7 Gennaio 2007

Felicità privata, pubblica sfiducia

Diario

“Manca, oggi, nel discorso politico, il senso del futuro, sopraffatto dalla sintassi minimalista, del giorno per giorno. E ciò enfatizza la tentazione delle persone di rifugiarsi nel loro particolare. Nel loro microcosmo. Così gli italiani si scoprono dissociati. Felici sul piano personale, infelici su quello pubblico e insicuri del futuro.” Ilvo Diamanti oggi così su Repubblica. Parole che condivido in pieno e che mi sembrano ancor più vere soltanto a guardare come DS e Margherita stanno gestendo la nascita del Partito Democratico: per quale motivo i cittadini dovrebbero appassionarsi ad un processo tutto burocratico che azzera lo spirito delle primarie? A che punto del processo questo benedetto Partito Democratico si aprirà? E cosa vorrà mai dire aprirsi se non si riesce nemmeno a mettersi d’accordo sull’ovvio principio “una testa, un voto” che è il principio elementare di ogni democrazia? Che speranza abbiamo di costruire una politica fatta di visioni, di energie, di entusiasmo, che speranza abbiamo di intercettare le migliori energie del Paese se l’unico modo in cui la politica si manifesta è quello di perpetuare burocrazie clientelari preoccupate molto più di conservare il proprio potere economico che di provvedere alla crescita e allo sviluppo dell’Italia? Sempre su Repubblica di oggi Piero Fassino, nella sua intervista a Massimo Giannini, parla dei prossimi cinque mesi come di mesi cruciali nei quali fare le riforme o morire. Io credo Fassino abbia in prima persona la possibilità concreta di contribuire a fare l’unica riforma possibile, la madre di tutte le riforme, che è quella di aprire la politica al paese. Se la politica non accetta di fare un passo indietro, se ogni processo decisionale – quello sulla legge elettorale ne è un limpido esempio – continuerà ad impantanarsi tra le mille mediazioni rivolte solo alla protezione del proprio particulare, ogni altra riforma suonerà inutile ed ipocrita spingendo gli italiani sempre più nella loro privata felicità (buon per chi ce l’ha) e nella sfiducia sul piano pubblico e del loro futuro.

2 risposte a “Felicità privata, pubblica sfiducia”

  1. Benny ha detto:

    è quello che dice anche Padoa.schioppa nell’intervista al corriere

  2. Filippo ha detto:

    se non altro, stavolta sono solo 5 mesi cruciali. Nel senso che basta aspettare 5 mesi per vedere cosa combineranno per decidere se hanno fallito il compito oppure no. Consentitemi un pronostico: 5 mesi per riformare pensioni, lavoro, legge elettorale e, perche’ no, pure il conflitto di interessi. Mah. Mi sa che l’unica cosa che faranno sara’ partorire sto dannato PD per maggio (e incamerare le solite poltrone).