25 Aprile 2012

Boicottare Euro2012

Appunti, Democrazia

Non è assolutamente pensabile che i campionati europei di calcio si tengano in un paese il cui governo tiene in prigione la leader dell’opposizione. Conosco bene l’Ucraina, ci ho lavorato e ho lì tanti amici carissimi. Ero da quelle parti quando governava la coalizione arancione di Yushchenko e ho conosciuto Kiev come una bellissima città dell’Europa, una specie di Vienna dell’est. È un paese, l’Ucraina, teso come un elastico tra la i due poli, oriente e occidente, un po’ come la Polonia sua vicina. La democrazia che si è respirata per un po’ da quelle parti è rapidamente appassita. L’Europa ha il dovere di vigilare e di far pressione sul governo perché le garanzie e i diritti non siano calpestati. Andare a giocare a pallone da quelle parti quest’estate non ha nessun senso. Lo sport ha già troppe volte svolto una funzione di grancassa per i peggiori dittatori. Questa volta non pieghiamoci e facciamo capire ai nsotri vicini ucraini che con i diritti umani non si scherza.

4 risposte a “Boicottare Euro2012”

  1. idelbo ha detto:

    Condivido assolutamente la tua richiesta. Non solo, sarebbe stato doveroso, da parte della federazione, imporre certe condizioni, prima di dare all’Ucraina i campionati.

  2. zoom ha detto:

    Ma a seconda di chi vince le elezioni l’Ucraina entra o esce dal novero degli stati democratici? la timoschenko è stata un’improbabile primo ministro molto attenta agli affari propri e a compiacere lontani alleati. Non mi stupisce sia finita male e forse i suoi sostenitori dovrebbero interrogarsi sull’autenticità di certi fenomeni eterodiretti che si affacciano ogni tanto a certe latitudini.

  3. Alberto ha detto:

    Il problema non è che venga detenuto in carcere il leader dell’opposizione che non dovrebbe godere di particolari immunità a mio giudizio.Il problema è se i processi che sono stati istruiti a suo carico siano fondati su accuse reali o siano stati costruiti ad arte per scopi politici o di ritorsione.E che i trattamenti carcerari siano improntati al rispetto dei diritti umani e civili.La “rivoluzione arancione” è stato un fenomeno indotto dall’esterno che non rispondeva,se non in parte, a un reale desiderio di cambiamento di una popolazione piuttosto “passiva” dal punto di vista dell’impegno civile.Purtroppo le rivoluzioni,sopratuto quelle senza morti,non servono a migliorare in senso democratico le sorti di un paese ma a sostituire un gruppo di potere a un altro che ha interessi contrapposti.Andate a vedere cosa sta succedendo nei paesi della cosidetta “primavera araba”.

  4. Massimo ha detto:

    Sto dalla parte di zoom e faccio qualche domanda
    Domanda 1:
    ma se, putacaso, domani Berlusconi, divenuto capo dell´opposizione, venisse condannato e messo in prigione, sarebbe l´Italia una dittatura?
    Domanda 2: perchè l´occidente (spesso quando si muovono i tedeschi) mette il naso negli affari dei paesi ex-Urss dà le pagelle di buoni e cattivi, guardando più a chi fa gli affari nostri e non gli affari dei rispettivi paesi? E, soprattutto, appoggiando anche impresentabili come il corrotto ubriacone Eltsin e la molto discussa e discutibile Tymoshenko?
    3. perchè, invece di blaterare sull´assegnazione degli europei a Polonia e Ucraina (come ce rode ancora!) non fate caso che, quando l´Uefa prese la decisione, Juschenko era presidente, ma Janukovic era primo ministro?