17 Gennaio 2006

Intervista di Paolo Briziobello a Gay TV

IoPartecipo

Dopo il sostegno dato alle scorse primarie del centro sinistra a Ivan Scalfarotto, il comitato “Io Partecipo” ha deciso di intensificare la propria attività in vista del Pride di Torino; per l’occasione è nato “Io partecipo- Torino”. Per capire come il comitato intende diventare un punto di riferimento e di incontro per chi vuole muoversi in ambito locale abbiamo intervistato Paolo Briziobello, coordinatore del progetto.
Intervenuta telefonicamente al nostro programma “solo noi by night” Roberta Padovano (portavoce del Comitato Torino Pride 2006) ha dichiarato che le iniziative saranno diverse durante l’anno. Con quali progetti sarete presenti voi?
Abbiamo intenzione di essere presenti e partecipare alle iniziative culturali intraprese per l’occasione.
E’ tuttavia doverosa una premessa. Il Comitato Torino Pride 2006 è un’organizzazione creatasi appositamente per l’evento e, come tale, espressamente dedicata a ciò.
“Io Partecipo” è un’associazione politico-culturale in cui, da statuto, riveste ruolo fondamentale lo stimolo al senso di appartenenza alla comunità, considerando la differenza e diversità come valore di unione e fratellanza, non di divisione e scontro. La nostra azione è pertanto su più fronti: benché neonata, “Io Partecipo” ha già aderito a significative iniziative pubbliche quali l’Assemblea Nazionale delle Liste Civiche a Roma il 17 dicembre scorso e la Marcia di Natale per Amnistia Giustizia e Libertà; il 14 gennaio prossimi saremo inoltre presenti a Roma per la manifestazione nazionale“TUTTI IN PACS” ed a Milano per la manifestazione nazionale “USCIAMO DAL SILENZIO” in difesa della Legge 194.
In questo contesto “Io Partecipo – Torino” intende essere presente al fianco del Comitato Torino Pride 2006, portando la propria voce e la propria riflessione in tutte le occasioni in cui il Comitato stesso organizzerà eventi quali dibattiti, manifestazioni, assemblee o conferenze a livello locale ed anche nazionale; attendiamo insomma di essere invitati ai tavoli!
Non dobbiamo infatti dimenticarci che il tema delle differenze e diversità in senso lato si ripercuote su altri grandi temi del vivere civile, che sinteticamente possiamo riassumere sotto il cappello della “laicità dello stato”, tanto discussa ed auspicata (anche dal nostro Presidente della Repubblica Ciampi, da ultimo nel discorso di fine anno) ma poco attuata, oltrechè continuamente sottoposta ad attacchi davvero poco edificanti ultimamente soprattutto da chi, in abiti talari, dovrebbe aver rimesso per vocazione la propria vita al servizio del prossimo.
Per quanto riguarda i progetti, quale coordinatore di “Io Partecipo – Torino” intendo sottoporre all’attenzione degli amministratori locali, tra l’altro, la questione legata all’affido dei minori a single ed a soggetti diversi dalle coppie regolarmente sposate; l’obiettivo è quello di proporre “protocolli di sperimentazione su base locale”, al fine di sensibilizzare la comunità su un tema di cui troppo si parla ma molto poco si fa, a danno delle migliaia di minori che potrebbero veder soddisfatti bisogni primari di cui ogni individuo ha diritto ma che non ne possono usufruire per la miopia ed ottusità di una classe dirigente solo di facciata disponibile ma nei fatti insensibile ed a volte addirittura arrogante.
Mi domando: se un bambino affetto da denutrizione o patologie legate ad eventi bellici viene portato in Italia e curato per mezzo dell’aiuto di un single, di una coppia omosessuale o etero non coniugata, a chi si reca un danno? Perché questi single, coppie omosessuali o etero non coniugate possono contribuire esclusivamente dietro lo “scudo” delle organizzazioni all’uopo destinate che, inevitabilmente, devono poi finire per convergere su coppie “regolari” già sature di doveri? Intendo provare a cambiare il triste risultato finale di questo discorso, purtroppo sotto gli occhi di tutti.

Punto forte della campagna di Ivan Scalfarotto per le primarie è stato il blog. Blog ridimensionato dallo stesso Scalfarotto. Pensate di organizzare, per quanto riguarda lo spazio internet, qualcosa di simile anche per “Io partecipo” a Torino?
Certamente sì.
Stiamo studiando un blog di “Io Partecipo – Torino”, collegato funzionalmente con il nostro sito nazionale, in cui dare voce alle nostre iniziative ed alle nostre proposte a livello locale,oltrechè utilizzarlo come strumento di riflessione sui temi dell’attualità e della società italiana. Confido che saremo attivi entro la fine di questo mese.
E’ una caratteristica del nostro movimento quella di parlare al popolo di internet. La candidatura di Ivan Scalfarotto alle primarie è stato il primo tentativo serio di usare le nuove tecnologie in politica, il che è stato pubblicamente riconosciuto.
Non intendiamo rinunciare a questo strumento e disperdere il feeling che abbiamo instaurato. La stragrande maggioranza delle persone che ha aderito a questo progetto ha un’età che varia dai 18 ai 40 anni, composta da individui che non hanno fatto politica in precedenza. Una fascia di popolazione che la politica non è mai stata capace di intercettare e che grazie all’intuito di Ivan abbiamo saputo coinvolgere e motivare, anche attraverso il blog prima ed il sito internet ora.
Permettimi di dissentire tuttavia sull’uso del temine “ridimensionato” che hai posto nella domanda.
Il Blog di Ivan Scalfarotto è stato “congelato” per alcune settimane a seguito di fatti successivi al 16 ottobre 2005, giorno delle Primarie. Per quanto 27.602 voti siano pochi, evidentemente questo modo pulito e diretto di fare politica parlando alla gente di fatti e non di “se, ma, magari…” ha creato scompiglio; quel blog era diventato una incontrollata valvola di sfogo di alcuni, davvero diverso da quello che era fino al giorno prima. Era giusto dare ordine; ora c’è e la voce di Ivan risuona forte e chiara dalla sua nuova dimora professionale di Mosca.

Scalfarotto alle primarie è stato “battuto” da Mastella il quale rivendicando il suo terzo posto vuole che nel piano programmatico dell’Unione non ci sia una legislazione per le coppie di fatto. Come intende (se intendete farlo) aiutare le forze politiche, che nel Pacs ci credono, con la vostra partecipazione a Torino?
Diciamo innanzitutto che Mastella ha fatto il suo mestiere. Sarei qua a domandarmi “che succede?” se fosse accaduto qualcosa di diverso…Certo la sua scarsa propensione ad aperture in tema di PACS non è che una delle questioni apparentemente irrisolvibili che convivono all’interno della grande casa del centro-sinistra. ( a proposito, sottoscrivete anche voi il nostro appello in difesa dei PACS in occasione della manifestazione del 14 Gennaio a Roma).
Dopodichè riflettiamo: che cosa poteva dire d’altro, Mastella? E’ da lui che vogliamo ottenere principale ascolto? Più realisticamente credo che la nostra voce, il nostro progetto ed il nostro modo pacato ma incisivo di proporlo debbano essere rivolti a lui come a tutte le altre anime che compongono il centro-sinistra. Certo alcune di queste anime sono più aperte all’ascolto, altre meno, ma non dimentichiamo che oggi più che mai dobbiamo pesare le aperture e le chiusure in funzione di un grande fatto che accomunerà tutta l’Italia ancora per i prossimi tre mesi: la campagna elettorale per le elezioni politiche del 9 aprile. Il nuovo penoso sistema elettorale ci ha anche messo del suo, con la frenetica rincorsa all’ultimo voto la cui inevitabile conseguenza è l’arroccamento su posizioni preconcette onde evitare di sfaldare lo “zoccolo duro” che a stento alcuni stanno tenendo in piedi.
Noi a Torino, poi, abbiamo anche la scadenza delle elezioni amministrative un mese dopo e pertanto credo che il gioco delle parti, al momento, non possa che lasciar spazio a stonature, per noi più accentuate e gravose su questi argomenti. Ma non molliamo ed, anzi, utilizziamo le “promesse” elettorali per inchiodare ciascuno alle proprie responsabilità con la nostra azione costante.
Partendo sempre da una considerazione fondamentale: per quanto ci siano forme di ostinazione e sacche di resistenza ad argomenti come i PACS, sono la società ed i modelli di vita che si stanno per fortuna radicando intorno a noi che richiedono e documentano il cambiamento.
In Italia, insomma, la politica arriva sempre ben ultima su certi argomenti soprattutto quando va a braccetto con certe frange pseudo-religiose pericolosamente oltranziste.

Lo scorso 12 dicembre il comune di Torino ha bocciato il registro per le coppie di fatto. Oltre che in ambito nazionale ha dichiarato che intende lavorare anche per l’ambito locale. Come?
Prima di tutto affiancandosi e dando voce a chi si batte per l’istituzione di questo registro.
Questa tua domanda è strettamente collegata con alcuni passaggi di quella precedente, in primis in ordine alle posizioni assunte dai singoli consiglieri comunali in prospettiva elettorale.
E’ vero che il 12 dicembre è successo questo ma è poi accaduto che il 29 dicembre, ben 28 Consiglieri comunali della maggioranza hanno proposto un ordine del giorno nel quale invitano il Consiglio Comunale a formulare una proposta di legge volta al superamento delle differenze legislative territoriali attraverso l’istituzione a livello nazionale del “Registro delle unioni civili”.
Qui a Torino intendiamo dare voce a questi 28 Consiglieri ed a quanti vorranno aggiungersi a loro.
In ambito di “Io Partecipo – Torino” in prospettiva immediata stiamo lavorando alla creazione di un dialogo costante e diretto con l’attuale Giunta Comunale ed all’organizzazione di alcune assemblee pubbliche e riunioni in Circoli ed Associazioni.
Ciò al fine di divulgare la nostra visione della società che verrà, partendo da una semplice richiesta: proviamo a guardarci intorno, osserviamo lo svolgimento della vita di tutti i giorni e confrontiamolo con ciò che ci viene proposto dai nostri governanti o dalla maggioranza dei media. Scopriremo che il quieto vivere, il senso del rispetto e della professionalità rientrano ancora tra le caratteristiche dominanti dell’essere umano, indipendentemente dall’orientamento sessuale di ciascuno.
Con ciò avremmo già fatto un grande passo avanti: sensibilizzato le menti, liberandole dai modelli precostituiti che vengono continuamente propinati, ed ispirato riflessioni utili ad evitare aprioristiche discriminazioni alla base dei pregiudizi sulla comunità glbt.

(Fonte: Gay.tv, 9 gennaio 2006)