17 Aprile 2007

Il melone coltivato in asciutto

Diario

melone.jpegLeggo da “L’Espresso” in edicola che Sergio D’Elia, deputato della Rosa nel pugno, ha presentato due meritorie proposte di legge. La prima prevede sic et simpliciter l’abolizione delle 365 comunità montane (13 mila consiglieri, 1 miliardo di euro di costo).
La seconda stabilisce che il trattamento di tutti i nostri parlamentari, nazionali ed europei, nonché dei vari consiglieri regionali, consulenti, membri di cda di società pubbliche e compagnia cantante non possa mai essere superiore a quello del primo presidente della Corte di Cassazione nonché l’abolizione di una serie di enti inutili (tra cui i consigli di circoscrizione nelle città con meno di 300 mila abitanti ma anche l’indispensabile Ente Italiano Montagna).


Non so se avete visto in tivvù o via internet la bellissima puntata di Report sulla proliferazione delle province in Italia. Resta memorabile l’intervista al presidente di una delle quattro nuove province sarde (si chiamano: Olbia-Tempio, Medio Campidano, Ogliastra e Carbonia-Iglesias: tutte con due capoluoghi, dato che non si è riuscito a trovare un accordo nemmeno su quello) che affermava in un’intervista che con la nuova provincia si erano ottenuti grandi benefici relativi per esempio alla concessione di fondi per la sagra del melone coltivato in asciutto.
Intervistatore: “Per cosa???”
Politico: “Per la sagra del melone coltivato in asciutto”.
Però si vede benissimo che gli scappa da ridere.

4 risposte a “Il melone coltivato in asciutto”

  1. Chissà quali grandi benefici se c’era la sagra dell’anguria gigante.

  2. Filippo ha detto:

    Dell’abolizione dei carrozzoni inutiii si sente parlare da sempre ma i benefici non si vedono mai. Il problema dei carrozzoni statali e’ che spesso sono sovradimensionati in organico e non servono a nulla. Una domandina: se il carrozzone viene chiiuso, che fine fanno i dipendenti (inutili)? Perche’ se vengono semplicemente trasferiti da un ente all’altro, non vedo poi un grande beneficio derivante dalla chiusura, visto che gli stipendi vengono pagati comunque e l’illicenziabilita’ e’ sempre garantita (anche per rendimenti scandalosi, dubito che un trasferimento cambi qualcosa).
    Chi mi sa rispondere?

  3. Athos ha detto:

    Delle ultime serate di domenica tra l’inchiesta ( ottima) di Iacona e Report trovo che il melone coltivato in asciutto sia l’ingiusto capro, con buona pace per gli ovini sardi, di neo-provincia assemblata o no.
    Faceva oggettivamente ridere, ma faceva allontanare dai fatti.
    Aggiungerei che trovo più dignità nel melone c.i.a. ( autentica leccornia che deriva dalla cultura e dalla tradizione contadina e offre un sorriso a chi si può beare della suadente dolcezza del frutto) che a piazzare il cognato o il cugino in un ufficio per il solo fatto che sostiene me o, spiace dirlo qui e oggi, alla mia segreteria politica.
    Mestamente ritengo però che la Sagra del melone c.i.a. sarà anch’essa organizzata dall’altro cognato dell’assessore o dalla figlia di seconde nozze dell’amico dell’ex sindaco di Summargionis di sotto, di fresco trombato, ora disponibile al disco verde per la nuova giunta solo a fronte dell’inciucio qui esposto.
    Ora e sempre Melone c.i.a.

  4. mauro ha detto:

    Athos, secondo me tu sei molto simpatico e molto fuori di melone c.i.a. !