10 Dicembre 2011

Cameron, sulla sua isola

Appunti

La sensazione è chiaramente che Cameron stavolta abbia tirato troppo la corda. Anche il fatto che nessuno degli altri 26 partner, nemmeno l’Ungheria o la Svezia, lo abbiano seguito sulla sua linea euroscettica e che la Gran Bretagna sia rimasta completamente sola è indice chiarissimo del fatto che qualcosa è andato storto. C’è preoccupazione sui giornali di oggi, qui a Londra. La preoccupazione di restare fuori dal tavolo dove si prendono decisioni che comunque avranno effetto anche sulla Gran Bretagna. Anche il timore che il centro finanziario di Londra si trovi via via marginalizzato verso Francoforte con la conseguente perdita di posti di lavoro e di tutto l’indotto che gira intorno alle banche è concreto. Cameron ha “bucato”, si è fatto mettere in un angolo dal quale, per esempio, la signora Thatcher era sempre – magari per il rotto della cuffia – riuscita a sgusciare via. L’ironia del Guardian sulla “svizzerificazione” del Regno Unito (anche se la Svizzera, ricordiamolo, fa parte dell’area Schengen, al contrario della Gran Bretagna) la dice lunga sull’impressione di fallimento che, tra gli osservatori politici e gli analisti economici, circonda il ritorno di Cameron sulla sua isola. Oggi come non mai questo ovvio elemento geografico sembra essere concreto e tangibile. Anche se, non dimentichiamolo, la gente qui continua ad essere evidentemente euroscettica.