29 Maggio 2014

Pensionati e facoceri

Appunti

Nello “proclama della sconfitta” di Beppe Grillo, nel quale abbiamo rivisto le sue migliori doti di attor comico (“Offelee, fa el tò meste”, dicono a Milano, invitando il pasticcere a non avventurarsi in altre professioni), ho trovato comunque un elemento di sgradevolezza. Me ne sono reso pienamente conto solo ascoltando a “Otto e mezzo” il giorno dopo l’aggressione a Pina Picierno da parte di un Andrea Scanzi più sgradevole e scomposto del solito.

Che cosa mi ha urtato nel video di Grillo? Quel “Paese di pensionati”, evocato con un effetto di classica comicità inconsapevole dato da un ultra-65enne che si autoproclama il “nuovo” e affibbia l’etichetta di “vecchio” ad uno che ancora non è arrivato a quarant’anni. Un’arbitraria suddivisione qualitativa dei voti, che sono figli della purezza dell’ideale se vanno ai pentastellati e sono invece tributari della paura e della ristrettezza mentale se premiano Renzi.

Un senso del disprezzo del voto puntualmente replicato da Scanzi, che dopo avere imputato alla Picierno un risultato Pd inferiore alla media nazionale (peccato che la lista sia passata dal 23% del 2009 al 35% di oggi) e dopo avere speso parole di aperto disprezzo per Gianni Pittella (che è appena il primo vicepresidente del Parlamento Europeo), ha concluso, con sommo spregio del principio aristotelico di non contraddizione, oltre che del ridicolo, che anche un facocero al posto della Picierno avrebbe preso i suoi stessi 220mila voti.

Pina lo ha rintuzzato egregiamente, e non senza un tocco di perfidia, ma il punto non è l’offesa a Renzi, al Pd, alla Picierno: è l’offesa agli elettori. Io mi sento molto lontano da Raffaele Fitto, e non voterei per lui non dico in Europa, ma al condominio. Questo però non significa che io non abbia rispetto per le centinaia di migliaia di persone che lo hanno indicato. Come rispetto, a maggior ragione, i milioni di persone che anche in questa occasione hanno dato la loro fiducia a Grillo.

È troppo chiedere di ricordarsi che i voti si contano e non si pesano? Lo so, in questo Grillo e Scanzi sono gli eredi di una cattiva tradizione del massimalismo di sinistra, che ha voluto per decenni raccontare che chi votava Berlusconi era un decerebrato inebetito dalle telenovelas, chi votava Democrazia Cristiana lo faceva per obbedire al prete e chi votava Saragat era pagato dagli americani.

Proviamo ad affrontare la realtà: Grillo, Berlusconi, Renzi, Alfano e quant’altri prendono pochi o molti voti perché convincono la gente o non la convincono, perché hanno deluso i cittadini o invece sono ritenuti credibili. E questo è vero anche quando le tesi dell’avversario non ci convincono per nulla, anzi quando pure l’avversario ci pare – come disse Lucia Annunziata e come spesso ho pensato io stesso – impresentabile.

Ma se non si rispetta l’elettore in tutti i casi, anche quando vota in un modo che ci pare inspiegabile, si finisce poi con l’arrivare a stigmatizzare la “ingratitudine” dei cittadini di Mirandola, che hanno votato in massa per il Pd “malgrado” i Cinquestelle abbiano usato un po’ del loro “restitution fund” per costruire in quel Comune terremotato una scuola. E’ stato un conato di rabbia veramente penoso. Se fossi dalle parti di 5Stelle, troverei il modo per farci su una riflessione.