9 Aprile 2013

103 firme contro l’omofobia (e c’è pure Rosy Bindi)

Appunti, Diritti, Laicità

Ieri l’Huffington Post ha riportato che il M5S ha depositato tre leggi – quelle sul matrimonio ugualitario, sull’estensione della Legge Mancino a omofobia e transfobia, sulla rettifica delle generalità delle persone trans prima della riassegnazione chirurgica del genere – che sono le stesse che io ho depositato alla Camera il 15 marzo, primo giorno di legislatura.

Non ne faccio una questione di primogenitura. Le proposte le ha scritte Rete Lenford, valentissima associazione di avvocati che difendono i diritti delle persone GLBT, e le ha messe a disposizione di tutti. Io ho potuto depositarle subito perché mi sembravano valide e perché grazie al cielo nel mio partito, il PD, si possono prendere iniziative individuali senza temere di essere smentiti, puniti o messi alla gogna.

Credo tuttavia che lo sforzo su questi temi debba essere uno sforzo dell’intero parlamento. Si tratta di proposte di legge di civiltà, non ideologiche, e che possono essere patrimonio di tutti. Mi sarebbe molto piaciuto che i deputati di M5S avessero firmato insieme agli altri partiti queste tre leggi, ma hanno preferito presentare lo stesso testo da soli, tre settimane dopo. Avranno i loro buoni motivi.

Nel frattempo, insieme con Alessandro Zan di SEL e Irene Tinagli di Scelta Civica, stiamo raccogliendo le firme tra i parlamentari, cominciando dalla legge che prevede l’estensione della Legge Mancino. In questo momento, mentre sto per passare ad Alessandro la bozza della legge perché raccolga le firme di SEL, ho già raccolto 103 firme tra i parlamentari del Partito democratico.

Il 15 per cento dei deputati hanno dunque già firmato (e altri ancora se ne aggiungeranno) un testo di legge che punisce i discorsi d’odio (hate speech) nei confronti di omo, bi e transessuali così come la legge Mancino oggi punisce l’odio razziale, etnico, nazionalistico e religioso.

È una grande novità, dato che nella scorsa legislatura nemmeno si riuscì a mettere in cantiere un provvedimento del genere, dovendosi ripiegare su un testo, che mai fu approvato, che si limitava a punire con un’aggravante i soli reati di sangue motivati da odio omo e transfobico.

Il merito è tutto di un parlamento profondamente rinnovato, con tanti giovani e tante donne. E anche di uno spirito del tempo che è molto cambiato. I 103 colleghi democratici che hanno firmato rappresentano tutte le anime del partito: laici e cattolici, turchi e renziani, liberali e socialisti. La società intorno a noi si modifica, e qui in parlamento ho trovato una serenità e un senso di necessità intorno a questi temi che mi pare non si registrasse in passato.

Voglio dire un’ultima cosa. Tra le 100 e passa firme dei presentatori di questa legge c’è anche quella della presidente del Partito democratico, Rosy Bindi. Ne sono orgoglioso, perché dimostra ciò che ho sempre pensato. Che questi temi, cioè, richiedono dialogo, costanza, tenacia e la pazienza che deriva dalla convinzione profonda della bontà dei propri argomenti. Che la pacatezza premia, anche a rischio che qualcuno possa confonderla con la pavidità o altri sentimenti meno nobili.

E anche che troppi giudizi nei confronti del PD – e lasciate che lo dica, anche della Bindi – sono stati sommari, affrettati e superficiali.

4 risposte a “103 firme contro l’omofobia (e c’è pure Rosy Bindi)”

  1. Joseph ha detto:

    Dai Ivan, sosteniamo te e il tuo lavoro! Grazie

  2. AndreaB. ha detto:

    Bravi!

  3. […] Prima la gita, poi l’okkupazione infine la copia dei compiti. […]

  4. […] molto più banalmente il testo iniziale, quello che lo stesso Scalfarotto ha fatto sottoscrivere, con grande vanto, anche all’Onorevole Bindi e sul quale aveva innescato una piccola polemica con il M5S, […]