9 Febbraio 2006

Mass media e propaganda di regime

Massmedia

Quando, nel 1933, la Nsdap divenne il partito più forte della Germania e Hitler ebbe la nomina di cancelliere, Goebbels si rese subito conto che la strategia della propaganda politica si sarebbe enormemente potenziata se fosse stata estesa in modo massiccio la rete dei radiotrasmettitori e, soprattutto, se fosse stata messa in commercio una radio alla portata di tutti. In questo modo, il “moderno mezzo di comunicazione”, come si definivano all’epoca la radio, il cinema e i cinegiornali (nel 1936 anche la televisione, seppure ancora in via sperimentale), avrebbe svolto un’ampia funzione di indottrinamento del popolo, il quale avrebbe potuto asoltare, tranquillamente seduto su una poltrona nel proprio soggiorno, i discorsi del ministro della propaganda Goebbels, o dello stesso Führer.
La radio avrebbe inoltre permesso di diffondere i messaggi propagandistici su piazze enormi, come ad esempio l’area delle sfilate al congresso della Nsdap di Norimberga. Senza la radio, il cinema e i cinegiornali, il regime di Hitler non avrebbe potuto imporsi in maniera così capillare come invece accadde.
Adeguare la radio alle esigenze del nuovo regime, dopo la presa del potere da parte dei nazisti, era stato facile, poiché nel 1932 il governo di Franz von Papen ne aveva già ottenuto la statalizzazione.
Nel 1933, però, un Volksempfänger, la “radio del popolo”, costava ancora 76 marchi, una somma notevole, se si considera che un operaio ne guadagnava 120, 150 netti al mese. Gli altri apparecchi in commercio, concepiti secondo criteri anche estetici, erano molto più cari (dai 200 ai 300 marchi), e praticamnte inaccessibili ai meno abbienti. Ma, a risolvere il problema, ci aveva pensato Goebbels, che riteneva la questione di fondamentale importanza a fini propagandistici. Occorreva una radio che potevano permettersi tutti, una radio a basso prezzo.
E nel 1938 l’avrebbe avuta. Si trattava appunto del Dke, il Deutscher Kleinempfänger. Costava 35 marchi e la gente lo chiamava “Goebbels Schnauze” (qualcosa come l’ abbaiare di Goebbels).
(Fonte: brano tratto da “Io piccola ospite del Führer”, di Helga Schneider, Einaudi ed. 2006)