21 Luglio 2014

Articolo 49

Appunti

Ripenso da qualche giorno a questa parte al convegno dell’inizio di questo mese – organizzato dalla Federazione delle imprese di pubbliche relazioni – sul finanziamento della politica. Ero stato invitato e mi ero preparato ripassando i ricordi dell’esperienza diretta di varie campagne elettorali (le primarie del 2005, le europee del 2009, le elezioni politiche del 2008 e quelle dell’anno scorso) e rileggendo materiale accumulato negli anni. Poi, purtroppo, impegni parlamentari mi hanno impedito di partecipare di persona (qui il resoconto dei lavori), ma trovo che il tema fosse e sia di attualità assolutamente stringente.

Come sapete, il Parlamento ha deciso di sopprimere il finanziamento pubblico ai partiti nel dicembre 2013: nelle condizioni storiche attuali era impossibile fare diversamente. Resta però il problema di come i partiti possano continuare a fare politica senza essere condizionati da quelli che in America si chiamano “wealthy donors” (e cioè i ricchi che si possono permettere di contribuire alla politica, influenzandola).

Per poter risolvere questo dilemma, io credo la politica e i suoi attori possono fare soltanto una cosa: recuperare credibilità. Solo così verrà recuperata la fiducia necessaria a rendere i partiti nuovamente veicoli di ideali e di messaggi tali per cui anche piccoli donatori, simpatizzanti on line, militanti e sostenitori diffusi, potranno versare modeste somme. Esattamente come farebbero per ogni altra causa che coinvolge i loro ideali. Tante, tra le persone che conosco, devolvono somme piccole, ma preziosissime per chi le riceve ad associazioni come Amnesty International, Emergency, Medici Senza Frontiere, AIRC. Quante, mi chiedo, tra queste persone penserebbero di donare dei soldi a un partito politico?

Ecco, dobbiamo fare lo sforzo di rendere le associazioni politiche pulite e affidabili. Renderle degne del sostegno economico dei cittadini, anche spiegando loro che si può esprimere il proprio consenso non soltanto votando, ma anche contribuendo economicamente alla vita del partito che si sostiene. E’ solo così che i partiti potranno restare indipendenti dai grandi finanziatori ed essere quelle entità che la nostra Costituzione descrive all’articolo 49: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.