13 Febbraio 2015

Il triangolo di Costanza

Appunti, Donne, Lavoro, Puglia, Sul territorio

Ieri pomeriggio, se i miei doveri non me lo avessero impedito, avrei partecipato molto volentieri, a Barletta, ad una manifestazione organizzata dall’Amministrazione Comunale alla quale il sindaco Cascella era stato così cortese da invitarmi.
Si proiettava il docufilm realizzato da Costanza Quatriglio, talentuosa regista siciliana la cui attività artistica è caratterizzata dall’impegno civile. Questo suo Triangle racconta due storie vere, molto distanti nel tempo e nello spazio, ma accomunate da tragedie che colpiscono donne lavoratrici. Si tratta dell’incendio della fabbrica newyorchese Triangle, che nel 1911 costò la vita ad oltre 120 operaie, e del crollo avvenuto cento anni dopo a Barletta, nel quale sono morte quattro operaie di un piccolo laboratorio tessile.
Non potendo intervenire di persona, ho inviato agli organizzatori questo messaggio.

Caro Sindaco Cascella, Cara Vicepresidente, Autorità, cari amici,

avrei molto volentieri partecipato alla proiezione del docu-film Triangle, che si svolge oggi nella vostra bella città. Costanza Quatriglio è una regista di talento, e sono sicuro della qualità del prodotto. Ma l’importanza di questa pellicola non è legata solo ai profili estetici ed artistici, ma anche e soprattutto ai contenuti.

Le tragedie del lavoro femminile hanno attraversato il Ventesimo e il Ventunesimo secolo ad ogni latitudine e in differenti contesti. Quella della fabbrica newyorchese Triangle è stata fra le più cruente della storia. Ed è stata una scelta di grande sensibilità, da parte della regista, accostarla alla terribile vicenda del crollo di Barletta.

Quelle e queste morti pesano sulla coscienza di ciascun uomo civile: e devono indurci a riflettere sulla natura universale e concreta delle tutele sul lavoro, che non devono mai ridursi ad astratta ideologia, ma intervenire in positivo sulla vita e la salute delle persone, sulla loro sicurezza e sulla loro dignità. Sappiamo che non c’è legge e non c’è norma che sia in grado di evitare per tutto e per tutti l’atroce paradosso che si debba morire per lavorare anziché lavorare per vivere. Ma non dobbiamo cessare di combattere perché questo obiettivo diventi sempre più prossimo, sempre meno distante.

Lo stiamo facendo, ci stiamo provando. Registriamo con soddisfazione una diminuzione costante del numero di morti sul lavoro in Europa e in Italia; ma il tributo pagato ogni anno è ancora troppo alto. La nostra vigilanza (delle forze dell’ordine, dello Stato, della società tutta) non deve in alcun modo essere allentata, tanto più che bisogno, disoccupazione endemica e crisi rappresentano nemici insidiosi. Anche per questo è positivo il lavoro di Costanza Quatriglio ed è positivo il vostro incontro, al quale invio i miei migliori auguri di ottima riuscita.