24 Giugno 2007

Frankly speaking

Diario, Laicità

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Secondo il Guardian, il colloquio tra Benedetto XVI e Blair, sarebbe stato “franco” e non – come si dice di solito dei colloqui tra il papa e i capi di stato – “cordiale”: un modo elegante per dire che avrebbero praticamente litigato sull’Iraq.
Però poi, a sentire le fonti più varie, dal Vaticano stesso agli amici citati in un bell’articolo dell’Independent, pare proprio che Blair voglia farsi cattolico come sua moglie Cherie e i loro quattro figli.
Resta apprezzabile il fatto che prenda una decisione del genere mentre lascia Downing Street, e che – qualunque sia stata la sua fede in questi anni – abbia governato in modo da poter ancora avere “franche” discussioni col papa. Da noi, solo estrema cordialità.

11 risposte a “Frankly speaking”

  1. wile ha detto:

    beh, veltroni in vaticano c’e’ di casa… e ho detto tutto.

  2. Emidio Picariello ha detto:

    L’importante è non essere condizionati dal vaticano per le scelte politiche. In che senso Veltroni al vaticano c’è di casa?

  3. Anonimo ha detto:

    In che senso Veltroni al Vaticano c’è di casa? Questo è solo uno spunto:
    http://www.italialaica.it/cgi-bin/news/view.pl?id=007239
    Oppure:
    http://www.uaar.it/ateismo/opere/79.html
    Senza contare i vari annunci, disseminati nel tempo, in cui dichiara di essere alla ricerca di Dio. D’altronde, proprio Veltroni disse, in tempi ormai remoti: “credo di non credere”. Bella, eh? Si può dire che faccia il paio con quell’altra: “non sono mai stato comunista”. Poi, chissà perchè, questi che cercano Dio alla fine “trovano” quello cattolico, come se fosse l’unica possibile espressione di religiosità e di spiritualità. Mica ne trovano un altro, nemmeno per idea: trovano il Dio di Ratzinger e di Wojtyla, guarda un po’. Sarà pigrizia? Sarà che all’angolo sotto casa c’è la parrocchia? Sarà che il Dio di Ratzinger è talmente sfolgorante da oscurare tutti gli altri? O non sarà – come in realtà è – puro, semplice, banale calcolo politico?

  4. Paolo ha detto:

    beh ma se hanno litigato sull’Iraq, almeno in quella materia sto dalla parte del papa contro Blair !

  5. luigi ha detto:

    La religione non deve mai interferire con le scele di un leader di un grande paese.
    OT: scusa l’ot, ma non c’è tempo da perdere, una bambina ha bisogno dell’aiuto di tutti.
    Un abbraccio

  6. paulo ha detto:

    Mi sembra che Emidio abbia posto una questione, cui anonimo non è che abbia risposto: quel che conta non è in cosa si creda Veltroni, ma non essere condizionati dal vaticano nelle scelte “politiche” che si fanno. Se Veltroni vuol convertirsi sono affar suoi, mal per lui.
    Venendo ai link, neanche a me piace (pessima scelta) che si intioli la stazione Termini a Giovanni Paolo II (non per un principio laico ma perché la stazione ha una storia che non si ferma a questo o quel papa). Ma usando le stesso criterio di inavomibilità del prinicpio laico nella toponomastica allora dovremmo ribattezzare tutti gli angoli di Roma e d’Italia: perché non protestare contro piazza “Santa Maria” in Trastevere? O Porta “San Sebastiano” e Porta “San Paolo”? (ma queste ultime due non le avevano tirate su i romani?) A Firenze c’è già una stazione che prende il nome di “Santa Maria Novella”. Persino gli stadi di calcio si chiamano “San Siro” e “San Nicola”. E se io a tutti questi “santi” non credo? Meglio che mi fermi qui, ma quel che volevo dire è che la laicità è un’altra cosa rispetto al dare nomi a vie, piazze, strade e stazioni (e questa sarebbe la grave macchia di Veltroni?). Se poi vogliamo combatterla lì, facciamo pure. Con un po’ di coerenza però: via dalle scatole santi, patriarchi, profeti, rabbini, mistici, dei classici (ma perché la Minerva?), pii, teologi, atrologi, alchimisti e chi più ne ha più ne metta.
    Venendo a Blair, mi sento di poter dire che alla sua immagine sia convenuto dichiarare questa sua intenzione alla fine del suo mandato e non all’inizio, quando avrebbe avuto un effetto opposto al nostro italico per i suoi elettori (in maggioranza protestanti). Nulla di nuovo sotto il fronte occidentale quindi, secondo me (anzi, forse era da tempo che si era convertito ma non poteva dichiararlo ufficialmente e pubblicamente).

  7. tina ha detto:

    La fede religiosa di Tony Blair, che comunque non gli ha impedito di mandare in guerra il suo paese, lo assimila forse ai cristiani rinati e ai nuovi crociati piu’ che ai cattolici. Ma c’e’ una ragione tattica dietro i tempi dei suoi colloqui franchi col papa, oltre che costituzionale (il potere politico e quello religioso coincidono in Gran Bretagna, la regina e’ anche il capo religioso e non ci sono mai stati primi ministri cattolici), seppure quest’ultima fosse stata superata: i cattolici qui in Gran Bretagna sono una minoranza non sempre benvista e Blair non si e’ mai sentito un kennedy. Cattolico significa Irlanda, significa il Mersyside – l’area industriale che va da Liverpool a Manchester, dove l’immigrazione irlandese e’ sempre stata la piu’ cospicua – con i problemi “di classe” che ha sempre scatenato e tanto altro ancora come per esempio la preoccupazione vivissima che l’arrivo in massa dei polacchi ha scatenato (molti giornali si sono agitati assai al pensiero che il paese possa diventare numericamente cattolico, l’idea non piace al pubblico medio inglese). Nell’immaginario collettivo cattolico significa fondamentalmente uno strisciante antagonismo alle istituzioni di cui il popolo anglicano va fiero, il cattolico e’ percepito come ipocrita e scarsamente dotato di amor patrio (per non parlare del pensiero fastidioso e preoccupante che provoca il celibato dei preti).
    Solo una nota: una delle feste popolari piu’ sentite qui e’ il Bonfire Night, che si celebra ogni anno il 5 novembre, con fuochi d’artificio e cortei alla testa dei quali viene bruciato il fantoccio di Guy Fawkes. a capo nel 1605 del Gunpowder Plot, il tentativo fallito di un drappello di cattolici di far saltare la casa del parlamento. Anni fa ero alla festa nell’area di Brighton dove, insieme al fantoccio di Fawkes hanno bruciato il fantoccio del papa. E mi dicono che non e’ inusuale.

  8. paulo ha detto:

    Tina, in buona sostanza quindi concordi con l’ultima parte del mio messaggio: che Blair, anche se avesse voluto, non avrebbe potuto dichiararsi cattolico prima della fine del mandato.
    Non concordo invece col dire che lui possa essere più un cristiano rinato che un cattolico. Sono due cose distinte, e se lui si dichiara cattolico allora vuole dire che è convinto di esserlo. Non è che ogni convertito è un rinato. Anzi, i cristiani rinati fanno parte, per come li intendo io, soprattutto di una realtà tipicamente americana. Inoltre io vedo molta più distanza tra un cattolico ed un rinato che tra un cattolico ed un protestante anglicano. Il cattollicesimo, con tutto quel che è costato, ha in buona parte superato la dicotomia fede scienza, come ha superato letture integralmente letterali e affatto simboliche del Vecchio Testamento, le quali invece spesso fanno parte essenziale del bagaglio di fede del cristiano rinato. Inoltre il cattolicesimo, ma anche l’anglicanesimo, fondano una enorme parte della loro concezione religiosa sulla telogia classica e su quella moderna. I rinati in buona sostanza sono estranei a qualunque teologia.
    Non vedo quindi come si possa assimilare Blair ad un cristiano rinato, fermo restando ovviamente che sia sincero nel dichiararsi. Che poi in entrambi i casi si faccia talvolta ricorso, per così dire, al pensiero forte, questo è un altro discorso, ma è l’unico tratto in comune che io vedo tra cattolici intransigenti e cristiani rinati. Che poi Blair da politico abbia di sovente disobbedito alle linee cattoliche, per esempio come (purtroppo) con l’intervento in Iraq come (per fortuna) in relazione ai diritti dei gay o alla fecondazione assistita, non vuol dire che sia un cristiano rinato (da notare anche come la seconda circostanza rinneghi la prima in questo senso). Primo perché potrebbe semplicemente considerarsi un politico e non un credente quando fa scelte politiche (nel bene e nel male), secondo perché il cristiano rinato non va (eventualmente) semplicemente in guerra, ma dice anche di farlo perché lo vuole dio (Ok, anche Blair una volta lo ha nominato, ma comunque non per dire che gli aveva comandato di andare in guerra, ma per interrogarsi se aveva fatto la cosa giusta; rispondendosi poi ovviamente come gli è convenuto).
    (Ps: dunque vivi nella città di Sugar Rush…)

  9. Paolo ha detto:

    Io tutto questo odio verso i cattolici a Londra non lo vedo proprio
    Non si fidano del Vaticano (certo anche per motivi storici) – ma come dargli torto?
    E se Blair ha aspettato credo sia solo perche’ non voleva mischiare la sua vita privata con quella pubblica
    Quanto poi agli elettori inglesi protestanti dove sono ?? Gli Inglesi anglicani sono pochi, pochi, pochi – credo che questo sia il paese piu’ laico in Europa

  10. riccardo da parigi ha detto:

    beh paolo, almeno il primato della laicità lascialo alla francia …. in inghilterra c’è pur sempre una regina capo della chiesa anglicana. Anche se ciò è piuttosto forma, immagino soprattutto a Londra, almeno qui il presidente si appella spesso alla legge della laicità del 1903 e i cattolici in politica non si sognano di abolire aborto e PACS perché sono “Leggi della Repubblica” e quindi per definizione degne del massimo rispetto.
    Saluti repubblicani,
    riccardo

  11. Matteo Pistoletti ha detto:

    Probabilmente B16 a molti non piace ma occorre dire che sull’Irak è più probabile che abbia ragione lui rispetto a Blair da qualcuno definito il barboncino di Bush.