25 Novembre 2014

Un minimo di memoria

Appunti, Governo Renzi, Lavoro, Partito Democratico, Riforme

Quello che trovate in fondo a questo post era il programma in tema di lavoro della mozione per Ignazio Marino segretario, nel lontano 2009. Il Jobs Act non nasce dal nulla dunque, la sinistra riformista nel PD – per quanto mal sopportata – è sempre esistita.

Peraltro – oltre a me e a persone come Sandro Gozi, Paola Concia, Michele Meta, Rosa Calipari e Pietro Ichino – quella mozione era stata firmata anche da persone che oggi sono uscite dall’aula (come Ileana Argentin e Francesco Laforgia) o hanno addirittura votato contro (come Pippo Civati) il Jobs Act. Però, così, vale la pena di ricordare. Tanto per tenere un minimo di memoria.

“Per valorizzare meriti e talenti bisogna ridare dignità al lavoro e al suo valore esistenziale e sociale. L’Italia deve tornare a perseguire politiche orientate alla piena e buona occupazione, erodendo le differenze enormi tra Nord e Sud in termini di occupazione, in particolare di quella femminile.
Per dare maggiori garanzie ai lavoratori, abbassare i costi contrattuali delle imprese e favorire la massima occupazione si deve fare ricorso alla flessibilità intesa non come precarietà, ma come possibilità di arricchimento personale e professionale, in un percorso di vita che consenta tanto l’investimento sulla propria professionalità che la garanzia di una protezione nei momenti di debolezza e di rischio.

La flessibilità, caratteristica inevitabile del lavoro nella nostra modernità, non va considerata come una disgrazia. Quello che i giovani temono sono disoccupazione e precariato privo di regole, percepiscono l’iniquità di un mercato del lavoro che vede gomito a gomito lavoratori protetti e lavoratori talvolta privi anche di diritti elementari quali la malattia, la maternità, le ferie.

Una flessibilità bilanciata, quindi, è il nostro valore per regolare il mercato del lavoro: contratti a tempo indeterminato che consentano un rapporto continuativo e tendenzialmente stabile con il datore di lavoro; salario minimo e garanzie di reddito come protezione per chi perde il lavoro; formazione continua per aumentare il proprio bagaglio e il proprio valore professionale.”