22 Maggio 2009

Crisi e opportunità

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alba2La crisi economica ha contribuito a mettere in luce la frammentazione dell’Unione Europea e delle sue azioni coordinate. Una simile mancanza di aggregazione rischia di minare alle fondamenta l’unione monetaria europea, indebolendo la competitività dell’Ue sul mercato globale: è invece fondamentale un’azione coordinata per prevenire l’affermarsi di protezionismi nazionali. Lo stato dell’economia reale e la crisi energetica, industriale e finanziaria che stiamo vivendo sono due facce della stessa medaglia e vanno affrontate simultaneamente, attraverso una serie di riforme chiave del sistema capitalistico e una nuova governance globale necessaria per l’attuazione di un nuovo modello di sviluppo.

Se sarò eletto, mi batterò a favore di un nuovo e corposo piano di ripresa economica incentrato su risposta tempestiva e coordinata alla recessione economica in atto. Attuare una nuova distribuzione sociale del lavoro e favorire la crescita dell’economia verde, dare il via a una serie di azioni volte a regolare e riattivare il sistema finanziario, e incentivare al massimo la cooperazione internazionale per realizzare uno sviluppo globale più bilanciato.

È evidente che l’attuale “cassetta degli attrezzi” comune ai paesi europei non è sufficiente: abbiamo bisogno di una maggiore coordinazione e di strumenti più forti ed efficaci. L’Europa che voglio deve focalizzarsi di più sullo stimolo all’economia, per salvaguardare il lavoro e scongiurare i licenziamenti di massa supportando le necessità combinate di famiglie e industrie. Soltanto attraverso questi nuovi strumenti sarà davvero possibile creare nuovi posti di lavoro, promuovendo allo stesso tempo la nuova dimensione verde dell’economia contro il cambiamento climatico e la riqualificazione e la protezione delle persone, dei lavoratori, soprattutto quelli con reddito più basso e quindi più esposti alla tempesta economica.

Questa crisi non è solo un pericolo per le famiglie e la produzione: rappresenta anche un’opportunità storica di concretizzare cambiamenti epocali nel modo di concepire l’economia e il sistema produttivo, guidandoli verso un futuro sostenibile e rispettoso dell’ambiente. Un’opportunità che sarebbe meglio non lasciarsi sfuggire.

Una risposta a “Crisi e opportunità”

  1. Pippo Rizzo ha detto:

    Sono in linea di massima d’accordo ma aggiungerei di più.

    Gli osservatori più attenti, molti leaders, fequentemente la stampa sostengono che la società post crisi sarà molto cambiata nella sua maniera di relazionarsi, di intendere i consumi, nella costituzione e nella distribuzione dei gruppi di potere nel pianeta (vedi ad esempio il mondo dell’auto o i sistemi bancari), nell’orientamento delle tecnologie.
    Mi pare che la crisi vada letta come una crisi del sistema capitalistico (almeno nelle forme in cui si era evoluto negli ultimi anni), nella corsa alla alla deregulation ed alla globalizzazione forse più veloce della capacità della società di crearsi nuovi modelli etici, normativi, di regolamentazione e su cui riflettere.

    Dove è mancata la sinistra (mondiale)? Avrebbe potuto o dovuto fare maggiore cultura sociale, probabilmente limitando la corsa ai beni di consumo, all’indebitamento individuale ed orientando l’interesse sul sociale (welfare, tecnologie alternative, più equa distribuzione della ricchezza), dichiarando (specie in Italia) una lotta aperta alla crescita indiscriminata dei sistemi clientelari e mafiosi che hanno fatto sviluppare senza controllo pubblica amministrazione e lavoro nero. Penso che un impegno anche culturale in questa direzione sia auspicabile in Europa.