8 Marzo 2011

Le famiglie di Ikea

Appunti

Dal sito di Parks:

Ikea, uno dei datori di lavoro soci fondatori di Parks, impegnata da sempre sul tema dell’inclusione e del rispetto delle persone GLBT, sta aprendo un punto vendita a Catania. Tra i soggetti della campagna stampa c’è l’annuncio che vedete: un’ulteriore dimostrazione che le aziende sono già pronte a rivolgersi ai propri clienti (e ai propri dipendenti) GLBT anche sul mercato italiano, e non solo al nord o nelle metropoli.

11 risposte a “Le famiglie di Ikea”

  1. Mahurin ha detto:

    Caro Scalfarotto, non basta purtroppo una pubblicità per certificare il rispetto di una azienda per la dignità della persona umana. E mi creda se le dico che, avendoli conosciuti bene, i signori di Ikea sono solo interessati ad acquisire nuovi target di consumatori. Il loro livello di rispetto verso il singolo individuo, prima ed indipendentemente dal loro orientamento sessuale, bisognerebbe chiederlo ai loro lavoratori. E mi stupisce che un personaggio come Lei, che si defnisce quale uomo di sinistra, possa prestarsi a questa tristissima manipolazione senza alcun serio approfondimento sui reali intenti dell’ utilizzo di questo tema da parte dei signori di Ikea. Oppure le basta il fatto che sono svedesi e fanno continua professione di fede verso una tolleranza di facciata necessaria all’ incremento dei loro fatturati. Cordiali saluti

  2. scalpha ha detto:

    Io non considero il fatto di cercare nuovi consumatori una cosa non etica o immorale. Questa è l’economia di mercato. Dopodiché le assicuro che il livello di rispetto di Ikea nei confronti dei loro lavoratori è di molto superiore della media. Il fatto che si impegnino formalmente per il rispetto delle persone GLBT, per esempio, è cosa non comune nel nostro mercato del lavoro. Questo è un dato di fatto. Il resto, mi scusi, mi pare solo ideologia.

  3. Mahurin ha detto:

    Egregio Scalfarotto,
    Purtroppo Lei, come tutti i mestieranti della politica, pontifica su cose che non conosce per nulla arrogandosi il diritto di fornire al popolo indicazioni su cosa è positivo e su cosa non lo è. Personalmente, le mie valutazioni Le ho maturate per esperienza diretta avendo lavorato in Ikea per alcuni anni e non, a differenza Sua, mutuate da cordiali colloqui con il Responsabile della Comunicazione Esterna di quella Azienda. Di conseguenza posso dirle con certezza che Ikea è una azienda con un rispetto della dignità della persona pari a zero. Se poi per Lei è bastevole una manovra di maquillage rappresentata da una politica che prende in considerazione solo i GLBT è liberissimo di farlo, ma credo che ciò esprima tutta la limitatezza settaria della sua capacità di vedere e rappresentare la realtà che La circonda. E forse proprio in ciò sta il senso del declino politico in questo paese di un certo modo di fare politica di “sinistra”. Cordiali saluti da un uomo di sinistra.

  4. scalpha ha detto:

    Caro Mahurin, le mie valutazioni sono basate su venti e passa anni di esperienza nel settore delle Risorse Umane in tre diversi continenti. Resto della mia opinione, che ritengo assolutamente di sinistra. Grazie per il suo commento.

  5. Mahurin ha detto:

    Caro Scalfarotto,
    I suoi venti e passa anni di esperienza nel settore delle Risorse Umane sono stati così un successo da costringerLa ad un certo punto a cercare il comodo approdo della carriera politica. Ciò con la evidente sicurezza di essere eletto prima o poi in Parlamento od in Senato grazie alla Legge elettorale porcata di Calderoli. In più da bravo HR Manager non perde occasione per fare opera di lobbing, in specie verso quelle aziende che utilizzano lo stile manipolatorio di gestione delle Risorse Umane come Ikea. Che dire ? Se la sinistra è questa il Capitale ha definitivamente vinto sull’ individuo. Saluti e grazie per l’ ospitalità ad una voce dissidente.

  6. scalpha ha detto:

    Tutta l’ospitalità che vuole, a condizione che non dica scemenze per ciò che mi riguarda, perché una cosa è la dissidenza e una cosa è la maldicenza. La rassicuro volentieri sul fatto che il mio approdo alla politica non è derivato da un insuccesso professionale, anche perché la mia professione – e non la politica – mi dà ancora da vivere con molta soddisfazione. Dopodiché penso che la sinistra debba essere innovazione e non conservazione ideologica, ma su questo direi che possiamo restare in radicale disaccordo. Stia bene.

  7. Luigi Cannavò ha detto:

    E’ il popolo italiano a non essere rispettato.

    Festeggiamenti ed Impeachment Napolitano

    http://www.lagazzettadellosporco.it/150/

  8. Meursault ha detto:

    Della serie: i nemici dei miei nemici sono miei amici.

    http://www.monde-diplomatique.it/LeMonde-archivio/Dicembre-2006/pagina.php?cosa=0612lm21.01.html

    Saperne di più sul mito commerciale (sono adorabili questi gay che comprano!) Ikea.

    Scalfarotto ne parliamo delle sparate di Renzi o la politica l’abbiamo dimenticata?

  9. Giuseppe Lojacono ha detto:

    Sono certo che se domani i capoccioni fascio/marxisti della Cina Capital-Comunista si accorgessero che la “niche” del “gay market” riguarda da vicino milioni di potenziali clienti “cinesi” e decidessero di sfruttare anche quel mercato di massa aprendo spazi pubblicitari come quelli di IKEA, il nostro Scalfarotto farebbe un post dicendo che in Cina e’ arrivata la Democrazia e che l’Italia, comme d’habitude, e’ rimasta ancora indietro.

    L’unica discriminante, per Scalpha, tra sviluppo e sottosviluppo, e’ il livello di avanzamento dei “diritti degli omosessuali”.

    E fino a quando il Papa mom benedira’ dal balcone di San Pietro un milione di coppie omosessuali italiane cola’ convenute, santificandole e unendole, a posteriori, in matrimonio riconosciuto anche dalla Chiesa Cattolica Apostolica Romana, l’Italia sara’ sempre, per Scalpha, un paese del Terzo Mondo.

    Il bello e’ che se riesce l’ammucchiata catto-fascio-post/comunista a scalzare di sella la Destra reazionaria del Berlusconi, con Cattolici e Fascisti nel “Nuovo Governo Progressista” quel sogno dello Scalpha avra’ ancora meno probabilita’ di realizzarsi.

    E dara’ la colpa al governo Berlusconi che lo ha costretto ad allearsi con i catto-fascisti per vincere le elezioni.

  10. elfo00 ha detto:

    Anch’io lavoro per Ikea tutt’oggi e da 18 anni.
    Penso che il Sig. Mahurin sia stato sfortunato, ed il suo problema sia derivato dall’incontro con persone che male hanno gestito il loro ruolo nell’azienda. I valori dell’azienda sono chiari e scritti nero su bianco. Che poi le aziende siano fatte da persone e che le persone spesso usino i loro “poteri” per scaricare su altri frustrazioni e impotenze varie può capitare. A me è mai successo e sono Gay dichiarato fin dall’inizio, ho fatto le mie lotte e non è andata sempre bene. L’accanimento non porta mai buoni frutti, la perseveranza si. Auguro ai commentatori maggior serenità nelle proprie argomentazioni sennò non fate altro che esser uguali a coloro che volete combattere!

  11. elfo00 ha detto:

    A: ho delle idee un po’ contrastanti tra loro riguardo questa pubblicità, tu l’hai trovata positiva o negativa?
    IO: positiva
    A: si ma ho idee contrastanti, provo a spiegarmi: in parte mi sembra positiva perché è una scelta coraggiosa quella di utilizzare questo tipo di campagna pubblicitaria in Italia.
    Dall’altra sicuramente è una pubblicità che ha colto nel segno, fa parlare di sé.
    Ancora noto che è positivo il messaggio di ugualianza che ne scaturisce, però non riesco a capire come mai mi ronza qualcosa nelle orecchie.
    E’ come se con quello slogan, avessero sì accettato ogni tipo di famiglia ma allo stesso tempo avessero implicitamente ammesso la subordinazione che c’è nella società di un tipo di famiglia piuttosto che di un’altra.
    Non so, mi ha fatto una impressione non così positiva.
    Io: Il fatto che la “famiglia” della foto sia subordinata a quella ufficiale è un dato di fatto Luca. Non questione da ammettere o no. Il punto semmai è che sempre più persone ed in questo caso Aziende ammettano pubblicamente di non esser più d’accordo con i vecchi costumi. Solo così si allarga il consenso, e cioè con la presa in carico della responsabilità delle proprie idee a livello pubblico. E noi in Italia in specie, non abbiamo mai questo coraggio. Siamo abituati ad aspettar che lo facciano gli altri e spesso paradossalmente sono le aziende che prendon per prime l’iniziativa, per vendere ok, ma soprattutto perchè sanno esserci un bacino di popolazione che già la pensa così ma mai lo dirà per strada. Penso che aimè la pubblicità, a parte i fini, possa essere un tramite efficace per il passaggio di certe idee. Nel bene e nel male.