26 Gennaio 2006

Un anno tragico per l'informazione

Massmedia

E’ stato un 2005 tragico per il mondo dell’informazione. Sono almeno 89 i giornalisti assassinati nell’anno appena trascorso, su un totale di 150 rimasti vittima di morte violenta.
La denuncia viene da Aidan White, segretario generale dell’International Federation of Journalists (IFJ): “Si tratta di numeri che fanno sussultare”, ha commentato White nel presentare il rapporto annuale della Federazione dal titolo “Obiettivo e tragedia: giornalisti ed operatori dell’informazione uccisi nel 2005”.
“E’ stato un anno senza precedenti- ha sottolineato ancora White – L’IFJ ha contato 89 giornalisti che sono stati uccisi nell’adempimento del dovere, presi di mira proprio per il loro lavoro professionale. E nel 2005 la tendenza per gli omicidi mirati di operatori dell’informazione si è accentuata”.
Il numero più alto di omicidi mirati di giornalisti è stato registrato in Iraq: 35. “Per la maggior parte le vittime erano giornalisti locali, molti dei quali ingaggiati da organi internazionali dell’informazione per l’Iraq, dove le strade sono troppo pericolose per essere percorse da stranieri”.
Oltre a questi 35 omicidi mirati di giornalisti, il rapporto denuncia altre cinque uccisioni di reporter caduti nel 2005 per mano dei militari americani in Iraq: con loro, sale a 18 il numero dei giornalisti e degli operatori dell’informazione loro collaboratori, uccisi “per mano delle forze di occupazione dal 2003 in poi”. “Questo rafforza le richieste avanzate dalla IFJ perché siano avviate inchieste indipendenti su tali uccisioni – si legge nel rapporto – in modo da eliminare il sospetto che fossero uccisioni mirate”.
La morte degli altri 61 giornalisti caduti nel 2005 nell’adempimento del dovere – si legge ancora nel rapporto IFJ – è attribuibile ad incidenti sul lavoro, piuttosto che ad uccisioni premeditate. “Ma il persistere di un livello alto di mortalità – conclude il rapporto – impone che si agisca”.
E l’IFJ ha varato una campagna intesa a ottenere dalle Nazioni Unite una raccomandazione da inviare ai governi, “affinché sia prestata più attenzione alla sicurezza dei giornalisti”, nei territori sotto la loro giurisdizione.
(Fonte: il Corriere della sera, 23 gennaio 2006)