7 Agosto 2005

Aprire il paese alle sue forze migliori

Archivio storico

In Italia, troppo spesso chi si trova all’apice delle proprie forze professionali e fisiche, viene mortificato da un sistema corporativo, un sistema chiuso, un sistema ingiusto. Il risultato è che sempre più italiani lasciano il paese per veder riconosciuti altrove le proprie capacità. Chi decide di rimanere in Italia è invece frustrato da un sistema bloccato che non consente di costruirsi ragionevoli certezze e troppo spesso di non veder premiati i propri sforzi.
La flessibilità declinata dal governo Berlusconi ha soltanto aumentato la precarietà e l’insicurezza, senza essere nemmeno vantaggiosa per l’economia. Bisogna invertire questa direzione. Coinvolgendo i sindacati e le associazioni imprenditoriali è necessario governare la flessibilità per arricchirla di nuove certezze. In Italia la flessibilitá si avvicina troppo spesso allo sfruttamento, con danni enormi alla libertà delle persone e anche alla crescita economica. L’Italia deve modernizzare la propria economia, renderla più aperta significa innanzitutto aggiungere più dignità a tutti i lavori, in termini di sicurezza sociale e prospettive di vita.
Le origini sociali, le opinioni, il sesso, l’orientamento sessuale, la propria fede religiosa, devono cessare di essere elementi discriminatori nella carriera, nelle aziende pubbliche e private, nell’università. I concorsi universitari devono essere più trasparenti. Troppo spesso i nostri studenti più bravi hanno meno possibilità di essere assunti a Roma che in una università straniera. Soltanto se le promozioni dentro le aziende premiano chi lavora con entusiasmo e risultati è possibile generare crescita economica. Il lavoro di ognuno deve poter essere sottoposto a verifiche e risultati. Tanto nel settore pubblico che nel settore privato. Questo è un grande tema di democrazia e di giustizia.