16 Aprile 2008

I doni di Gabriella

Diario

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Gabriella Stanchina non è ancora celebre ma è già una grande scrittrice. Ricevo nei momenti importanti le sue email come doni preziosi: ogni volta, dall’elegante architettura delle sue parole mi arriva non soltanto quell’ineffabile piacere che solo la lettura e la bellezza sanno dare, ma anche una chiave, una guida verso una visione del mondo e della realtà riletti da una prospettiva originale e feconda, spesso inaspettata. Questa volta, un pezzetto del mio dono voglio condividerlo con voi.
“Non è male finire a terra, stringere la terra, perché tutto nasce da questo, tutto si costruisce a partire da questo. Anche il nostro partito è stato per noi un sogno che ci ha fatti avanzare, ma ora deve essere più di un sogno, deve nascere dal piccolo, dal concreto, dalle relazioni che stringiamo, farsi reale. E la realtà, che ci piaccia o meno, è l’impatto con la terra. Se invece che come una sconfitta lo prendessimo come un privilegio che la Storia ci concede?


Impariamo dai nostri avversari: negli ultimi anni c’era un gazebo della Lega ovunque. Tra gli operai ai cancelli di una fabbrica chiusa. Davanti al supermercato quando uno usciva con l’impressione di avere speso troppo per le proprie necessità vitali. Vicino a un picchetto di cittadini che chiedevano la costruzione di una rotatoria, la possibilità di attraversare la sera il proprio quartiere senza i nervi tesi. Che sostavano smarriti davanti a una sala trasformata nel luogo di preghiera di persone irrimediabilmente straniere, di cui non riescono più a riconoscere, velati dall’angoscia e dall’ignoranza, neppure la comune condizione umana. La Lega era sempre lì, con le sue bandiere, il tavolino delle firme. Con le sue risposte puntuali, feroci, manichee. Drammaticamente sbagliate. Ma era lì, dove dovrebbe essere chiunque sappia praticare il mestiere della politica.
Sarebbe bello nei prossimi anni vedere in vicinanza di ogni luogo in cui la vita può aprirsi alla partecipazione o ritrarsi nella paura, un tavolino del Partito Democratico. Con persone che non necessariamente hanno una risposta per ogni cosa. Ma sono prossimi alla gente, ascoltano, riflettono, rallentano il tempo convulso dell’odio, riannodano il filo di ogni dialogo interrotto, pazientemente, maieuticamente, provano a ragionare. Insieme.
Sarebbe stato bello essere in mare aperto, a raccogliere il frutto del lavoro. Invece adesso siamo come le mogli dei pescatori che alla sera devono metter mano alle reti, districare i nodi, riannodare le maglie strappate. E’ faticoso. Servono mani pazienti e un’infinita capacità di scorgere ogni dettaglio. Ma quando toccherà a noi gettare la rete, ci ricorderemo della fragilità, della fatica, dell’amore che è costata.”

Se siete a Milano e volete incontrarla e conoscerla, venerdì 18 aprile alle 19 Gabriella presenterà il suo libro “Ufficio mondi smarriti” al negozio civico Chiamamilano, in Largo Corsia di Servi. Io ci sarò.

6 risposte a “I doni di Gabriella”

  1. Antonio ha detto:

    Con un ronzio oppiaceo, l’aria fluiva umida e quasi ardente dagli ugelli del condizionatore d’ossigeno. Ai quattro lati della serra le orchidee germogliavano a profusione. Grossi grappoli di Cattleya coerulea, i petali fragilissimi sgualciti dalle lunghe ore di esposizione, debordavano dagli alti reticolati di legno. (:::)
    Lei sentì un infinito silenzio dentro da attraversare, come una corsa disperata lungo un corridoio che si richiude. Si passò la mano sulla fronte fredda. “Ora devo andare. Domani ho il primo turno, quasi all’alba. È stato bello incontrarti.” “Tieni il mio ID-file” disse, porgendole il biglietto da visita con microchip incorporato. “E fatti sentire. Ora che ti ho ritrovato non voglio perderti”.
    Spostando da un braccio all’altro il peso delle orchidee si avviò verso l’aspro lucore metallico delle scale mobili.

  2. Ale ha detto:

    E’ vero.
    L’emblema della sconfitta è loro con i tavolini all’aperto e noi con le sezioni svuotate. Forse certe volte basta uno scatto fotografico (o immaginario con le parole che hai scritto) invece di fare un intero film sul precariato che fa meno effetto di una bella puntata investigativa di Report.
    Sono d’accordo con la vostra linea. E’ adesso che si deve dimostrare chi sa beneficiare delle energie a contatto con la terra, ricordandosi che solo a terra si semina e non in aria, distinguendosi con i fatti da chi continua a mascherare la sua impotenza dietro la mancanza di falli e martelli nei propri simboli.

  3. jacopo schettini ha detto:

    Caro Ivan,
    con qualche mese di ritardo, e ti prego di perdonarmi, desideravo ringraziarti per la gentile attenzione che hai riservato alla mia candidatura alle primarie.
    L’occasione di questo pubblico ringraziamento è data dalla lettura delle tue considerazioni su queste elezioni, che ovviamente – e dolorosamente – condivido.
    Cari Saluti
    Jacopo G. Schettini

  4. biagio di lernia Trani ex Bat ha detto:

    da biagio di lernia TRANI ex BAT
    …il cuore…il cuore…ci è stato poco in questa campagna elettorale..un esempio?
    Gli anziani, i vecchi i fuoriusciti dal lavoro a 50 anni…chi si è rivolto a loro nella campagna elettorale del PD?
    NESSUNO!
    Nemmeno la Ministra Rosy Bindi, che avendo fatto poco o niente come ministro della famiglia, con Prodi, non ha ripreso in mano il problema nella campagna elettorale!
    Ben vi sta dico!, mi spiace per Te Ivan, ma i temi di cui ha bisogno la gente della nazione, che purtroppo, ha un pò di vecchiaia in più in Europa, non ne ha parlato nessuno!
    Primarie,giovani,precari,industriali,comis di stato,arrabbattamenti sulle riforme…e bla bla bla..
    Sui vecchi e sugli anziani nulla!
    Ed allora il voto a chi è andato?
    Lo sapete già.
    Come non fare un rimbrotto fortissimo a Prodi, quando ha **diminuito** l’importo delle pensioni ai percipienti..
    Ma siamo impazziti? I pensionati sono stati **falcidiati* dalla tassazione di Prodi…
    Tutti i lavoratori in piedi percepiscono aumenti contrattuali perequati, come i bancari, che hanno preso il 12,5% di aumento sul contratto…contro un 1,6% di perequazionre inflazionistica sulle pensioni. Che poi sto 1,6% se l’è ciucciato l incremento della tassazione comunale e regionale…
    Eccovi serviti…
    Caro Ivan, Lei è giovane..io sono anziano..ho versato sangue e lacrime di contributi all’INPS per quarant’anni
    e la mia pensione si è ridotta dal 2002 del 50%!!!!

  5. Luisa ha detto:

    Bellissima questa lettera! Grazie per averla condivisa con noi. L’ho linkata anche dal mio blog, spero non ti dispiaccia.

  6. piergiorgio ha detto:

    Sono assolutamente d’accordo. ‘E esattamente la linea che penso io.
    A questo proposito si confronti per es. il problema delle candidature pd. Se una cosa si può un poco rimproverare a Veltroni, in questa campagna elettorale sono le candidature spot (colaninno, calearo, del vecchio…) senza una storia politica, senza un’esperienza politica, senza una reale connessione col partito, la sua base, la sua vita e senza una reale rappresentatività di quegli strati sociali che si volevano “agganciare”.
    Beninteso non sarebbe cambiato granchè. E naturalmente le critiche non le faccio per dare la croce addosso a Veltroni che per me ha fatto un mezzo miracolo nonostante tutto, ed ha avuto grandissimi meriti di visione strategica, di coraggio ecc. Le faccio perchè cmq può essere utile in prospettiva futura: cosa non dovremmo più fare.
    Non è candidando delvecchio che ti fai votare dai militari; nè l’estemporanea candidatura di calearo ti rende credibile per gli imprenditori veneti (del resto sono 10 anni che abbiamo nelle file del centrosinistra un Illy che pure era ben altra cosa rispetto a calearo, ma…)
    Sempre a questo proposito sento già sui giornali le solite indiscrezioni sulle avances ai centristi dell’udc ( e non solo per Roma). Già si dice che Dalema è in missione diplomatica ecc. ecc.
    Ora, fatta la tara del gossip giornalistichese italiota, voglio però dire questo: se i leader del pd si illudono di fare quello che hanno sempre fatto negli ultimi anni, e cioè si illudono di guadagnare voti allargando le alleanze elettorali bè, signori miei, allora davvero non hanno capito un cazzo dalla batosta di questa volta.
    Pensare di risolvere i propri problemi di relazione con la base sociale del paese, tessendo tele fra classi dirigenti, ragnatele fra élite, sarebbe l’errore più grande che il pd potrebbe compiere.
    Il guaio della vecchia guardia del pd è quello di pensare sempre che gli unici interlocutori possibili siano le élite: non vedono altra possibilità che continuare a sommare partiti! Buonanotte.
    Non si va da nessuna parte così. Manca proprio il coraggio e la determinazione (che invece ha avuto per anni e anni la lega) di ripartire da lì dove il centrosinistra è mancato: dalla prossimità con la gente.
    Il pd non deve preoccuparsi di nuove alleanze, di altre alchimie che lo renderebbero sempre più ondivago, sempre più incoerente, sempre più incomprensibile per i suoi elettori. Deve fare l’opposto: stabilizzare se stesso, radicarsi nel territorio, ascoltare, elaborare una propria proposta poliitca coerente e impegnare tutte le sue forze (che non sono poche: è sempre un partito del 33% per bacco!) a trasmetterla ai cittadini, con la dedizione, la pazienza, la costanza che ha avuto la lega.
    Tanti gazebi contano più di mille colaninni.
    E tanti piccoli consiglieri di circoscrizione che si impegnino sul serio per i problemi del quartiere, che stiano ad ascoltare gli inquilini di un condominio, contano più dell’alleanza con tizio e caio.