24 Maggio 2015

Il cielo d’Irlanda

Diritti, Europa, Governo Renzi, In nessun paese, Laicità

Qui in fondo trovate la mia intervista a Repubblica di oggi sull’esito del referendum di ieri in Irlanda (cliccare per ingrandire). Ho amici a Dublino, e so benissimo quanto cuore hanno messo in questa impresa. E’ stata una campagna porta a porta, una campagna nella quale tutti si sono messi in gioco. Individualmente, personalmente. Con la propria faccia e la propria storia. Toc toc, signora ci apra. Ci vede? Ci amiamo. Ci dia il permesso di sposarci. Un referendum sui diritti di una minoranza è pericoloso, e sconsigliabile. Eppure, dal Donegal alle Isole Aran e da Dublino fino al Connemara (citazione) si è compiuto il miracolo di trasformare il diritto di una minoranza in una battaglia di tutti. C’è stata gente che è tornata a casa apposta: dall’Inghilterra, dagli Stati Uniti tutti insieme sotto il cielo d’Irlanda per esserci, votare e farsi protagonisti di un momento di storia. Tutti consapevoli che quello che c’era in gioco era un Paese più aperto, più inclusivo, più capace di costruire sul bene e sul futuro. Una scommessa per tutti, la possibilità per ciascuno, etero o gay, di qualsiasi età, di contribuire per fare del proprio paese un posto migliore. Questa è la sfida che abbiamo anche noi, in Italia. Quella di coinvolgere in questa battaglia tutti i nostri concittadini, far capire che qui non si tratta di fare una gentile concessione a una minoranza di sfigati, frustrati e incazzati dopo decenni di insuccessi. Si tratta invece di portare tutti insieme l’Italia in questo millennio. Fare del nostro Paese un luogo accogliente per tutti, dove a nessuno è negato il diritto di perseguire il proprio progetto di felicità. E’ una scommessa anche per questo governo, che ha accettato di prendersi in carico la sfida di fare dell’Italia un Paese moderno. Andremo avanti senza paura, e non è lontano il giorno in cui potremo festeggiare anche qui da noi il raggiungimento di un risultato che è sembrato troppo a lungo impossibile. Per il quale il tempo è qui, subito e adesso.

Intervista Repubblica 24 maggio 2015