26 Dicembre 2008

I Contemporanei

Diario

logo_pd.jpg“Noi, che al PD abbiamo sempre creduto, pensiamo però che il partito nuovo sia un viaggio che deve ancora in buona parte cominciare.” 

Mi pare questa la frase chiave dell’invito (il testo integrale è in fondo a questo post) che ho firmato – con Teresa Cardona, Pippo Civati, Michele Dalai, Francesco Laforgia, Pierfrancesco Majorino e Marella Reitani – per un’assemblea aperta a tutti i democratici (milanesi e lombardi, ma non solo) che pensano che il Partito Democratico non abbia ancora nemmeno cominciato a rispondere alle domande e alle aspettative che la sua stessa creazione ha sollevato nel Paese.


Credo si debba avere chiaro che esiste una risposta concreta da dare alla crescente stanchezza che gli elettori e i simpatizzanti democratici cominciano apertamente a denunciare. Alle persone che mi dicono che alle europee voteranno Di Pietro (e cominciano a diventare parecchie) mi viene da dire che c’è una terza possibilità, che è quella di contribuire direttamente a determinare le politiche del partito. Il PD è nato esattamente per questo, per essere un partito più vicino ai suoi elettori e ai suoi simpatizzanti: non dimentichiamoci quanto il ricorso alle primarie sia importante per la nostra stessa identità, soprattutto nel momento in cui a Roma qualcuno vorrebbe frettolosamente disfarsene. 

Ecco: proprio nello spirito delle primarie penso che si possa – che si debba – dire oggi la nostra. Chiedere al partito e a chi lo dirige di decidere, di mostrare coraggio, di prendere posizioni chiare. Le nostre posizioni sui temi etici, sulla nostra collocazione in Europa, sulla legalità e la trasparenza, sul lavoro, sull’economia, sull’ambiente devono diventare più lineari e comprensibili. Come ha detto giustamente Renato Soru, nella sua famosa intervista da Fabio Fazio, non bisogna confondere la capacità di mediare tra interessi e posizioni diverse con il continuo compromesso al ribasso, o, si direbbe, con la paralisi, a giudicare dalla nostra incisività degli ultimi otto mesi. 
Abbiamo chiamato questa riunione “la riscossa dei contemporanei”, perché riteniamo che sia giunto il momento in cui chi vive in questo tempo, e in questo mondo, faccia sentire la sua voce direttamente all’interno del Partito. E l’abbiamo chiamata così perché vorremmo che contemporaneamente all’evento di Milano, o immediatamente dopo, altri contemporanei si riunissero in altre città per contribuire a ridare al nostro partito entusiasmo ed energie che sembrano perduti per sempre. 
Come ha giustamente detto Pippo Civati «non è più tempo di lamentarsi del Pd, dei vertici romani e della distanza del nostro partito dalla vita delle persone. E’ il tempo di accorciarla, questa distanza, e di darsi da fare, al di là delle formule e delle burocrazie». Possiamo partire tutti insieme dal Circolo del PD di Via Archimede al 13 a Milano, il 10 di gennaio 2009, alle cinque della sera. 
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I CONTEMPORANEI – PARTE LA CAROVANA DEL PD 

Il Partito Democratico è un grande progetto di cui l’Italia ha bisogno. Può essere l’occasione per dare finalmente un senso alle parole dell’innovazione, del cambiamento radicale, della lotta alla precarietà, della valorizzazione dei talenti, e per dar vita ad azioni che guardino davvero al futuro del nostro Paese. Tutto ciò ha poco a che fare con la discussione spesso surreale e autoreferenziale a cui si è dato vita in questi mesi all’interno del partito.
Noi, che al PD abbiamo sempre creduto, pensiamo però che il partito nuovo sia un viaggio che deve ancora in buona parte cominciare. Per questo vogliamo mettere a disposizione le nostre idee e le nostre energie per dare una risposta alle grandi aspettative che la nascita del Partito Democratico ha creato nel Paese. E’ il contributo di chi crede che l’Italia, il Nord, Milano, abbiano bisogno di un progetto audace e coraggioso, costruito insieme ai tantissimi che credono nel partito democratico come motore del cambiamento.
Ecco perchè vi proponiamo di parlarne. Sabato 10 gennaio, a Milano, nella prima tappa del viaggio, e nelle tante altre che verranno dopo. 

Teresa Cardona 
Giuseppe Civati 
Michele Dalai 
Francesco Laforgia 
Pierfrancesco Majorino 
Marella Reitani 
Ivan Scalfarotto

62 risposte a “I Contemporanei”

  1. Omar Supio ha detto:

    Secondo me siete ancora degli ottimisti. Il fatto non è che il viaggio deve ancora cominciare: il viaggio è cominciato da un bel po’, ma la rotta non è quella giusta. Va da quell’altra parte, dalla parte sbagliata. Ogni giorno, ogni ora che passa, la rotta sbagliata su cui il PD naviga, lo allontana vieppiù dagli obiettivi iniziali. E qui le cose non si riparano in modo incruento. Uccidere il padre . . . . .- Ma il padre, quel padre, è vivo e vegeto e fa danni. Ed è incollato alla cadrega. Cosa credete che addrizzerete con un segretario come Veltroni (lo ammiravo, mi piaceva: adesso mi infastidisce anche solo il nome). Che fine ha fatto la Binetti? E il giovane Colaninno? Villari chi lo ha portato nel PD? Il giovin presidente della provincia di Firenze, Matteo Renzi, che sbandiera in televisione la sua amicizia con Ivan Scalfarotto, non mi pare ne condivida le idee. Ma che amico è? Di Pietro . . . – Quando il nome di suo figlio è affiorato, ha proclamato chiaro e forte: si proceda nelle indagini. E anni fa, era ministro dei LLPP con il Prodi 1, e il giudice Salamone lo indagò (per l’uso improprio di una Mercedes in prestito), si dimise da ministro. Scomparve. Non si presentò più al ministero, per lasciare le mani libere al giudice. D’Alema & Co. hanno fatto bloccare le indagini nate dalle telefonate dell’Unipol. Questi uomini DEVONO ANDARE VIA. Altrimenti la vostra è fatica sprecata. Il “padre” va ucciso, in via preliminare. POI si parla. Diversamente vi bloccheranno, prima che riusciate a fare alcunché. In bocca al lupo!

  2. Edit ha detto:

    C’è molto del vero in quel che dice Omar. E l’epressione uccidere il padre, sbbene colorita esprime una necessità. Più moderatamente sono d’accordo con l’ultimo editoriale di Antonio Politi su Il Riformista: c’è stata una evidente frattura fra gli scopi iniziali del PD e la sua pratica politica dopo le trombate elettorali (politiche, Roma, Abruzzo…). Però qualcosa va fatto e come ho già commentato sul blog di Giuseppe Civati, spero che voi usciate da Milano, scendiate sotto la Line Gotica, per poter partecipare alla vostra carovana.
    Giuseppe Rossi (edit@lamademocratica.org)
    Segretario PD LAMA (Perugia)
    °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
    Non perdiamo quel contributo fatto di gente nuova, giovane, anche inesperta, ma originale, radicata nella società che ha aderito al primo PD. Avanti con la carovana…

  3. grazia ha detto:

    @omar:
    che facciamo.. continuiamo ad aspettare il ciuccio che vola? No grazie.
    Sarà poco? Forse.
    Sarà una goccia nel mare? Probabile
    Ci metteranno i bastioni tra le ruote? Magari
    Ma inermi..NO GRAZIE.
    “Nasciamo una sola volta, due non è concesso; tu, che non sei padrone del tuo domani, rinvii l’occasione di oggi; così la vita se ne va nell’attesa, e ciascuno di noi giunge alla morte senza pace” Epicuro
    grazia
    ps. crepi il lupo.

  4. Lorenzo ha detto:

    Però ancora non ci avete spiegato perché di Pietro non sia un’alternativa e questi quattro vecchi mentecatti che guidano il vostro Partito invece sì.
    In tutto questo non ci sarà forse la vecchia fede messianica nel Capo, di ispirazione comunista?

  5. Luigi Ruggeri ha detto:

    Sono perfettamente d’accordo con Lorenzo. Inutile continuare a tirare un carro che non si muove.
    Luigi.
    (stacca i tuoi cavalli dalla carovana e portali ad una diigenza dove servano a qualche cosa).

  6. kamillo ha detto:

    il “partito nuovo” in sardegna ha fatto fuori soru! complimenti!
    per me possono andare tutti a farsi fottere, il pd è solo una mano di vernice a base tossica ad una consolidata struttura di potere clientelare fatta da ex comunisti e ex democristiani, altro che nuovo che avanza, qui avanza solo il fetore di marcio e di corruttela ed è molto strano che nessuno se ne sia mai accorto…tutti sordi, ciechi e muti nel pd?
    comunque se ci credete contenti voi, per me d’ora in avanti il piddì si può scordare il mio voto!

  7. Anellidifumo ha detto:

    Beh sì in effetti non vi capisco più da tempo anche io. Su questo blog, quello di Zoro e quello della Alicata pare che la questione sia meta-politica: una questione tutta sentimentale. Avete scelto di sposarvi al PD e siete all’antica: vi tenete lo sposo anche se avete scoperto che vi ha tradito. Io sono di un’altra scuola, più laica, ho sempre pensato che i partiti fossero come i calzini: quando puzzano li si cambia.
    Scusate se ve lo dico, ma tutto questo insistere sul progetto fallito del PD non vi fa né più belli né migliori di chi ha abbandonato il partito al tempo dei Ds o dopo. Vi fa solo più innamorati di un’idea di partito che non è mai esistita nella pratica. E vi fa anche molto più presuntuosi: pensare di cambiare la fisionomia politica del PD è come pensare di addrizzare le gambe ai cani: controproducente e innaturale.

  8. alberto biraghi ha detto:

    Non leggo più i blog politici, ma visto il richiamo via email vengo a dire la mia.
    Come sottolinei, gli elettori ne hanno piene le palle: più si dice di volersi avvicinare alla “gente” e più si diventa autoreferenziali, con un front talk che si fa ogni giorno più desolante e incomprensibile a chi è estraneo alle manovre. Noi orfani della sinistra guardiamo basiti aggregazioni che nascono e muoiono senza fare assolutamente nulla, governi ombra che cadono prima dei governi veri, Veltroni e D’Alema che si fanno ciascuno al propria TV (clandestina) costringendoci a stipendiare mandrie di claudicapara. Mentre una Provvidenza molto poco divina salva il culo a farabutti del calibro di Nicola Latorre, il Paese (cioè, come dire, tutti noi cittadini non foraggiati dalla politica, quindi contribuenti, non parassiti) va sempre più nella cacca.
    Continuo a riconoscere a te e Marella una testa pensante e totale buona fede, alla faccia di scelte che fatte da chiunque altro giudicherei con ben altra severità e quindi continuo a essere sconcertato quando vi accompagnate a personaggi (niente di personale per carità) che sono prodotto e al contempo artefici del disastro.
    Esempio: Pier Majorino è un esponente di spicco (si fa per dire) del vecchio che avanza milanese, culoecamicia con i mammasantissima locali che tanti danni hanno fatto, fanno e faranno (da Mirabelli a Penati, passando per Vimercati e quell’altro, come si chiama, Cerami, quello che si voleva fottere – per il Partito, ci mancherebbe! – i tuoi rimborsi elettorali). Pier è da sempre impegnato a sguazzare in una malsana carriera di burocrate di partito, sempre aggregato al vincitorello locale di turno, alla costante ricerca di qualche benemerenza con relativo scatto in avanti, dai e dai arriverà in serie A, com’è avvenuto per Marilena Adamo, Lele Fiano e tanti altri parenti-amici-portaborse. Già un compagno di strada del genere ai tanti come me non lascia spazio al ripensamento su un partito che – per dirla ala Padreppie – ha distrutto la sinistra per facilitare l’assegnazione di sedie al catasto per la propria manovalanza.
    L’elettore di sinistra aspetta, sempre più basito e frustrato, le europee e provinciali in arrivo, dove sarà costretto a fare il tifo per un risultato che finalmente completi la sciagura partitodemocratica riaprendo finalmente (ma davvero) i giochi della politica di questo povero Paese senza dignità e senza memoria. Personalmente sono totalmente pessimista, comunque vada cambierà un cazzo e anche se sconfitto (ma da alcuni recenti colloqui ho ricavato l’atroce sospetto che sia stata trattata la desistenza della destra in provincia di Milano, a fronte di non voglio sapere cosa, visto che poi devo pagare io contribuente) il Filippo Penati di turno manterrà comunque quote di potere e soldi (anche miei) da distribuire con la massima generosità ai suoi incolti e avidi amici.
    PS Insisto comunque a credere che tutto questo vostro voler trasformare la montagna di merda sterile (il Piddì) in un’aiuola di orchidee e frutti esotici non derivi dalla voglia di un posto al catasto, perché di tutte le delusioni sarebbe la più grande. E’ difficile, pensa e pensa non si vede una ragione buona, a maggior ragione dopo aver letto il periodo in corsivo a fine post la mia caparbia fiducia va intesa come una enorme prova di stima e amicizia.

  9. scalpha ha detto:

    Caro Alberto, sono anni che continuiamo come due dischi rotti a dire sempre le stesse cose. Tu mi dici che il PD è irriformabile, io che ti chiedo allora come credi si possa governare e cambiare questo paese (l’Italia) per il meglio. Io credo che siamo davvero nella fanga (come direbbe il mio amico Zoro), ma mi chiedo anche come possiamo venirne fuori. L’unica via di uscita mi pare quella, per quanto improbabilissima, di fare del PD un partito di governo e fatto di persone serie. Se ce andiamo anche noi questo non succederà: la natura aborrisce i vuoti e se le persone per bene decidono di andarsene, i banditi di certo non le tratterranno. Guarda, Alberto, che io capisco bene che abbiamo le stesse possibilità di farcela che di vincere il primo premio della lotteria di Capodanno. Ecco, diciamo che io – vincerò, molto più probabilmente non vincerò – almeno mi sono comprato il biglietto. Tu mi dici in continuazione quello che non devo fare, ma ancora non ho capito cosa secondo te io debba fare (o cosa tu abbia intenzione di fare) per migliorare questo paese. Io almeno lotto, e di questo non mi si può fare una colpa. E se Pierfrancesco Majorino viene con me, io brindo a questo e ne sono assolutamente felice e orgoglioso. Perché so che firmare un documento con una persona con le mie idee non è una scelta politica facile, né probabilmente gratuita.
    Concludo con un’ultima cosa. Visto che mi conosci personalmente, e bene, e conosci bene la mia storia personale e professionale, sai che di un posto al catasto non ho veramente mai avuto bisogno. E certo non ho ereditato la “fabbricheta” di papà. La prossima volta che decidi di fare un’allusione, anche solo remota e potenziale, sulla mia integrità – proprio perché mi conosci benissimo e sai bene quanto infondata, iniqua, offensiva, e sleale sarebbe – preparati per favore ad un diverbio, diciamo così, “affettuoso”, ma di dimensioni colossali.

  10. alexbellotti ha detto:

    Come non essere d’accordo con Omar. L’attuale dirigenza PD è in gran parte responsabile della situazione italiana. Non avremo le risorse necessarie per affrontare la crisi economica che ci sta travolgendo. E’ questo lo dobbiamo anche agli uomini che sono presenti nell’attuale dirigenza PD. Privatizzazioni scellerate, politiche economiche da suicidio, tasse improprie, provvedimenti fiscali in contrasto con i diritti sanciti dallo statuto del contribuente, fissati da una nota legge in vigore dai primi anni 2000. Questi sono gli uomini dell’attuale dirigenza del PD. Hanno avuto importanti occasioni di governo, hanno preso decisioni sbagliate che hanno bruciato importanti risorse del paese. Cominciamo a mandare a casa questi signori. Caro Ivan, con questa gente non si può vedere nessun futuro degno di questo nome. L’Italia è ormai un bollettino di guerra: cassa integrazione dilagante, stipendi da miseria. L’Italia è ormai un paese povero. Ripartiamo da un partito di ispirazione socialista, al fianco delle socialdemocrazie europee. Buttiamo fuori da partito chi non crede in un progetto di ispirazione socialista. Cosa ha da spartire la Binetti con te, Ivan ? Vuoi anche tu essere un numerario dell’Opus Dei ? Perdona questo sfogo, dopo le primarie del 2004, mi aspetto Ivan Scalfarotto alla guida di un manipolo di uomini e donne di ispirazionee socialista, alla Zapatero, che facciano del PD un partito che sia davvero antagonista alla destra (si fa per dire) italiana. Largo ai quarantenni, Ivan. Largo soprattutto a uomini e soprattutto donne che ci facciano immaginare un futuro da paese europeo.
    Quando torno dall’estero (Germania) sono sempre incazzato. Poi mi passa. Penso alla mia famiglia. Penso alla mia azienda. Penso ai miei collaboratori, penso che sia arrivato il momento di combattere per mandare via questa classe politiica. In primis quella del nostro partiito. Dobbiamo ripartire in fretta. I nostri giovani non hanno futuro e lo sanno. Dobbiamo puntare a un partiito di ispirazionene socialista, che sia la guida per portare l’Italia in Europa.
    Ciao
    Alessandro

  11. alberto biraghi ha detto:

    Evidentemente mi sono spiegato male, non c’è alcuna allusione a possibili interessi. Riformulo la frase: visto che (a) non posso attribuirvi un interesse per un posto al catasto e al contempo (b) non riesco a considerare ragionevole la speranza di trasformare la cacca sterile in aiuola, resto (c) a domandarmi quale sia la terza via. Quindi non c’è necessità di polemiche, mi sembrava di averlo espresso chiaramente, ma da irriducibile montanelliano attribuisco la colpa delle incomprensioni a chi scrive – io – e mi scuso. Spero che ora sia chiaro.
    Per restare in tema di storie professionali, fatico a considerare motivo d’orgoglio un’alleanza con Majorino, eccellente scrittore e persona degnissima, ma campione di ambiguità politica e portatore di tali responsabilità nel disastro del centrosinistra milanese da augurare a lui (e a noi) strepitosi guadagni con l’editoria, andasse a fare un mestiere che gli riesce sicuramente meglio della politica. Cominciare un’avventura “padana” (aggettivo senza significato inventato dai Leghisti, usato perché lo usa di Filippo Penati, di cui sono stato ahimè elettore) con aspirazioni di rinnovamento assieme a uno come Pier è come voler rinnovare il Piddì nazionale partendo da un convegno di ItalianiEuropei gemellato con FareFuturo.
    Sulla mia critica costante cito liberamente Chomsky: abbandonare la barca che va a fondo è imprescindibile, quello che si farà dopo è imprevedibile, ma non potrebbe essere peggio di questo scempio. Alle prossime Europee – dove tu probabilmente sarai eletto parlamentare – chi vorrà votare centrosinistra dovrà accettare compromessi al confronto dei quali la merda che abbiamo subìto in passato dalla cosca partitodemocratica è profumata alla violetta. Quanto alle provinciali milanesi, a voler seguire la tua linea, eccoci a votare per un signore senza capacità e senza titoli, che appena eletto ha promesso mari e monti e fatto l’esatto contrario. Dopodiché ha colpevolmente gettato alle ortiche (almeno spero, perché quanto si sa potrebbe anche averli gettati in grembo ad amici e sodali) milioni pubblici nella vicenda ASAM Serravalle, su cui ancora non è chiaro perché non sia scoppiato lo scandalo grosso (ho le mie idee, ma non le dico perché frutto di lettura di centinaia di pagine e deduzioni, quindi per ora non dimostrabili), ma credo che qualunque persona di buon senso dovrebbe informarsi e rendersi conto che se questo tizio riuscisse a rivincere le elezioni grazie a un patto con la destra, metteremmo una fetta significativa di potere in mani almeno non migliori di quelle dell’altra parte (per non dire di peggio). Il fatto che il Piddì lo appoggi la dice lunga sul partito, sui suoi leader e su chiunque appoggerà lo scempio.
    Sul “cosa propongo io” comincio svelando un segreto. Ho chiuso OMB e il mio impegno politico a seguito delle le riflessioni indotte da un incontro con Gherardo Colombo all’Università di Bergamo. Le mie ragioni sono simili a quelle di Colombo: (1) sono convinto che il sistema sia troppo malato per poter essere risanato da dentro (e infatti per questo sono in pena per voi, i pochissimi “sinceri”, penso che se entrerete, alla fine il meccanismo riuscirà a fagocitarvi o vi espellerà, com’è sempre acaduto). (2) Sono altrettanto convinto che il sistema sia vincente, sia perché vive in un humus culturale favorevole creato ad hoc da 25 anni di Mediaset, sia perché una percentuale altissima di persone campa di politica, direttamente o indirettamente, quindi se ne guarda bene da ammazzare la propria fonte di reddito. (3) Come Colombo, ritengo che l’unica via d’uscita sia un’azione culturale diretta ai giovani, sul territorio, tesa a scardinare le infrastrutture che creano sudditi inconsapevoli: crescita, consumi programmati, consumismo, arrivismo, eccetera. Ho capito che Penati, Latorre, D’Alema, Cerami, Cuperlo, Sofri in Bignardi, Mirabelli, Binetti, Caprara, eccetera non sono la malattia, sono il sintomo. Quindi: ciò che ho scelto di fare è semplice: vivo coerentemente con le tre voci qui sopra, ogni giorno cerco di spostare una persona (meglio se giovane) dall’auto alla bicicletta, dal telecomando al pugilato cinese, dallo stadio al coro, dal fondo di investimento al finanziamento di un’attività sana e socialmente utile. Non mi pongo – come fai tu – il dubbio se ci riuscirò o meno, perché ho capito che non è importante. Già farlo è un successo (profondamente politico) al cui confronto tutto il resto diventa dettaglio. Mi è chiaro che non è facile da digerire.

  12. Giacomo ha detto:

    Alberto considerati fortunato almeno in questo: sei l’unico a cui Scalfarotto si degna di rispondere (salvo poi fraintendere quello che scrivi e minacciare affettuosi colossali diverbi).

  13. Caro Ivan,
    il problema è come unire tutti noi “like minded” che vorrebbero una rivoluzione democratica e meritocratica in Italia? Per ora le ns azioni hanno una dimensione locale, e in questo modo ottieni una cosa da una parte e ne perdi due da un’altra. Auguri!
    Un caro saluto!

  14. Caro Ivan,
    il problema è come unire tutti noi “like minded” che vorrebbero una rivoluzione democratica e meritocratica in Italia? Per ora le ns azioni hanno una dimensione locale, e in questo modo ottieni una cosa da una parte e ne perdi due da un’altra.
    Un caro saluto!

  15. alberto biraghi ha detto:

    Ciao Giacomo, come dicevo non seguo più i blog politici, quindi neppure questo (ho solo risposto a una mail), quindi non so se e a chi Ivan risponda. Forse risponde a me perché da amico sincero pongo (apertamente e con la violenza verbale che la politica nostrana mi induce) istanze con cui sono certo anche lui – dentro di sé – si confronta ogni giorno. Forse per questo si confronta, perché pensa (l’ha sempre detto) che tra noi la distanza politica sia minima e sul metodo (il suo “da dentro” opposto al mio “da fuori”). Peraltro ritengo che sulla gran parte dei della cosca politica abbia opinioni analoghe alle mie (con alcune dovute eccezioni, che so, Ichino, Majorino, Luca Sofri jr. in Bignardi, Cuperlo, eccetera, ma si sa che il mondo è bello in quanto vario) anche se lui si esprime con molto più garbo di quanto faccia io.
    Quanto al fraintendimento, insisto che lo considero colpa totalmente mia (ma per davvero, non è una paraculata), quindio trovo ovvia la sua reazione (peraltro garbata come sempre).

  16. enzo lodesani ha detto:

    “….Alle persone che mi dicono che alle europee voteranno Di Pietro (e cominciano a diventare parecchie) mi viene da dire che c’è una terza possibilità, che è quella di contribuire direttamente a determinare le politiche del partito…..”
    Come si fa a contribuire direttamente a determinare le politiche del partito quando il PD è stato fatto per impedire tutto ciò? E ancora, come si fa se non si sa cosa sia questo partito? Mi riferisco alla laicità, ai diritti, al significato da dare al riformismo. E ancor di più, come si fa a fare ciò che si prefiggono gli autori dell’iniziativa se non si mette in discussione radicalmente tutta la dirigenza (nazionale e locale) che ha costruito questo essere indefinito?
    “…E’ il tempo di accorciarla, questa distanza, e di darsi da fare, al di là delle formule e delle burocrazie»…”
    Accorciare la distanza per dire cosa? Se non c’è un progetto di rifondazione del PD e di egemonia di un nuovo gruppo dirigente cosa andrete a dire a “lor signori”?
    Il progetto del PD viene da lontano e aveva nell’Ulivo del ’95 le basi per realizzare in Italia una riforma istituzionale e del sistema politico. Oggi non basta tentare “di contribuire a determinare le politiche del partito” serve un progetto di modernizzazione del paese, allora dove stanno i temi di fondo su cui poter costruire il nostro sogno? Se non c’è questo respiro tutto si ferma al livello di schermaglie dentro al recinto politico (in questo caso del PD) e anche voi sarete annoverati tra coloro che ne fanno parte.
    p.s. anch’io sono un ex elettore del PD che alle europee voterà Idv

  17. Luigi Ruggeri ha detto:

    Caro Biraghi, con tutto il rispetto nelle buone intenzioni, mi sembra che quella che descrivi sia una attività “parrocchiale” utile solo a giustificare chi, magari astenedosi dal prendere una posizione nella cabina elettorale, possa poi dire “io però faccio politica pulita, non mi riconosco più in quel partito e faccio altro”. In realtà però la lettura che c’è dietro è “detesto il PD ma non lo cambio con nessun altro”, la stessa cosa che contesti a Scalpha, tu da fuori lui da dentro.
    Sono quindi molto d’accordo con Anellidifumo, il cambiamento va rischiato, quando i calzini puzzano si può solo cambiarli e andando scalzi si fa poca strada.
    Luigi.

  18. Anellidifumo ha detto:

    Luigi, no forse non mi sono spiegato nemmeno io. E raccogliendo la filosofia biraghiana: colpa mia.
    Io penso, come Alberto Biraghi, che il PD sia irriformabile. E ritengo che chi rimane dentro, da posizioni laiche di Sinistra, nonostante tutta la realtà che abbiamo toccato con mano, sia peggio di un idealista sognatore: penso sia un inconsapevole complice del tipo di politica che il PD persegue e porta avanti, politica per la quale questo partito centrista è stato fondato.
    Ivan non è d’accordo con me. Lui ritiene di poter plasmare, prima o poi, il PD di oggi, quello reale, sulla falsariga del suo ideale di partito democratico, che molto probabilmente coincide con il mio ideale: un partito laico e socialista. La differenza tra Ivan e me è semplice e lineare: lui è un idealista sognatore, per dirla in termini da bomboniera, io sono un realista con un pizzico di esperienza politica all’interno del Pds/Ds. In altre parole: io so come funziona il pachiderma-partito, Ivan mi pare che sia molto più ottimista sulle capacità del pachiderma di auto-riformarsi. Per carità: gli idealisti sono FONDAMENTALI, ma solo quando organizzano davvero la rivoluzione. Altrimenti diventano delle utili foglie di fico del sistema sopra alle loro teste.
    L’alternativa, a mio modo di vedere, comincia a presentarsi nel voto (o nell’adesione, per chi ama fare politica di partito) all’Italia dei Valori, partito che ha tante magagne (ricordo il bel discorso che mi fece a riguardo Elio Veltri), ma non tante quante il PD. Questo anche perché alla Sinistra del PD per il momento c’è il vuoto spinto: sono tutti in attesa di sapere di che morte vuol morire Nichi Vendola. Ma se fino a oggi non ha organizzato la scissione da Prc, comincio a pensare che non abbia intenzione di farla, oppure sta aspettando la tragedia delle Europee, chissà.
    Ivan, una puntualizzazione fondamentale da romano su ciò che intende Zoro per “fanga”: non è per niente un termine negativo, anzi. “Fanga” significa “territorio” e “stare nella fanga” significa quindi “radicarsi sul territorio”, operazione assai benemerita, se vuoi far politica.
    Alberto, sul fatto che Ivan risponda praticamente solo a te: tranquillo, se continuerai a sostenere il tuo punto di vista e a non dargli ragione, prima o poi ti toglie il saluto anche a te, come ha già fatto con me. Credo sia, tra tutti, il suo difetto maggiore, e come politico e come uomo. 🙁

  19. Luigi Ruggeri ha detto:

    Anellidifumo, forse non ti avevo capito ma continuo ad essere d’accordo con te sulla faccenda dei calzini.
    E quando precedentemente avevo detto ad Ivan “stacca i tuoi cavalli dalla carovana e portali ad una diigenza dove servano a qualche cosa” stavo sostenendo proprio l’alternativa per l’idv, partito per il quale, un attimo prima, Lorenzo chiedeva spegazioni perché, fino a quel momento del dibattito, non venisse considerato una valida alternativa al PD, con ben spiegato poi da Enzo Lodesani nella sua dichiarazione di voto.
    In soldoni sarò felice di votare Ivan se attaccherà i suoi cavalli all’unico partito che al momento sembri rappresentare una alternativa realistica e possibile al PD.
    Luigi.

  20. alberto biraghi ha detto:

    Luigi, mi sa che non mi conosci. A fronte di un linguaggio colorito sono molto pragmatico. Io non perdo tempo a detestare, si il Piddì, la Mafia, Ricucci, Consorte, eccetera. Semplicemente penso il Piddì, sintesi del peggio di cinquant’anni di politica del centrosinistra, costituisca (unitamente alla presenza di Berlusconi sull’altro fronte) una minaccia morale per quel poco che resta della nostra democrazia.
    Sempre in totale consapevolezza (proprio l’opposto del voler giustificare delle scelte, da sempre rispondo solo a me stesso delle mie azioni, quindi ho poco da giustificare), ritengo che l’unica via d’uscita per il Paese sia (a) smontare la politica delle trame e delle strategie e (b) implementare una politica dal basso, fondata sulla cultura con obiettivi comuni pragmatici. Ocorreranno lacrime, sangue, sudore e polvere da sparo, ma ho paura che la deriva oligarchica e fascioedonista del Piddì (hai presente Bettini, Latorre e D’Alema?) possa essere l’anticamera di una dittatura.
    Ciò non toglie che le mie scelte elettorali siano in costante divenire. Per esempio devo ancora decidere se alle provinciali mi asterrò o sosterrò la destra per tentare di scongiurare il rischio Filippo Penati contribuendo alla disgregazione del Piddì e se alle europee mi asterrò o voterò Di Pietro (proprio oggi ho acquistato il suo libro).

  21. alberto biraghi ha detto:

    Come dicevo a Ivan sono un cialtrone.
    Semplicemente penso il Piddì, sintesi del peggio di cinquant’anni di politica del centrosinistra, costituisca (unitamente alla presenza di Berlusconi sull’altro fronte) una minaccia morale per quel poco che resta della nostra democrazia.
    invece va letto
    Semplicemente penso CHE il Piddì, sintesi del peggio di cinquant’anni di politica del centrosinistra, costituisca (unitamente alla presenza di Berlusconi sull’altro fronte) una minaccia morTale per quel poco che resta della nostra democrazia.
    Poi è saltata la frase per Sciltian: se Ivan non mi ha ancora tolto il saluto, vuol dire che non me lo toglierà più. Non so, non lo riconosco in questa immagine di uno che mescola dissenso e relazioni, forse perché alla base del mio e del suo modo di porsi c’è sempre un profondo rispetto reciproco.

  22. Andrea Volpi ha detto:

    Caro Ivan, ho 25 anni e coordino il circolo di Sirmione (BS). Ho letto tutti icommenti qui sopra, si parla di irrealizzabile, di risultato già scontato e di approdi a diversi lidi. Io ti dico che siamo in tanti a pensare che va consolidata la spinta del 14 Ottobre, forse sta proprio lì l’errore, tante persone che sono venute a votare (anche nella mia piccola realtà) non si sono poi più occupate della vita del partito. Così, gli squali in doppio petto, vecchi del mestiere, hanno divorato la bella torta che tutti insieme avevamo cucinato.
    PROPOSTA: Facciamo rete. Troviamoci in piccoli nuclei e portiamo avanti 2-3 punti chiave. Io sul Garda lo sto già facendo, purtroppo dopo una grande delusione con “i Mille”, che pensavo soggetto adatto per questo progetto, e che invece si è rivelato un organismo più aggrovigliato del caminetto nazionale.
    Se tu indicherai la via, molti ti seguiranno.
    Un caro saluto e auguri di buone feste, Andrea Volpi.
    http://andreavolpi.blogspot.com

  23. Moreno Puiatti ha detto:

    Posso porre una domanda, a parte parlare di sigle PD, IdV o parlare di nomi Veltroni, Di Pietro, etc., francamente proviamo a parlare di cosa vogliamo da un partito: scelte coerenti ed efficienti, capacità di realizzare progetti, meno parole e più fatti.
    Alla prova dei fatti il Centro-Destra vince non perchè l’Italia è di Destra, la gran parte degli elettori del Centro-Destra non è politicizzata, nè ha simpatie ideologiche, ma vota per chi da un’immagine di se di saper amministrare meglio.
    Non so se a Destra siano più bravi, ma c’è una generazione politica di Centro-Sinistra che si è dimostrata composta in gran parte da cialtroni, abili solo a spendersi in baruffe continue, a porre sempre dei distinguo per avere più visibilità, per dimostrarsi “più intelligenti degli alleati”. Insomma un branco di scimmie che si tira addosso gli escrementi per dimostrare chi è il migliore.
    Cerchiamo di portare idee… non liti su questioni spesso capziose, sembriamo tifosi al bar che litigano per chi sia il migliore tra Ronaldhino, Ibrahimovic o Del Piero…

  24. Manuela Faccani ha detto:

    Mi sia consentita una provocazione.
    Sono una di quelle persone che probabilmente voterà per Di Pietro alle prossime elezioni, con poca convinzione. Più per cogliere l’occasione delle europee – ché tanto non si può far molto danno – per punire col solo mezzo che ho il PD, che per fiducia nell’IdV. Che è e resta un partito personale, con un ristrettissimo orizzonte, senza un reale progetto, e, a mio parere, non votabile alle politiche, se non per puro dispetto.
    E d’altra parte credo che l’ipotesi dei Contemporanei, di cambiare dal di dentro il PD, nasca da una non sufficiente analisi di come questo partito è nato e di come è stato costruito: dalle liste bloccate alle primarie in qua, dallo Statuto al Manifesto dei valori, tutto è stato costruito in modo da garantire il potere a chi già ce l’aveva. Tutto è stato costruito, al di là di affermazioni vuote e generiche (basta vedere come e in che condizioni si fanno, se si fanno, le primarie), per impedire una riforma dall’interno. E, come sempre succede, alla fine la struttura di un partito si crea una base che le è funzionale. Anche se fosse possibile una vera competizione, la base del PD voterebbe per D’Alema e Marini, non per Scalfarotto e Civati. E Scalfarotto non ha la minima possibilità di conquistare, dentro il PD, i consensi necessari per scalfire il potere costituito. Questi consensi li può conquistare solo nell’area, sempre più vasta, che dal PD si è a mano a mano allontanata, e che, in mancanza di meglio, si rivolge, obtorto collo, verso Di Pietro.
    A queste persone – e io sono fra queste, e credo di non essere in scarsa compagnia – manca un progetto politico cui dare fiducia. Ora, mi domando, perché i “Contemporanei”, invece di sprecare energie per un’impossibile – Scalfarotto stesso ammette che l’opera è probabilmente al di sopra delle forze sue e di chiunque altro – riforma del PD, non mettono insieme le loro intelligenze, le loro capacità, e, perché no, le loro ambizioni, per dar vita ad un progetto progressista, laico, che si proponga di modernizzare il paese e di riformare profondamente il sistema politico? Un progetto attorno al quale chiamare tutti coloro che si potrebbero riconoscere in una sinistra moderna. Mi si opporrà la solita obiezione: un altro partitino? E perché no, scusate? Non sarebbe – non dovrebbe essere – un “altro” partitino, ma un “nuovo” partito – quello che il PD avrebbe dovuto essere e non è stato. Nuovo in tutto, e prima di tutto negli uomini/donne; nuovo nelle forme e nelle modalità di comunicazione e di partecipazione. Avete Internet e sapete usarlo, usatelo per davvero, in modo massiccio, per un progetto di cambiamento vero. Usatelo per cercare e aggregare le persone migliori, e date loro qualcosa per cui valga la pena di darsi da fare. Ci vorrà forse del tempo, ma almeno non sarà sprecato.

  25. Moreno Puiatti ha detto:

    Manuela, esistono già le fondazioni che sono dei partiti personali dentro il partito con i vari D’Alema, etc.
    Se i Contemporanei, i Mille, etc. lavorano per fare un altro partito allora creeranno altri partiti personali, dureranno lo spazio di vita di un mattino. Poi alla prima caduta del leader morirà il finto progetto politico.
    Con le grane del figlio di Di Pietro già IdV ha subito la prima caduta di stile, anzi no: nessuno ricorda i vari De Gregorio passato al PdL, Rossi Gasparrini (che ha pure votato l’indulto) passata all’Udeur di Mastella?
    Bene l’assemblea costituente è nata con le liste blocate, le primarie erano già una farsa con il vincitore già stabilito, tutto vero… lavoriamo per cambiare le cose da dentro, qui ci si arrende senza neanche combattere… forse lo sforzo non è conveniente… nel senso che bisogna dare 100 per ottenere 10… ma se ne facessimo una questione di convenienza, in un anno uno facilmente diventa coordinatore regionale di un partitino, se resta nel PD magari fa semplicemente il segretario di un circolo di 50 persone, ma chi resta nel PD non ne fa una questione di carriera.
    I posti sono già occupati, ma forse i psoti non interessano, interessa di più riuscire a rendere un servizio per la comunità che avere la foto sul giornale o l’intervista sulla TV locale.

  26. Filippo l'altro ha detto:

    Sembra un OT ma non lo é, mi rivolgo a tutti quelli che dicono “alle europee votero’ IDV”
    Voi dite questo, ma sapete forse qual’é il programma in materia europea di IDV, conoscete il suo curriculum europeo (e dei suoi eurodeputati: vanno a Bruxelles? che proposte difendono? credono enll’Europa? fanno qualcosa in merito)
    Ricordatevi che le elezioni di giugno sono per mandare gente a Bruxelles e non a Roma.
    Riflettete su questa cosa e pensate che votando cosi’ a Bruxelles ci sono finiti cantanti, calciatori, atleti, soubrettes, presentatori tv, ecc. che a Bruxelles non mettono mai piede e pensate :
    – Allo storico assenteismo degli eurodeputati italiani (e poi si lamentano che perdiamo peso…)
    – Nell’ultima eurolegislatura piu’ della metà degli euro-onorevoli hanno abbandonato il seggio europeo prima della scadenza (traduco = di unione europea gliene fregava poco o nulla)

  27. Filippo l'altro ha detto:

    Sembra un OT ma non lo é, mi rivolgo a tutti quelli che dicono “alle europee votero’ IDV”
    Voi dite questo, ma sapete forse qual’é il programma in materia europea di IDV, conoscete il suo curriculum europeo (e dei suoi eurodeputati: vanno a Bruxelles? che proposte difendono? credono enll’Europa? fanno qualcosa in merito)
    Ricordatevi che le elezioni di giugno sono per mandare gente a Bruxelles e non a Roma.
    Riflettete su questa cosa e pensate che votando cosi’ a Bruxelles ci sono finiti cantanti, calciatori, atleti, soubrettes, presentatori tv, ecc. che a Bruxelles non mettono mai piede e pensate :
    – Allo storico assenteismo degli eurodeputati italiani (e poi si lamentano che perdiamo peso…)
    – Nell’ultima eurolegislatura piu’ della metà degli euro-onorevoli hanno abbandonato il seggio europeo prima della scadenza (traduco = di unione europea gliene fregava poco o nulla)

  28. Filippo l'altro ha detto:

    Sembra un OT ma non lo é, mi rivolgo a tutti quelli che dicono “alle europee votero’ IDV”
    Voi dite questo, ma sapete forse qual’é il programma in materia europea di IDV, conoscete il suo curriculum europeo (e dei suoi eurodeputati: vanno a Bruxelles? che proposte difendono? credono enll’Europa? fanno qualcosa in merito)
    Ricordatevi che le elezioni di giugno sono per mandare gente a Bruxelles e non a Roma.
    Riflettete su questa cosa e pensate che votando cosi’ a Bruxelles ci sono finiti cantanti, calciatori, atleti, soubrettes, presentatori tv, ecc. che a Bruxelles non mettono mai piede e pensate :
    – Allo storico assenteismo degli eurodeputati italiani (e poi si lamentano che perdiamo peso…)
    – Nell’ultima eurolegislatura piu’ della metà degli euro-onorevoli hanno abbandonato il seggio europeo prima della scadenza (traduco = di unione europea gliene fregava poco o nulla)

  29. Filippo l'altro ha detto:

    Sembra un OT ma non lo é, mi rivolgo a tutti quelli che dicono “alle europee votero’ IDV”
    Voi dite questo, ma sapete forse qual’é il programma in materia europea di IDV, conoscete il suo curriculum europeo (e dei suoi eurodeputati: vanno a Bruxelles? che proposte difendono? credono enll’Europa? fanno qualcosa in merito)
    Ricordatevi che le elezioni di giugno sono per mandare gente a Bruxelles e non a Roma.
    Riflettete su questa cosa e pensate che votando cosi’ a Bruxelles ci sono finiti cantanti, calciatori, atleti, soubrettes, presentatori tv, ecc. che a Bruxelles non mettono mai piede e pensate :
    – Allo storico assenteismo degli eurodeputati italiani (e poi si lamentano che perdiamo peso…)
    – Nell’ultima eurolegislatura piu’ della metà degli euro-onorevoli hanno abbandonato il seggio europeo prima della scadenza (traduco = di unione europea gliene fregava poco o nulla)

  30. kamillo ha detto:

    Allora, il PD non è riformabile per un buon motivo: che non erano riformabili i due partiti che l’hanno costituito e che si sono SEMPLICEMENTE travasati in un nuovo contenitore senza un minimo cambio di sostanza, di cervelli e di energie. Almeno, io non ho avvertito nulla di nuovo se non una bandiera ed un nome, legato quest’ultimo ad un obiettivo evidentemente lontano, dato che è difficile affermare che il suo procedere sia sostanzialmente democratico.
    Le teste nuove che desiderano cambiare il PD (ovvero, costruita la casa nuova questi dicono non ci piace, non che non ci piacciono le persiane o i sanitari o i pavimenti,no; non ci piace la struttura, i muri e pure il tetto, ergo va demolita e ricostruita di nuovo! ) questi, dicevo,sono convinti di avere dalla loro la ragione della democrazia, della meritocrazia, dell’innovazione, etc.etc. e in virtù di queste ragioni si agitano, si riuniscono, brontolano, firmano….ma tutto rimane com’è.
    Per un altro semplice motivo, questi innovatori, al di là delle idee, che in una formazione-partito dovrebbero essere preziose, non hanno clientele e senza di queste qui non si va da nessuna parte.
    Suona pure strano a molti che il Di Pietro figlio del difensore di legalità e giustizia alzasse il telefono per chiedere favori per gli amici, eppure così è stato, dunque che fare?
    Questo paese non può essere riformato, andrebbe semplicemente rivoluzionato, ma non ci sono coglioni a sufficienza per farlo, quindi, credo, sia più proficuo puntare sull’IDV che, per ora, non ha dimensioni e strutture consolidate (e incrostate) e li giocare davvero la carta dell’innovazione usando il grimaldello della giustizia per puntare ad una democrazia laica e progressista.
    Forse.

  31. AlessandroBellotti ha detto:

    Dalle primarie del 16 ottobre 2005 sembra passata un’eternità. Ma nulla purtroppo è cambiato e cambierà. Non abbiamo più il vincitore delle primarie in politica. Questo è l’unico cambiamento che la sinistra ha visto in questi 3 anni. RomanoProdi, l’uomo guida, il vincitore, il leader indiscusso di quei 6 o 7 partiti ora non fa più politica attiva in Italia. Oltretutto i soliti personaggi del PD impazzano pretendendo di gettare le basi di un movimento politico alternativo alla destra. Cominciamo ad attaccare questi figuri, cominciamo ad informare l’elettorato del PD di come questa gente ha consentito a Silvio Berlusconi e ai suoi compari di vincere le elezioni. Cominciamo a presentare progetti su una decina di punti. Ricordo il programma di Ivan per le primarie, ricordo proposte efficaci per modernizzare lo stato, per i diritti civili, per l’economia. Ricominciamo a lavorare su quel progetto. Chiediamo ad Ivan di lavorare su quel progetto.
    Ciao
    Alessandro

  32. raoul ha detto:

    Caro Andrea Volpi,
    se leggi, puoi spiegare questa frase
    “Io sul Garda lo sto già facendo, purtroppo dopo una grande delusione con “i Mille”, che pensavo soggetto adatto per questo progetto, e che invece si è rivelato un organismo più aggrovigliato del caminetto nazionale.”
    In cosa sei stato deluso e in che senso iMille sarebbero “un organismo più aggrovigliato del caminetto nazionale”?
    Tutto fuor di polemica. Ma certe volte si leggono delle affermazioni poco lusinghiere buttate cosi’ , senza uno straccio di spiegazione (e non sei il primo a farne su iMille)…

  33. Leggendo buona parte dei commenti la domanda che sorge spontanea è: allora cosa volete? Se escludiamo l’astensione, perchè per definizione non può portare da nessuna parte, e se evitiamo di prendere in considerazione la lotta armata, mi verrebbe da dire un nuovo partito, così ne facciamo un altro da 2/3% se va bene.
    Che il PD faccia abbastanza schifo siamo d’accordo, però non dimentichiamoci che è figlio di una società, non di due partiti. E’ vero, la società si cambia passo passo, con l’impegno quotidiano: anche io vado in giro in bicicletta e riciclo fino all’ultimo pezzettino di carta. Ma basta per non far eleggere Penati?
    Non ho deciso di nascere in questo paese, non ho definito io la sua cultura, non ho scelto io il sitema elettorale e le prassi di organizzazione politica, cerco però di nutrirlo con la mia cultura e di agire per modificarne le istituzioni.
    Sarà una fatica di Sisifo, ma sempre meglio che far la Cassandra.

  34. Leggendo buona parte dei commenti la domanda che sorge spontanea è: allora cosa volete? Se escludiamo l’astensione, perchè per definizione non può portare da nessuna parte, e se evitiamo di prendere in considerazione la lotta armata, mi verrebbe da dire un nuovo partito, così ne facciamo un altro da 2/3% se va bene.
    Che il PD faccia abbastanza schifo siamo d’accordo, però non dimentichiamoci che è figlio di una società, non di due partiti. E’ vero, la società si cambia passo passo, con l’impegno quotidiano: anche io vado in giro in bicicletta e riciclo fino all’ultimo pezzettino di carta. Ma basta per non far eleggere Penati?
    Non ho deciso di nascere in questo paese, non ho definito io la sua cultura, non ho scelto io il sitema elettorale e le prassi di organizzazione politica, cerco però di nutrirlo con la mia cultura e di agire per modificarne le istituzioni.
    Sarà una fatica di Sisifo, ma sempre meglio che far la Cassandra.

  35. Luca ha detto:

    In un giorno normale l’avrei ignorato, ma siccome è il 31 e si fanno gli auguri, vorrei mandare qui cordialmente affanculo il buon Biraghi, e con lui la cosca sottopolitica di cui si vuol fare leader. Che il 2009 gli porti di meglio, o lo riporti al senno. Detto con affetto. Ciao, Luca Sofri.

  36. Giacomo ha detto:

    Caro Luca Sofri, solo per dirti che fai veramente pena. Con affetto, Giacomo.

  37. Giacomo ha detto:

    Caro Luca Sofri, solo per dirti che fai veramente pena. Con affetto, Giacomo.

  38. rotafixa ha detto:

    la cosca sottopolitica di cui si vuole fare leader biraghi?
    attirato qui da una simpatica mail di alberto, ribadisco la mia lontananza da chi come luca sofri non ha proprio idea di ciò di cui alcuni parlano, quando criticano il piddì.
    come i più fortunati anch’io aumento la distanza dalla mia nascita, però ricordo una bella immagine di un mio zio, paolo, scultore in quel di roma nato da una stirpe di artigiani dello scalpello e profondo conoscitore delle materie compresa la carne umana: “ma com’è che io cresco e gli altri invecchiano?”.
    a me sembra che il piddì possa governare questo miserabile paese solo per assenza totale di avversari, e che non abbia alcuna via o possibilità di miglioramento.
    tutti alla ricerca del leader, tutti leader, ora arriva prodi, o cofferati. e il concetto di fondo resta lo stesso: inesistente collegamento con un reale diverso da calcio, zinne&culi, soldi facili e cocaina, che è il cemento armato della destra italiana.
    vabbe’, fanculo al bisestile e visto che ci sono anche ai figli di.
    statemi bene.

  39. kamillo ha detto:

    caro sofri ,
    ieri leggendoti avevo deciso di ignorarti e speravo che nessuno altro ti rispondesse, ma non è andata così e quindi mi auguro che ora ti mandino affanculo in tanti da qui.
    Con quale diritto ereditario ti permetti di darmi del mafioso e di affibiare lo stesso titolo a tutti quelli critici(ssimi) del brillantissimo corso del pd?
    ti auguro di cuore di passare il 2009 a VERGOGNARTI! (sempre se disponi di una qualche coscienza)

  40. Carlo Grezio ha detto:

    Sono sempre le solite parole vecchie, ammuffite, fritte e rifritte che danno proprio la precisa misura di quanto nulla di nuovo abbiate in mente di realizzare.
    E, poi, questa storia della partecipazione attiva dei cittadini nella individuazione degli obiettivi politici….etc., sa tanto, MA PROPRIO TANTO, di presa per il cu..!!!
    Voi avete fallito!! La crisi attuale è la dimostrazione che il modello di uomo, di lavoratore e di cittadino propugnato da Berlusconi & Co. è mostruoso perchè porta alla sopraffazione ed alla distruzione di interi sistemi economici con danno solo per i più deboli.
    Ciò che mi aspetto di veramente nuovo da voi è un cambiamento del linguaggio, una valanga di querele nei confronti di chi delinque a certi livelli ( è più facile che sappiate individuare voi chi sono i pezzi di merda), uno stile di vita che sia di esempio a tutti ed un’apertura alla partecipazione delle piccole organizzazioni di cittadini ( comitati, associazioni..etc) per il miglioramento IMMEDIATO delle condizioni di vita nei quartieri delle grandi città come la mia ( Napoli) dove la presunzione degli amministratori di fare tutto da soli ha portato anche un quartiere come Mergellina a divenire un’autentica e scandalosa latrina a cielo aperto.
    Carlo GREZIO

  41. Carlo Grezio ha detto:

    Sono sempre le solite parole vecchie, ammuffite, fritte e rifritte che danno proprio la precisa misura di quanto nulla di nuovo abbiate in mente di realizzare.
    E, poi, questa storia della partecipazione attiva dei cittadini nella individuazione degli obiettivi politici….etc., sa tanto, MA PROPRIO TANTO, di presa per il cu..!!!
    Voi avete fallito!! La crisi attuale è la dimostrazione che il modello di uomo, di lavoratore e di cittadino propugnato da Berlusconi & Co. è mostruoso perchè porta alla sopraffazione ed alla distruzione di interi sistemi economici con danno solo per i più deboli.
    Ciò che mi aspetto di veramente nuovo da voi è un cambiamento del linguaggio, una valanga di querele nei confronti di chi delinque a certi livelli ( è più facile che sappiate individuare voi chi sono i pezzi di merda), uno stile di vita che sia di esempio a tutti ed un’apertura alla partecipazione delle piccole organizzazioni di cittadini ( comitati, associazioni..etc) per il miglioramento IMMEDIATO delle condizioni di vita nei quartieri delle grandi città come la mia ( Napoli) dove la presunzione degli amministratori di fare tutto da soli ha portato anche un quartiere come Mergellina a divenire un’autentica e scandalosa latrina a cielo aperto.
    Carlo GREZIO

  42. alberto biraghi ha detto:

    Sofri-Jr-In-Bignardi (da qui in avanti SJIB) usa il vecchio trucco di distogliere l’attenzione dal tema vero (la putrescenza terminale del suo cosiddetto partito) buttandola sul vaffanculo Biraghi e aggiungendo quel tocco di fumo diffamatorio tanto in voga nel suo entourage (tipo il neo-capataz milanese Draghi, che ha fatto lo stesso, elevato al cubo, ai danni di Davide Corritore in una recente diretta webtv su Affari Italiani). Ligio al modello, SJIB accantona le playlist e restaura i metodi di Baffone (a margine: raccontando fanfaluche, perché io sono leader giusto di me stesso).
    E’ il vecchio che avanza (o il nuovo che arretra, fate voi) sotto lo sguardo benevolo dei mammasantissima, che amano cooptare i nuovi ranghi sulla base dell’inserimento nel salotto buono, perché anche noi vogliamo la nostra Carfagna, perdiana!
    Un modello politico che fa di SJIB un fuoriclasse: cognome (naturale) tristemente noto e cognome (acquisito) intinto nello charme di Vanity Fair. Blogghetto critico quanto basta a darla da bere agli indecisi. E soprattutto rubriche sul Foglio semiclandestino (qualche mille copie vendute, eppure ricchissimo grazie ai doppi finanziamenti, con Veronica Lario in Berlusconi a integrare quello pubblico) fondato e diretto dal corpulento collega di lotte continue di papi, oggi sodale di Berlusconi. Con queste credenziali “SJIB can”, altroché se “can”!
    Ovvero: pensavi che il Piddì avesse come obiettivo finale la distruzione della sinistra? Ingenuo. Questi mica si fermano, ora vogliono far rimpiangere Mariano Rumor a colpi di rampollo.

  43. Anellidifumo ha detto:

    Luca Sofri (ma è davvero lui? sì, dallo stile non ho dubbi) a me facevi pietà già da un bel po’ di tempo, ma devo dire che con questo ultimo commento a Biraghi ti sei proprio superato. Sei riuscito a scendere al livello dialettico di un vittoriosgarbi senza nemmeno capire qualcosa d’arte. Come sempre, contento tu, scontenti tutti.

  44. Anellidifumo ha detto:

    Luca Sofri (ma è davvero lui? sì, dallo stile non ho dubbi) a me facevi pietà già da un bel po’ di tempo, ma devo dire che con questo ultimo commento a Biraghi ti sei proprio superato. Sei riuscito a scendere al livello dialettico di un vittoriosgarbi senza nemmeno capire qualcosa d’arte. Come sempre, contento tu, scontenti tutti.

  45. mario ha detto:

    Al di là della reazione di Luca Sofri, a me sembra che mettere sullo stesso piano Penati, Latorre, D’Alema, Cerami, Cuperlo, Mirabelli, Binetti, Caprara e Sofri in Bignardi, come ha fatto Biraghi, non stia né in cielo né in terra. Capisco che lui se ne sia risentito e abbia reagito così.

  46. Anellidifumo ha detto:

    Mario, io non lo capisco proprio, invece. Chi fa politica si deve abituare alle critiche come ai leccapiedi e deve cercare di convincere soprattutto gli ex elettori della propria parte politica – come Biraghi – a recarsi al seggio e votare per se stessi. Poi, se è bravo, dovrebbe convincere anche gli elettori dell’avversario a votare per il proprio partito.
    Non si comprende da che parte della imbecille reazione di Luca Sofri si possa recuperare al voto per il PD chicchessia.

  47. alberto biraghi ha detto:

    Ciao Mario. Non mi è chiaro cosa ci sia da risentirsi. Ho accostato SJIB a una serie di personaggi dei quali (suppongo) lui dovrebbe avere stima. Che so, Cuperlo è stato portato in palmo di mano da tanti, incluso il nostro padron d casa Ivan. E Penati è stato recentemente ri-investito da Veltroni in persona. Di Cerami ho sentito dire gran bene negli ambienti imilleschi e di Latorre e D’Alema non ho sentito parlar male. No, non mi convince la tua spiegazione.

  48. alberto biraghi ha detto:

    Ciao Mario. Non mi è chiaro cosa ci sia da risentirsi. Ho accostato SJIB a una serie di personaggi dei quali (suppongo) lui dovrebbe avere stima. Che so, Cuperlo è stato portato in palmo di mano da tanti, incluso il nostro padron d casa Ivan. E Penati è stato recentemente ri-investito da Veltroni in persona. Di Cerami ho sentito dire gran bene negli ambienti imilleschi e di Latorre e D’Alema non ho sentito parlar male. No, non mi convince la tua spiegazione.

  49. Antonio ha detto:

    Si parlava dei Contemporanei e si e’ finiti a scannarsi su Sofri. Che bello essere di sinistra.

  50. mario ha detto:

    Alberto, non ho detto che lo condivido, ma solo che capisco che a chi si considera portatore del nuovo (e non ho detto che lo sia) non sia piaciuto vedersi messo sullo stesso piano di Binetti, D’Alema, Latorre et similia, cioè con il vecchio che avanza, gente che tu stesso consideri “oligarchici e fascioedonisti”. Tutto qui.
    Per me se uno risponde con un vaffanculo su un blog ha già torto a prescindere.

  51. mario ha detto:

    Alberto, non ho detto che lo condivido, ma solo che capisco che a chi si considera portatore del nuovo (e non ho detto che lo sia) non sia piaciuto vedersi messo sullo stesso piano di Binetti, D’Alema, Latorre et similia, cioè con il vecchio che avanza, gente che tu stesso consideri “oligarchici e fascioedonisti”. Tutto qui.
    Per me se uno risponde con un vaffanculo su un blog ha già torto a prescindere.

  52. mario ha detto:

    Alberto, non ho detto che lo condivido, ma solo che capisco che a chi si considera portatore del nuovo (e non ho detto che lo sia) non sia piaciuto vedersi messo sullo stesso piano di Binetti, D’Alema, Latorre et similia, cioè con il vecchio che avanza, gente che tu stesso consideri “oligarchici e fascioedonisti”. Tutto qui.
    Per me se uno risponde con un vaffanculo su un blog ha già torto a prescindere e non varrebbe neanche la pena starne a discutere.

  53. Moreno Puiatti ha detto:

    Nel manualetto “Il metodo antistronzi” di Sutton c’è un paragrafo che descrive un branco di babbuini in cui ci si tira addosso le feci per dimostrare la propria superiorità.
    Chissà perchè mi è venuto in mente?

  54. Moreno Puiatti ha detto:

    Nel manualetto “Il metodo antistronzi” di Sutton c’è un paragrafo che descrive un branco di babbuini in cui ci si tira addosso le feci per dimostrare la propria superiorità.
    Chissà perchè mi è venuto in mente?

  55. Moreno Puiatti ha detto:

    Nel manualetto “Il metodo antistronzi” di Sutton c’è un paragrafo che descrive un branco di babbuini in cui ci si tira addosso le feci per dimostrare la propria superiorità.
    Chissà perchè mi è venuto in mente?

  56. Fabio ha detto:

    Cari ragazzi
    sono d’accordo, 9op sarò con voi.
    Il pD è necessario all’Italia e se vogòliamo un partito pulito e aperto non ci resta che partecipare.
    Non ci resta che fare in modo che il peso specifico degli affaristi sia sempre minore…
    Per questo bisogna partecipare, non scappare.
    Forza ragazzi, forza PD.

  57. Fabio ha detto:

    Cari ragazzi
    sono d’accordo, 9op sarò con voi.
    Il pD è necessario all’Italia e se vogòliamo un partito pulito e aperto non ci resta che partecipare.
    Non ci resta che fare in modo che il peso specifico degli affaristi sia sempre minore…
    Per questo bisogna partecipare, non scappare.
    Forza ragazzi, forza PD.

  58. Anellidifumo ha detto:

    E siamo anche tutti abbastanza d’accordo sul fatto che chi manda a fare in culo l’interlocutore è un minus habens, tanto più se riveste un ruolo pubblico in politica o nel giornalismo in virtù di diritti di sangue blu.
    Caro Luca Sofri, stendo un cappotto pietoso su come tuo padre è diventato famoso, ma almeno lui scrive cose interessanti da vent’anni e non mi risulta che di recente abbia mandato a fare in culo un suo interlocutore dalle colonne di Repubblica. L’avesse fatto, gliel’avrebbero levata, la collaborazione. Tu cosa sei? Il nulla-figlio, ma molto maleducato e molto bambino viziato.

  59. Anellidifumo ha detto:

    E siamo anche tutti abbastanza d’accordo sul fatto che chi manda a fare in culo l’interlocutore è un minus habens, tanto più se riveste un ruolo pubblico in politica o nel giornalismo in virtù di diritti di sangue blu.
    Caro Luca Sofri, stendo un cappotto pietoso su come tuo padre è diventato famoso, ma almeno lui scrive cose interessanti da vent’anni e non mi risulta che di recente abbia mandato a fare in culo un suo interlocutore dalle colonne di Repubblica. L’avesse fatto, gliel’avrebbero levata, la collaborazione. Tu cosa sei? Il nulla-figlio, ma molto maleducato e molto bambino viziato.

  60. grazia ha detto:

    L’unica cosa che riuscite di dire a Luca Sofri è: sei figlio di papà, sei figlio di, il nulla figlio blablabla…ma un concetto serio in opposizione a quello che ha detto Luca no.
    E poi questa cosa di Sofri in Bignardi è veramente da bambini dell’asilo.
    Cioè se avessi mandato a fanculo io Biraghi, io per dire X qualunque, davvero non so a cosa vi sareste appigliati. Visto che non mi conoscete.
    Ah giusto. Ha usato il termine “a fanculo”, che non è proprio politically correct, ma forse forte sicuramente esaustivo per esprimere posizione opposta. Direi.
    Bè complimenti a tutti voi. Anzi forse noi, perchè in questo paese ci vivo anch’io.
    E prima che lo diciate: IO NON CONOSCO LUCA SOFRI, NON SIAMO PARENTI E NON LAVORIAMO INSIEME.
    in bocca al lupo,
    grazia

  61. grazia ha detto:

    L’unica cosa che riuscite di dire a Luca Sofri è: sei figlio di papà, sei figlio di, il nulla figlio blablabla…ma un concetto serio in opposizione a quello che ha detto Luca no.
    E poi questa cosa di Sofri in Bignardi è veramente da bambini dell’asilo.
    Cioè se avessi mandato a fanculo io Biraghi, io per dire X qualunque, davvero non so a cosa vi sareste appigliati. Visto che non mi conoscete.
    Ah giusto. Ha usato il termine “a fanculo”, che non è proprio politically correct, ma forse forte sicuramente esaustivo per esprimere posizione opposta. Direi.
    Bè complimenti a tutti voi. Anzi forse noi, perchè in questo paese ci vivo anch’io.
    E prima che lo diciate: IO NON CONOSCO LUCA SOFRI, NON SIAMO PARENTI E NON LAVORIAMO INSIEME.
    in bocca al lupo,
    grazia

  62. Pierfrancesco Majorino ha detto:

    Mi pare che alla fine l’iniziativa sia andate bene. Abbracci a Biraghi che continuo a ritenere graffiante, simpatico – ha perfino accettato la mia richiesta di amicizia su FB – e legato a schemi tragici grazie ai quali la sinistra non avrebbe senso. Perchè la ricerca del punto di vista dell’altro per me è un motivo per fare politica. Non un cedimento.