18 Ottobre 2015

Adozioni: cosa succede nel resto d’Europa

Appunti, Attualità, Diritti, Laicità, XVII Legislatura

Quando nel 2009 rientrai da Mosca per tornare a lavorare a Londra, andai a prendere la posizione di un mio collega che con suo marito aveva adottato due bambini e che aveva preso per questo una lunga “adoption leave”, il permesso – equipollente a quello di maternità – previsto per i genitori di bambini adottivi. In ufficio la cosa parve perfettamente normale, e assolutamente normale era il comportamento delle mie colleghe e dei miei colleghi (naturalmente rappresentanti di ogni etnia, nazionalità e religione) ogni qual volta Kenneth veniva a trovarci in ufficio con i suoi bambini.

Forse è l’aver a lungo vissuto e lavorato in una dimensione nella quale l’uguaglianza e il rispetto sono dati di fatto che mi rende particolarmente difficile comprendere una dimensione dove l’amore, unito all’equilibrio e alla maturità di chi fa o adotta un figlio, non è l’unico parametro sufficiente a stabilire quale sia il miglior destino per un bambino. Potrà pure sembrarci strano, ma è così nella maggior parte del nostro continente: da Malta a Oslo, da Vigo a Vienna.

La cartina geografica che vedete qui sotto indica i paesi nei quali alle coppie omosessuali è consentita l’adozione legittimante (cioè quella del bambino non nato all’interno della coppia che si trovi in stato di adattabilità – in viola scuro) e quelli nei quali è consentita la famosa “stepchild adoption” (o adozione del figlio del partner, in viola chiaro).

Pubblico questa cartina (fonte: Wikipedia) perché aiuta a vedere che praticamente in tutti i paesi d’Europa dove si sono introdotte le unioni civili o il matrimonio egualitario, si sono previste anche le adozioni. Fanno eccezione il Portogallo dove c’è il matrimonio egualitario ma l’adozione è esclusa, e alcuni paesi dove ci sono le unioni civili ma non l’adozione (nemmeno quella del figlio del partner) come Svizzera, Croazia, Ungheria e Repubblica ceca.

Mi pare un’informazione interessante perché da qui si può chiaramente vedere che le soluzioni sono state le più diverse, ma anche che – indubitabilmente – la maggioranza dei paesi dell’Europa occidentale hanno considerato assolutamente normale riconoscere la “stepchild adoption”, che ora pare essere la pietra dello scandalo in Italia, e senza nessun dubbio anzi hanno ricompreso anche la facoltà per la coppia omosessuale di ricorrere all’adozione legittimante.

Come su un tema che la fetta di mondo a cui apparteniamo, indubitabilmente la più avanzata del pianeta, ha abbondantemente digerito si possa minacciare di far cadere un governo e mettere dunque a rischio la ripresa di una delle più grandi economie del globo, è per me fonte inesauribile di sorpresa e di mistero.

Adoption Europe