggi, con la stessa lealta’ ed onesta’, le dico che … aderisco con convinzione al suo appello: mi iscrivero’ al PD e appoggero’, con il mio singolo voto e per quello che puo’ contare, la mozione “Marino-Civati”. Il motivo risiede certamente nel valore indiscusso, nella novita’ delle due candidature per le quali occorre spendersi, superando ogni singolo motivo di perplessita’ e nella pratica di partito che esse testimoniano (Civati) e nella idea virtuosa di paese che esprimono (Marino), di ben altro carattere rispetto alle testimonianze che trasparivano dalle “omelie” e dalle contraddittorie pratiche di governo veltroniane.
    Siamo forse al “canto del cigno” del PD ma a questo “bellissimo acuto” che alcune persone (con le quali non condivido tutto) stanno allestendo, sento di voler partecipare per non avermene a che pentirmi in futuro, quando potrei rinfacciarmi il fatto di non aver sostenuto e lasciato morire qualcosa che aveva cercato e trovato una sua unica possibilita’ e nella quale, in fondo, credevo piu’ che in altre.
    Io consegno idealmente a lei, a Marino, a Civati e agli altri membri del movimento che queste candidature ha saputo esprimere, questa “tessera del dare” (come la chiama lei), questa piccola responsabilita’ ideale. Per favore, non la tradite e non ne fate merce di scambio.
    Saluti.