16 Gennaio 2012

La comunicazione è una cosa seria

Appunti

Onore al merito: Cristiana Alicata – una che di certo ha talento, visione e coraggio – ha giustamente sollevato sul blog de iMille il tema della campagna per il tesseramento 2012 al PD. Quella che ha imbrattato i muri della capitale (a Milano, per dire, non si sono visti) con l’affissione di migliaia di manifesti abusivi che domandavano agli ignari cittadini della capitale se conoscessero tali Faruk, Eva o Luciano.

Un errore grave. E ancora peggio la risposta di Stefano Di Traglia, il responsabile della comunicazione del partito, che a Repubblica che gli faceva notare l’abuso ha risposto: “Faremo di più per starci attenti”, come se il civismo e il rispetto della legge fossero non in cima alle nostre priorità ma giusto un fastidio a cui dover prestare attenzione mentre si hanno da fare cose più ben importanti.

E poi c’è il problema sostanziale di una campagna fallimentare. La pagina di Facebook ha raccolto a stento qualche centinaio di affezionati, i giudizi che si trovano sulla rete sulla campagna sono tremendi e, ciò che è peggio, adesso sono cominciate anche le parodie. Dolorosissime, perché molto più efficaci dell’originale in termini di raggiungimento dell’obiettivo: la gente ha ben pochi motivi di iscriversi al partito se gli si chiede di Eva o di Fabrizio e moltissimi per non farlo se gli si ricorda di Marrazzo, Penati o Bassolino.

La comunicazione politica è una cosa seria e molto, molto delicata. La capacità di stare in rete una cosa che non s’improvvisa, come ha fatto notare anche Francesco Nicodemo. Io credo che una riflessione sulla capacità di veicolare il nostro messaggio, che è peraltro un buon messaggio, debba essere fatta: prima di tutto per trovare un accordo unanime e definitivo sul fatto che la comunicazione è un tema di assoluta e straordinaria importanza strategica per uno dei più importanti partiti progressisti d’Europa.

10 risposte a “La comunicazione è una cosa seria”

  1. Filippo Filippini ha detto:

    Scusa Ivan ma finora a sparlare della campagna ed a fare parodie sono stati principalmente tesserati PD io qualche domanda me la farei

  2. Alessandro ha detto:

    …ma soprattutto lei, da vicepresidente, dov’era quando si studiava la campagna? se dice che la comunicazione è importante non può certo accorgersi della campagna solo dopo che è stata derisa!

  3. scalpha ha detto:

    Se mi fosse stato chiesto un parere preventivo, lo avrei certamente espresso.

  4. Giulio ha detto:

    Non capisco… davvero non capisco.
    La comunicazione è davvero una cosa seria.
    Qui poi – al di la del fatto che un partito che ricopre ruoli istituzionali non può permettersi di giocarsi la propria serietà con delle affissioni abusive, cioè mancando di rispetto alle stessi leggi che si candida a far applicare – proprio non si capisce: il target; la strategia della campagna; il senso del messaggio.
    Il cuore del messaggio di un partito politico dovrebbe essere (ed è stato senz’altro) quello di offrire una visione del futuro e indicare la strada per arrivarci. Qui si è perso il senso delle cose. Una campagna teaser, con pagina facebook… ma le persone si aspettano strumenti seri quando si parla di cose serie, non è vero che ogni cosa può essere comunicata come un prodotto da GDO. Cosa c’entra questo marketing triste coi DS? Ma perché non essere semplicemente se stessi e ricominciare a lavorare sui contenuti? Sono le idee nuove che portano aria nuova; la comunicazione senza contenuti è un esercizio destinato a fallire.
    Mi dispiace, questo è un passo falso che adesso proprio non era il caso di fare. Fortunatamente l’Italia ha una memoria molto breve. Però adesso davvero è ora di ricominciare a costruire i contenuti, di rileggere il passato guardando il futuro, e poi iniziare a comunicare.

  5. Claudio ha detto:

    E’ un teaser. L’obiettivo della campagna non sono i like, ma le tessere. Quando avremo i numeri del tesseramento potremo giudicare se la campagna è fallimentare oppure no. Non certo ora.

  6. road77 ha detto:

    la comunicazione è una cosa seria…peccato in Italia i corsi di laurea ad essa dedicati siano denigrati quanto a destra e a sinistra. E i risultati si vedono con gente, con le estrazioni e le professionalità più disparate, che si improvvisa a fare i comunicatori…Per non parlare chi si improvvisa a fare il politico. Ma questa è un altra storia.

  7. Ernesto ha detto:

    Di questa storia, la parte migliore è la presa di coscienza che così non si può andare avanti. Cristiana Alicata, con la sua caparbietà, ha fatto bene. Condivido in pieno la sua denuncia. Il PD è ancora radicato sul territorio, ma non ha più un posizionamento chiaro nella cultura attuale e sui mezzi di comunicazione. Sta perdendo pezzi importanti del suo elettorato. E’ inutile ripetere quanto sia decisivo il dialogo con i cittadini. Mi sembra che con le sue risposte a Repubblica, Stefano Di Traglia non lo capisca. In particolar modo, quando minimizza l’effetto della campagna: “Essendo manifesti anonimi volevamo semplicimente suscitare un po’ di curiosità. Se se ne parla, è segno che abbiamo centrato l’obiettivo” Infatti se ne parla male. Bell’obiettivo. Sembro eccessivo se dico che forse un cambio di dirigenti, sotto questo punto di vista, sarebbe auspicabile?

  8. dman ha detto:

    Ma poi scusate… si parla di marketing politico, chiamiamolo così, e nel marketing il tempo in cui applichi una strategia è tutto. Parliamo di inizio 2012, sotto un parlamento praticamente commissariato dal capo dello stato, con gli italiani che non sanno dove nascondersi per pagare le tasse in aumento, tasso di disoccupazione giovanile pazzesco, e tu PD mi fai una campagna all’acqua di rose, come sempre, dove a noi tutti dovrebbe fregarci qualcosa di Faruk ?

    Io credo che veramente la politica italiana parli una lingua che forse non è più complicata come un tempo, ma che è davvero lontana dai bisogni e dagli interessi dei cittadini.
    LA distanza che c’è tra questa strategia applicata così grossolanamente da un partito che dovrebbe raccogliere nuovi voti dal decaduto B. e i bisogni delle persone è ormai abissale. Questa campagna non ha responsabilità di nessun tipo, ma conferma i problemi del PD.

  9. Alessandro ha detto:

    Se mi fosse stato chiesto un parere preventivo, lo avrei certamente espresso.

    E’ proprio questo il problema, la mano destra non sa quello che fa la sinistra… proprio come Pisapia e Carmela Rozza a proposito del registro delle coppie di fatto.
    Per carità ben vengano le opinioni contrapposte anche all’interno del partito, ma tutte queste piccole cose fanno trasparire che non c’è una linea unica, degli obiettivi precisi e condivisi.
    Alla luce di ciò, sulla base di cose dovreste meritare la mia fiducia?

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