29 Agosto 2007

With a little help from my (girl)friends

Diario

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Sempre a proposito di Islanda e di islandesi in piazza: pare che qualche anno fa, alla notizia di essere pagate mediamente il 64,1% dei propri colleghi maschi di pari qualifica, 50 mila donne islandesi (su 300 mila abitanti dell’intera isola) abbiano scioperato e partecipato ad una manifestazione di protesta. Lasciando tutte il lavoro esattamente alle 2.08 del pomeriggio, restando negli uffici esattamente il 64,1% della giornata lavorativa.

10 risposte a “With a little help from my (girl)friends”

  1. Anellidifumo ha detto:

    OT vabbè che tanto non risponderai come al tuo solito, ma sarei curioso di sapere come la pensi sul provvedimento anti-lavavetri del Comune di Firenze. Perfino da me, se qui non ti va di scriverne: http://www.anellidifumo.ilcannocchiale.it/post/1596406.html
    Guarda che è un tema molto meno banale di quel che potrebbe apparire.

  2. Filippo ha detto:

    gente precisa gli islandesi. Esattamente il 64.1% delle ore lavorative. Certo che quando gli abitanti sono 300.000 e’ piu’ facile orchestrare mosse cosi’ precise.

  3. Fulvio ha detto:

    AnellidiFumo, qui parlano invece di Mussi: http://www.ivanscalfarotto.it/2007/08/il_comitato_dei_baroni_sandra.html
    che ne dici?

  4. Anellidifumo ha detto:

    Dico che io, come sempre, interpellato ho dato una risposta. A differenza di Scalfarotto. Ormai ottenere un suo parere su un tema è facile quanto ottenerlo da Veltroni.

  5. Fulvio ha detto:

    Anelli, sembri avercela personalmente con Ivan tanta e’ l’acredine nei tuoi commenti su di lui. Perche’ te la prendi tanto se Ivan Scalfarotto non ti risponde? Di blog i cui proprietari non rispondono e’ piena la rete.

  6. Anellidifumo ha detto:

    Mah, Fulvio, forse perché gli ho raccolto le firme e mi sono fatto un culo così per una stagione, quando diceva di voler cambiare la politica italiana. Forse perché se a Roma ha avuto qualche voto in più che nel resto d’Italia lo deve pure a degli ingenui come me. Forse perché sono sempre in attesa di quel congresso di “Io partecipo” nel quale si decide di entrare nel Pd e di sostenere Veltroni alla segreteria. Cose così, insomma. Chiamalo se vuoi “rispetto di chi ti ha aiutato” o “principio democratico”.

  7. Antonella ha detto:

    Mah, se io fossi Scalfarotto mi guarderei bene da uno che scientificamente cerca la rissa… a leggere il tuo blog, caro Sciltian, non si parla che di Ivan e non sono che colpi abbondantemente sotto la cintola.
    Poi, quando ti passano le paturnie, come se nulla fosse decidi di scrivere a Ivan e ti aspetti che lui batta i tacchi, lasci ogni sua altra incombenza e corra a rispondere ai tuoi affannosi interrogativi.
    Se anche ti rispondesse, invelenito come sei, useresti le sue risposte a tuo uso e consumo.
    A quante calunnie e quanti insulti credi di aver diritto per le firme che hai raccolto due anni fa? Io ho raccolto le firme per lui quanto e più di te e non ricordo che Scalfarotto ci avesse mai promesso in cambio la sua dignità e la possibilità di insultarlo liberamente.
    Saluti, Antonella
    PS A me Ivan risponde ogni volta che lo contatto e pure rapidamente.

  8. Gianna ha detto:

    Scusate ma perchè voi uomini dovete sempre comportarvi così? Per una volta c’è un post sulle donne ed ecco che siete subito pronti a rubare la scena e a fare le “primedonne”. Viva l’Islanda e battiamoci anche noi per la parità dei salari a partire da oggi!

  9. Filippo ha detto:

    Benvenga Gianna. Oltre che di parita’ di salari, in Italia non e’ mai troppo tardi per ricominciare a parlare di parita’ di occasioni.

  10. Lorenzo ha detto:

    Forse le donne italiane dovrebbero riscoprire che il femminismo non furono quattro galline che odiavano gli uomini e passavano la giornata a titillarsi reciprocamente le patonze, ma qualcosa di molto serio, un tentativo di cambiare la società che in Italia è drammaticamente fallito soprattutto per l’opposizione frontale di un potere estraneo, la chiesa cattolica.
    Non è un caso che le chiese in cui si è fatta strada l’idea dell’accesso a tutti i gradi della carriera ecclesiastica per le donne siano quelle riformate, sempre più attente allo spirito che alla lettera del vangelo, ma soprattutto legate ad una precisa società nel suo mutare, non ad un’idea di società ormai scomparsa, quale l’impero romano tra tarda antichità e primo Medioevo, che rappresenta tuttora il modello ideale del cattolicesimo politico alla Ratzinger.
    Viviamo in un paese che tollera ancora che un’organizzazione misogina propagandi la discriminazione di genere facendo da lobby politica contro il corpo delle donne (vedi la legge sulla fecodanzione assistita, ma prima ancora la feroce resistenza contro la legge che definiva lo stupro come reato “contro la persona” e non “contro la morale”).
    Oggi dunque in Italia non credo si possa essere femmiste e cattoliche, dirò di più: non mi sembra neanche che si possa essere donne dotate di uno straccio di autonomia e di dignità e insieme buone cattoliche.
    Non è un caso che persino una donna religiosissima come Rosy Bindi stia sempre lì lì per farsi scomunicare, mentre le gerarchie romane coccolano rare creature femminili del tutto sottomesse, dissociate e masochiste, come “Lady Cilicio”.